sabato, gennaio 17, 2004
CLAMOROSO: IL PREZZO DEL CAPPUCCINO SCENDE A 0,77 EURO
I CONSUMATORI BATTONO L’ARROTONDAMENTO.
ECCO COSA E’ SUCCESSO OGGI NEL BAR DI LADISPOLI OGGETTO DELL’IMPORTANTE SENTENZA CONTRO GLI ARROTONDAMENTI AL RIALZO
E INTANTO SI PREPARANO ALTRE CAUSE ANALOGHE
I consumatori battono l’arrotondamento e il prezzo del cappuccino scende a 0,77 euro. Questo è avvenuto oggi nel famoso bar di Ladispoli oggetto della clamorosa sentenza del Giudice di Civitavecchia che ha condannato l’arrotondamento dei prezzi al rialzo.
Alle ore 16 il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi, ha dato appuntamento alla stampa per andare a degustare un buon cappuccino nel bar in questione, sito in Via di Settevene Palo 12, e pretendere l’applicazione della sentenza del Giudice.
Alla presenza di una piccola folla di curiosi, giornalisti e vigili urbani, Rienzi, dopo aver preso il cappuccino, sentenza alla mano ha chiesto alla responsabile del bar di pagare quanto stabilito dal Giudice Bugliari, e cioè 0,77 euro anziché 1 euro.
La responsabile dell’esercizio, pur ribadendo il proprio diritto a vendere il cappuccino a 1 euro, ha dato applicazione alla sentenza, battendo uno scontrino di 0,77 euro.
“Si tratta di un’importantissima vittoria dei consumatori che battono l’arrotondamento selvaggio”, ha dichiarato l’Avv. Rienzi commentando il calo del prezzo. “Staremo a vedere come si comporterà il bar nei prossimi giorni”.
Le foto della vicenda sono disponibili presso l'Ansa e l'Associated press.
Intanto si preparano altre cause simili, la prima delle quali potrebbe partire da Ravenna, dove il biglietto per il ponte mobile del Canale Candiano l’1 gennaio 2002 passò da 1.000 lire a 0,70 euro, con un aumento del 35% che ha fatto imbufalire i tanti residenti che oggi giorno attraversano il canale utilizzando il ponte…”arrotondato”.
Chiunque voglia fare cause contro gli arrotondamenti, conclude il Codacons, può trovare la guida utile sul sito www.codacons.it .
venerdì, gennaio 16, 2004
AMNESTY INTERNATIONAL AL FORUM ECONOMICO MONDIALE
Amnesty International partecipa al Forum Economico Mondiale in programma dal 16 al 21 gennaio 2004. Una delegazione guidata da Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International, parteciperà a diversi convegni, lancerà due rapporti e terrà una serie di incontri con altre Ong presenti al Forum.
"Il contributo dei diritti umani e' cruciale per riuscire a mobilitare e rompere le barriere che emarginano milioni di donne, uomini e bambini in tutto il mondo - privandoli dell'accesso alla giustizia sociale e legale" ha dichiarato Irene Khan.
L'organizzazione e' convinta che "un altro mondo e' possibile" se i governi, altri attori internazionali e imprese rispettano i diritti umani e si assumono la responsabilità delle proprie azioni. Tuttavia vi sono ancora molti ostacoli da superare e al Forum Amnesty International si occuperà di:
- emarginazione dei diritti economici, sociali e culturali nella teoria e nella pratica dei diritti umani
- mancanza di assunzione di responsabilità degli attori aziendali responsabili delle violazioni dei diritti umani
- emarginazione dei diritti umani delle donne.
Alcune date:
17 gennaio: ore 13.00 Incontro stampa per il lancio del rapporto Human Rights Concerns in a Famine Stricken Country sulla situazione nella Corea del Nord
18 gennaio: dalle 13.00 alle 14.00 Irene Khan partecipa al convegno Challenging Corporate Power in a Globalized Economy. Sarà lanciato il documento The UN Norms for Business: Towards Legal Accountability e saranno presentati dei casi studio.
Incontro con la stampa alle ore 16.00.
18 gennaio: dalle 18.30 alle 20.30 Irene Khan interverrà alla conferenza Wars Against Women and Women Against War.
19 gennaio: dalle 12.00 alle 16.00 Human Rights for Social Change, un dibattito con Irene Khan, Shirin Ebadi e altri.
Amnesty International, Oxfam e IANSA (International Action Network on Small Arms) porteranno al Forum la campagna Control Arms. Gli enormi effetti e i problemi causati dal commercio delle armi leggere costituiranno i temi del seminario del 18 gennaio alle 13.00. Nel corso del Forum le organizzazioni chiederanno il sostegno per un Trattato internazionale sul commercio di armi. Le persone presenti al Forum saranno invitate ad aggiungere il loro volto alla Million Faces Petition per chiedere controlli piu' severi sulle armi.
EUROPEE, RETE LILLIPUT: NESSUN ACCORDO CON I VERDI
Stop al tentativo di cooptazione da parte di Pecoraro Scanio
Rete Lilliput smentisce seccamente il presidente dei Verdi Pecoraro Scanio, che afferma oggi sull'Unità che "nelle liste per le europeee ci saranno esponenti della Rete Lilliput." In una nota stampa la Rete afferma che "nessun rapporto organico è avvenuto nè con il partito dei Verdi nè con nessun altro, l'azione politica di Lilliput avviene attraverso la partecipazione ai contenuti, non attraverso la cooptazione di questo o quel partito. Questo non significa, che qualcuno non possa accettare la candidatura in qualche lista, certamente lo fa a titolo personale e non a nome di Rete Lilliput."
L'impegno politico quotidiano dei lillipuziani si attua attraverso la nonviolenza con la quale la Rete lotta per un'economia di giustizia, che restituisca la dignità alla persona e che rispetti le risorse naturali. Un lavoro di base per sensibilizzare i cittadini, le istituzioni e le imprese verso il consumo critico, la riduzione dell'impronta ecologica. Tante persone comuni che, organizzate tra loro, con alcuni semplici comportamenti possono costruire un sistema di economie solidali, in cui la pace duratura sia la normalità e non solo un'utopia, in cui il crescente degrado ambientale venga rimosso da uno stile di vita più sereno, sobrio e armonioso.
Libera interpretazione dell'autore di questo blog:
Pur sembrandomi dure le parole dell'ufficio stampa di Rete Lilliput, mi provo ad interpretarle: I popoli del movimento pacifista sosterranno certamente il partiti del centro sinistra. Rete Lilliput continuerà a stimare ed apprezzare l'opera incessante di persone come Pecoraro, Cento, Martone, Russo Spena, Deiana, Cima, Zanella, Rizzo, Venier, Realacci e tanti altri nei Ds o nella Margherita e perchè no, anche Tonino Di Pietro, tutti vicini e presenti a tutte le attività pacifiste. Il movimento non violento però non prenderà bandiera di partito, continuando a fregiarsi dei soli simboli scelti da ogni gruppo, forum o associazione e della bandiera dell'arcobaleno. Solo in questo modo, il cuore in pace, avrà l'occasione di sostenerli tutti senza far torto a nessuno. L.M.
LA RAI LANCIA IL DIGITALE TERRESTRE MA RIDIMENSIONA RAINEWS24
Dopo il successo dello sciopero proclamato dai giornalisti di RAINEWS24 (oltre il 93% di adesioni) il cdr chiede alla RAI di riaprire la trattativa e scongiurare il depauperamento di una testata strategica per il futuro della piattaforma digitale terrestre.
Nel corso della conferenza stampa svoltasi oggi nella sede della FNSI il segretario generale Paolo Serventi Longhi chiede risposte efficaci alla Rai: “E’ impossibile - ha detto- gestire una testata come RAINEWS24 con una presenza così massiccia di giornalisti precari che da anni lavorano organicamente. L’utilizzo di forza lavoro debole e ricattabile è un problema esteso a tutte le testate della RAI. I temi dell’informazione del servizio pubblico e del precariato dovranno essere al centro degli Stati generali della Comunicazione che si terranno il 30 gennaio prossimo all’Auditorium di Roma”.
Per Roberto Natale, segretario dell’Usigrai, “esiste una stridente contraddizione tra la parata governativa del 3 gennaio per il lancio del digitale terrestre e il ridimensionamento di RAINEWS24. Se il Direttore Generale volesse affrontare realmente il tema del digitale terrestre dovrebbe innanzitutto risolvere la vertenza sindacale di RAINEWS24, punta avanzata del digitale in RAI. La Rai sta scegliendo di delegare ai magistrati la selezione del personale: il numero delle cause cresce ogni anno in maniera esponenziale. Chiediamo che la Commissione di Vigilanza faccia chiarezza sui costi di questa politica del personale”.
Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ha aggiunto che “il problema del precariato è una questione vecchia, radicata negli anni. La libertà di espressione è minacciata oggi dall’arroganza delle fonti, dai poteri forti, ma anche dal crescente precariato: la libertà è anche libertà dal bisogno, per i 10 precari di RAINEWS24 , per i 500 precari della RAI, ma anche per tutti i giornalisti italiani”.
Franco Siddi, presidente della FNSI ha ricordato come “la precarizzazione nel settore giornalistico sia diventata strutturale. E’ stato stravolto il significato della flessibilità. Il servizio pubblico deve essere un sistema di garanzia, di libertà, di pluralismo ma anche di tutela delle regole del lavoro. Il sindacato deve rilanciare la battaglia in difesa dei diritti maturati”.Roma, 16 gennaio 2004
Il Comitato di Redazione di RaiNews24
PARMALAT: I CLIENTI DELLE BANCHE COINVOLTE POTREBBERO DISDIRE I CONTI CORRENTI!!
CLAMOROSA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DELL’INTESA: SE ENTRO IL 21 GENNAIO LE BANCHE NON DARANNO RISPOSTE ADEGUATE ALLE RICHIESTE DEI PICCOLI RISPRMIATORI PARTIRA’ UNA CLAMOROSA CAMPAGNA
NON SI PUO’ ESSERE CLIENTI DI BANCHE CHE SI SONO FATTE INGANNARE. NON DANNO FIDUCIA
Con la consueta forza di “persuasione” di cui dispongono (il potere economico) alcuni banchieri cercano di far passare un messaggio bizzarro da dare in pasto all’opinione pubblica,una tesi ridicola ed offensiva per circa 800.000 risparmiatori truffati e raggirati negli ultimi due anni: “siamo noi le vittime”, “banche parti lese”.
Delle due l’una: se banchieri accreditati ed abilitati ad esercitare l’attività creditizia si sono fatti truffare da modesti ragionieri,vuole dire che sono inadatti a ricoprire cariche vitali ed importanti per l’economia: traggano quindi le conclusioni e si dimettano per restituire fiducia e credibilità ad un sistema bancario scosso da 24 mesi di gravissimi scandali (Bipop- Carire; Bond Cirio ed Argentini; My Way e For You; ‘Affaire Parmalat’ che hanno distrutto spesso il sudato risparmio di una vita.
Le uniche vittime,le vere parti lese, sono le centinaia di migliaia di risparmiatori ai quali le banche,in maniera sistematica ed al riparo da qualsiasi controllo,hanno rifilato prodotti spazzatura che negli altri Paesi come gli USA hanno un mercato: l’importante è l’informazione preventiva e la trasparenza ! Le banche hanno venduto merce avariata ai risparmiatori facendola passare per buona e tali comportamenti,oltre ad essere censurabili,sono illegali.
ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI lanciano quindi oggi una nuova iniziativa: diamo tempo alle banche fino al 21 gennaio – giorno della manifestazione dei risparmiatori a Roma organizzata dall’Intesa – per dare una risposta alla sollecitazione dell’Intesa di apertura di tavoli immediati per trovare soluzioni adeguate e per assicurare agli investitori coinvolti nel crack Parmalat il rimborso dei propri risparmi. Se entro questo termine gli istituti non avranno dato risposta, avvieremo una clamorosa campagna, rivolta a tutti i consumatori per denunciare il comportamento non rispondente ai criteri di trasparenza e correttezza nei confronti dei risparmiatori, campagna che potrebbe arrivare fino a proporre di disdettare i conti correnti aperti con gli istituti di credito che si dimostreranno più insensibili. Ulteriori dettagli sull’iniziativa verranno forniti il 21 gennaio nel corso della manifestazione organizzata dall’Intesa a Roma per tutelare il risparmio e i risparmiatori.
L’Intesa dei Consumatori, che rivendica il merito di aver presentato le denunce alle Procure della Repubblica di Parma,Roma e Milano in data 11 dicembre 2003,facendola radicare anche a Milano grazie al fac-simile di denuncia penale inserito sui siti dell’Intesa,nei prossimi giorni presenterà atti di citazioni anche contro le società di certificazione di bilancio e di rating, impiantando cause collettive nei Tribunali civili per il risarcimento dei danni subiti dai risparmiatori.
L’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) che parteciperà ai tavoli di conciliazione, aperti a cascata dopo la strada maestra tracciata dal Monte dei Paschi di Siena con tutte gli istituti di credito che dimostreranno concrete proposte di risarcimento per salvaguardare quel bene perduto della fiducia, chiede alle banche di non attuare manovre di rincari selvaggi ed immotivati, con la finalità di reperire risorse scaricando sulla generalità della clientela i costi di una politica poco attenta alla salvaguardia dei consumatori e dei risparmiatori.
INCREDIBILE: PER NON RIFARE LO SCONTRINO...SI MANGIA IL CIOCCOLATINO!
COMMERCIANTE ROMANO INCAPPA NEL PRESIDENTE CODACONS. INTERVIENE IL 113
Questa mattina il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi, si trovava in Via Cipro a Roma. Verso le ore 12 entra nel bar Harvey, al numero civico 6, e acquista un cornetto e un cioccolatino. Alla cassa chiedono 2,20 euro. “Un po’ caro”, fa Rienzi, “quanto costa il cioccolatino?”, domanda. “1,50 euro”, gli rispondono alla cassa.
Insospettito il presidente del Codacons chiede due distinti scontrini per i due beni acquistati e, con sua grande sorpresa, l’addetto (ossia il titolare dell’esercizio) prende il cioccolatino acquistato da Rienzi, lo scarta e se lo mangia! Chiunque, al posto di Rienzi, avrebbe pensato di essere il protagonista di una candid camera, ma non lui.
Infatti il leader dell’associazione aveva già capito che qualcosa non andava, ed è per questo che aveva chiesto i due scontrini. Il titolare del bar, aveva aperto una confezione di cioccolatini che non potevano essere venduti sfusi e, facendo strani calcoli, ne aveva determinato il prezzo: 1,50 euro l’uno. Siccome non poteva effettuare tale operazione, accortosi dell’errore, ha mangiato il cioccolatino acquistato dall’Avv. Rienzi, facendo sparire le prove, ma sottraendo un bene che non era più di sua proprietà, avendolo Rienzi acquistato.
Così Rienzi ha chiamato il 113, facendo intervenire sul posto due volanti che hanno redatto apposito verbale. Ma il caso non si chiude qui. Il Codacons, infatti, è intenzionato a denunciare il commerciante che ha sottratto il cioccolatino acquistato regolarmente da Rienzi, che ha pagato un bene che non potrà utilizzare. 16.01.02
EURO: LA VENDETTA DEL CAPPUCCINO!
MIGLIAIA DI CITTADINI VOGLIONO GIA' FARE CAUSA PER L'ARROTONDAMENTO DEI PREZZI
ECCO TUTTI COLORO CHE POSSONO CHIEDERE IL RISARCIMENTO DA ARROTONDAMENTO. SUL SITO DEL CODACONS LA GUIDA PRATICA PER FAR CAUSA
DOMANI IL PRESIDENTE DEL CODACONS SI RECHERA' CON I CARABINIERI AL BAR DI LADISPOLI PUNITO DAL GIUDICE E PRETENDERA’ CHE I CAPPUCCINI VENGANO VENDUTI A 0,77 CENTESIMI
Da questa mattina il Codacons è subissato dalle richieste dei cittadini che, avendo appreso la notizia della prima causa vinta per arrotondamento dei prezzi al rialzo nella conversione lira/euro – causa intentata dal Codacons contro un bar di Ladispoli (Rm) che l’1.1.2002 ha portato il prezzo del cappuccino da 1.500 lire a 1 euro – intendono avviare la stessa causa.
Ecco perché il CODACONS ha inserito sul proprio sito internet www.codacons.it una guida pratica attraverso la quale i consumatori possono ottenere info utili sulla questione e far valere le proprie ragioni. Ma chi può intentare una causa contro l’arrotondamento per eccesso dei prezzi? In sostanza tutti i consumatori il cui negoziante non abbia rispettato i principi fissati dalle legge (elencati in coda al presente comunicato) nella conversione dei prezzi dalla lira all’euro.
Facciamo alcuni esempi di categorie di soggetti che possono avviare tale causa:
- ad esempio chi aveva un abbonamento nel settore dei trasporti (pullman, bus, treni, ecc.) il cui prezzo a partire dall’1.1.2002 sia stato arrotondato per eccesso, e conserva ancora entrambi gli abbonamenti;
- chi abbia biglietti di cinema che dimostrino la differenza di prezzo tra il 2001 e il 2002;
- abbonamenti a teatri che abbiano arrotondato per eccesso;
- chi ha subito arrotondamenti al rialzo sulle tratte autostradali (dimostrabili attraverso ricevute, telepass, ecc.);
- chi ha subito arrotondamenti al rialzo delle commissioni bancarie dimostrabili dagli estratti conti;
- buoni pasto e ticket restaurant il cui prezzo sia variato nella fase di cambio della moneta;
- chi possa dimostrare gli aumenti dei prezzi delle macchinette automatiche distributrici di bevande;
- chi conserva biglietti di ingresso delle discoteche o musei che attestano gli arrotondamenti;
- chi conserva ricevute dei pagamenti per i parcheggi auto arrotondati;
- tessere di abbonamento varie arrotondate (videoteche, centri estetici, ecc.);
- ricevute fiscali di liberi professionisti che hanno arrotondato le tariffe nella conversione
Molto più in generale, fa sapere il Codacons, chiunque conservi scontrini o documenti o anche semplici testimonianze degli avvenuti arrotondamenti per eccesso può intentare causa dinanzi ai giudici di pace.
Intanto domani una delegazione Codacons, guidata dal Presidente avv. Carlo Rienzi, ha dato appuntamento ai giornalisti alle ore 16 davanti al Bar di Ladispoli protagonista della vicenda, per pretendere che il cappuccino venga venduto a 0,77 euro come stabilito dal Giudice di Civitavecchia Ferdinando Bugliari. Si prevede anche l’intervento delle forze dell’ordine.
L’arrotondamento dei prezzi al rialzo nella conversione da lire a euro, avvenuto il 1.1.2002, viola una serie di leggi e regolamenti, e quindi deve essere vietato e sanzionato. A stabilirlo il Giudice di pace di Civitavecchia, Ferdinando Bugliari. Il Giudice ha stabilito che nella conversione da lire a euro sono vincolanti:
1) il D. lgs. 213/98, che recepisce e fa proprie le seguenti direttive e prescrizioni:
- il Protocollo di intesa 7/12/01 stipulato tra consumatori, commercianti e Ministero delle attività produttive per combattere fenomeni di “arrotondamento dei prezzi e di scarsa trasparenza in sede di conversione dei prezzi al consumo”;
- la delibera 15/11/01 n.90 del CIPE secondo cui la “ridenominazione in euro degli importi monetari che esprimono i corrispettivi unitari relativi a tariffe e prezzi regolamentati nei settori di pubblica utilità deve avvenire nel rispetto delle regole comunitarie di conversione e arrotondamento di cui agli artt. 4 e 5 del Regolamento CE n. 1103/1997, come recepito dall’art. 2 della delega 433/97 e dagli artt. 3 e 4 del D. Lgs 213/98 (legge delegata)”;
- la normativa sul commercio, costituita dalla legge/delega 59/97 (art.4, quarto comma) e dalla legge/delegata D. Lgs. 114/98 /artt.1,2,14 e 22), secondo cui deve perseguirsi “la trasparenza del mercato, la concorrenza, la pubblicità dei prezzi e soprattutto la tutela del consumatore”.
2) la legge 281/98, la quale riconosce in favore dei consumatori, tra l’altro, il diritto alla correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali concernenti beni e servizi e il diritto a una adeguata informazione art. 1 lett. c) ed e). 16/01/2004
RISPARMIO TRADITO E BEFFATO DAL GIOCO DELLA POLITICA
IL CASO "MYWAY-4YOU" NE E' LO SPECCHIO. COL RISULTATO CHE I RISPARMIATORI CONTINUANO A PAGARNE LE CONSEGUENZE E I RESPONSABILI CONTINUANO AD INCASSARE.
Firenze, 16 Gennaio 2004. L'audizione del ministro dell'Economia Giulio Tremonti nelle commissioni riunite di Camera e Senato, oltre a mettere degli importanti punti fermi, e' a nostro avviso illuminante di come viene espletato il controllo dello Stato sulle politiche del risparmio. Prendiamo ad esempio la questione dei prodotti finanziari "MyWay-4You" della banca Monte dei Paschi di Siena. Il ministro Tremonti scrive al governatore Antonio Fazio il 5 maggio 2003 per chiedergli lumi, visti i forti dubbi che le associazioni di consumatori hanno sollevato. Fazio gli risponde il 9 maggio cosi': "L'istituto si trova nell'impossibilita' giuridica di corrispondere alle sue richieste". Piu' specificamente Fazio, il 14 maggio, ricorda a Tremonti le competenze di Bankitalia (stabilita' degli intermediari) e quelle della Consob (trasparenza e correttezza dei comportamenti).
Quindi un po' di rimbalzi, tra richieste e precisazioni che portarono -direttamente o meno poco importa- a questo:
a) 6 maggio: relazione Consob dell'ultima gestione Luigi Spaventa che indico' questi prodotti come esempi da non seguire;
b) 5 giugno: apertura di una ispezione da parte di Consob e Bankitalia per verificare le modalita' di vendita dei prodotti 4You e My Way' "che presentavano una certa singolarita', per usare un eufemismo", cosi' come detto dal presidente della Consob Luigi Spaventa nel corso di una audizione alla commissione Finanze della Camera;
c) 24 luglio: il governatore Antonio Fazio durante un'audizione presso la commissione V congiunta di Camera e Senato, affermo' che i contratti 4You e MyWay hanno violato l'etica.
Quindi una condanna morale da parte del Governatore Fazio e richieste e aperture d'indagine da parte di Consob. Dov'e' finito tutto questo? Ha forse trovato una risposta nella commissione di conciliazione che il Mps, con l'avvallo di alcune associazioni di consumatori, ha messo in piedi gia' prima di queste date, e che ci risulta aver risolto lo 0,44% dei casi affrontati, partendo da un presupposto di difetto di collocamento dei prodotti e non di impostazione a solo vantaggio della banca?
Non crediamo che questa commissione sia stato lo sbocco, anche perche' lo stesso ministro Tremonti lo avrebbe detto e non avrebbe continuato a presentare il problema "MyWay-4You". Che quindi e' in alto mare, con la sola certezza delle cause giudiziarie avviate da noi. Cosa e' successo e cosa sta succedendo? Stiamo assistendo al tradizionale motivo conduttore della politica economica e finanziaria (e non solo) del nostro Paese: tutti bravi a denunciare, a esecrare, a rifarsi ai valori di sana e onesta politica, con un polverone che non porta mai ad individuare i responsabili e bloccare le azioni presunte delittuose.
Non solo, ma anche assolvendo di fatto -senza un'indagine che stabilisca chi ha torto e chi ha ragione- i presunti responsabili di questi prodotti. E consentendo cosi' che questi ultimi continuino ad incassare i soldi dei risparmiatori incastrati dallo loro lusinghe, furbizie e finte-verita'. E bendandosi gli occhi per non vedere l'altra bombetta che gli e' esplosa (i finti Btp di Stato sempre di Banca121/Mps), e che conferma alcune scelte di politica finanziaria del gruppo Mps, cioe' quella di vendere fischi per fiaschi.
In questo contesto, e' evidente che c'e' poco da aspettarsi. Per cui noi continuiamo e rafforziamo la sola strada che al momento ci sembra percorribile, quella giudiziaria.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
TRAFFICO: TARGHE ALTERNE IL MERCOLEDI'? COME LE DOMENICHE VERDI, SERVONO A NIENTE
Roma, 16 Gennaio 2003. Le targhe alterne il mercoledì, dalle 15 alle 19, ricordano le famose domeniche verdi.
Purtroppo servono a niente. Per la verita' a qualcosa sono utili: a coprire l'incapacita' di governare la mobilita' a Roma. E' un provvedimento "fiore all'occhiello" o "foglia di fico", ognuno scelga il vegetale che preferisce.
E' chiaro, spero a tutti, che provvedimenti di questo tipo non diminuiscono l'inquinamento, come non lo diminuivano le domeniche verdi. Nell'assumere la carica di sindaco nel 1993, Francesco Rutelli dichiaro' che il traffico era la madre di tutti i problemi; questa madre ha nel frattempo partorito un sacco di figli, cioe' un monte di problemi.
Eppure sono passati 10 anni, un tempo congruo per affrontare e risolvere almeno qualche problema, e dire che neanche i soldi sono mancati dato che, con il Giubileo, sono piovuti su Roma qualcosa come 2600 miliardi di lire! (A proposito cosa si sta facendo per il Giubileo del 2025?).
Si utilizzano ancora le caldaie a carbone e gasolio, che sono problemi minori eppure ancora non affrontati, cosi' come non si riesce a tirare una riga di vernice per fare piu' corsie preferenziali e controllare che non diventino parcheggi (come avviene a via del Tritone).
Insomma il giorno di san Modesto, il Sindaco, Walter Veltroni, ha decantato le "magnifiche gesta e progressive" del proprio operato. Forse siamo insensibili ma di magnifico e progressivo non vi abbiamo trovato alcunche'.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
MANITESE: Quando non dovremo più parlare di sfruttamento del lavoro minorile?
Le cifre ormai le conoscono tutti e tutti sono informati della situazione mondiale sullo sfruttamento del lavoro minorile.
Le leggi sono state fatte, le convenzioni sono state ratificate. Qualcosa è cambiato, ma troppo poco.
La Global March, Mani Tese e CGIL, CISL e UIL lanciano domani a Mumbai il Congresso Mondiale di ex bambini lavoratori sullo sfruttamento del lavoro minorile, in occasione del World Social Forum che si sta svolgendo in questi giorni. Il Congresso che si terrà a Firenze nel prossimo maggio raggrupperà 300 ragazzi, alcuni dei quali saranno domani a Mumbai per dire no allo sfruttamento dell’infanzia.
L’evento di domani è organizzato in occasione dell'anniversario della Global March che dal 1998 rappresenta la più vasta campagna mai lanciata contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Mariarosa Cutillo di Mani Tese attualmente a Mumbai crede che il Congresso sarà un momento senza precedenti per far sentire la voce dei bambini. "E’ possibile - dice Cutillo - uscire dallo sfruttamento con l’impegno della comunità internazionale e della società civile. I ragazzi che sono a Mumbai hanno alle spalle esperienze atroci, ma grazie all’intervento della Global March sono stati messi su un’altra strada. Hanno ricevuto educazione e formazione. Ora sono dei veri e propri portavoce e testimoni di un cambiamento possibile. Ci vuole però l’intervento di tutti, dalle istituzioni che facciano rispettare le leggi, ai cittadini che facciano scelte critiche nei loro consumi."
Con questo evento la Global March vuole celebrare il suo anniversario e fare un appello alla società civile presente a Mumbai per consolidare un’alleanza mondiale contro lo sfruttamento dell’infanzia ed il mancato riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori.
Milano 16 gennaio 2004
giovedì, gennaio 15, 2004
TV: ADUBSEF, CODACONS E FEDERCONSUMATORI CHIEDONO IL SEQUESTRO DELLE ULTIME 2 PUNTATE DI STRISCIA LA NOTIZIA
IL PROBLEMA NON E’ LA PROFESSIONE DEI PARTECIPANTI, SE ATTORI O ALTRO, MA IL RISPETTO DEL REGOLAMENTO NAZIONALE DEI GIOCHI A PREMIO
In merito alla vicenda che vede contrapposte Striscia la Notizia e Affari tuoi il problema non è la professione dei concorrenti che hanno partecipato al gioco della Rai – affermano ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI – e quindi se attori, cantanti, ballerini, ecc., ma il rispetto delle norme che regolano i giochi a premio.
Qualora infatti i partecipanti ai giochi a premio non vengano selezionati con il criterio della causalità, di fatto negando l’accesso a tutti, favorendo coloro che hanno contatti con la redazione o gli organizzatori, risulterebbe violato l’art.8 del DPR 430/2001, che regola i concorsi e le operazioni a premio, rubricato “Manifestazioni vietate, il quale dispone “Non e' consentito lo svolgimento di manifestazioni a premio,quando: a) il congegno dei concorsi e delle operazioni a premio non garantisce la pubblica fede e la parità di trattamento e di opportunità per tutti i partecipanti, in quanto consente al soggetto promotore o a terzi di influenzare l'individuazione dei vincitori oppure rende illusoria la partecipazione alla manifestazione stessa.”
Vi è poi un altro aspetto evidenziato dalle 3 associazioni: i “premi” di Affari tuoi sono messi a disposizione dalla RAI? In tal caso si tratterebbe di danaro pubblico, e dunque di quel canone pagato dagli utenti, denaro di cui gli amministratori dovrebbero fare un diligente uso, secondo i principi di legge ma soprattutto secondo correttezza.
L’art. 9 del DPR 430/2001 stabilisce poi: “1. Nei concorsi a premio ogni fase dell'assegnazione dei premi e' effettuata, con relativo onere a carico dei soggetti promotori, alla presenza di un notaio o del responsabile della tutela del consumatore e della fede pubblica competente per territorio di cui all'articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112, o di un suo delegato; se il congegno utilizzato per l'assegnazione dei premi richiede particolari conoscenze tecniche, il notaio o il pubblico ufficiale e' affiancato da un esperto che rende apposita perizia. […]
3. Il notaio o il funzionario verifica la prestazione della cauzione e attesta l'autenticità delle firme apposte sulle dichiarazioni dei soggetti delegati a rappresentare le ditte promotrici, relative all'effettiva consegna dei premi ai vincitori e alla alle eventuale devoluzione degli stessi organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.
4. Il notaio o il responsabile della tutela del consumatore e della fede pubblica redige processo verbale delle operazioni di cui ai commi 1, 2 e 3; detto processo verbale, compilato secondo lo schema tipo predisposto dal Ministero delle attività produttive, e' trasmesso allo stesso Ministero”.
Sulla base di tali principi e a tutela dei teleutenti, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI hanno chiesto alla Rai di avere accesso agli atti relativi alle procedure di selezione dei concorrenti e ai verbali redatti dal notaio, e alla Procura della Repubblica di Roma il sequestro delle puntate di Striscia la Notizia del 13 e 14 gennaio 2004, affinchè i magistrati possano accertare i fatti e le responsabilità connesse.
GIORNATA DEI DIRITTI DEL PASSEGGERO AEREO
FESTA PER UN GIORNO E CALCI NEGLI STINCHI PER GLI ALTRI 364
Firenze, 15 Gennaio 2003. Si celebra domani la giornata dei diritti del passeggero aereo, con ricchi premi e cotillon che verranno dati in omaggio a coloro che partiranno dagli aeroporti italiani. Enac, Enav, Assaeroporti, con il patrocinio del ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la collaborazione delle compagnie aeree nazionali, si prodigheranno per spiegare quanto di meglio fanno e vorranno fare per questi diritti.
Ben vengano i regali e le promozioni, ma e' bene che ognuno faccia attenzione che dentro questi regali non ci sia della morfina. Che e' quella sostanza che in medicina viene somministrata come estremo rimedio contro il dolore. Che in questo caso potrebbe essere - pur ben mimetizzata- sempre quella sostanza che da' effetti collaterali terribili, fino alla dipendenza.
Cioe' potrebbe servire per far dimenticare quello che accade nel servizio aeroportuale e del trasporto aereo negli altri 364 giorni nell'anno: calci negli stinchi. Sono storie di ordinaria follia quotidiana che tutti conoscono e che avremmo
voluto che, chi fornisce il servizio, avesse fatto si' che la festa dei diritti del passeggero fosse tutti i giorni dell'anno. In modo che quest'impegno e questo investimento profuso il 16 gennaio, lo fosse per tutto l'anno. Ma tutti sappiamo che cosi' non e'.
Per cui la giornata del 16 gennaio ci suona come "il giorno della festa della donna" o "la festa dell'handicappato" o il giorno di Natale in cui i politici vanno a mangiare con gli anziani abbandonati negli ospizi .... cioe' festa una volta all'anno e il resto "nisba" ... cioe' una beffa.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
EURO: LA VENDETTA DEL CAPPUCCINO!
CLAMOROSO: I COMMERCIANTI NON POTEVANO ARROTONDARE I PREZZI AL RIALZO AL MOMENTO DEL PASSAGGIO DALLA LIRA ALL'EURO. IMPORTANTISSIMO PRINCIPIO STABILITO DAL GIUDICE DI CIVITAVECCHIA CHE CONDANNA UN COMMERCIANTE STABILENDO L'OBBLIGO GIURIDICO DI TRASFORMARE I PREZZI ESATTAMENTE DA LIRE IN EURO L’ 1.1.2002.
SI PREPARANO MILIONI DI CAUSE PER CHI HA CONSERVATO GLI SCONTRINI SEGUENDO LE INDICAZIONI DEL CODACONS E DELL’INTESA DEI CONSUMATORI. UN COMMERCIANTE DI LADISPOLI (RM) CONDANNATO A RESTITUIRE 0,23 EURO CON L'AGGIUNTA DI 600 EURO DI RISARCIMENTO.
Il 1 gennaio 2002 un flagello si è abbattuto sull’Italia: l’euro. Grazie alla nuova moneta i commercianti approfittarono per effettuare arrotondamenti selvaggi dei prezzi, in spregio dei consumatori.
I beni maggiormente colpiti furono caffè e cappuccino, dei cui aumenti si accorsero subito gli italiani quando andarono, all’indomani dell’entrata in vigore della nuova moneta, a fare colazione al bar.
Ma oggi il cappuccino si è vendicato.
Il CODACONS, nel gennaio 2002, assieme all’INTESA DEI CONSUMATORI, avviò delle cause pilota contro questi arrotondamenti selvaggi, che ingiustamente gravavano sulle tasche dei cittadini. Tra queste cause quella di un pensionato di Ladispoli, in provincia di Roma, che si è visto arrotondare il prezzo del solito cappuccino al bar da 1.500 lire (0,77 euro) a 1 euro.
E oggi, per la prima volta in Italia, il Giudice di pace di Civitavecchia, Dott. Ferdinando Bugliari, territorialmente competente, accogliendo le tesi del Codacons sostenute in giudizio dagli avv.ti Manuela Sorrentino e Enrico Veneruso, ha deciso che quei 23 centesimi sono stati ingiustamente sottratti al pensionato, e ne ha ordinato al bar la restituzione al cittadino che tramite il Codacons aveva intentato la causa.
Così motiva il Giudice: “…sono vincolanti, oltre che le citate leggi/delegate, le altre fonti legislative e i REGOLAMENTI secundum e praeter legem.
Nella fattispecie vengono in applicazione:
A) il D.Lgs. 213/98, che fa proprie le direttive e le prescrizioni esposte più sopra, ai numeri 1,2,3.
B) La legge 281/98, la quale:
riconosce in favore dei consumatori, tra l’altro, i seguenti diritti, definiti “fondamentali”: il diritto alla correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali concernenti beni e servizi e il diritto ad una adeguata informazione (art. 1, lettere c ed e)
riconosce in favore delle associazioni consumatori, tra l’altro, il diritto di ottenere dal giudice l’inibizione degli atti e comportamenti lesivi degli interessi dell’intera categoria dei consumatori ( art. 3); diritto collettivo che si somma con il diritto individuale dell’utente (ultimo comma).
Dal complesso delle suesposte norme, aventi rilevanza esterna e diretta, si deduce che la categoria dei commercianti – nella quale è ricompresa la convenuta Sansone – è tenuta ad attenersi a criteri di correttezza, che nel caso in esame, va intesa come rispetto della corrispondenza tra prezzo in lire e prezzo in euro, senza scostamenti non giustificati, limitandosi pertanto ad effettuare “arrotondamenti solo in concomitanza con l’operazione di conversione e a condizione che siano a favore dell’utente e comunque ottenendo un effetto di neutralità della spesa per la generalità degli utenti” e in ogni caso, osservando l’obbligo di “comunicare alla competente autorità che gli eventuali scostamenti non sono imputabili o connessi all’introduzione dell’euro”
Ritiene il giudicante che, in via di diritto, le fonti normative offrono base testuale, al diritto dell’attore (consumatore) di vedere mantenuto, per il giorno 1/1/02, il prezzo vigente il giorno 31/12/01; mentre gli è stato chiesto un aumento di 0,23 euro, che rappresenta un arrotondamento non giustificato.
Poi Il Giudice Bugliari ha stabilito:
“Orbene, nella fattispecie di causa la sussistenza del dovere di non ledere l’interesse del contraente compratore (rectius consumatore) si accompagna a quella della violazione di una norma posta a sua tutela: normativa individuabile proprio in quella rete di tutela del consumatore apprestata dalle citate leggi 213/98 (citt. Artt. 3 e 4), 114/98 (artt. 1, 2 e 14) e 281/98 (artt. 1 e 3), che fanno obbligo al settore commercio di evitare, in sede di conversione di lire in euro, qualsiasi scostamento che non sia a favore del consumatore e che non sia giustificato da ragioni diverse e particolari”.
Il Giudice, quindi, ha così disposto:
- “Dichiara illegittimo il cambiamento di prezzo del cappuccino effettuato dalla convenuta il giorno 1/1/02, in quanto avvenuto durante il periodo di conversione dell’euro; e per l’effetto condanna la convenuta a restituire all’attore la somma di 0,23 euro
- inibisce inoltre alla convenuta di effettuare, in ogni operazione di conversione in euro dei prezzi di propri prodotti già espressi in lire, analoghi cambiamenti di prezzo non imputabili o non connessi con l’introduzione di detta moneta europea […]
- condanna la convenuta a pagare le spese di lite nei confronti sia dell’attore sia dell’intervenuto Codacons, che, così ridotte per parziale compensazione, liquida in euro 600 per ciascuno.”
Ora - sostiene l’Avv. Carlo Rienzi Presidente del Codacons – tutti i cittadini che, seguendo i consigli dell’Intesa dei consumatori, hanno conservato gli scontrini che attestano gli arrotondamenti al rialzo avvenuti a partire dall’1 gennaio 2002, potranno intentare cause analoghe, avvalendosi dell’importantissima decisione del Giudice di Civitavecchia.
Chi ha pagato in abbonamento un prodotto il cui prezzo è stato arrotondato potrà facilmente fornire la prova del danno, che potrà essere data anche con testimoni, ad es. amici che hanno comprato i cappuccini nello stesso bar.
Altri dettagli domani nel numero in edicola de L’Espresso in un articolo che, oltre a trattare di questa importante vittoria, farà in punto della situazione su 2 anni di caro-euro.
Slai Cobas Alfa Arese, domani corteo dal Duomo al Tribunale
Venerdì 16 gennaio 2004 di fronte al Tribunale del Lavoro di Milano, si aprirà il ricorso in appello promosso dalla Fiat contro la sentenza ex art.28 emanata nel luglio 2003 dal giudice dott.Attanasio su ricorso avanzato dallo Slai Cobas e dalla Fiom.
La sentenza ordinava:
"a Fiat spa l'immediato rientro nello stabilimento di Arese delle linee produttive relative al VAMIA ed alle Costruzioni Sperimentali, nonchè di revocare immediatamente ed ex ante tutte le sospensioni in Cigs e di riammettere immediatamente i lavoratori sospesi nei rispettivi posti di lavoro"
I lavoratori dell'Alfa si troveranno alle ore 10 in p.zza Duomo e sfileranno in corteo fino al Tribunale del lavoro di via Pace.
Arese, 15 gennaio 2004
Slai Cobas Alfa Romeo - Arese
PAX CHRISTI OSSERVATORI A EL SALVADOR
Pax Christi Italia, accogliendo l'invito della Procura per la Difesa dei Diritti Umani di El Salvador ad assistere in qualità di Osservatori Internazionali alle elezioni politiche che si terranno domenica 21 marzo 2004, organizza un viaggio nel paese centroamericano.
Oltre all'impegno suddetto, sarà l'occasione per partecipare alle celebrazioni del 24° anniversario della morte di Mons. Romero (24 marzo); per visitare le Diocesi con cui da anni si è sviluppato un rapporto (in particolare la Diocesi di Sonsonate, in cui sta nascendo il primo gruppo di Pax Christi nel Salvador) e le comunità di base; recarsi in Guatemala per incontrare altre realtà delle Chiese locali e organismi impegnati nella difesa dei Diritti Umani.
Note logistiche:
Ritrovo a Milano Linate alle ore 6.00 del 18 marzo 2004, presso l'area "partenze internazionali", per il check-in.
Partenza alle ore 8.15
18 sera arrivo a San Salvador alle 20.20 (ora locale)
19-21 a disposizione per le elezioni
22-23 visita alle realtà diocesane e alle comunità
24 "Fiesta de Romero"
25-27 Guatemala: con visita ad Antigua e incontri vari
28-29 attività varie in Salvador
30 partenza da San Salvador alle ore 11.00 (ora locale)
31 arrivo a Malpensa alle 11.20
Nel mese di marzo, in Salvador la stagione è estiva; un poco più fresca in Guatemala. Il fuso orario è di 7 ore indietro. E' necessario munirsi del nuovo passaporto a "lettura ottica" valido per almeno tre mesi dopo il viaggio. Il costo del viaggio è di Euro 1300 e comprende: biglietto aereo, assicurazione, alloggio, pasti, trasporti. Portare dei Dollari USA per eventuali spese supplementari, tra cui la tassa aeroportuale d'uscita dal Salvador (ca. 30 $).
Il versamento dell'intera quota va' effettuato entro il 31 gennaio 2004
mediante bonifico bancario sul c/c 110000 intestato a Pax Christi Italia
presso la Banca Popolare Etica - ABI 5018 CAB 12100
Per informazioni: Pax Christy
via Pinturicchio,35
20133 Milano
PARMALAT. BANCHE VITTIME? TOTO': MA CI FACCIANO IL PIACERE!
Roma, 15 gennaio 2004. Banche vittime del raggiro Parmalat? Le banche assisteranno i risparmiatori contro Parmalat?
Il grande Toto' risponderebbe: ma ci facciano il piacere!
Se e' vero che contro la frode e il falso poche sono le armi a disposizione, e' probabile che sia altrettanto vero che c'e' stata negligenza, da parte degli istituti bancari, nel valutare la collocazione dei bond sul mercato. Insomma e' possibile che nessuno si sia
chiesto perche' la Parmalat aveva bisogno di denaro, con l'emissione di bond, quando dichiarava di avere in banca liquidi per miliardi di euro?
Qualcuno avra' pur visto le carte o no? E se le ha viste si sara' accesa una lampadina in qualche parte del cervello oppure le tenebre hanno continuato ad imperversare sovrane? Sono state proposte anche commissioni di conciliazione miste, banche/associazioni di consumatori a difesa dei risparmiatori, ma l'esperienza analoga, effettuata tra Monte dei Paschi e associazioni, ha comportato al rimborso del solo 0,44% dei risparmiatori.
Crediamo non utile ripetere l'esperienza. D'altra parte la Parmalat e' gia' oberata di debiti e non potra' far fronte alle richieste degli
obbligazionisti. Rimane in piede invece l'ipotesi di chiedere un "risarcimento" agli stessi istituti di credito.
Se cio' avvenisse spontaneamente, e rapidamente, potremmo credere alla serieta' delle banche. Altrimenti il dubbio continuera' a circolare nei nostri pensieri.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
CUBA: AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LE ULTERIORI MISURE RESTRITTIVE NEI CONFRONTI DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE
Amnesty International è preoccupata per l'impatto che la nuova legge entrata in vigore a Cuba sulla limitazione dell'accesso a Internet potrà avere sulla libertà di espressione e di informazione.
"Queste nuove misure, che colpiscono l'utenza 'non ufficiale' di Internet, costituiscono un ulteriore tentativo di escludere la popolazione cubana dall'accesso a idee alternative e a spazi in cui discuterne" - ha dichiarato Amnesty International. "La legge, approvata al termine di un anno di dura persecuzione che ha significato il carcere per 75 attivisti, colpevoli solo di aver espresso in maniera pacifica le proprie opinioni, dà al governo un altro strumento per punire coloro che lo criticano e reprimere il dissenso".
La nuova legge, entrata in vigore sabato 10 gennaio, consente l'accesso a Internet solo a coloro, come le imprese riconosciute ufficialmente e le sedi governative, che possono pagare il collegamento in dollari americani. Di fatto, alla popolazione è impedito l'accesso ai servizi Internet.
"Temiamo che queste nuove misure siano destinate a impedire le verifiche sul rispetto dei diritti umani, attraverso la limitazione del flusso di informazioni verso l'estero" - ha aggiunto Amnesty International. "Il governo dell'Avana deve rinunciare a misure illegittime per limitare la libertà di espressione e di informazione e deve conformare la propria legislazione agli standard internazionali sui diritti umani, una volta per tutte".
Ulteriori informazioni
La vasta maggioranza dei mezzi d'informazione cubani è di proprietà statale ed è controllata dallo Stato. L'accesso alla stampa estera è limitato. Tuttavia, secondo fonti governative, si ritiene che oltre 40.000 cubani si collegano in qualche modo a Internet.
L'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani garantisce il diritto alla libertà di opinione e di espressione, compresa la libertà di "cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo e a prescindere dalle frontiere". Questi diritti sono stati ulteriormente codificati e tutelati in vari strumenti internazionali, tra cui il Patto internazionale sui diritti civili e politici (Iccpr), i Principi delle Nazioni Unite sulle limitazioni e le deroghe alle disposizioni dell'Iccpr (Siracusa, 1985) e i Principi delle Nazioni Unite sulla sicurezza nazionale, la libertà d'informazione e l'accesso all'informazione (Johannesburg, 1996).
Amnesty International continua a chiedere l'immediata e incondizionata liberazione di 84 prigionieri di coscienza cubani, detenuti per aver esercitato in forma pacifica le proprie libertà fondamentali.
Roma, 15 gennaio 2004
MPS FINANCE BANCA MOBILIARE SENZA LA TESTA
DIMISSIONI PREVENTIVE PRIMA DEL TEMPESTONE. SE SI VUOLE SI PUO' EVITARE
Firenze, 15 Gennaio 2004. Rossana Venneri, direttore generale della Mps Finance Banca Mobiliare spa, ha comunicato ieri al consiglio le proprie dimissioni irrevocabili.
Rossana Venneri e' una fedelissima di Vincenzo De Bustis, ex direttore Mps indagato dalla Procura di Trani per i prodotti finanziari ad alto rischio che nel nome ricordavano i sicuri Btp dello Stato. La Mps Finance e' la struttura di ingegneria finanziaria del gruppo Mps che ha assimilato, condividendoli e proponendoli, anche i prodotti ex-Banca121.
I giudici di Trani, dopo i finti Btp, si pronunceranno anche sui MyWay e 4You, coinvolgendo quindi tutti quei fiori all'occhiello che erano stati portati da De Bustis (gia' direttore anche di Banca121) in Mps e che gli avevano fatto meritare il vertice della banca senese.
Dimissioni preventive, prima del tempestone? Ovviamente questa e' una nostra supposizione, anche se non proprio campata in aria. Ma un rimedio ci potrebbe essere. Cioe' il rimborso da parte di Mps di tutti i prodotti a rischio, a partire da MyWay e 4You, passando per i finti Btp. Ma non un rimborso come ora, da verificare caso per caso, nel chiuso di una commissione i cui lavori non vengono divulgati, e in considerazione di un difetto di collocamento di questi prodotti. Ma un rimborso a partire dal presupposto che si tratta di prodotti concepiti solo per far guadagnare comunque le banche sulle tasche dei risparmiatori, quindi in violazione delle norme del Testo Unico della Finanza.
Richieste fantasiose e deprimenti la professionalita' di chi dovrebbe rimborsare? Non ci sembra, visto che e' proprio quello che altri gruppi bancari stanno cominciando a fare sui bond Cirio e Parmalat.
A nostro avviso si tratta solo di mettere una sorta di punto e a capo. "Ringraziare" Parmalat che sta facendo scoprire i giganteschi pentoloni della finanza italiana e non solo, e decidere che si e' ancora in tempo per non finirci dentro, o, comunque, per venirne fuori almeno a schiena ritta.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
mercoledì, gennaio 14, 2004
Altra fumata nera all'Inpgi
Nulla di fatto al Consiglio generale Inpgi per l'elezione del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto. La cosiddetta maggioranza dopo aver tentato nella prima riunione del 4 dicembre di far passare un Consiglio di 9 a 1, nel più assoluto dispregio della minoranza che ha vinto le elezioni nelle circoscrizioni elettorali più ampie, ha mantenuto ferma l'inaccettabile pregiudiziale sulla riconferma di Gabriele Cescutti alla terza presidenza quadriennale dell'Istituto.
I componenti dell'alleanza Inpgi.si cambia hanno invece proposto una gestione unitaria e forte dell'Istituto, sulla base di un efficace e concreto programma condiviso da tutti.
Inpgi.si cambia auspica che nella cosiddetta maggioranza cada la pregiudiziale Cescutti e si trovi finalmente una soluzione concordata che permetta all'Istituto di guardare, nella sua completa autonomia, con serenità al futuro.
Inpgi.si cambia
INPGI: evitare il commissariamento, la proposta della maggioranza
La maggioranza invita la minoranza a senso di responsabilità per evitare un pericoloso commissariamento dell’Inpgi da parte del Governo e fa una proposta unitaria.
La maggioranza dei consiglieri generali dell’Inpgi, formata da 36 eletti su 58, ha presentato oggi nel corso della riunione del consiglio generale dell’Inpgi una formale proposta alle minoranze riunite, rappresentate da 20 consiglieri eletti, per dare finalmente un governo all’Istituto di previdenza dei giornalisti ed evitare così la pericolosa eventualità di un commissariamento da parte del governo.
La proposta riguarda sia i contenuti, con elementi non secondari della linea amministrativa dell’istituto, sia la struttura del consiglio di amministrazione, delle commissioni dell’Inpgi e i fiduciari, secondo le richieste avanzate dalle stesse minoranze negli incontri formali svoltisi a dicembre, dopo che nella prima riunione del consiglio generale dell’Inpgi non si è potuto raggiungere il numero di votati previsto dallo statuto (39) per legittimare le elezioni dei gruppi dirigenti per l’uscita dall’aula dei consiglieri delle minoranze riunite.
Nel generale richiamo al senso di responsabilità verso la categoria e al rispetto del voto espresso dai colleghi sulla base di una proposta politica e di uomini chiara, la maggioranza dei consiglieri generali ha basato la propria proposta su sei punti.
1. Avvio di comune accordo di una riforma statutaria che innovi, tra l’altro, le regole elettorali.
2. Disponibilità ad elevare la quota di reddito cumulabile tra pensione e lavoro.
3. Impegno della maggioranza a esprimere sette consiglieri di amministrazione, riservando alle minoranze tre consiglieri.
4. Impegno a riservare nel successivo voto nel consiglio di amministrazione il posto di vicepresidente vicario a uno dei tre consiglieri rappresentanti le minoranze.
5. Ampia disponibilità a concordare la partecipazione dei consiglieri delle minoranze nelle commissioni consultive dell’Inpgi.
6. Accordo per l’attribuzione a un consigliere delle minoranze dell’incarico di fiduciario del Lazio, circoscrizione dove l’opposizione ha ottenuto molti suffragi.
La proposta della maggioranza, che non riguarda la ridiscussione della riforma previdenziale come chiesto dalle minoranze riunite in quanto quelle norme oggi già al vaglio delle parti sociali sono considerate decisive per la salvaguardia delle pensioni future e per evitare un domani ben più aspri interventi, è ora all’esame del consiglio generale. La maggioranza auspica che venga accolta positivamente anche per evitare un commissariamento che finirebbe per far correre alla categoria il rischio di un drammatico esproprio. Sogna chi pensa che un eventuale commissariamento possa risolversi in un baleno e che possa coinvolgere come commissario perfino qualche collega. La verità è diversa: il commissariamento metterebbe seriamente a rischio uno dei pilastri sui quali poggia l’autonomia, la libertà e la solidità economica dei giornalisti italiani.
AUTORITA' DEL RISPARMIO. VERSO UN GRANDE INCIUCIO CON LA PALESE VIOLAZIONE DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI DELLO STATO?
Firenze, 14 Gennaio 2004. L'incontro che c'e' stato nei giorni scorsi presso l'Aspen Institute di Roma, in cui esponenti di Governo e altrettanti di opposizione si sono confrontati per raggiungere una intesa sulle nuove norme per la tutela del risparmio, ci sembra che parta con molti dubbi e punti oscuri.
A noi ci stava bene -grossomodo- la proposta originaria del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, con una super-Consob + i nuovi e diversi poteri di Bankitalia e Antitrust, pur avendo rilevato che rimaneva il problema del segreto d'ufficio dietro il quale la Consob in tutti questi anni si e' trincerata, per giustificare il suo rifiuto ad intervenire nelle specifiche questioni sollevate dai singoli risparmiatori.
Ma i poteri dovevano compensarsi tra di loro, cosi' come quelli di Governo e opposizione, per cui siamo al risultato odierno, sui cui sviluppi, per il momento, siamo tutti in attesa. E su cui, avere il timore di un grande inciucio, sulle tasche dei risparmiatori, ci sembra spontaneo. Ci sono alcuni ma, dalla parte dei risparmiatori e del diritto, su cui chiediamo lumi.
Il piu' importante e' la presenza a questo incontro presso l'Aspen del pm della procura di Milano Francesco Greco, che indaga sui conti Parmalat. Che ci faceva li' un magistrato cosi' coinvolto nelle indagini dello scandalo del momento che ha generato in modo forzoso la necessita' di revisione delle regole del gioco?
Cosa c'entra il potere giudiziario con quello politico? Non e' la separazione dei poteri la garanzia alla base del nostro sistema? Comprendiamo che i poteri si devono anche ascoltare fra di loro e, perche' no, anche darsi consigli. Ma era proprio il caso di interpellare un pm cosi' al centro di una indagine da cui -senza essere visionari ed estremisti- e' altamente probabile ci sara' una gigantesca ricaduta a birillo di vari coinvolti, in tutti gli ambiti dei vari poteri dello Stato?
E quali garanzie di autonomia ed equidistanza dalle parti potra' ora fornire il pm Greco nello svolgimento della sua difficile funzione? Non ci piace pensarlo e dirlo, ma ci sembra proprio di essere nel bel mezzo di uno di quei sistemi "sudamericani" (e' un modo di dire che non ci piace, ma ci sembra che renda il concetto) di un tempo non tanto lontano dove i concetti e le pratiche di separazione dei poteri non esistevano, e dove l'accorpamento dei poteri in un solo ambito ha portato a disastri che, purtroppo, molti stanno ancora vivendo.
A questo punto ci e' venuto piu' che un ragionevole dubbio se i nostri risparmiatori che dovrebbero essere tutelati, lo saranno veramente.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
TV: DENUNCIATO BONOLIS E LA TRASMISSIONE “AFFARI TUOI” ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA E ALLA CORTE DEI CONTI
ADUSBEF, CODACONS E FEDERCONSUMATORI CHIEDONO ALLA RAI IN BASE ALLA LEGGE 241/90 DI CONOSCERE I PREMI ASSEGNATI DURANTE I GIOCHI, QUELLI NON ASSEGNATI E I CRITERI DI SCELTA DEI PARTECIPANTI
Le associazioni dell’Intesa dei consumatori ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI, a tutela dei teleutenti Rai, hanno presentato oggi un esposto/denuncia contro il programma “Affari Tuoi” di Rai1, a seguito dello scoop di ieri di Striscia la notizia. L’atto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Roma, alla Corte dei Conti, al Ministero delle finanze e all’Autorità delle comunicazioni.
Già in data 3 dicembre 2003, le associazioni Adusbef, Codacons e Federconsumatori avevano inoltrato un esposto-denuncia alla Procura di Roma in merito alla puntata del 2 dicembre 2003 del programma di Bonolis, che aveva visto elargire una strana vincita ad una concorrente, apparentemente selezionata senza che avesse dato la risposta nei tempi e nei modi dovuti,
Nella puntata di ieri di Striscia è stata data prova del fatto che la trasmissione Affari tuoi, andata in onda nei mesi scorsi, avrebbe visto la partecipazione di candidati non estranei al mondo dello spettacolo, cosa che potrebbe aver incrinato il criterio della assoluta casualità e trasparenza nella scelta dei concorrenti, come invece dovrebbe essere per non privilegiare amici, parenti o conoscenti di chi la trasmissione la organizza e conosce anche dove sono nascosti i premi.
Per di più il servizio di Striscia la notizia di ieri fa sorgere ulteriori dubbi: ci si domanda, infatti, se alcuni concorrenti, individuati come attori professionisti, siano stati pagati per questa partecipazione-prestazione; in tal caso appare ovvio come non possano essere destinatari dei premi vinti.
Le 3 associazioni hanno presentato inoltre un’istanza d’accesso alla Rai, per conoscere, ai sensi della legge 241/90, i criteri seguiti nella scelta dei concorrenti dei vari giochi a premio della tv di Stato e per conoscere quanti premi siano stati finora assegnati e quanti invece siano risultati non assegnati. Questo, fanno sapere Adusbef, Codacons e Federconsumatori, per due motivi: perché su tali giochi deve essere pagata imposta allo Stato e perché i premi non assegnati vengono distribuiti proprio ad associazioni onlus o dei consumatori, secondo quanto stabilito dal Regolamento dell’Agenzia delle Entrate approvato con il D.P.R. n. 430 del 26 ottobre 2001.
Le 3 associazioni infine, chiedono di presenziare la scelta dei concorrenti dei vari quiz delle trasmissioni televisive della rete di Stato. 14 gennaio 2004.
TUTELA DEL RISPARMIO. LE BUONE INTENZIONI DELLA REGIONE TOSCANA SI INFRANGONO SUL CONFLITTO DI INTERESSI
E SULL'APPIATTIMENTO ALL'INUTILE E DANNOSA STRATEGIA MPS ... SEMPRE SE L'OBIETTIVO FOSSE STATO LA TUTELA DEI RISPARMIATORI...
Firenze, 14 Gennaio 2004. Ieri il Consiglio regionale della Toscana si e' riunito per affrontare la questione della tutela del risparmio, in virtu' del fatto che una delle principali banche nell'occhio del ciclone, Mps, e' un pilastro del territorio che lo stesso Consiglio rappresenta. Posto nella tradizionale dicotomia destra/sinistra - governo/opposizione, il confronto non e' stato interessante per qualita' di argomenti e argomentazioni, tutte viziate per l'appunto da questa dicotomia. Per capire, basti ricordare che l'amministrazione (governo di centro-sinistra) per difendersi dalle accuse dell'opposizione (centro-destra), non ha avuto niente di meglio che tirare in ballo che per l'acquisto di Banca121 da parte di Mps c'era anche il parere favorevole -nel 1999- di quattro societa' di consulenza tra cui lo studio Tremonti dell'attuale ministro, e che cio' che accade contro i risparmiatori oggi, e' dovuto anche alla legge che depenalizza il falso in bilancio.
Repliche -a nostro avviso- a livello di ignoranza (voluta o meno, poco importa) e da "bar dello sport". E infatti la conclusione non avrebbe potuto essere altro -com'e' stato- che la sottolineatura positiva dell'accordo del Mps con alcune associazioni di consumatori per il tavolo di conciliazione sui prodotti "MyWay-4You" e per quello preannunciato sui falsi Btp etc..
Il contesto in cui avviene questo appiattimento sull'inutile (dal punto di vista dei risparmiatori, non certo della banca) e dannosa strategia/commissione del Mps (che ha risolto solo lo 0,44% dei casi analizzati), e' quello di conflitto di interessi. Perche' e' bene ricordare che la Regione Toscana e' parte in causa nella proprieta' del Mps e, come quando si chiede all'oste se il vino e' buono, non poteva che rispondere "ottimo e abbondante".
Se questo era l'obiettivo del presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, quando ha auspicato una maggiore tutela dei risparmiatori con iniziative della Regione stessa, siamo in alto mare. Non solo, ma e' anche la conferma di quanto avevamo gia' rilevato nell'iniziativa del presidente Nencini: "aria fritta", in quanto carente di caratteristiche (indipendenza, autonomia, con totale assenza di commistione economica e politica) per far si' che l'iniziativa non sia giudicata dai risparmiatori come la solita per auto-assolversi dagli errori del passato e del presente.
Il Consiglio regionale non avrebbe quindi dovuto far niente prima di portarsi fuori dal capitale e dalla gestione del Mps? In attesa di questa necessaria decisione, avrebbe potuto fare l'unica cosa possibile per dare un segnale forte, di un nuovo indirizzo: chiedere a Mps il rimborso totale di tutti i prodotti finanziari oggi nell'occhio della magistratura civile e penale.
Non lo ha fatto ed ha preferito auto-incensarsi sposando in toto la strategia Mps. Non solo, ma l'opposizione che aveva chiesto il confronto, non lo ha chiesto neanche lei, preferendo portare il tutto solo su un livello di scontro politico tra le parti. Cioe' quello che, agli occhi del risparmiatore beffato, e' solo un parlarsi addosso a discapito delle sue tasche e della credibilita' delle istituzioni.
Continuiamo a farci male?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
GERMANIA: AMNESTY DENUNCIA I MALTRATTAMENTI E L’USO ECCESSIVO DELLA FORZA DA PARTE DELLA POLIZIA
Secondo un rapporto reso pubblico oggi da Amnesty International, in Germania vi è un continuo ripetersi di denunce di maltrattamenti e uso eccessivo della forza da parte della polizia. L’organizzazione per i diritti umani chiede al governo tedesco di istituire immediatamente un organismo indipendente che esamini le denunce riguardanti gravi episodi di cattiva condotta da parte delle forze dell’ordine.
“Troppo spesso le denunce contro gli agenti di polizia non sono oggetto di inchieste rapide e imparziali. Alcuni casi arrivano in tribunale ma altri no, anche in presenza di prove lampanti che giustificherebbero la necessità di un processo” – ha affermato Amnesty International.
Il rapporto di Amnesty International illustra le preoccupazioni dell’organizzazione per i diritti umani in merito alle continue denunce di maltrattamenti e uso eccessivo della forza da parte della polizia. Una notevole percentuale di queste denunce proviene ancora da cittadini stranieri o appartenenti alle minoranze etniche. Il rapporto descrive in dettaglio svariati casi specifici.
Il rapporto sottolinea inoltre l’immotivata e prolungata lentezza delle indagini sulle denunce di maltrattamenti da parte della polizia, la riluttanza di parte delle autorità giudiziarie a portare a compimento le inchieste, l’elevato numero di contro-denunce presentate dagli agenti di polizia nei confronti di chi li ha denunciati nonché le condanne che, in alcuni casi, non paiono corrispondere alla gravità del reato.
Secondo l’organizzazione, “vi è il forte e concreto rischio che questa situazione dia agli agenti di polizia una sorta di via libera per continuare a commettere violazioni dei diritti umani. Anche in casi in cui le prove della tortura erano evidenti, ci sono voluti anni prima che i presunti responsabili venissero portati di fronte alla giustizia”.
“Il numero delle denunce ricevute è diminuito negli ultimi anni, ma l’attendibilità di alcuni resoconti e la gravità di alcune delle ferite inflitte dimostrano che il cammino da fare è ancora lungo. Uno dei modi più efficaci per prevenire e punire i maltrattamenti è quello di indagare sulle denunce in modo rapido e imparziale”.
Un’ulteriore preoccupazione è costituita dal fatto che le statistiche ufficiali sui maltrattamenti da parte della polizia sono drammaticamente carenti. In precedenti rapporti pubblicati nel 1995 e 1997, Amnesty International aveva raccomandato l’istituzione di un’agenzia centrale per raccogliere e compilare in modo uniforme e completo i dati sulle denunce presentate contro agenti di polizia. Otto anni dopo, il problema rimane: i dati vengono raccolti a livello regionale dai singoli Länder e la mancanza di uniformità nel reperimento di queste informazioni rende estremamente problematico il loro esame a livello nazionale.
“Le autorità tedesche devono istituire un sistema per conservare e rendere pubbliche statistiche uniformi, regolari e complete. L’istituzione di un sistema del genere è un atto dovuto da tempo” – ha ribadito Amnesty International.
Un maggiore controllo sul comportamento della polizia potrebbe essere ottenuto anche consentendo agli esperti nazionali e internazionali sui diritti umani l’accesso immediato e senza restrizioni ai centri di detenzione. Per questo, Amnesty International chiede alla Germania di firmare e ratificare senza indugio il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la Tortura e di istituire un meccanismo sulle visite nei centri di detenzione.
Il rapporto ricorda la proibizione assoluta della tortura nel diritto internazionale. Un recente caso di cronaca ha generato un preoccupante dibattito, all’interno della società tedesca, sulla liceità della tortura in determinate circostanze, ad esempio per salvare vite umane.
“Amnesty International ritiene che non vi sia alcuna giustificazione per la tortura. Agli agenti di polizia dovrebbe essere detto in modo forte e chiaro che la tortura, i maltrattamenti e le minacce di pratiche sono vietati nella maniera più assoluta”. Roma, 14 gennaio 2004
MYWAY-4YOU: NUOVO SUCCESSO DELLE INIZIATIVE GIUDIZIARIE CONTRO IL GRUPPO MPS
UN ORDINANZA DI UN GIUDICE PER SOSPENDERE I PAGAMENTI E REVOCA DELLA SEGNALAZIONE IN CENTRALE RISCHI: TRASMESSI GLI ATTI ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
Firenze 14 gennaio 2004. Il tribunale di Lecce (sezione distaccata di Tricase) nella persona del dott. Umberto De Giovanni, con procedimento d' urgenza (ex-700 c.p.c) ha accolto le richieste di un risparmiatore che aveva acquistato il prodotto finanziario "MyWay" dalla Banca del Salento (poi diventata Banca121 e oggi assorbita dal gruppo Monte dei Paschi di Siena).
Il risparmiatore era difeso dall'avv. Giuseppe Romano del foro di Lecce, che collabora con l'Aduc e che ha gia' imbastito circa 200 procedimenti di risparmiatori di Lecce e province limitrofe incappati nelle maglie dei prodotti "MyWay-4You", rigettando il principio della valutazione "caso per caso", propugnando la nullita' dei piani di finanziamento in parola.
Il dispositivo del giudice dice testualmente: "... va disposta l'immediata sospensione della esecuzione, da parte della ricorrente, del pagamento dei ratei mensili dovuti alla resistente, in esecuzione del contratto impugnato, sino alla pronuncia definitiva di merito. Va altresi' ordinato, alla resistente, di segnalare alla Centrale Rischi della Banca d'Italia il presente provvedimento ai fini della revoca della segnalazione fatta a suo tempo, secondo obbligo istituzionale."
Sono da rilevare le considerazioni che il giudice fa in relazione al cosiddetto "fumus boni iuris". Il giudice, infatti, oltre a rilevare i molti elementi di nullita' e/o annullabilita' del contratto, ritiene anche non prive di fondamento i rilievi di carattere penale. Si legge nell'ordinanza: "Tanto specie al cospetto della nutrita serie di eccezioni di nullita' e/o annullabilita' del contratto di finanziamento sollevate e richiamata, nonche' all'istanza di trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica, per le eventuali valutazioni sui punti di penale interesse in ricorso prospettati con riferimento alle ipotesi criminose di cui agli artt. 640 e 61 n* 7 e 11 nonche' art. 644 C.P." Cio' detto il giudice ha ordinato alla cancelleria di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica di Lecce.
Il giudice, quindi, pur non entrando nel merito delle violazioni civili e/o penali evidenziate dal risparmiatore che ha fatto ricorso (giudizio che verra' espresso nel corso del processo di merito) ha ritenuto che e' la struttura stessa del prodotto ad essere censurabile.
Al di la' di tutte le considerazioni giuridiche che si possono fare, il problema e' che non si ravvisa nessun interesse nel sottoscrivere un contratto come il "MyWay-4You". Questo e' il nodo del problema, per usare le parole del giudice: ". fanno insorgere pesanti dubbi sulla congruita' della scelta suggerita o imposta rispetto alle esigenze del cliente che, al di la' delle mere apparenze formali gia' evidenziate, in realta' nella circostanza altro intento ed interesse non aveva se non quello di conseguire una forma di investimento "protettiva" del proprio risparmio e non di mero rischio".
Non possiamo che accogliere con soddisfazione questo ulteriore successo delle iniziative giudiziarie contro il "MyWay-4You". Questo provvedimento non e' il primo e non sara' certamente l'ultimo. Fra qualche settimana verra' sciolta la riserva per un altro provvedimento d'urgenza del tribunale di Lecce e le procure della repubblica di Trani e Lecce stanno gia' indagando su questi prodotti (oltre che su altri prodotti contestati di Banca 121).
Quando comprendera' la Banca che sarebbe molto piu' opportuno seguire l'esempio di altre banche che in questi giorni stanno annunciando rimborsi e predisporre un piano di risarcimento per tutti i sottoscrittori del "MyWay - 4You"? Speriamo preso, nel frattempo andiamo avanti con le azioni legali.
Alessandro Pedone,
consulente Aduc per la tutela del risparmio
ENEL, CIRIO, PARMALAT: LE TRUFFE DELLE IMPRESE NON DEVONO PAGARLE I LAVORATORI
C'è un silenzio assordante intorno alle vicende giudiziarie che coinvolgono grandi imprese italiane (Enel compresa), al di là degli "strilli" giornalistici e dei contrasti tra governo e opposizione su chi doveva controllare.
Si vuol far perdere di vista il principale imputato, cioè la liberalizzazione dei mercati e la privatizzazione delle imprese. Quando sotto la spinta dei gruppi finanziari internazionali, anche quello che restava della "sinistra" ha sposato questi criteri, per i lavoratori è cominciato il disastro: riduzioni di personale, peggiori condizioni di lavoro, flessibilità e precarietà senza fine. In molti, anche tra i lavoratori, hanno pensato in buona fede che forse qualche buon manager avrebbe rimediato ai guasti fatti dai boiardi della prima repubblica. Forse si sono ricreduti e forse no; sta di fatto che di fronte ai sacrifici che ci sono stati imposti negli ultimi sette-otto anni, il "buon governo" dei managers è finito nelle aule di tribunale: Enelpower, Cirio, Parmalat solo per citare i casi più noti.
Di Enelpower si è saputo il minimo che hanno scritto i giornali, che è già tanto rispetto a quello che hanno fatto i sindacati confederali. L'inchiesta si è conclusa all'italiana: Giuffrida, Caressa, Caprarotta.e basta? Ma come, oggi strillano tutti che nel caso Parmalat la colpa è di chi non ha controllato, e nel caso di Enelpower non vale? Non c'erano forse al vertice due supermanager di nome Tatò e Testa? E i revisori dei conti? E la Società Artur Andersen che certificava i bilanci? La Siemens ha concordato con Enel un risarcimento di 160 milioni di euro, l'Alstom farà altrettanto e così l'Enel ritirerà la sua costituzione di parte civile: tra cani non si mordono, ma appena possono azzannano i lavoratori! Il sindacato non ha voluto neanche farla la costituzione di parte civile: se non si voleva fare per i danni materiali ai lavoratori (che pure ci sono stati), almeno sarebbe valsa a tutelarne la dignità.
La Cirio comprava imprese senza avere i soldi: regali come la Centrale del Latte di Roma (sindaco Rutelli) che poi ha girato a.Parmalat! I soldi glieli davano le banche che per rifarsi facevano comprare ai risparmiatori "buoni" di tutti i tipi, compresi quelli Argentini! E Cragnotti dov'è? E la lista di chi approvava, comprava, rivendeva, certificava?
E poi Berlusconi sostiene che in Italia ci sono le toghe rosse! Ma dove?
Analogo discorso, ma per un valore molto più alto (9-10 miliardi di euro) vale per la Parmalat (un impero sparso in tre continenti) del religiosissimo Callisto Tanzi, in cui si cerca -non a caso- di spostare l'attenzione sui controllori! Eppure il settimo comandamento (uno dei più importanti) dice di non rubare, altrimenti finisce che chi ruba è un "dritto" quasi da ammirare, mentre gli altri sono tutti stronzi.
Ma il caso Parmalat ha ripercussioni anche in Enel: la Sestante Viaggi, scelta all'epoca Tatò come "tour operator" di riferimento per i dipendenti Enel, fa parte della Parmatour che sta in bancarotta! Figurarsi se qualcuno lo sapeva, o se gli era venuto in mente di controllare se la Parmatour era affidabile o se, invece, bastava che fosse di StefaniaTanzi.
Oggi, di fronte a questa enorme truffa, l'ineffabile Corporate Enel manda a dire che in materia di viaggi (dato il caso Parmalat) i dipendenti devono avere pazienza e comprensione e pagarsi in proprio hotel, autonoleggi e biglietti ferroviari. Pazienza dicono, se i managers e i padroni rubano, se ti vendono come nel caso dei lavoratori Tirreno Power ed ERE; pazienza se il governo azzera le previdenze per i lavoratori esposti all'amianto (tra cui tanti nostri colleghi della produzione) e fa i condoni tombali agli evasori.pazienza dicono CGIL-CISL-UIL agli autoferrotranvieri!
RISPONDIAMOGLI CHE PAZIENZA L'E' MORTA!!!
Perché non si può tollerare che tre ferrovieri vengano sospesi a tempo indeterminato per aver denunciato in una trasmissione TV, la mancanza di manutenzione e di sicurezza di Trenitalia.
Perché non è accettabile che l'adeguamento salariale pari all'inflazione, concordato e dovuto agli autoferrotranvieri (non una richiesta di aumento) fin dal gennaio 2002, sia rinegoziato al ribasso in quanto sono tagliati i fondi agli enti locali e le società sono state privatizzate.
Perché il costo della vita si è fatto insostenibile e non c'è modo di truccare il bilancio familiare come fanno i padroni con le imprese!
Se vogliamo dare un futuro a questo paese, ai nostri figli e a noi stessi, dobbiamo riformulare le regole generali del gioco perché quelle attuali sono a vantaggio dei padroni, e quando potrebbero servire a noi lavoratori non vengono applicate.
Salario, pensioni, occupazione stabile e non precaria, servizi sociali e assistenza, diritti e dignità per chi ha un lavoro e per chi ancora non ce l'ha.
I SOLDI DEI VIAGGI PER SERVIZIO LI DEVE ANTICIPARE L'ENEL E NON I LAVORATORI!
Cobas Energia - Cobas del lavoro privato
Roma, 13.01.04
COMITATO SCANZIAMO LE SCORIE - ROMA, 13-01-2004
Il "Comitato Scanziamo le Scorie - Roma" intende testimoniare il suo diniego contro la decisione dell Governo Berlusconi di impugnare per palesi motivi di illegittimità costituzionale la Legge n. 31 del 2003 con cui la regione Basilicata ha dichiarato il proprio territorio "denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale".
Ritorna all'attenzione di tutti la questione dello stoccaggio delle SCORIE NUCLEARI. Ritorna all'attenzione di tutti la questione di Scanzano Jonico e dell'intero popolo lucano. Ritorna all'attenzione di tutti l'annosa questione del NUCLEARE, verso il quale sempre meno celati e sempre più insorgenti sono i sogni nutriti dal Governo Berlusconi. Il discorso riparte da lì dove si pensava che fosse finito, il 27 novembre, il giorno della grande attesa, con l'apparente retromarcia del Governo sul famigerato decreto che localizzava fra le miniere di salgemma, a Scanzano Jonico, il sito unico nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari.
E, dunque, ora tranquillizzatisi gli animi, dato pieno sfogo e spazio all'esultanza, passata totalmente in secondo piano l'indignazione, in data 9 gennaio 2004, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali, E. La Loggia, ha deliberato, per palesi motivi di illegittimità costituzionale, l'impugnativa della legge della Regione Basilicata n. 31/2003, che dichiara il proprio territorio denuclearizzato.
All'indomani di un duro scontro nel quale il Governo ha mal celato la preoccupante scelta di una politica del nucleare attraverso la strada della forzatura antidemocratica e dell'assenza di trasparenza, il "Comitato Scanziamo le Scorie - Roma" ha intenzione di non far passare sotto silenzio un atto politico di tale gravità, ma di far sì che la voce dell'indignazione non rimanga implosa ma si faccia sentire in maniera forte.
Come sopra evidenziato, oggetto dell'impugnativa del Governo è la legge regionale n° 31 del 2003 che modifica e integra la legge n 59 del 1995 c.d. "Normativa sullo smaltimento dei rifiuti". La legge n° 31/03 dichiara il territorio della Regione Basilicata "denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale" ad eccezione dei "materiali necessari per scopi sanitari e per la ricerca scientifica". Il provvedimento prevede, inoltre, che sia affidata alla Regione, attraverso le proprie strutture preposte alla vigilanza ambientale e sanitaria, comprese l'Arpab e le Aziende del Servizio Sanitario Regionale, il compito di "curare la rilevazione tecnica e strumentale di presenze sul territorio regionale di materiale nucleare e di adottare tutte le misure di prevenzione necessarie".
In data 9 gennaio u.s., nel comunicato ufficiale, il Governo dà avviso della decisione deliberata, e in aggiunta, ha cura di precisare - si cita testualmente - che tale decisione "è il risultato dell'esame di talune leggi regionali, a norma dell'art. 127 Cost., ma che ciò non comporta, come è ovvio, la destinazione di rifiuti radioattivi in Basilicata". Affermazione quest'ultima che d'istinto riporta alla mente l'antico brocardo: "escusatio non petita, accusatio manifesta", tanto a voler utilizzare un linguaggio tipicamente processuale.
Nella nota governativa si fa presente che la medesima legge che dichiarava denuclearizzato il territorio della Regione Sardegna, la n. 8 del 2003, venne impugnata dal Governo ad agosto 2003 per incostituzionalità. La Corte Costituzionale ha poi confermato l'incostituzionalità della legge sarda dichiarando che il materiale nucleare deve considerarsi <
Dunque, per lo Stato italiano, le scorie nucleari non sono rifiuti: si tratta invece di «merci» e, in quanto tali, la Sardegna non può vietarne l´arrivo perché violerebbe le regole europee in materia di libera concorrenza, in particolare gli artt. 23 e 117 del Trattato CE. E´ questa la motivazione principale del ricorso alla Corte costituzionale che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato, attraverso l'Avvocatura dello Stato, contro la predetta legge regionale che dichiara l´Isola «territorio denuclearizzato». Nel ricorso, inoltre, il Governo ha teso ad evidenziare che la Regione non può ritenersi competente in forma esclusiva nel campo dell´ambiente. Questo perchè, per l´Avvocatura dello Stato, l´ambiente non è una «materia» di legge, bensì soltanto un «valore»: è dunque spetta allo Stato di dettare norme uniformi per tutto il Paese, in base a una propria competenza esclusiva che dunque cancella i poteri delle Regioni.
Si può ritenere che tali parametri adottati per l'impugnazione, di fronte al Supremo Collegio, della legge sarda siano stati seguiti anche in riferimento all'impugnazione della legge della Basilicata. In entrambi i casi la scelta dell'impugnativa parte dall'originario disegno governativo di realizzare in Sardegna prima, in Basilicata poi un sito unico di stoccaggio per le scorie nucleari, e di realizzare in collegamento al sito una vera e propria industria dello stoccaggio, attraverso la militarizzazione del territorio.
Fortissime sono le reazioni di perplessità e dissenso che una tale scelta politica, da parte del Governo, ha suscitato in entrambi i casi nelle popolazioni locali, prima in Sardegna, ed ora in Basilicata
Allora ci chiediamo, come è di dovere:
· Perché la scelta dell'mpugnazione delle Legge regionale di fronte alla Corte Costituzionale? Il Governo, per caso, vuole gestire da solo, in esclusiva, e senza nessun ostacolo e senza alcun rispetto dei principi di federalismo cooperativo la questione scorie nucleari? Se fosse così sarebbe un "atto politico" gravissimo da parte di questo Governo, che, ancora una volta, dimostra di scavalcare non solo le istituzioni locali e, quindi, la Conferenza Stato e regioni, ma, prima di ogni altro, la cittadinanza tutta.
· Perchè il Governo ha impugnato la Legge regionale della Regione Basilicata e non, invece, la medesima promulgata da Sicilia e Calabria?Dunque, pare evidente il fine politico.
· Perchè in nessun caso si fa riferimento alla necessità di affrontare la questione scorie in riferimento alla tutela dell'ambiente e della salute, quali ambiti in cui la regione ha pieno diritto a legiferare e che sono aspetti di vitale importanza nell'approccio alla questione scorie nucleari?
Si è atteso di placare gli animi, ma si persegue l'originario obiettivo. Con la promulgazione del Decreto Legge n. 314 in data 10 gennaio 2004 si elude la sorveglianza popolare della mobilitazione di dicembre in Basilicata: solo 12 mesi per decidere un sito unico per lo stoccaggio delle scorie di III categoria, infatti, sono una dilazione evidente, al fine solo di smontare e indebolire le reazioni di protesta.
Per concludere è' aberrante, dunque, pensare che una legge regionale che sancisce la denuclearizzazione del territorio viene ad essere impugnata, da parte di questo Governo, per violazione delle norme che regolano la disciplina sulla concorrenza e la libera circolazione delle merci, con violazione, in particolare dell'art. 23 e 127 del Trattato CE, quando la legge di "denuclearizzazione" del territorio viene ad essere l'unico strumento a disposizione della Regione contro la lesione del bene "ambiente" e del bene "salute", quali diritti fondamentali dell'uomo, salvaguardati entrambi dalla Carta Costituzionale.
Per converso una legge statale come quella che ha convertito il decreto legge 314/03, risulta tranquillamente promulgata, nonostante il contrasto con l'art. 9 della Costituzione che tutela l'ambiente, con l'art. 32 della Costituzione e con l'art. 174 del Trattato CE che tutelano la salute, nonché in contrasto con l'intero titolo V della Costituzione volto a sancire i principi della leale collaborazione tra Stato e regioni, del principio di sussidarietà, del principio federalistico.
CHIEDIAMO, DUNQUE, L'IMMEDIATA RETROMARCIA DEL GOVERNO SU TALE RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
PRETENDIAMO, INOLTRE, LE SCUSE UFFICIALI DAVANTI A TUTTI QUEI CITTADINI DI QUELLE REGIONI E DI QUELLE CENTINAIA DI COMUNI CHE DALL'86 HANNO DICHIARATO IL LORO TERRITORIO DENUCLEARIZZATO, PERCHè MESSI, EVIDENTEMENTE, FUORI LEGGE DALL'IMPUGNAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE DA PARTE DI QUESTO GOVERNO.
CI SEMBRA IL MINIMO CHE IL GOVERNO POSSA FARE IN TALE SITUAZIONE!
"IL COMITATO SCANZIAMO LE SCORIE - ROMA"
martedì, gennaio 13, 2004
FNSI: Rainews24 contribuisce al Fondo Solidarietà Giornalisti precari
“Ringrazio i giornalisti di Rainews24 per la grande testimonianza di impegno sindacale e solidarietà che stanno dimostrando nella giornata di oggi.
Raramente nella categoria dei giornalisti si è assistito ad uno sciopero durante il quale i colleghi lavorano devolvendo il corrispettivo di una giornata al Fondo di Solidarietà per i colleghi precari della testata e di tutta la Rai.
Il problema dell’utilizzo abnorme, spesso fuori dalle regole stabilite dagli accordi in vigore, dei collaboratori, dei contratti a termine, dei precari in genere, sta diventando un gravissimo problema sociale, il principale che il sindacato dei giornalisti deve gestire con l’espansione incontrollata del giornalismo fuori dall’applicazione del contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ribadisco l’impegno di tutto il sindacato ad affrontare, insieme all’Usigrai e a tutti i colleghi del sistema pubblico, nelle sedi sindacali e giudiziarie i problemi che questo consiglio di amministrazione della Rai, con l’eccezione del Presidente sta aggravando.
Tutto ciò mentre la maggioranza in Parlamento si appresta a confermare la legge Gasparri negli aspetti riferiti al servizio pubblico.
Una situazione inaccettabile e per la quale esprimo fraterna solidarietà ai colleghi di Rainews24 e di tutto il servizio pubblico”. Prot. n. 003. Roma, 13 gennaio 2004
Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale
Federazione Nazionale Stampa Italiana
SCIOPERO SELVAGGIO: UN DANNO DI 50 MILIONI DI EURO AL GIORNO PER I CITTADINI MILANESI
MIGLIAIA I CONSUMATORI CHE STANNO SCARICANDO IL MODULO PER CHIEDERE I DANNI
NO ALLA RIDUZIONE DELLA SICUREZZA: NELLA TRATTATIVA ATM-TRANVIERI VANNO SALVAGUARDATE LE PAUSE DI SERVIZIO
I CONSIGLI PER AFFRONTARE LO SCIOPERO
Secondo una stima del Codacons, per ogni giornata di "sciopero" selvaggio i cittadini milanesi subiscono un danno di 50 milioni di euro. Molte le lamentele che riceviamo alla sede di Milano. I disagi patiti sono i più vari: giornate di lavoro perse, ferie obbligate, costo del taxi, visite mediche saltate, appuntamenti disdetti, studenti senza professori e via discorrendo.
E' possibile avere il rimborso facendo causa dinanzi al giudice di pace. Sono migliaia i consumatori che stanno scaricando dal sito www.codacons.it il modello per l'atto di citazione. Si ricorda che fino a 516 euro si può agire in giudizio senza bisogno dell'assistenza di un legale. Far causa non solo consentirà al consumatore di avere un equo risarcimento per i danni patiti, ma servirà a far comprendere, sia all'azienda che ai lavoratori che, arrivando a questi livelli di esasperazione, si finiscono per calpestare i diritti di migliaia di utenti e per danneggiare le ragioni stesse della protesta. Invitiamo ancora una volta i lavoratori dell'Atm allo sciopero del biglietto. Una forma di lotta alternativa che coniuga l'esigenza dei lavoratori con quella dei consumatori.
Nella trattativa in corso tra Comune, Atm e lavoratori invitiamo a salvaguardare le pause di servizio. Gli accordi contrattuali non possono andare a scapito della sicurezza dei passeggeri. Non è accettabile compensare gli esborsi finanziari maggiori riducendo i minuti di pausa. Viaggiare nel traffico di Milano è stressante e quindi la riduzione degli intervalli andrebbe a scapito della capacità di attenzione del lavoratore.
Di seguito il decalogo del Codacons per affrontare lo sciopero ed evitare ingorghi:
1) Organizzate viaggi di gruppo con il collega dell'ufficio o con il vicino di casa;
2) In famiglia marito e moglie usino un'auto sola: spesso per comodità si usano due auto, ad esempio il marito va al lavoro e la moglie accompagna i figli a scuola o va a fare la spesa; Le mogli accompagnino il marito al lavoro e poi si tengano l'auto o viceversa fatevi accompagnare al lavoro dal marito;
3) Mettetevi d'accordo con un'amica e andate con lei a fare la spesa;
4) Anticipate, nonostante il freddo, l'utilizzo della bicicletta, coprendovi un po' di più;
5) Fate una bella passeggiata a piedi: spesso prendiamo la macchina anche per fare un chilometro e poi ci mettiamo un'ora per trovare un parcheggio;
6) Prendete i treni (funzionano anche quelli delle FNM) per raggiungere la città e poi fatevi venire a prendere da un collega;
7) Cambiate orari ed abitudini: siamo troppo abitudinari, così usciamo a fare la spesa sempre nello stesso giorno o allo stesso orario. Nulla vieta di ritardare le compere fino a che la situazione non si normalizzerà e non sarà possibile farlo con i mezzi pubblici;
8) Utilizzate il servizio di taxi collettivo. Nessuno lo fa mai, nonostante sia stato introdotto dal 1998. Il taxista non lo pubblicizza perché non gli conviene. Invitiamo il consumatore a farlo. Ricordiamo che tutti i taxi sono collettivi, basta che almeno tre utenti accomunati dallo stesso punto di origine abbiano destinazione sulla medesima direttrice (ad esempio uno deve andare in Viale Certosa, un altro in Via Cenisio e l'ultimo alla stazione Garibaldi).
PARMALAT: LA VIA DEL RISARCIMENTO NON SARA' BREVE E SEMPLICE.
COSA FARE E COSA NON FARE
Firenze, 13 Gennaio 2003. In questi giorni continuiamo ad essere inondati di richieste per il servizio d'informazione gratuito sul caso Parmalat. Questo ci fa molto piacere (anche se ci comporta qualche problema organizzativo) perche' siamo consapevoli che queste persone, quantomeno, potranno evitare di rimanere delusi dalle molte iniziative che si vedono in giro e che sembrano organizzate piu' per approfittare della situazione che non per fornire un aiuto concreto.
Fra le moltissime notizie che ogni giorno si accavallano (interrogatori, nuovi indagati, la scoperta di nuove -e piu' fantasiose- tecniche distrazione di fondi, etc.) non vi e' ancora nessuna concreta iniziativa che sia sensato fare in questo momento.
Esposto in procura o alla guardia di finanza Chi vuole farlo lo faccia, magari utilizzando lo schema pubblicato nell'ormai famosa pagina predisposta dalla procura della repubblica di Milano all'indirizzo http://www.procura.milano.giustizia.it/parmalat.html.
E' pero' importante essere consapevoli che questa denuncia non significa "mettersi in lista per ottenere il risarcimento". Si da' semplicemente comunicazione alla procura di cio' che e' successo chiedendo quindi di indagare. E' noto, pero', che la procura sta gia' indagando abbondantemente ed a meno che non si ritenga di avere elementi nuovi ed utili per le indagini, questo esposto rischia di essere una semplice perdita di tempo. Quindi e' bene non farsi false aspettative.
Iscrizione al passivo
Altri risparmiatori, piu' informati, ci chiedono consigli circa l'opportunita' di iscriversi al passivo. Questo e' un atto formale che e' gia' molto piu' sensato rispetto al precedente, ma riteniamo che sia ancora prematuro. Ci sono ancora alcuni mesi davanti a noi prima che scada questa opportunita' (che vale solo per alcuni obbligazionisti del gruppo) e ci sembra molto piu' opportuno avere ben chiaro il quadro della situazione prima di prendere questa o quella strada.
Le responsabilita' delle banca
Alcuni chiedono se possono agire legalmente contro le banche. Nella stragrande maggioranza dei casi, riteniamo che questa strada non sia opportuna. Salvo rari casi, infatti, riteniamo che la responsabilita' degli intermediari finanziari, nel caso Parmalat, sia talmente limitata che in un processo civile finirebbero per avere ottime probabilita' di spuntarla ed il risparmiatore, oltre al danno, avrebbe la beffa. Si potrebbe prendere in considerazione la strada dell'azione legale contro l'intermediario finanziario solo nel caso di importi veramente molto significativi, che rappresentavano la quasi totalita' degli investimenti detenuti presso quella banca.
Le speranze per gli azionisti
E' bene che tutti gli azionisti sappiamo che, per loro, le speranze di riavere qualche centesimo sono ridotte al minimo. Se mai dovessero ottenere dei risarcimenti, non sara' certo dalla Parmalat. Le sole speranze derivano dall'accertamento delle responsabilita' di terzi (a partire dai Tanzi, dagli amministratori, dai revisori, etc.) che dovrebbero quindi risarcire con i loro beni.
Le speranze per gli obbligazionisti
Costoro hanno maggiori speranze di ottenere un risarcimento parziale. E' bene pero' che sappiano che la soddisfazione dei loro crediti e' subordinata a quelli che vantano lavoratori, Stato, nuovi fornitori, vecchi fornitori e banche. E' necessario attendere il piano di ristrutturazione di Bondi per iniziare ad avere informazioni piu' concrete sulle speranze di riottenere parziali rimborsi.
I tempi
E' inutile nasconderci che questa vicenda non durera' settimane, non durera' mesi, ma durera' diversi anni. Tutti i casi passati, dai piu' recenti come l'Argentina e le Cirio a quelli storici, ci dimostrano che questi casi, purtroppo, vanno avanti molti anni. E' molto duro da accettare, ma e' un dato di fatto.
Il ruolo dell'Aduc
In questa brutta, bruttissima storia, "Aduc-Investire Informati" sta cercando di ricoprire un ruolo d'informazione oggettiva che non alimenti illusioni ne' false speranze. Vediamo, purtroppo, che ci sono in giro molte persone che si stanno approfittando di questa storia (come prima si sono approfittati degli altri casi che hanno sperperato i risparmi degli italiani) per ottenere piccoli vantaggi personali. Una piccola cosa concreta che noi possiamo fare, in questa circostanza, e' evitare che i risparmiatori che gia' hanno ricevuto un danno dalla Parmalat vengano anche ulteriormente sfruttati da questi personaggi.
Per questo abbiamo predisposto il servizio di aggiornamento gratuito ai sottoscrittori di azioni e/o obbligazioni Parmalat. Per usufruirne e' sufficiente compilare questo form: http://investire.aduc.it/php/parmalat.php
Lo scopo, in primo luogo, e' di informare tempestivamente i risparmiatori quando (e se) vi saranno iniziative concrete che potranno aumentare in qualche modo la probabilita' di ottenere un risarcimento totale o parziale.
Chi si iscrivera' a questo servizio, ricevera' ogni 14 giorni la newsletter di Investire Informati che conterra' gli aggiornamenti piu' importanti sull'evoluzione della vicenda.
Alessandro Pedone,
consulente Aduc per l'informazione finanziaria
lunedì, gennaio 12, 2004
STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE E DELLA CULTURA
“Una proposta della società civile per la comunicazione e la cultura che riconosca il diritto dei cittadini alla tutela del pluralismo e della libertà di espressione.
Questo l’obiettivo degli Stati Generali della comunicazione e della cultura che si riuniranno all’auditorium del Parco della Musica a Roma il 30 gennaio prossimo.
Il Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, del quale fanno parte oltre 60 associazioni, movimenti e sindacati, e che ha condotto una ferma opposizione alla legge Gasparri, si è riunito oggi ed ha confermato definitivamente l’importante assemblea.
Un appuntamento aperto di riflessione ed insieme di mobilitazione contro ogni forma di pensiero unico e di limitazione dei diritti e delle libertà costituzionali, contro il monopolio radiotelevisivo, contro un sistema che esclude parte consistente della società italiana.
Il comitato presenterà agli Stati Generali un manifesto di principi in base al quale sarà chiesto alle istituzioni ed alle forze politiche l’impegno concreto alla realizzazione di un progetto, che sia espressione del lavoro comune delle organizzazioni degli operatori della cultura e dell’informazione e delle associazioni e dei movimenti dei cittadini e della società civile.
A partire dalla riunione degli Stati Generali, il comitato rilancerà l’iniziativa sulla riforma della comunicazione, nella convinzione che le indicazioni del Presidente della Repubblica, che ha rinviato alle camere la legge Gasparri, debbano essere raccolte dal Parlamento.
Il comitato, in particolare, ritiene che sin dai prossimi giorni la Camera abbia il compito di modificare radicalmente la legge anche nei punti che riguardano il servizio pubblico della Rai e le problematiche sociali relative al lavoro.” Roma 12 gennaio 2004
Comitato per la libertà e il diritto all’informazione