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venerdì, marzo 26, 2004

SCIOPERI. CONTRO CHI? 


Roma, 26 Marzo 2004. Oggi e' stato indetto uno sciopero generale. Manifestazioni in tutte le citta', in particolare a Roma dove si svolgeranno cortei in pieno centro. Ci risiamo. La capitale sara' paralizzata per tutta la giornata perche' allo sciopero nazionale si aggiungera' quello regionale.

La prima domanda che ci viene in mente e': perche' non si fa questa manifestazione in un'area appositamente attrezzata (in occasione del Giubileo) per le grandi concentrazioni, adiacente alla Universita' di Tor Vergata, che e' costata 254 miliardi di vecchie lire al contribuente e che e' stata utilizzata solo due volte?

Abbiamo cercato di leggere il documento sindacale che riguarda la politica economica, dei redditi e sociale. Secondo tale piattaforma si dovrebbero effettuare interventi pubblici nell'economia per un valore che si aggirerebbe sugli 80.000 miliardi delle vecchie lire.

Dove prenderli non si sa. A cosa servono queste manifestazioni di forza che provocano disservizi, soprattutto all'utente? Perche' contrapporre i diritti del cittadino-consumatore a quelli del cittadino-lavoratore? Abbiamo piu' volte fatto proposte per creare sinergie tra le rivendicazioni sindacali e il rispetto delle esigenze dell'utente. La risposta e' stata la riproposizione di metodi che risalgono ai primi del '900. Non se ne esce.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

RICERCA STAMINALI EMBRIONALI 


LA SVEZIA SI IMPEGNA SPECIFICAMENTE SULLA CLONAZIONE UMANA TERAPEUTICA, MENTRE IN ITALIA, GRAZIE A PRESUPPOSTI IDEOLOGICI, SI DISQUISISCE DEL NULLA E SI PREPARANO BATTAGLIE GIA' PERSE IN PARTENZA

Firenze, 26 Marzo 2004. Il Governo svedese ha annunciato che il prossimo 29 marzo il Parlamento votera' un progetto di legge per autorizzare la ricerca con la clonazione di embrioni umani nella prima fase del loro sviluppo per finalita' terapeutiche. Il progetto di legge proibira', al momento, qualsiasi applicazione medica dei risultati degli studi e vietera' la clonazione riproduttiva.

Il Governo ha precisato che sta pensando di proporre "una serie di misure per permettere la ricerca sugli ovuli fertilizzati che potranno condurre cosi' alla messa a punto di metodi nuovi ed efficaci per il trattamento di malattie gravi e fino ad ora incurabili". Le ricerche dovranno essere approvate da un comitato etico. La Svezia ha una legge sulla riproduzione assistita datata 1991 che autorizza la ricerca sugli embrioni, e grazie a questa legislazione e' infatti tra i Paesi piu' avanzati in questo campo.

La legge 115/91 e' nata infatti dalla necessita' di acquisire migliori conoscenze sullo sviluppo dell'embrione, sulle malformazioni genetiche, sulla sterilita'. Si e' deciso poi col tempo, di estenderla alla ricerca sulle staminali, dal momento che il materiale biologico sul quale gli scienziati lavorano e' il medesimo.

Quindi con il mese di aprile la Svezia, grazie ad una legge specifica e non a cio' che si poteva dedurre dalla legge in vigore, scommette sulla clonazione umana terapeutica. E raggiunge Paesi gia' all'avanguardia come la Gran Bretagna e la promettente Spagna, senza ipocrisie e senza "se" e "ma" che sovente servono solo ad attorcigliarsi su se stessi (vedi il caso Germania, dove e' tutto vietato, ma, su specifica autorizzazione, questa ricerca e' consentita con linee di cellule staminali importate).

Questo accade mentre in Italia, grazie alla legge approvata poche settimane fa, dell'argomento non se ne parla piu', se non in ristrettissimi ambiti, da cui proprio ieri e' emerso il deposito della richiesta referendaria abrogativa della neo-legge da parte di Radicali Italiani.

Sicuramente una buona occasione per tenere vivo il dibattito, ma speriamo che alcuno si faccia illusioni che possa essere uno strumento risolutivo o quantomeno per aprire una strada legislativa: lo strumento referendario e' a nostro avviso inutilizzabile fintanto che non ci sara' un'accettazione di legittimita' del quesito ante-raccolta firme (oggi la Corte Costituzionale decide se la richiesta e' conforme alla legge solo dopo il deposito e l'accettazione delle firme da parte della Cassazione), e fintanto che non sara' abolito il quorum del 50,01% degli aventi diritto al voto per rendere valida la consultazione.

Dobbiamo prendere spunto da altri Paesi che, essendo membri della Ue, riceveranno soldi dell'Unione per queste ricerche (quindi anche soldi italiani), e dare il massimo di informazione su quanto accade, perche' troppo poco si sa del potenziale risultato di queste ricerche. Cercando di farlo soprattutto dove oggi la sola pronuncia della parola embrione o clonazione -per esclusiva ignoranza indotta ideologicamente- evoca scenari di morte e assassinii.

Purtroppo questo livello di alfabetizzazione, nel nostro Paese, non e' raro. La fortuna di avere altri Paesi nostri partner nella Comunita', come nel caso odierno la Svezia, deve essere l'occasione per meglio comunicare e informare.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

INFLAZIONE E CAROVITA: A BILLE’ SI E’ INCANTATO IL DISCO!! 


DA OLTRE 2 ANNI RIPETE SEMPRE LA STESSA STROFA: I COMMERCIANTI SONO INNOCENTI. CRITICHE DAL CODACONS

I commercianti sono innocenti e la colpa del carovita e dell’inflazione è da ricercarsi nell’aumento delle tariffe e del costo dei servizi. Queste le affermazioni di Sergio Billè, presidente di Confcommercio, al meeting di Cernobbio, per difendere i commercianti.

“Al cervello di Billè probabilmente si è incantato il disco, visto che sono oltre 2 anni che ripete sempre la stessa strofa! – afferma il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi – Non riusciamo proprio a capire come fa il sig. Billè a ostinarsi a difendere l’indifendibile, ossia la categoria dei commercianti, principali responsabili dell’aumento dei prezzi. Dopo i banchieri d’assalto – conclude Rienzi – speriamo che anche gli “speculatori del carovita” trovino in S. Vittore il loro protettore…”

CODACONS

giovedì, marzo 25, 2004

NESTLE': PROTESTE IN PIAZZA ALLA FIERA DI ROMA PER "BIMBINFIERA" 


, 25 MAR 2004 - I singoli e le associazioni della società civile riunite nella sigla del "Comitato cambia lo sponsor" (Cocs) saranno in piazza domani mattina sabato 26 marzo alla Fiera di Roma per l'apertura della manifestazione "Bimbinfiera" per protestare contro la presenza fra gli sponsor della multinazionale del latte in polvere Nestlé.

L'azienda svizzera è ritenuta una delle ditte che più di tutte contravviene, sia in Italia che nei paesi del Sud del mondo, alle regole stabilite dall'Unicef e dall'Organizzazione mondiale della sanità rispetto alla commercializzazione dei sostituti del latte materno.

Gli attivisti saranno in piazza per informare le famiglie che si recano alla manifestazione su come e perché in tutto il mondo milioni di bambini muoiano per le conseguenze dell'allattamento in polvere. Una pratica che, è notizia di questi giorni, è ancora troppo diffusa anche in Italia, dove le continue violazioni del Codice internazionale finiscono per vanificare le raccomandazioni dei pediatri sui
vantaggi dell'allattamento al seno.

Allo slogan "Bimbinfiera" verrà contrapposta la realtà dei tanti "Bimbinbara" alla cui voce, secondo l'Unicef, sono sorde col loro comportamento le tante ditte che sono segnalate in tutto il mondo per le continue violazioni al Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno (su quanto accade in Italia il codice); mentre per quanto riguarda le violazioni del mondo si veda il rapporto del British Medical Journal in Togo e Burkina Faso cliccando nella sezione "i nostri documenti" qui).

In questi giorni una ferma voce di protesta si è mossa in Internet ad opera sia della Rete romana consumo critico che della Rete italiana boicottaggio Nestlé che hanno scritto per esprimere il loro dissenso al Comune e alla Provincia di Roma che hanno scelto di promuovere col proprio patrocinio la manifestazione. La lettera è consultabile cliccando qui.

"Sappiamo - ha dichiarato Lucia Ceccarelli del Cocs - che il Comune sta rivedendo la sua posizione. Una posizione che anche il Cocs ha contestato, comunicando la propria contrarietà al sindaco Veltroni con una lettera nella quale gli ha ricordato i tanti momenti in cui a Roma sia istituzioni private (come il Museo dei bambini Explora) sia istituzioni pubbliche (come il Comune stesso nel caso di Eurochocolate) abbiano mostrato di condividere le ragioni del dissenso verso il comportamento nella commercializzazione del latte in polvere della multinazionale dell'alimentazione Nestlé".

I singoli e le associazioni rappresentate dal Cocs si muoveranno per attivare in tutte le sedi in cui si terrà la manifestazione (ad oggi, oltre Roma: Milano, Verona e Bologna) le tante voci della società civile che da anni, purtroppo invano, cercano di fare il possibile perché si riduca il numero di bambini morti, secondo l'Unicef e l'Oms, a causa di una commercializzazione del latte in polvere non rispettosa dei codici di condotta internazionali.

Cocs - Comitato cambia lo sponsor

Centralità Urbana S.Maria della Pietà. MAI PIU' MANICOMIO. 


Vi inviamo il Comunicato stampa dell'incontro pubblico sulla Delibera di Iniziativa Popolare sul riutilizzo del S.Maria della Pietà che sarà discussa a breve dal Consiglio Comunale di Roma e per la quale sono state raccolte 9.000 firme di cittadini romani. A seguire i collegamenti per approfondire il tema. Vi preghiamo di pubblicizzare l'iniziativa e di esservi presenti

Il Comitato Promotore

Centralità Urbana S.Maria della Pietà.
MAI PIU' MANICOMIO

Incontro pubblico
Sala Fredda - CGIL via Buonarroti 12
Sabato 27 marzo ore 15,30


Promuovono: Psichiatria Democratica, Legambiente Lazio, Italia Nostra, Verdi Ambiente e Società, Aprile per la Sinistra, CGIL-FP, RDB_CUB, ARCI, Comitato Promotore Delibera di Iniziativa Popolare.

Proposte sul futuro del comprensorio S.Maria della Pietà alla luce della Delibera Comunale di Iniziativa Popolare, del nuovo Piano Regolatore, dei processi di sanitarizzazione in atto, delle discussioni intorno alla salute mentale.

La Delibera di Iniziativa Popolare per la quale sono state raccolte 9.000 firme di cittadini romani, sarà a breve discussa dal Consiglio Comunale. In essa si propone:

1) L’acquisizione comunale del Comprensorio S.Maria della Pietà attraverso la permuta di parte del patrimonio comunale da destinare a strutture per la salute mentale.
2) L’utilizzo socio-culturale del Comprensorio attraverso un percorso partecipato
3) L’impegno ad evitare l’utilizzo ospedaliero e soprattutto assistenziale e psichiatrico del Comprensorio tenuto conto sia della già alta concentrazione di ospedali nel territorio interessato sia del impatto simbolico e culturale che avrebbe concentrare dette strutture nell’ex-manicomio provinciale di Roma.

Partecipano:

ADRIANA SPERA, Cons. Comunale PRC
MAURIZIO BARTOLUCCI, Cons. Comunale D.S
SILVIO DI FRANCIA, Capogruppo Verdi, Coordinatore Maggioranza Capitolina
PINO GALEOTA, Cons. Comunale D.S
LUIGI NIERI Assessore Periferie e Lavoro Comune di Roma
DARIO ESPOSITO, Assessore all'Ambiente Comune di Roma
GIULIA RODANO, Consigliere D.S. Regione Lazio
ANGELO BONELLI, Cons. Reg. Verdi
ALESSIO D’AMATO Cons.Regionale PdCI
LOREDANA DE PETRIS, Senatrice Verdi
PAOLO CENTO, Deputato Verdi
ELETTRA DEIANA, Deputata PRC
FILIBERTO ZARATTI, Assessore all’Ambiente Provincia di Roma
MASSIMO CERVELLINI, Pres. Gruppo Consiliare DS alla Provincia di Roma
MASSIMILIANO SMERIGLIO, Presidende Municipio XI
ARTURO CASTRILLO, Presidente Verdi Lazio
EMILIA ALLOCCA Capogruppo PRC Municipio XIX
LORENZO PARLATI Presidente Legambiente Lazio
MIRELLA BELVISI Consiglio Nazionale Italia Nostra
GIUSY GABRIELE E LUIGI ATTENASIO Direttivo Nazionale Psichiatria Democratica
LABORATORIO PERMANENTE (Psicologia)
MARIA TERESA MILANI Citadinanza Attiva
MARIO ATTORRE Presidente Com. Promotore Parco di Veio
STEFANO ZUPPELLO Ass. Verdi Ampiente e Società Roma
MARINA CORNACCHIA Vicepresidente Associazione REgionale per la SAlute Mentale
SILVIA MACCHI Urbanista
DANIELA PEZZI Presidente Consulta Cittadina per la salute mentale
GUALTIERO ALUNNI Portavoce Forum Popolare Roma Sud-Ovest

per saperne di più sulla vertenza: Link

PERCHE' NON SCIOPERIAMO IL 26 MARZO 


La RdB/CUB, che il 12 marzo scorso ha dato vita al proprio sciopero generale contro la concertazione e la politica dei redditi, non partecipa allo sciopero generale indetto da CGIL, CISL e UIL il 26 marzo.

Il vero obiettivo, sul quale i sindacati confederali chiamano i lavoratori allo sciopero, non è tanto la difesa del sistema pensionistico (è eclatante la loro condivisione del silenzio/assenso sul TFR), già duramente attaccato con la riforma Dini da loro concertata, ma è la necessità di riacquistare di nuovo, in previsione del cambio di maggioranza, il ruolo concertativo e collaborazionista che hanno rivestito nell'ultimo decennio. Lo abbiamo già scritto.

Si sta preparando un nuovo regime concertativo, un nuovo patto sul lavoro, una nuova politica dei redditi, un nuovo 23 luglio partendo da un quadro di impoverimento dei diritti, dei salari e dello stato sociale. Nessun abbandono né, tanto meno, nessuna autocritica alla politica neoliberista. Anzi, mentre urlano contro il Governo e invitano a scioperare, ne regolamentano i disastri, come è accaduto con i contratti al ribasso di molte categorie e, scandalosamente, con i contratti di inserimento che produrranno un enorme e pesante arretramento salariale e normativo per tutti.

I lavoratori, in buona sostanza, sono chiamati a scioperare per sostenere la riedizione degli anni '90. Anni in cui, con i governi "amici" dei sindacati confederali, si sono poste tutte le basi per la devastazione dei diritti dei lavoratori, a cominciare dalle pensioni per finire al pacchetto Treu. Solo un sindacato di base e conflittuale, indipendente da ogni colore di governo e dai padroni, può effettivamente dar voce ai lavoratori e difendere i loro diritti. Roma 25.3.2004

CONVOCAZIONE: alle ore 16 di oggi, l'amministrazione ha convocato le organizzazioni sindacali su: passaggi tra le aree, mobilità del personale e posizioni organizzative. Le ipotesi di intesa sono pubblicate sul nostro sito www.rdbtesoro.it nell'area riservata.

RIQUALIFICAZIONE: importante ordinanza di sospensiva del TAR del Lazio sulle procedure presso il Ministero della Giustizia (pubblicata sul nostro sito www.rdbtesoro.it). Per i colleghi che non riescono a collegarsi al nostro sito ed operano con la rete LAN del Tesoro, potranno richiedere, al webmaster, le informazioni necessarie per risolvere tale inconveniente (errata configurazione Server proxy).

Coordinamento Nazionale Ministero dell'Economia e delle Finanze

GIUBBOTTI DI SICUREZZA: OBBLIGATORI? SI' E NO 


Roma, 25 marzo 2004. Dal 1 Aprile entreranno in vigore le disposizioni sui giubbotti e bretelle di sicurezza per gli automobilisti. Saranno obbligatori?

Si' e no.

Sara' obbligatorio indossarli dai conducenti dei veicoli fermi sulla carreggiata, fuori dai centri abitati, di notte o in condizioni di scarsa visibilita'. In sintesi chi scende da un veicolo per cambiare una ruota deve indossare il giubbotto o le bretelle, pero' non e' tenuto a possederli.

Come si puo' indossare una cosa che non si ha? Kafka si farebbe una risata.

Per essere piu' chiari non si ha l'obbligo di avere in auto i giubbotti ma se si scende per una emergenza occorre averli ed indossarli. Non era piu' semplice disporre l'obbligo di esserne provvisti? E quanti giubbotti si dovranno avere?

Quante sono le persone che scendono dall'automobile. Se scendono tutti (generalmente le auto hanno 5 posti a sedere) ognuno dovra' indossare il giubbotto. Anche per questo caso non era piu' semplice prevedere la dotazione di giubbotti in numero pari ai posti a sedere disponibili?

I giubbotti inoltre dovranno essere collocati all'interno del vano della vettura e non nel bagagliaio, perche' prima di scendere dovranno essere indossati, pena la multa che va da 33,60 a 137,55 euro. Dove metterli non si sa e finira' che tutti li riporranno nel bagagliaio con il rischio di prendersi una multa.

Per ultimo ricordiamo che i giubbotti e le bretelle dovranno essere di colore arancione, rosso o giallo e riportare il marchio CE e la sigla UNI EN 471, il che vuol dire che sono a norma.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

Liste d’attesa ed intra moenia sono compatibili? 


L’intra moenia costa di più di quanto rende

Il CODICI presenterà un esposto alla procura di Roma per accertare se esiste un danno erariale

Il CODICI presenterà un esposto alla procura di Roma indirizzato al PM Adelchi D’Ippolito, in cui chiede di accertare la compatibilità tra le attività istituzionali e le attività libero professionali in intra moenia.

Criterio per stabilire la legittimità dell’intra moenia all’interno di un ospedale, precisa il CODICI, è la presenza di un equilibrio tra i tempi di attesa e le attività in intra moenia. Nel momento in cui tale equilibrio si destabilizza per tempi di attesa eccessivamente lunghi, l’intra moenia non è più giustificata.

Un tale equilibrio apparentemente sembra esistere nelle Aziende Sanitarie, ma, si interroga il CODICI, è un reale equilibrio o una mera parvenza? Se si presta attenzione, infatti, al procedimento tramite cui si ottiene la media dei tempi delle liste d’attesa, si scopre che essa è ricavata dal confronto tra il volume complessivo dei servizi erogati dall’ospedale e l’attività in intra moenia. Questo procedimento statistico, tuttavia, non permette di ottenere una media attendibile dei tempi di attesa, e quindi una giustificazione attendibile per svolgere l’intra moenia, poiché vengono considerati assieme, senza alcun criterio di discernimento, sia i tempi di attesa per servizi urgenti, sia quelli per servizi che possono essere erogati nell’arco di un periodo più esteso.

La stessa legge, evidenzia il CODICI, prevede che il confronto sia effettuato per ogni singolo servizio al fine di ottenere dati statistici, inerenti i tempi in media delle liste di attesa, quanto più possibile attendibili.

L’intera operazione dell’intra moenia ha comportato per il SSN un guadagno di 91 milioni di euro, ed una spesa annua di 92 milioni di euro. Come si vede l’intra moenia non solo è un costo notevole per lo Stato, ma anzi lo stesso Stato ci rimette! Il Lazio, ad esempio, è vero che è stata la Regione che ha segnato l’aumento più sostenuto nei ricavi (+42,6%), ma è stata anche la Regione che ha avuto i costi maggiori (+42,78%).

Il CODICI continua a sostenere la tesi secondo cui l’intra moenia è una scelleratezza che deve essere eliminata, la quale ha contribuito ad aumentare le liste d’attesa, e non ha apportato introiti che coprono le spese generali, strumentali, e organizzative, che la struttura sostiene, anzi essa rappresenta un aggravio di spesa immotivata per le Aziende Sanitarie e per i cittadini.

Il CODICI, pertanto, chiede al Pubblico Ministero di indagare per vedere se esiste un’ipotesi di reato di danno erariale.

Roma, 25 marzo 2004

CODICI

BENZINA: INTESACONSUMATORI PROPRONE IL “BENZACARTELLONE” DI QUARTIERE 


MISURA PER FAVORIRE I CONSUMATORI NELLA SCELTA DEL DISTRIBUTORE DI BENZINA

Nuova iniziativa dell’Intesaconsumatori (ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI) nella guerra al prezzo dei carburanti.

Le 4 associazioni hanno scritto al Ministero delle Attività produttive, alla FIGISC, alla FAIB, all’ANCI e all’Unione petrolifera chiedendo di adottare entro 15 giorni in tutta Italia una misura per favorire i consumatori.

Si tratta di un “BENZACARTELLONE” installato nelle vie dei quartieri delle grandi città e nei Comuni di media/piccola grandezza: tale cartellone dovrà riportare i distributori di carburante della zona, l’indirizzo e il prezzo del giorno delle benzine praticato al pubblico. Ogni gestore, quotidianamente, avrà la possibilità di inserire i dati richiesti all’interno del cartellone.

Questo provvedimento, spiega l’Intesa, avrà un duplice vantaggio: da una parte consentirà all’automobilista di conoscere i distributori di zona e i prezzi da questi praticati, consentendo quindi di dirottare la scelta del rifornimento di benzina presso i gestori che praticano i prezzi più convenienti. Dall’altra la pubblicazione dei dati aumenterà al concorrenza nel settore tra gestori, portando a un calo dei prezzi, e chi non inserirà i dati relativi ai prezzi verrà ovviamente evitato dagli automobilisti.

INTESACONSUMATORI

VERSO LA CLASS ACTION ALL'ITALIANA ... 


CIOE' INAGIBILE E FIGLIA DELLE NOSTRE TRADIZIONALI LIMITAZIONI? UN CONTRIBUTO AI LEGISLATORI PER UNA SEMPLIFICAZIONE

Firenze, 25 Marzo 2004. Leggendo il parere della Commissione Attivita' Produttive della Camera dei Deputati sulla bozza di testo unificato sulle class action, approvato dalla Commissione Giustizia (ddl Bonito n.3838) e che pare diventera' il testo principale di discussione in Parlamento, ci sono piu' che una perplessita'.

Il primo macigno lo troviamo nei soggetti legittimati a promuovere le azioni. Ad una iniziale esclusiva delle associazioni dei consumatori (a nostro avviso gia' assurda), si prevede l'estensione alle associazioni di professionisti e alle camere di commercio. Tipico modo italico di considerare gli individui come incapaci di essere tali giuridicamente, e quindi doverli far filtrare attraverso questa o quella associazione, per cui non viene riconosciuto il diritto dei singoli (magari aggregati vista la specifica materia) ma quello delle associazioni (consumatori o meno che siano).

Per quale motivo bisogna tirare in gioco associazioni gia' esistenti con interessi molteplici e che, di per se', potrebbero trarne vantaggi e svantaggi al di la' dello specifico contendere? Perche' non possono essere i consumatori, aggregati ad hoc in un comitato o associazione che dir si voglia, ad essere legittimati all'azione collettiva? E quindi solo loro a trarne vantaggi e svantaggi? Appoggiati e stimolati da chi lo vuole fare (associazioni consumatori o professionali, o chiunque altro privato o pubblico che sia, come nella vita di tutti i giorni), ma soggetti giuridicamente separati.

Ne verrebbe meno il tipico metodo italiano di dare piu' poteri alle associazioni piuttosto che ai singoli, al punto di sminuire la funzione giuridica di queste associazioni? Sicuramente si', e -a nostro avviso- sarebbe fatta giustizia di tanta giurisprudenza, leggi e procedura che sono tra le principali responsabili dell'allontanamento del cittadino dalla giustizia, e dell'inbarbarimento di quest'ultima: la riconquista del rapporto diretto e responsabile sarebbe una iniezione di fiducia e speranza.

Il secondo macigno e' l'azione individuale che, per dare adito al rimborso, dovra' seguire quella collettiva eventualmente positiva per il denunciate. Da una parte si concede e dall'altra si scoraggia. Quello che piu' lascia perplesso il cittadino nel ricorso alla giustizia e' la complessita' e l'incertezza. E mentre sull'incertezza occorre una forte azione di educazione e informazione (che oggi non c'e') da parte dello Stato, perche' e' ovvio che l'incertezza e' la sostanza del ricorso giudiziario, sulla complessita' si puo' fare molto.

Nel nostro caso far si' che ci siano effetti immediati risarcitori della sentenza alla fine del suo iter; e per rispettare il taglio dell'ordinamento italiano, prevedere un risarcimento solo a chi si e' preventivamente aggregato (prima della sentenza, ma anche durante il procedimento) nella promozione dell'azione collettiva. Per il momento sono due elementi di riflessione che offriamo ai legislatori che si apprestano a confrontarsi.

Ricordiamo che la nostra associazione e' quella che ha promosso la partecipazione italiana alla class action contro la Parmalat dello studio legale Milberg Weiss Bershad Hynes & Lerach LLp di San Diego (Usa) davanti al tribunale di New York, dove lo scorso 5 marzo sono state consegnate le adesioni dei circa 8 mila partecipanti italiani.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

FNSI: diffamazione a mezzo stampa occorre testo compatibile con autonomia e libertà informazione 


“Apprendo il contenuto degli emendamenti che l’on. Bertolini, relatrice della proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, ha presentato alla Commissione giustizia della Camera.

Non mi sembra che gli emendamenti stravolgano negativamente il precedente testo, frutto del lavoro di deputati di maggioranza e dell’opposizione sul quale il sindacato dei giornalisti aveva manifestato una valutazione favorevole.

Certo, sarebbe meglio che fosse evitata la sanzione della sospensione dall’esercizio della professione giornalistica, e che comunque, questa fosse comminata dall’Ordine dei giornalisti e non dal magistrato.

Un aspetto questo che a mio avviso deve essere valutato con attenzione dai parlamentari della commissione nel rispetto del principio dell’autogoverno deontologico della professione. In ogni caso, il problema principale mi sembra sia quello dei reiterati tentativi di alcuni settori del Parlamento di far saltare il disegno di legge o di ritardarne l’approvazione.

Ciò nell’attuale gravissima situazione di decine di giornalisti incriminati per il reato di diffamazione e sotto la spada di Damocle di pesanti sanzioni risarcitorie sia in sede penale sia in quella civile.

Insomma, è indispensabile che sia subito approvato un testo compatibile con l’autonomia dei giornalisti e la libertà dell’informazione”. Prot. n. 44/C. Roma, 25 marzo 2004

Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale
Federazione Nazionale Stampa Italiana

FNSI: la gasparri una minaccia reale all'autonomia della professione giornalistica 


“Per l’informazione italiana, per tutti i giornalisti, la Legge Gasparri rappresenta una minaccia reale. Se il Senato confermerà il voto “bulgaro” della maggioranza registrato alla Camera, l’autonomia e il futuro delle professione di ogni singolo giornalista sarà ulteriormente in pericolo.

La legge rafforza i forti e indebolisce i deboli, premia la televisione del Capo del Governo e penalizza la carta stampata, pone la Rai sotto il controllo diretto dell’Esecutivo, redistribuisce i soldi della torta pubblicitaria soprattutto a favore dell’impresa di proprietà del Presidente del Consiglio.

La pubblicità, la logica della commercializzazione del prodotto informazione, vengono enfatizzate a scapito della notizia e dell’autonomia delle testate, soprattutto ma non soltanto, nelle televisioni. Il pluralismo diventa sempre più un optional residuale, mentre si affermano i diritti delle concentrazioni e dell’affermazione degli interessi di pochi proprietari di media.

Le sollecitazioni e gli appelli del Capo dello Stato, che ha inutilmente rinviato la Gasparri alle Camere, le opinioni di vasti strati della società, del mondo sindacale, dei movimenti, dell’associazionismo e del consumo, le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni degli editori dei giornali, tutto viene vanificato e messo alla berlina da una improvvisamente ritrovata compattezza della maggioranza su interessi di parte.

La battaglia del Sindacato dei giornalisti non deve essere dichiarata conclusa: dobbiamo batterci per cambiare la legge al Senato, per denunciarne l’anticostituzionalità nei tribunali e davanti alla Suprema Corte, per rivendicare l’intervento delle Istituzioni europee”. Prot. n. 42/C. Roma, 24 marzo 2004.

Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale
Federazione Nazionale Stampa Italiana

FNSI: il 26 i giornalisti non scioperano ma saranno presenti alle manifestazioni in italia 


“Su richiesta di alcuni comitati e fiduciari di redazione la segreteria della FNSI precisa: i giornalisti italiani non scioperano venerdì prossimo 26 marzo ma aderiscono alle motivazioni della giornata di protesta indetta dalla CGIL, dalla CISL e dalla UIL.

La FNSI ha invitato i comitati e i fiduciari di redazione ad indire assemblee in tutti i luoghi di lavoro per discutere i temi dell’autonomia previdenziale dei giornalisti e della politica economica del Governo. La FNSI ha invitato, inoltre, le strutture sindacali di base a favorire la presenza dei giornalisti che lo desiderino alle manifestazioni previste in tutte Italia organizzate dalle confederazioni sindacali.

La FNSI rivolge questi inviti ai fiduciari e ai comitati di redazione, in raccordo con l’iniziativa e le modalità dello sciopero indetto da CGIL, CISL e UIL.

La FNSI invita i giornalisti a garantire il massimo dell’informazione sullo sciopero generale e chiede soprattutto al servizio pubblico della Rai di assicurare la completezza delle notizie, anche attraverso la diretta delle principali manifestazioni sindacali”. Prot. n. 43. Roma, 24 marzo 2004

Federazione Nazionale Stampa Italiana

mercoledì, marzo 24, 2004

BOND ARGENTINA: CLAMOROSA PROTESTA DEI RISPARMIATORI PER INDURRE LO STATO ARGENTINO A RIMBORSARE 14 MILIONI DI EURO DI DEBITI DA BOND “SPAZZATURA” 


BOICOTTAGGIO IN ITALIA E NEGLI ALTRI PAESI UE DEI PRODOTTI ARGENTINI: ALIMENTARI, COMPAGNIE AEREE, RISTORANTI E PERSINO IL TANGO!!! CHIESTO AGLI IMPORTATORI ITALIANI DI CAMBIARE FORNITORE

INTANTO PARTE IL RICORSO DI LISTA CONSUMATORI AL TAR CONTRO LA NOMINA DI BONDI AD AMMINISTRATORE DELLA PARMALAT: COME PUO' ATTACCARE LE BANCHE SE E' STATO AMMINISTRATORE DELLE STESSE?

CLAMOROSI I RISULTATI DEL SONDAGGIO DELL'ISPO DI MANNHEIMER SUL VOTO ALLE EUROPEE: IL 36% DEGLI ITALIANI VOTEREBBE UNA LISTA DEI CONSUMATORI, MENTRE SOLO IL 18% DEGLI INTERVISTATI RIPONE FIDUCIA NEI PARTITI POLITICI TRADIZIONALI


LA LISTA DEI CONSUMATORI PRENDERA' SECONDO QUESTO SONDAGGIO ALMENO 4 PARLAMENTARI A STRASBURGO

I risparmiatori passano al contrattacco. Di fronte all’impossibilità di vedere rimborsati i soldi che 450.000 famiglie hanno investito in titoli argentini, il Codacons ha organizzato una clamorosa iniziativa in tutta Italia per indurre lo Stato argentino a rimborsare i 14 miliardi di euro investiti dagli italiani: il BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI ARGENTINI.

Come noto il paese sudamericano esporta in Italia numerosi prodotti di vario genere, acquistati dai consumatori spesso inconsapevolmente. Questi prodotti, e non quindi le marche che li distribuiscono nel nostro paese, sono oggetto del boicottaggio del Codacons, che invita i consumatori a non acquistarli dirottando le proprie scelte su beni analoghi ma di diversa provenienza. Stessa richiesta è stata fatta agli importatori, invitandoli a scegliere fornitori di paesi diversi dall’Argentina.

Così facendo sarà possibile lanciare un segnale forte al governo argentino e far capire che i risparmiatori sono stanchi delle promesse di rimborso non mantenute, e che dopo anni di trattative che non hanno portato a nulla ora vogliono fatti concreti.

Il boicottaggio verrà effettuato in tutte le città d’Italia e coinvolgerà anche i paesi dell’Unione Europea. Il Codacons ha infatti contattato le principali associazioni di consumatori dell’Ue per adottare iniziative simili.

Tra i prodotti argentini commercializzati in Italia da alcune aziende e oggetto del boicottaggio (la lista completa sul sito www.codacons.it ) troviamo ad esempio:

- miele

- carne

- pesce

- vini bianchi e rossi

- cotone

- pop corn

- frutta varia

- farine

- formaggio

- fagioli

- arachidi

- pelli

- olio di semi


Oggetto del boicottaggio sono poi le compagnie aeree argentine operanti in Italia, numerosi tour operators, ristoranti argentini, scuole di tango e numerosi artisti (cantanti, ballerini, pittori) di nazionalità argentina operanti in Italia. Ovviamente, fa sapere il Codacons, l’iniziativa non è finalizzata a colpire le singole marche o i singoli soggetti, ma la generalità dei prodotti argentini commercializzati in Italia. Proprio per questo l’invito ai consumatori è soprattutto quello di controllare le etichette dei prodotti venduti nei vari supermercati per accertare l’origine dei beni.

Sempre sul piano del risparmio, annunciata oggi la presentazione di un ricorso al Tar del Lazio in cui LISTA CONSUMATORI, CODACONS e Associazione Utenti bancari chiedono la sospensione del provvedimento di nomina di Bondi quale commissario della Parmalat, per incompatibilità.

Si legge nel ricorso: “l’art. 28 del R.D. 16/3/1942, n. 267, vieta la nomina a curatore fallimentare di “chi ha prestato comunque la sua attività professionale a favore del fallito o in qualsiasi modo si è ingerito nell’impresa del medesimo durante i due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento”. E tale è sicuramente la posizione rivestita dal dott. Bondi, il quale è stato dapprima officiato dal precedente amministratore, Cav. Tanzi, quale consulente professionale di Parmalat S.p.A. e, quindi, cooptato (in data 16 dicembre 2003) nel Consiglio di Amministrazione della Società per diventarne legale rappresentante. In linea di principio (prospettiva nella quale debbono essere inquadrate tutte le questioni in materia di incompatibilità) non è consentito nominare, quindi, commissario straordinario la stessa persona fisica, che in astratto sarebbe legittimata passiva delle varie azioni di responsabilità previste dalla normativa generale e da quella di settore.”

In riferimento a Bondi si legge ancora nel ricorso: “dopo l’iniziale designazione a consulente professionale della Parmalat S.p.A. ad iniziativa dello stesso Cav. Tanzi, il 16 dicembre u.s., sempre secondo notizie di stampa non smentite, viene cooptato nel Consiglio di Amministrazione di Parmalat S.p.A. su imposizione di un gruppo di Banche, che concede ulteriore finanziamento per il rimborso di bonds quale specifica contropartita di tale finanziamento, e – previe dimissioni del Cav. Tanzi dalla carica di Presidente ed amministratore delegato - viene nominato legale rappresentante della società. Si tratta, quindi, di persona che appare o come soggetto di fiducia dei precedenti azionisti (e cioè del ragionier Tanzi, perché da quest’ultimo direttamente officiato) ovvero, più verosimilmente, fiduciario del sistema bancario e, come tale, imposto agli azionisti dalle banche. Poiché quest’ultimo sembra essere, a ben vedere, il ruolo effettivamente demandato al dott. Bondi non vi è dubbio che egli si atteggi come garante di una particolare categoria di creditori coinvolti nel caso Parmalat e segnatamente di alcune banche italiane (tra di esse Banca di Roma, Banca Intesa, Banca Popolare di Lodi, Banca San Paolo IMI) portatrici di interessi non necessariamente coincidenti con quelli della procedura ed anzi confliggenti tanto con questi ultimi quanto con la posizione dei risparmiatori danneggiati. […] L’art. 6 del D. L. 347/2003, nel consentire in via di principio le azioni revocatorie, ne subordina l’ammissibilità alla loro funzionalità al raggiungimento degli obbiettivi del programma di risanamento. Ed è facile concludere che il dott. Bondi, avendo attinto e continuato ad attingere al credito bancario (e per giunta presso le stesse banche contro le quali avrebbe dovuto esperire le azioni revocatorie), non è assolutamente nelle condizioni di fatto e di diritto per poter promuovere tali azioni.”

Clamorosi infine i dati emersi da un sondaggio effettuato dall’Ispo del Prof. Mannheimer e presentati oggi a Roma, riferito alla propensione al voto degli italiani alle prossime elezioni europee e alla fiducia che i cittadini ripongono nei partiti politici e nelle associazioni dei consumatori.

Così è emerso che il 60% del campione ripone fiducia nelle associazioni dei consumatori, contro un 18% di intervistati che la ripone nei partiti politici. I temi si cui il campione vorrebbe un intervento deciso delle associazioni è quello del caro prezzi (35%) seguito dalla sicurezza alimentare (34%).

Riguardo invece la propensione al voto degli intervistati alle prossime elezioni europee, ben il 36% considererebbe il proprio voto a una lista dei consumatori presentata dal Codacons (il 45% dei laureati, il 43% dei lavoratori dipendenti, il 42% degli operai).

Secondo il, campione analizzato, la Lista consumatori del Codacons prenderà voti dagli elettori del centro-destra per il 21% degli intervistati, mentre per il 34% i voti verranno da centro-sinistra.

Sulla base di questo sondaggio, quindi, la neo-nata Lista consumatori, movimento politico creato dal Codacons che si presenterà alle prossime elezioni europee, riuscirà a portare 4 parlamentari a Strasburgo.

CODACONS

LA BEVANDA ACTIMEL DELLA DANONE PRODUCE TUTTI GLI EFFETI CHE PROMETTE NELLA PUBBLICITA'? IN FRANCIA DICONO DI NO. E IN ITALIA? 


Firenze, 24 marzo 2004. Abbiamo inviato al ministero della Salute una segnalazione sulla bevanda Actimel della Danone, che in questo periodo e' pubblicizzata come "aiuta a mantenere l'equilibrio della flora intestinale, contribuendo a rinforzare il tuo organismo nel modo piu' naturale attraverso il lactobacillus casei imunitass " (sito Internet dell'azienda alla seguente url http://www.danone.it).

Nella fattispecie abbiamo fatto riferimento a quanto successo in Francia e che e' stato reso noto oggi. La Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi, nello scorso mese di giugno aveva interpellato l'Agenzia francese della sicurezza sanitaria degli alimenti (Afssa), chiedendole di verificare le qualita' decantate di tre batteri (streptococcus thermofilus, lactobacillus bulgaricus e Lactobacillus case DN-114001) contenute in un prodotto molto pubblicizzato della Danone, Actimel, una bevanda a base di latte fermentato che "aiuta la vostra flora intestinale e rafforzarsi", "a proteggere il vostro corpo", aiuta a lottare "contro alcune aggressioni della quotidianita', "il vostro intestino ha rifiutato alcuni batteri indesiderabili", "a rafforzare il sistema immunitario intestinale, "alla regolazione del sistema immunitario".

Gli esperti non hanno messo in dubbio la buona volonta' dei tre batteri, ma "i risultati degli studi disponibili non permettono di dimostrare tutti gli effetti addotti sull'uomo". I documenti forniti dalla Danone all'Afssa fanno riferimento a degli esperimenti eseguiti solo in vitro o su dei topi. Altri studi condotti su dei lattanti (anche perche' la Danone indica che i prodotti "sono indicati a partire da tre anni") "non forniscono risultati concordi".

Inoltre l'Afssa ha fatto un'indagine sulla quantita' di Actimel da ingerire: la "quantita' raccomandata (100 ml/g) e le dosi proposte negli studi clinici non sono confrontabili". Per rinforzare la propria flora intestinale non basterebbe un flacone al giorno, ma ce ne vorrebbero da due a cinque. E ancora "converrebbe precisare sull'etichetta che gli effetti benefici attesi sono scientificamente provati solo nel momento in cui si assume la bevanda, e cessano molto velocemente quando non la si beve piu'"; quindi, niente effetti a lungo termine.

I tre batteri sono si' dei "Gras" (Generally Recognized As Safe: generalmente riconosciuti come non pericolosi) -dice l'Assa- ma per aiutare il proprio corpo a "lottare contro alcune aggressioni della quotidiniatia'", come dice Danone, bisogna far ricorso ad altre cose. Al ministero abbiamo chiesto se, vista l'alta probabilita' che la bevanda che circola in Italia sia identica a quella che circola sul mercato francese, non sia il caso di verificare le analisi dei loro colleghi d'Oltralpe (Afssa) e intervenire di conseguenza.

Poi sara' nostra cura fare altrettanto rilievo all'Ufficio Pubblicita' Ingannevole dell'Antitrust, che non interpelliamo subito perche', ovviamente, senza documenti ufficiali del ministero italiano della Salute, non avrebbe possibilita' di verificare l'ingannevolezza o meno dei messaggi pubblicitari che vengono diffusi.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

CARO BIBERON E NON SOLO 


Roma, 24 Marzo 2004. Prezzi eccessivi per il latte artificiale? Certo che si' ed il Corriere della Sera ha fatto bene a porre in evidenza quello che e' un vera e propria incongruenza. Le giustificazioni addotte dalla Nestle' appaiono del tutto ridicole: il prezzo maggiore sarebbe dovuto alla diffusione dell'allattamento al seno, che indurrebbe un consumo minore di latte artificiale, con alti costi di commercializzazione e diffusione.

Il che e' smentito dai dati, visto che proprio laddove il consumo e' minore, come in Gran Bretagna, anche i costi sono piu' bassi. Infatti, a Londra il latte in polvere Nestle' costa 9,22 euro al kg, mentre a Milano il prezzo raggiunge la cifra di 32 euro al kg, cioe' circa il 250% in piu'. Si ripropone cosi' il problema dei costi dei medicinali e dei prodotti parafarmaceuitci.

Per esempio in Galizia, regione della Spagna, l'esperimento di somministrare dosi individuali di antibiotici, con il medico che prescrive e il farmacista che consegna esattamente la dose idonea al paziente e non la confezione intera, ha consentito di risparmiare il 35% della spesa per questo tipo di medicinali.

L'esperimento potrebbe essere preso ad esempio dal nostro Ministero della salute, visto che la spesa netta del Servizio sanitario nazionale per i farmaci ha toccato quota 8,24 miliardi di euro (circa 16mila miliardi di lire). Gi antibiotici
rappresentano il 13,1% della spesa farmaceutica, per un valore di 1.198 milioni di euro (2.300 miliardi di lire), piazzandosi al secondo posto dopo i cardiovascolari.

Risparmiare il 35% del prezzo dei soli antibiotici, come e' stato fatto in Galizia, significa mettere da parte 419 milioni di euro (811 miliardi di lire) in un anno. Altro che risparmi da ticket!

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

martedì, marzo 23, 2004

PER COSTRUIRE IL FUTURO 


Vogliamo cambiare l'agenda politica e sociale Il Paese ha urgenza di uscire dalle difficoltà di un'economia stagnante, di un'occupazione che stenta, di investimenti che diminuiscono, di consumi bloccati, di peggioramento delle condizioni materiali dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Si dimostra in ciò, il fallimento della politica economica del Governo fondata su ricette quali meno tasse, meno vincoli, tagli alle pensioni come soluzioni di tutti i problemi. La
situazione resa più grave dall'abbandono della politica dei redditi e della concertazione, ha favorito la crescita delle disuguaglianze, inciso negativamente sul potere d'acquisto di salari e pensioni, lacerato il Paese ormai in crisi di fiducia, bloccato nella crescita, depotenziato nella competitività, più povero e più diviso. Rivendichiamo lavoro e sviluppo di qualità, un fisco equo e redistributivo, un welfare inclusivo adeguato ai nuovi bisogni. Vogliamo dare voce alle grandi capacità del Paese di uscire dalle difficoltà producendo proposte, indicazioni, per contrastare la politica economica del Governo e rimettere al centro dell'attenzione lo sviluppo ed il lavoro. Va creato un clima, una tensione ideale, morale e propositiva per cui le persone, le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati ed i giovani non si sentano soli e quindi possano pensare al futuro come orizzonte possibile, per il quale vale la pena impegnarsi, rischiare e lottare, rivendicare diritti ed esercitare doveri.

Cgil - Cisl - Uil
MA DI QUALE FUTURO PARLANO ?

Cgil, Cisl, UIL rivendicano il rilancio della politica dei redditi e concertativa. Nascondono che quando loro hanno gestito coi precedenti governi questa politica, di cui rivendicano il ritorno, essa è stata esattamente quella che ha dato il via agli attuali devastanti esiti che sta subendo il mondo del lavoro e della società civile. Questo è il passato a cui vogliono ricondurci. Non è questo il futuro che dobbiamo costruire.

Come sempre per fronteggiare l'attacco che stiamo subendo noi riteniamo che non ci si può comunque tirare fuori da qualsiasi mobilitazione che veda la partecipazione in massa dei lavoratori. Gli scioperi hanno il compito di danneggiare padroni e governo. Non esiste nessun valido motivo per non scioperare. Neppure il fatto che chi lo indice propone un falso futuro. Partecipiamo quindi allo sciopero generale del 26 marzo per continuare a seminare tra tutti i lavoratori che scendono ancora in lotta, la presa di coscienza della necessità di organizzare una reale opposizione costruita
autonomamente dal basso. Dovrà indispensabilmente emergere dalla base dei lavoratori la capacità di muoversi non solo quando i vertici confederali dall'alto lo ritengono opportuno per i loro interessi, ma anche quando, ottenuto qualche pastrocchio concertativo o una sponda governativa amicale, ci inviteranno ad accontentarci di quello che loro chiamano futuro. E che sarà la continuazione di questo dannato presente.

UN VERO FUTURO DIVERSO DA QUESTO PRESENTE E' SOLO NELLE NOSTRE MANI

ECCO CON CHI E PERCHE' SCIOPERIAMO IL 26 MARZO
Slai Cobas Milano

PRATICHE BUROCRATICHE ONLINE ENTRO L'ANNO 


Roma, 23 marzo 2004. Entro l'anno le pubbliche amministrazioni dovranno informatizzare tutte le procedure amministrative, che pertanto potranno essere accessibili ai cittadini. Lo prevedono le "Linee guida per l'adozione del protocollo informatico e per il trattamento informatico dei procedimenti amministrativi". In questo modo si potra' seguire l'iter burocratico di una pratica che interessa il singolo cittadino o un'impresa.

Un primo passo verso la trasparenza delle procedure e per l'accesso alla documentazione, che rimane uno dei diritti fondamentali dei cittadini stessi. Si tratta ora di fare un passo avanti e prevedere anche la comunicazione dal cittadino
alla pubblica amministrazione, in modo da creare un dialogo a doppio senso.

Si eviterebbero cosi' inutili trasferimenti agli uffici, lunghe attese, intasamenti, traffico, inquinamento, ecc. Vedremo se tutto questo si realizzera'.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

CODICI: come vengono gestiti i posti di rianimazione al Policlinico Umberto I di Roma? 


Viaggio della speranza (per morire dignitosamente!)

Il signor D. E., di anni 46, affetto da una malattia terminale, da tempo era in cura dal dottor Mandelli del reparto oncologico del Policlinico Umberto I. In questi giorni era ricoverato al Policlinico, vivendo gli ultimi stadi della sua malattia, improvvisamente le sue condizioni si aggravano, quindi, è necessario un posto di rianimazione. Al Policlinico, tuttavia, non è disponibile un posto di rianimazione. Inizia, pertanto, l’affannosa ricerca, il paziente viene intubato, posto in ambulanza, ed infine portato all’ospedale di Velletri, dove muore.

È impensabile che un paziente, già gravato dalla sofferenza di una malattia terminale e privato da questa di una decorosa dignità, si trovi a vivere le ultime fasi della sua vita all’interno di un’ambulanza in una corsa disperata per trovare un ospedale con un posto di rianimazione disponibile. È impensabile che i familiari non possano vivere il loro dolore nella tranquillità ed intimità dell’ospedale, in cui già è ricoverato il proprio caro.

Il caso, evidenzia CODICI, richiama fortemente l’attenzione sulla gestione dei posti di rianimazione al Policlinico Umberto I, in modo da prevenire situazioni così gravi, che impongono una drammatica riflessione: il futuro del signor D. E. era segnato da una morte certa, ma è giusto rendere ancora più tribolati e poco dignitosi i suoi ultimi respiri? E, soprattutto, se al suo posto ci fosse stato un paziente non in fase terminale, forse il tempo speso per la ricerca di un posto di rianimazione non sarebbe stato prezioso per dare cure tempestive ed adeguate?

Roma, 23 marzo 2004

CLAMOROSA INIZIATIVA DEI RISPARMIATORI IN TUTTA ITALIA PER RIAVERE I SOLDI PERSI CON I BOND ARGENTINI !!! 


MERCOLEDI’ 24 MARZO ALLA SALA STAMPA ESTERA I PARTICOLARI DELLA CLAMOROSA AZIONE CHE SARA' ESTESA ANCHE AGLI ALTRI PAESI DELLA UE. IN CONTEMPORANEA INIZIANO IN TUTTE LE CITTA' ITALIANE LE OPERAZIONI DI RECUPERO DEI SOLDI PERDUTI CON I BOND ARGENTINA

PARTE INTANTO UN RICORSO AL TAR CON LA RICHIESTA DI REVOCA DELLA NOMINA DI BONDI AD AMMINISTRATORE DELLA PARMALAT

PER INCOMPATIBILITA'

NEL CORSO DELLA CONFERENZA IL PROF. MANNHEIMER ILLUSTRERA' IL SONDAGGIO REALIZZATO NEL PAESE SULLA FIDUCIA DEI CITTADINI NEI PARTITI E LA LORO PROPENSIONE AL VOTO ALLE PROSSIME EUROPEE

Dopo le tante denunce, le cause legali intentate dinanzi ai tribunali di tutta Italia, gli incontri con le banche e con le istituzioni italiane e quelli con i rappresentanti del governo argentino, il Codacons lancerà mercoledì 24 marzo una clamorosa iniziativa a tutela delle 450.000 famiglie coinvolte nella scandalosa vicenda dei bond argentina. Iniziativa destinata a suscitare clamore non solo in Italia, ma anche nell’Unione Europea.

Di fronte all’impossibilità oramai certa per i risparmiatori italiani di riavere indietro attraverso conciliazioni o trattative i soldi persi con l’acquisto dei bond argentina, il Codacons ha messo in campo un’efficace azione per smuovere le acque e avviare il sacrosanto processo di recupero dei milioni di euro persi. Un’azione che verrà avviata in tutte le città italiane e che coinvolgerà i paesi dell’Unione Europea, i cui particolari verranno resi noti nel corso della conferenza stampa.

Sempre in tema di risparmio tradito l’associazione illustrerà nell’incontro di mercoledì il ricorso presentato al Tar Lazio contro la nomina per incompatibilità di Bondi come commissario della società Parmalat.

Nel corso della conferenza stampa, inoltre, il Prof. Mannheimer dell’istituto ISPO illustrerà i sorprendenti dati circa la propensione al voto degli italiani alle prossime elezioni europee, e soprattutto i risultati di una ricerca su come i cittadini italiani vedono i partiti politici e la fiducia riposta negli stessi.

La conferenza stampa si terrà mercoledì 24 marzo alle ore 11:30 presso l’Associazione Stampa Straniera, Via dell’Umiltà 83/c – Roma.

CODACONS

lunedì, marzo 22, 2004

DERBY ALL’OLIMPICO: DOMENICA 4 APRILE SCIOPERO DEI TIFOSI 


IL CODACONS INDICE LA MANIFESTAZIONE PER LA SICUREZZA NEGLI STADI

Dopo gli assurdi eventi di ieri all’Olimpico in occasione del derby Lazio-Roma il sindacato tifosi Codacons indice una manifestazione nazionale per la sicurezza negli stadi: il primo SCIOPERO DEI TIFOSI.

Troppa la violenza a cui si è assistito ieri dentro e fuori lo stadio, prima e dopo la partita sospesa. Scontri tra tifoserie rivali e tra tifoserie e forze dell’ordine che si ripetono troppo spesso e che arrecano un danno evidente allo sport. E qualche volta provocano anche il morto.

Per questo il Codacons attraverso il suo sindacato tifosi lancia per domenica 4 aprile il primo sciopero nazionale dei tifosi. Costoro sono infatti invitati a non andare negli stadi nei quali si svolgono le partite di campionato e devolvere un euro per la ricerca contro il cancro o altre opere benefiche.

Lo sciopero sarà:

1 contro le tifoserie violente che rovinano il calcio al servizio di oscuri interessi;

2 contro la legge salva-calcio che pone a carico di tutti i cittadini, già massacrati dal carovita, oneri assurdi per compensi astronomici a calciatori e allenatori;

3 contro chi vuole che il calcio muoia per la paura di goderlo come spettacolo sportivo;

4 per il dimezzamento immediato dei compensi, come condizione per l’approvazione di una legge di rinvio del risanamento dei bilanci per due anni al massimo

5 per l’esclusione dalla vita dei clubs dei gruppi dei tifosi denunciati o condannati per violenza e dei loro clan organizzati, pena la perdita di tre punti in classifica per le relative squadre.

“PERCHE’ IL CALCIO TORNI AD ESSERE UNO SPORT”. Questo il motto con cui il sindacato tifosi del Codacons annuncia lo sciopero dei tifosi del 4 aprile. Manifestazione a favore del calcio sano e della sicurezza negli stadi italiani che ha raccolto già le adesioni di LISTA CONSUMATORI, associazione utenti sportivi, associazione utenti servizi radiotelevisivi, associazione utenti servizi telefonici, associazione per la difesa dei diritti civili nelle scuole, associazione utenti servizi bancari, finanziari e assicurativi, associazione utenti servizi turistici.

Codacons

Proteste contro la Gasparri domani ore 17.00 a piazza Colonna 


Domani alle ore 17.00 manifestazione in Piazza Colonna per protestare contro l’ennesimo tentativo di approvazione della legge Gasparri. In coincidenza con la ripresa della discussione in aula della legge le associazioni, i movimenti, i sindacati che hanno sottoscritto l’appello per il diritto e la libertà dell’informazione invitano i cittadini che hanno a cuore la Costituzione a manifestare la propria opposizione ad una legge illiberale, su cui il Governo ha annunciato il possibile ricorso al voto di fiducia.

Non si deve assistere inerti al tentativo di approvazione di una legge che rafforza il monopolio e penalizza soprattutto i soggetti più deboli, riduce il pluralismo, legittima le censure, non consente un mercato dell’informazione sano e capace di svilupparsi in modo equilibrato.

Nonostante l’iniziativa del Parlamento Europeo, nonostante le perplessità e i rilievi delle Autorità di Garanzia per la Concorrenza e per le Comunicazioni, nonostante le severe critiche di decine di costituzionalisti e di esperti del diritto, nonostante il “no” esplicito di larghissimi settori del mondo del lavoro e del giornalismo, nonostante le preoccupazioni di moltissime personalità della cultura, dell’arte e dello spettacolo, nonostante i dubbi emersi nel voto segreto di tanti Deputati del centro-destra, il Governo insiste tentando di imporre la Legge Gasparri. Confermando così in modo evidente il grave problema del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio.

Per queste ragioni dalla società italiana continua a svilupparsi una protesta, che non si arresterà neanche con l’eventuale approvazione della legge.

Per queste ragioni il Comitato chiede ai cittadini di protestare in Piazza Colonna: contro l’approvazione della Legge Gasparri, contro le censure e per una vera legge di riforma del sistema della comunicazione.

COMITATO
“Per la libertà e il diritto all’informazione”

DECRETO SALVACALCIO: SCHIAFFO DEL GOVERNO AI CONTRIBUENTI ONESTI. PER IL CALCIO SERVE UNA RIFORMA PROFONDA 


L'ennesimo provvedimento tampone è improvvisato sottoforma di sanatoria fiscale per salvare gli stipendi e gli ingaggi miliardari di calciatori e manager. E’ uno schiaffo ai contribuenti onesti, soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati che non hanno alcuna possibilità di aggirare il fisco, ma anche l'ulteriore riprova di norme urgenti ed estemporanee ideate a tutela di intollerabili privilegi. Intesaconsumatori, nell'auspicare un dibattito in Parlamento che rispecchi la volontà dei cittadini che si aspettano una riforma complessiva del calcio che non sia subordinata agli interessi di parte e che garantisca la sopravvivenza e l'imparzialità per tutti i clubs, boccia il paventato regalo del governo alle società di calcio, che non risolve il problema di costi esagerati alla radice, ma lo rinvia sine-die data la gravissima crisi finanziaria che attanaglia un mondo che continua a vivere al di sopra delle sue possibilità.

Se vi sono responsabilità penali, esse devono emergere con urgenza, essendo intollerabile che oltre al danno, i contribuenti onesti in regola con il fisco spesso oggetto di ondate di "cartelle pazze", debbano subire la beffa di un decreto che tampona l'ennesima illegalità a danno degli "onesti", ossia la stragrande maggioranza dei cittadini.

CODACONS

RELAZIONI UNIONE EUROPEA – CINA E PENA DI MORTE: NUOVO RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL 


In una fase in cui i rapporti politici e commerciali tra Unione Europea e Cina sono oggetto di ampia discussione, Amnesty International ha reso pubblico un nuovo rapporto sulla pena di morte in Cina e ha chiesto ai ministri degli Esteri dell’UE di considerare attentamente la richiesta di Amnesty International per una moratoria sulle esecuzioni in Cina.

Il rapporto, intitolato Mandati a morte “nel rispetto della legge”? La pena di morte in Cina, denuncia come le autorita’ cinesi violino sistematicamente le norme interne e internazionali nell’esecuzione di migliaia di condanne a morte ogni anno. Il rapporto giunge a una settimana di distanza dalle affermazioni di un importante parlamentare cinese, secondo il quale ogni anno nel paese vengono eseguite 10.000 condanne a morte. Questo dato e’ superiore al totale delle esecuzioni registrate in tutto il resto del mondo. Dopo aver introdotto il metodo di esecuzione dell’iniezione di veleno, le autorita’ cinesi stanno convertendo veicoli commerciali in camere mobili di esecuzione allo scopo di eseguire le condanne immediatamente dopo il verdetto.

“Questo rapporto esce in coincidenza con la riunione odierna dei ministri degli Esteri dell’UE, sperando che se ne tenga adeguato conto nella valutazione dei criteri che dovranno guidare le future relazioni con Pechino” – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso l’Unione Europea. “Come negli anni scorsi, il dialogo sui diritti umani con la Cina e’ una scusa che l’UE utilizza per non sottoporre alla Commissione Onu sui diritti umani una risoluzione di condanna sulla Cina. Temiamo anche che la riunione dei ministri degli Esteri termini con una posizione piu’ sfumata rispetto a quelle assunte in passato”.

“L’UE ha sempre sostenuto che il dialogo dovrebbe produrre risultati concreti e ha assicurato che quello con la Cina non avrebbe vanificato un controllo pubblico sulla situazione dei diritti umani. Leggendo il rapporto di Amnesty International e considerando il quadro generale di gravi violazioni dei diritti umani che hanno luogo in Cina, queste assicurazioni paiono molto deboli” – ha aggiunto Oosting.

Pertanto, Amnesty International chiede ai ministri degli Esteri dell’UE di raccomandare l’istituzione di una moratoria sulla pena di morte in Cina e di essere coerenti con le proprie linee guida sulla pena di morte e sul dialogo relativo ai diritti umani, proponendo una risoluzione alla Commissione Onu sui diritti umani avente per tema la moratoria.

Ulteriori informazioni

Amnesty International, che si oppone alla pena di morte in ogni circostanza – considerandola una pena crudele e inumana e una violazione del diritto alla vita – ritiene che eseguire condanne a morte in assenza di giustizia costituisca uno dei piu’ estremi fallimenti dell’umanita’.

Il rapporto di Amnesty International denuncia il macabro percorso che un cittadino cinese compie dal momento in cui e’ sospettato di aver commesso un reato a quello dell’esecuzione. Vengono citati in dettaglio alcuni casi:

- Chen Guoqing e tre coimputati, accusati di omicidio nel 1996. Nonostante per tre volte le corti di appello avessero riconosciuto che vi erano poche prove a sostegno della loro colpevolezza, che i loro alibi erano credibili e che le confessioni erano state estorte con la tortura, in un ulteriore processo i quattro sono stati nuovamente condannati a morte e rimangono in attesa del verdetto finale.

- Zhao Fenrong, condannata a morte per omicidio nel 1998. Nonostante la fragilita’ delle prove a suo carico e l’uso della tortura per costringerla a “confessare”, e’ in attesa dell’esecuzione.

- Tenzin Deleg Rinpoche, religioso di fede buddista, tibetano. Condannato a morte a seguito di un processo-farsa con l’accusa di aver organizzato un attentato. Il suo coimputato, Lobsang Dhundup, e’ stato mandato a morte il giorno stesso della sentenza.

- Gong Shengliang, religioso di fede cristiana. Condannato a morte al termine di un processo gravemente irregolare, si e’ visto ridurre la sentenza in ergastolo. Le sue condizioni di salute sono cattive a seguito dei pestaggi subiti in carcere.

La pena di morte e’ prevista in Cina per i crimini “piu’ gravi”, che comprendono la corruzione e numerosi altri reati non violenti. Il diritto internazionale richiede che la pena di morte debba essere “una misura decisamente eccezionale”.

Una volta arrestato per il sospetto di aver commesso un reato per il quale e’ prevista la pena di morte, l’imputato non ha pieno diritto all’assistenza legale immediata: cio’ avviene, solitamente, al termine degli interrogatori condotti dalla polizia e anche in questo caso tale diritto viene spesso negato o limitato. E’ proprio durante i primi interrogatori che la persona arrestata viene torturata e costretta a “confessare” il reato. La “confessione” puo’ cosi’ essere usata in tribunale e determinare la condanna a morte.

Inoltre, in violazione degli standard internazionali, la legge cinese non prevede la presunzione di innocenza. I condizionamenti politici interferiscono in ogni fase dei procedimenti giudiziari. Le celeberrime campagne “Colpire duro” sottopongono i tribunali a una pressione politica estrema per emettere rapidamente condanne sempre piu’ dure.

Bruxelles/Roma, 22 marzo 2004

Amnesty International

CI HANNO LASCIATO IN MUTANDE...  




Questo il motto che accompagna la nascita della nuova lista dei Consumatori. Portavoce l'avv. Rienzi del Codacons che preannuncia il suo programma, con un inizio davvero rocambolesco e un fermo di pubblica sicurezza, perchè volendo simboleggiare gli effetti dell'euro sui consumatori a conclusione della conferenza stampa ha tentato una passeggiata a piazza Montecitorio, vedere per credere!

I CONSUMATORI SFIDANO IL PARLAMENTO

APPELLO A MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE: TRE LEGGI UTILI AI CONSUMATORI PRIMA DELLE ELEZIONI EUROPEE

IL CODACONS CHIEDE AI PARLAMENTARI DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE CHE DIMOSTRINO COI FATTI DI VOLER TUTELARE I CONSUMATORI VERAMENTE APPROVANDO PRIMA DEL 12 GIUGNO SEI SEMPLICI LEGGI CHE DICONO DI VOLERE.

1. Prezzo trasparente

ART.UNICO “il venditore al consumo di prodotti alimentari freschi deve indicare sul cartellino il prezzo pagato al grossista e/o fornitore. L’omissione o falsita’ dell’indicazione e’ punita con la sanzione pecuniaria fino a 3500 euro e la chiusura dell’esercizio fino a tre mesi”

2. Azioni di tutela del consumatore in giudizio (class action)

ART.UNICO “ le associazioni dei consumatori di cui alla legge 281/98 ed i difensori civici comunali e regionali - che dovranno essere obbligatoriamente designati entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge - possono agire in giudizio contro i fornitori di beni e servizi per danni prodotti a collettività di soggetti, ottenendo anche la condanna punitiva nella misura non superiore a 10 volte il danno inferto al consumatore. La sentenza emessa anche in primo grado costituisce titolo esecutivo per i singoli consumatori danneggiati”

3. Tutela del risparmiatore e modifiche alle leggi vigenti

ART.UNICO “In attesa della approvazione della legge sulla tutela del risparmio, le banche condannate in primo grado, in sede civile o penale per danni prodotti alla clientela sono obbligate a costituire tavoli di conciliazione con le associazioni di cui alla legge 281/98 per il rimborso totale delle somme perdute dai risparmiatori”. “Il Governatore della Banca di Italia è nominato per il periodo di 5 anni rinnovabile solo una volta. Il mandato può essere revocato con il voto a maggioranza qualificata dei 2/3 dei votanti nei due rami del Parlamento”.”Il reato di falso in bilancio è punito con la reclusione fino a 10 anni”.

Altre foto della conferenza stampa dal sito del Codacons.

La galleria di foto scattate da La Repubblica

PARTITE DI CALCIO: SE DOMENICA PROSSIMA "SCIOPERASSIMO"? 


Roma, 22 Marzo 2004. La situazione negli stadi e' in via di progressivo degrado: andare a vedere una partita di calcio comporta ormai un rischio elevato per la propria incolumita' e quella dei propri beni. Esasperato da una attivita' mediatica, dove finire a insulti e' considerato un fatto normalissimo, e da una mancanza di interessi che possano convogliare le proprie tensioni, il "tifoso" trova nello stadio il proprio momento di apoteosi.

L'adrenalina va a mille e insultare arbitro e giocatori, aggredire gli avversari sportivi, oltre a danneggiare le strutture, appare la naturale conclusione di una giornata particolare. Si possono certo individuare e isolare i violenti, cosi' come si possono trasmettere confronti televisivi meno rabbiosi.

In piu' il cittadino, che vuole godersi una partita senza subire un trauma cranico, potrebbe decidere che a questo gioco non ci sta e starsene a casa domenica prossima. Non e' ovviamente uno sciopero ma un'astensione da un "consumo pericoloso". I facinorosi sarebbero avvertiti e le societa' sportive sarebbero sollecitate nell'approntare ulteriori sistemi di sorveglianza.

Occorre insomma sottrarre l'acqua nella quale gli squali di turno nuotano furiosamente. Una prova di civilta', perche non proporla?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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