venerdì, marzo 12, 2004
EMERGENCY: Solidarietà alla Spagna contro la violenza e il terrorismo
Emergency invita i propri volontari, i cittadini, le associazioni e le organizzazioni della città di Roma a partecipare al sit-in che è in corso davanti all’Ambasciata di Spagna in Italia (L.go Fontanella di Borghese 19 – Roma, centro storico).
Per manifestare solidarietà e partecipazione al dolore dei famigliari delle vittime degli attentati di Madrid e al lutto di tutto il popolo spagnolo.
Per esprimere il più assoluto rifiuto del terrorismo, che fa dell’assassinio lo strumento per affrontare o risolvere difficoltà e problemi.
Per ribadire il rifiuto dell’impiego della violenza e delle armi; per affermare il valore assoluto della vita umana, di fronte al disprezzo di chi la considera un mezzo subordinato ai propri fini.
Roma, 12 marzo 2004
ATTENTATI TERRORISTICI: SE ACCADESSE IN ITALIA?
Roma, 12 Marzo 2004. Se accadesse in Italia quello che e' successo a Madrid?
In che condizioni e' il sistema di soccorso pubblico? Ieri gli annunciati 5 cm di neve hanno bloccato l'autostrada dei Laghi, nelle scorse settimane i previsti 20 cm hanno bloccato l'Autosole, altrettanti cm hanno bloccato l'aeroporto di Malpensa nel Natale del 2000.
Considerate le minacce fatte, ci chiediamo quale possa essere il livello d'intervento in caso di attentato terroristico.
Facciamo tutti gli scongiuri possibili ma qualcuno ha provato a immaginare uno scenario come quello di Madrid e organizzare un sistema di soccorso?
O dovremo aspettarci le solite lamentele sul "mancato coordinamento" delle Autorita' a cio' preposte?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
FNSI: solidarietà ai colleghi giornalisti spagnoli
“Vi esprimo, a nome del Sindacato dei giornalisti italiani, fraterna solidarietà e amicizia in questo momento di lutto per il popolo spagnolo, ed anche per la famiglia dei giornalisti.
Il nostro mestiere è incompatibile con qualunque forma di violenza e di terrorismo, chiede pace e spazi di libertà e di democrazia.
Il vile attentato di ieri, da chiunque sia stato ordito, offende i sentimenti dei cittadini di tutto il mondo e dell’Europa in particolare. Noi giornalisti abbiamo in questo momento la grande responsabilità di informare in maniera completa e corretta su vicende tragiche e delicatissime.
Il giornalismo spagnolo ha grandi tradizioni di trasparenza e di rispetto della verità. Per questo i colleghi italiani Vi rispettano e Vi stimano.
Vi siamo davvero vicini in questo momento di grande dolore per la comunità internazionale e di lavoro appassionato e civile al quale siete chiamati”. Prot. n. 34/C Roma, 12 marzo 2004
Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale Federazione Nazionale Stampa Italina
giovedì, marzo 11, 2004
"LA PROVA DEL CUOCO": IL CODACONS D’ACCORDO CON ANTONELLA CLERICI. LA TRASMISSIONE DEVE ANDARE IN ONDA ALLE ORE 12
PROTESTE DEI TELESPETTATORI PER LO SPOSTAMENTO DEL PROGRAMMA ALLE ORE 11:35. L’ASSOCIAZIONE SI E’ GIA’ RIVOLTA ALL’AUTORITA’ PER LE TLC
Sui quotidiani oggi le proteste della Clerici per lo spostamento della sua trasmissione su Rai1 “La prova del cuoco” dalle ore 12 alle 11:35. La conduttrice ha evidenziato come tale cambiamento di orario ha arrecato danni, in termini di ascolto, alla Rai, portando vantaggi a Mediaset.
Proteste a cui si associa anche il Codacons. “Sono gli stessi telespettatori a lamentarsi per lo spostamento della trasmissione” – afferma il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi .
L’Osservatorio per la qualità dei programmi tv del Codacons ha ricevuto infatti le proteste di molti teleutenti, in particolare massaie, che seguivano con interesse il programma della Clerici, per carpire ricette e suggerimenti. Al nuovo orario di messa in onda, invece, parlare di cucina e piatti può risultare anche fastidioso per chi sta davanti ai teleschermi.
Per questo il Codacons ha chiesto nei giorni scorsi, con un esposto all’Autorità per le comunicazioni, di valutare la situazione e accertare chi e perché ha deciso lo spostamento della trasmissione della Clerici in un orario ritenuto inadatto per il tipo di programma e per gli argomenti trattati.
L’associazione chiede inoltre alla Rai di ripristinare “La prova del cuoco” al precedente e più corretto orario di messa in onda.
CODACONS
RC AUTO: ASSOCIAZIONI COCCODRILLO. PRIMA "MANGIANO" I FIGLI (GLI ASSICURATI) E POI PIANGONO...!!!
LE TARIFFE DEVONO CALARE SUBITO DEL 20%
Il prossimo 6 aprile si terrà la verifica tra Ania, Ministero delle attività produttive e associazioni dei consumatori che hanno firmato il protocollo beffa sull’ rc auto.
Queste stesse associazioni, però, si dicono insoddisfatte da tale accordo e minacciano di ritirare la propria firma proprio perché le fantomatiche e forti riduzioni delle tariffe non ci sono state.
“Queste associazioni fanno come i coccodrilli – afferma il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi – prima “mangiano” i figli, ossia gli assicurati, firmando accordi inutili e sedendo ai tavoli con i responsabili del caro-polizza, poi piangono, minacciando il ritiro della firma”.
Il Codacons ricorda che tra breve arriverà la decisione del giudice in merito a una causa per la mancata riduzione di una polizza rc auto a seguito della minore incidentalità registrata con l’introduzione della patente a punti, causa in cui sono stati chiamati a rispondere Ania e Ministero delle attività produttive.
Infine per l’associazione le tariffe rc auto a seguito della minore incidentalità registrata in Italia devono calare e subito del 20%.
CODACONS
INTESACONSUMATORI: LE TARIFFE RC AUTO DEVONO CALARE SUBITO DEL 18-20%!
INTESACONSUMATORI CRITICA LA MINACCIA DI DIETRO-FRONT TARDIVO DELLE ASSOCIAZIONI CHE HANNO FIRMATO IL PROTOCOLLO "BEFFA" CON ANIA E MINISTERO
Il fenomeno del “pentitismo” non interessa solo i problemi di mafia ma anche taluni consumatori che hanno prima lanciato una ciambella di salvataggio al Governo e alle “beneamate” compagnie dietro promesse di riduzioni tariffarie salvo poi pentirsi.
Queste stesse associazioni si dicono infatti insoddisfatte dal protocollo di intesa firmato con Ania e Ministero delle attività produttive, e minacciano di ritirare la propria firma proprio perché le fantomatiche e forti riduzioni delle tariffe non ci sono state.
La minaccia di dietrofront delle associazioni che hanno firmato tale accordo per “insoddisfazione per le insufficienti riduzioni di tariffe” e perché ancora “restano da definire gli impegni concreti sulla prevenzione dei sinistri, altro punto previsto nel protocollo”, dimostra in fallimento di tale accordo che, come più volte sostenuto da Intesaconsumatori, non ha portato a nulla.
ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI ricordano che tra breve arriverà la decisione del giudice in merito a una causa per la mancata riduzione delle tariffe rc auto a seguito dell’introduzione della patente a punti, causa in cui sono stati chiamati a rispondere Ania e Ministero delle attività produttive. Infine Intesaconsumatori ribadisce che le tariffe rc auto a seguito della minore incidentalità registrata in Italia devono calare e subito del 18-20%.
INTESACONSUMATORI
Inflazione sfiducia dei consumatori: un legame che il Governo continua a negare!!!
Il fatto che la Banca Centrale Europea metta in relazione l’elevata inflazione percepita e la sfiducia dei consumatori rispetto a una ripresa dell’economia, costituisce sicuramente un elemento di chiarezza che deve essere tenuto nella giusta considerazione da parte del nostro Governo.
Per l’Intesa Consumatori le incertezze rispetto, non tanto all’inflazione percepita, ma più precisamente, a quella subita, frenano i consumi. Questo avviene specialmente per le fasce di popolazione a reddito fisso come i salariati e i pensionati, che stanno sperimentando una drammatica riduzione del potere di acquisto per il forte peso dei beni alimentari e delle spese per l’abitazione nei loro “panieri”.
Senza un segnale chiaro di intervento di raffreddamento dei prezzi difficilmente si potrà avviare un processo virtuoso di ripresa dell’economia. I problemi da affrontare rimangono quelli già messi in evidenza dall’ Intesa e riguardano:
· Modernizzazione dei settori di pubblica utilità (acqua, energia elettrica, gas)
· il contenimento delle tariffe attraverso l’applicazione del price cap (contenimento dei prezzi attraverso gli aumenti di produttività;
· la razionalizzazione delle diverse filiere commerciali e quella dell’orto frutta in particolare;
· interventi nei settori sensibili come l’ RC auto.
INTESACONSUMATORI
MA DI CHI E' LA COLPA DELL'AUMENTO DEI PREZZI?
A PARTE LA STORIELLA DELL'EURO LA COLPA E' DI TUTTI, QUINDI DI NESSUNO? PER NOI CI SONO I NOMI E COGNOMI: STATO E COMMERCIANTI ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO
Firenze, 11 marzo 2004. Quotidianamente ci sono notizie e preoccupazioni per l'aumento dei prezzi e sono tutte contraddittorie: l'ultima e' che per l'ortofrutta i prezzi di queste settimane sarebbero inferiori di quelli dell'anno scorso.
Contemporaneamente non c'e' giornale o televisione o radio che non faccia la sua inchiesta con tanto di interviste al salariato medio, che denuncia l'impossibilita' di fare acquisti come qualche anno fa.
Contribuisce al coro questa o quell'altra associazione di categoria (incluse -e in prima fila- quelle dei commercianti) che denuncia la crisi del proprio settore e il lastrico per non si sa quante famiglie. Nel contempo non si contano piu' le iniziative del Governo e delle singole amministrazioni ai vali livelli regionale, provinciale e comunale, per cercare di contenere i prezzi: quasi tutte basate sull'informazione e sulla promozione di questo o quell'altro prodotto a prezzi scontati per un certo periodo.
E' evidente che c'e' qualcosa che non torna, e che piu' di qualcuno sta giocando a fare il furbo. Soprattutto lo Stato. Ad ogni livello. Che si guarda bene da modifiche legislative che liberalizzino il mercato (abolizione dei saldi, delle licenze commerciali e degli orari dei pubblici esercizi), e si limita ad incentivare informazione (ben venga) e carita' temporanea (no comment). Non solo.
Ma dov'e' che i prezzi sono maggiormente aumentati? Tutti i servizi della pubblica amministrazione (diretti o indiretti -societa' di diritto private ma controllate dal capitale pubblico), dalla Tarsu all'erogazione dell'acqua, dalle multe ad ogni livello alla concessione di qualunque certificato, dai biglietti dell'autobus ai bolli amministrativi ad ogni livello e tutte le forme di tassazione indiretta (l'esempio della componente fiscale della benzina -70%- e' solo uno dei piu' eclatanti).
Accanto allo Stato abbiamo gli esercenti il commercio all'ingrosso e al dettaglio, con alcune apparenti esclusioni nella grande distribuzione (alcuni prodotti "civetta" a prezzi invariati, affiancati da altri a prezzi astronomici). I prezzi alla produzione sono rimasti grossomodo fermi, cosi' come le retribuzioni salariali, ma questo non serve ai distributori e venditori a non far lievitare i loro prezzi.
Quindi, fintanto che lo Stato non sara' il primo a fare un passo indietro, dando il buon esempio, tutto quello che dice e fa e' solo fumo negli occhi. Ed e' questione si' di abbassare i prezzi e i vari balzelli (cosa che mai si e' vista finora), ma anche di liberalizzare e demonopolizzare.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Autonomia e Solidarietà e Giornalisti Uniti. Inpgi: eletto il Cda, Cescutti candidato presidente
Eletto il nuovo consiglio di amministrazione dell’Inpgi, dopo un accordo tra maggioranza e minoranza che prevede la conferma di Gabriele Cescutti alla presidenza e l’elezione di Maurizio Andriolo alla vicepresidenza.
L’intesa è stata raggiunta nella notte. In un documento sono stati elencati i punti sui quali è stato raggiunto il consenso delle diverse componenti del consiglio generale. L’intesa riguarda anche i fiduciari di Roma e di Milano. Quanto al Consiglio di amministrazione, la maggioranza, composta da 36 consiglieri, ha compiuto un grande atto di responsabilità per garantire la storica indipendenza dell’Istituto. Pur di scongiurare il commissariamento dell’istituto e di raggiungere un accordo con la minoranza composta da 19 consiglieri, il cui voto era necessario per raggiungere il quorum previsto per la validità delle elezioni, ha rinunciato a una parte dei propri posti nel CdA. La minoranza ha a sua volta accettato la candidatura di Cescutti alla presidenza ritirando un veto durato per oltre quattro mesi.
Il nuovo Cda è composto da cinque membri della maggioranza e cinque della minoranza. La maggioranza ha eletto Gabriele Cescutti, presidente uscente, e quattro consiglieri che per la prima volta entrano nel Cda: Riccardo Venchiarutti, Silvia Garambois, Roberto Carella, Giorgio Di Nuovo. La componente di “Inpgi si cambia” ha confermato cinque membri già presenti nel Cda: Silvana Mazzocchi, Maurizio Andriolo, Pierluigi Roesler Franz, Francesco Gerace, Lino Zaccaria.
All’intesa si è giunti dopo una lunga trattativa, nel corso della quale il presidente uscente Gabriele Cescutti, nella fase più drammatica del confronto, ha proposto anche di ritirare la propria candidatura per facilitare la soluzione della crisi. La maggioranza ha ipotizzato alla minoranza, considerato il sacrificio del proprio candidato-simbolo, di rispettare in questo caso le proporzioni elettorali nella composizione del Cda (7 membri alla maggioranza, 3 alla minoranza fra i quali il vicepresidente). Tra la proposta del 5 a 5 con Cescutti presidente e quella del 7 a 3 senza Cescutti la minoranza ha preferito la prima ipotesi.
Autonomia e solidarietà e Giornalisti Uniti per un’informazione libera, che compongono la maggioranza che governa la Fnsi e sostenitrici della candidatura di Cescutti, esprimono il proprio ringraziamento a tutti i colleghi che hanno partecipato all’accordo e che con la loro pazienza hanno reso possibile raggiungere l’elezione del Cda. Senza un’intesa oggi sarebbe già alle porte un Commissario governativo. Autonomia e solidarietà e Giornalisti Uniti ringraziano Gabriele Cescutti per la propria disponibilità e fanno gli auguri a tutti i nuovi eletti, auspicando che il governo dell’Inpgi lavori da oggi in poi nella concordia per il bene della categoria.
Autonomia e Solidarietà
Giornalisti Uniti
OLIO DI OLIVA: FRODI E FURBIZIE
Roma, 11.3.2004. Consigliato da dietologi e cuochi l'olio di oliva sta pian piano invadendo i mercati e anche nei ristoranti dove il burro la fa da padrone, compare la ben nota oliera e acetiera. Anche l'olio puo' essere oggetto di contraffazioni e di... furbe presentazioni. La frode piu' frequente consiste nel mescolare un olio pregiato, quindi piu' costoso, con altri di minor prezzo e qualita' oppure di aggiungere un colorante per dare all'olio quel bel verde che lo fa passare come olio appena spremuto.
Gli oli si suddividono in base alla acidita' :
* Olio extra vergine di oliva. Ha una acidita' inferiore all'1% e si ottiene dalla semplice spremitura. La dizione "prima spremitura", che spesso troviamo scritta sulle etichette, non significa nulla perche' ormai non si effettuano piu' "seconde spremiture";
* Olio vergine di oliva. Ha una acidita' inferiore al 2% e si ottiene dalla semplice spremitura;
* Olio di oliva. Ha una acidita' inferiore all'1,5% ed e' una miscela di oli vergini e raffinati. Gli oli raffinati sono quelli sottoposti a trattamenti (decolorazione, deodorazione, ecc). La legge non prevede una quantita' minima di olio vergine, cosicche' l'olio di oliva puo' avere l'1% di vergine e il 99% di raffinato;
* Olio di sansa e di oliva. Ha una acidita' inferiore all'1,5% ed e' una miscela di oli vergini e di sansa. Gli oli di sansa sono quelli che si ottengono trattando con solventi la sansa di olive.
La legge non prevede una quantita' minima di olio vergine, per cui l'olio di sansa e di oliva puo' avere l'1% di vergine e il 99% di sansa. Da aggiungere che "l'olio italiano" prevede una percentuale minima del 75% di olio del nostro Paese, il restante 25% puo' provenire da altri paesi (Spagna, Grecia, Turchia, Marocco, Algeria, Tunisia).
Dalle frodi difficilmente il consumatore e' in grado di difendersi, anche le "furbizie", perfettamente legali, non ci soddisfano. Il consiglio e' quello di acquistare un olio extra vergine di oliva a denominazione protetta (Dop), perche' in questo modo e' garantita l'area di provenienza.
Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc
mercoledì, marzo 10, 2004
FNSI SU SCIOPERO PENSIONI
“La Segreteria della Federazione della Stampa ha convocato per martedì prossimo 16 marzo la Giunta del Sindacato dei giornalisti per esaminare le ipotesi di riforma del sistema della previdenza in discussione nel Governo e nel Parlamento. La Giunta valuterà anche le conseguenze della possibile riforma sulla previdenza dei giornalisti, che deve restare rigorosamente autonoma, e le iniziative sindacali a sostegno della previdenza di categoria”. Prot. n. 32/C.
FNSI
Serventi Longhi. Porta a Porta: occorre una reale "par condicio"
“Esprimo comprensione e profondo rispetto per quegli esponenti politici e uomini di cultura che hanno deciso di evitare di dare legittimità alle reiterate presenze del Capo del Governo sulle reti radiotelevise del servizio pubblico.
Non è pensabile continuare la campagna elettorale europea e amministrativa in una situazione nella quale il Premier fa la parte del protagonista assoluto, per più volte sulle stesse reti della RAI naturalmente a cominciare da “Porta a Porta”.
Costanti sono le presenze di Berlusconi mentre episodiche quelle dei Leader di opposizione e il contraddittorio risulta sbilanciato a favore del Governo, come sarebbe accaduto questa sera nella trasmissione di Vespa dedicata alla scuola. Occorre difendere le regole esistenti a cominciare da una effettiva reale “par condicio” le cui garanzie sono affidate alle Istituzioni parlamentari e di vigilanza”.
Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale Federazione Nazionale Stampa Italiana
INSINUAZIONE AL PASSIVO PARMALAT: FINALMENTE L'ABI SI E' MOSSA
Firenze 10 marzo 2004 - Era ora! Secondo un comunicato stampa dell'ABI diramato oggi le banche associate faranno l'insinuazione al passivo cumulativa per tutti i loro clienti.
Noi avevamo auspicato questa soluzione gia' il 13 Febbraio con un comunicato stampa e fino ad oggi abbiamo suggerito di aspettare ad inviare da soli la richiesta di ammissione al passivo.
Ci sembrava veramente assurdo che centinaia di migliaia di risparmiatori dovessero intasare il tribunale di Parma per esperire una mera formalita' che poteva benissimo essere fatta dalla banca collettivamente.
L'attesa e' stata premiata ed abbiamo cosi' risparmiato ai nostri lettori ed associati una inutile perdita di tempo e di denaro. Non possiamo, quindi, che esprimere soddisfazione per questa iniziativa.
Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio
TORMENTONE RC-AUTO
SENZA RIFORME RADICALI E' SOLO UN GIOCO AL MASSACRO DOVE VINCONO SEMPRE LO STATO E LE COMPAGNIE.
COME DIFENDERSI NEL FRATTEMPO
Firenze, 10 Marzo 2004. L'assicurazione Rc-auto e' un tormentone che non accenna mai a diminuire o modificarsi. Quello che oggi viene detto da ministeri, compagnie e razionalizzatori compiacenti a vari livelli (incluse alcune associazioni di consumatori), e' quanto veniva detto alcuni anni fa e quanto -con certezza assoluta- verra' detto fra alcuni anni: "esponi il cartello, ritira il cartello", "ti prego, abbassa i prezzi", "grande successo per i consumatori: abbassate le tariffe dell'1%", "facciamo una commissione", "la patente a punti ... meno incidenti .. si', ma ...", "beh, questa e' una provincia ad alta incidentosita' ...", "troppe truffe" ........... insomma tutto un "tira e molla" sostanzialmente inconcludente.
Ma con dei punti fermi:
1) l'obbligo di assicurazione,
2) i prezzi sono
decisi dagli assicuratori,
3) Governo e Parlamento ufficialmente impotenti,
4) Alcuna modifica legislativa che rimetta in discussione l'attuale assetto.
Cioe' un non-mercato con la complicita' dello Stato. Con queste anomalie:
1) "obbligo": talmud intoccabile che, se abolito, da solo risolverebbe tutti i problemi (trasferendo, per esempio, l'assicurazione volontaria sui danni a se stessi, e concependo un quadro di intervento pubblico per situazioni tipo pedoni incolpevoli);
2) "i prezzi": il fatto che in un mercato ci sia l'obbligo di contrarre da una parte e la liberta' di prezzi da parte chi offre a questi obbligati, e' una situazione che annulla il concetto stesso di mercato: si stabilisce a priori che i consumatori devono pagare non cio' che scelgono, ma cio' che viene loro imposto dagli assicuratori;
3) "Governo e Parlamento": qualcuno ricorda un qualche provvedimento segnato da efficacia, e non solo la trascrizione dell'abituale parlarsi addosso?
4) "modifica legislativa": solo per mettere il classico "panno caldo" sulla ferita sanguinante, perche' non e' mai stato proposto l'obbligo, per le compagnie, di comunicare gli aumenti delle polizze a casa degli assicurati, in tempo utile per eventuale disdetta?
Quattro punti fermi che crediamo resteranno tali per lungo tempo. Su un mercato a prezzi imposti (che sarebbe una soluzione, anche se noi non l'auspichiamo), non diciamo nulla, perche' sembra che nessuno -con delle montagne di ipocrisia- la vorrebbe. Per questioni di volonta' politica e sindacale, non crediamo ci sia alcuna intenzione di scardinare la nicchia corporativa di potere economico e politico delle assicurazioni.
Queste ultime dovrebbero subire un qualche ridimensionamento e un qualche danno: in un processo di liberalizzazione e modernizzazione e' impensabile che cio' non debba accadere, altrimenti i privilegiati del monopolio e del finto-mercato continueranno ad essere tali .... si puo' liberalizzare ed equalizzare costi/vantaggi per tutti
mantenendo dei privilegiati?
Il Governo e il Parlamento lo sanno bene che la risposta e' no, ma con la scusa di non voler danneggiare alcuno, fanno solo opera di razionalizzazione dell'esistente, cioe' continuano a far pagare solo i consumatori. Nel frattempo -di lunga durata- i consumatori hanno solo un'arma, pur se fievole: le disdette. Cioe' marchiare in modo molto evidente sul proprio calendario quando decorrono i 60 giorni prima della scadenza della polizza, e prima che ne passino altri 30 entrare in contratto con la propria assicurazione per verificare la lievitazione o meno dei prezzi (su cui oggi vige solo una sorta di obbligo di pubblicazione sulle bacheche dell'ufficio assicurativo).
A quel punto si puo' decidere se continuare con la stessa compagnia o cambiare, rispettando i termini di legge. Ricordandosi che le offerte in Internet sono molto piu' economiche, e con un'attenzione particolare ai rinnovi, perche' spesso, dopo il primo anno, l'economicita' diventa un optional.
Tutto questo perche', come gia' succede con la banca per esempio, non c'e' piu' alcun rapporto di fiducia con chi dovrebbe curare i propri clienti. Questi ultimi non sono considerati piu' tali, ma solo dei sudditi a cui spillare piu' quattrini possibile.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Agenzia italiana del farmaco: grande ombrello che non tutela i cittadini
Il CODICI propone l’istituzione di una Consulta
Dal 1˚ gennaio 2004 è stata istituita l’Agenzia italiana del farmaco.
Sulla questione, riguardante l’informazione scientifica sui farmaci, da oltre tre anni il CODICI sostiene la necessità di dare nuove regole, vista l’incidenza del prodotto farmaceutico sulla salute dei cittadini e sulla spesa pubblica, che garantiscano effettivamente un’informazione corretta, attraverso l’introduzione di norme che prevedano la comparazione tra i prodotti.
Ripetutamente in passato il CODICI ha chiesto al Ministro la costituzione di una commissione per la revisione del decreto legislativo 541/92 con la presenza delle Associazioni dei cittadini. Tuttavia, non si è avuta alcuna risposta concreta, evidentemente non si vuole dare trasparenza a questo settore in cui si celano interessi economici e corporativi a danno dei contribuenti.
Il bene dei cittadini, continua a ribadire il CODICI, deve essere condiviso con più soggetti interessati al problema. L’etica e la bioetica, infatti, auspicano la promozione di un modello partecipativo e consapevole delle scelte. La corretta informazione sui farmaci, quindi, deve essere considerata un valore etico, sociale ed economico, fondamentale perché il singolo cittadino possa scegliere o acconsentire consapevolmente ed autonomamente al trattamento da seguire e governare attivamente la spesa nel rispetto delle cure.
Proprio in virtù di questa accezione interpretativa dell’informazione, e dell’interesse che le Associazioni hanno a tutelare il cittadino e a fornirgli utili e veritiere informazioni, il CODICI fa presente la gravità di non aver tenuto in alcuna considerazione le Associazioni di tutela del cittadino da parte dell’Agenzia italiana del farmaco. Questa mancanza di interesse verso le Associazioni indica come ancora una volta ai cittadini viene preclusa la possibilità di intervenire nelle decisioni che riguardano la propria salute e le proprie tasche, e di essere tutelati dalle Associazioni che li rappresentano.
Il prezzo dei farmaci di fascia C (a carico dei cittadini), ad esempio, non è regolamentato dal Governo, che tutela solo se stesso e la P. A.; vi sono meccanismi poco trasparenti e ingannevoli come il costo apparentemente basso delle confezioni di farmaci, che in realtà costano meno perché all’interno contengono meno farmaci; o come il paradosso di calcolare l’inflazione senza prendere in considerazione la spesa per i farmaci, bene irrinunciabile per la qualità della vita.
Il CODICI, pertanto, propone l’istituzione di una “Consulta permanente delle Associazioni dei cittadini e dei malati” al fine di avviare un costante e proficuo scambio di idee e punti di vista tra Ministero e rappresentanze dei cittadini. Solo da una tale sinergia, infatti, si potranno promuovere iniziative per incentivare il mondo del farmaco nel rispetto dei diritti del malato. Roma, 10 marzo 2004
CODICI
USI - AIT 12 MARZO SCIOPERO GENERALE IMPIEGO PUBBLICO E PRIVATO
SCIOPERO E RIVOLTA SOCIALE
L'Unione Sindacale Italiana e la Confederazione Unitaria di Base hanno proclamato per l'intera giornata del 12 marzo 2004 lo sciopero generale di tutte le categorie del pubblico impiego e del privato. Uno sciopero, che segue quello dello scorso 7 novembre e le dure lotte che in questi mesi sono esplose in vari settoriproduttivi, determinato dal gravissimo attacco portato dal governo e dal capitale alle condizioni di vita e di lavoro dei settori più deboli della società.
L'attacco sta colpendo in più direzioni:
Pensioni: è di questi giorni la decisione di aumentare l'età pensionabile e di ridurre i benefici economici rispetto allo stipendio percepito al momento del pensionamento.
E' questa una manovra che affonda le sue radici nella "riforma Dini" voluta dal centrosinistra al potere e che avrà forti ripercussioni negative sull'occupazione, soprattutto dei giovani, mentre per precari e nuove generazioni la pensione diverrà non un diritto ma un miraggio. Verrà così favorita l'ignobile speculazione delle assicurazioni gestite dagli sciacalli delle finanziarie o dei sindacati confederali.
Liquidazioni e T.F.R.: governo, Confindustria e sindacati confederali sono tutti d'accordo a scippare e gestire liquidazioni e T.F.R. dei lavoratori. Tramite il truffaldino meccanismo del silenzio-assenso, i soldi dei lavoratori saranno dirottati automaticamente nei fondi-pensione, che trasformeranno i sindacati confederali in società finanziarie colluse con il capitale ed il cui interesse primario sarà sempre più la difesa dei propri utili e sempre meno la tutela dei diritti dei lavoratori.
Salari e Carovita: il governo attribuisce all'euro la causa del raddoppiamento dei prezzi, ma l'aumento del costo della vita è in Italia superiore a tutti gli altri paesi europei. Ma Berlusconi e la sua banda si dimenticano di dire che stanno ostacolando in tutti i modi, come nel caso degli autoferrotranvieri, il rinnovo dei contratti e l'adeguamento dei salari al costo della vita: nessuna politica di difesa dei redditi dei lavoratori ed invece aumenti indiscriminati dei costi dei servizi, dalla sanità ai trasporti.
Licenziamenti e cassa integrazione: governo e Confindustria stanno smantellando tutta l'economia industriale italiana lasciando spazio alla pirateria finanziaria dei vari Tanzi e Cagnotti. Si chiudono le fabbriche regalate alla Fiat, come ad Arese e Pomigliano, spalancando le porte ai licenziamenti indiscriminati ed allo spostamento delle produzioni in paesi con manodopera meno costosa: il risultato è un aumento pauroso del numero delle famiglie ai limiti della fascia di povertà.
Precariato: grazie alla c.d. legge Biagi si sono istituzionalizzate tutte le forme di contratto di lavoro precario e l'avviamento al lavoro è ormai affidato al caporalato delle cooperative e delle agenzie interinali. I lavoratori - soprattutto i giovani, le donne e gli immigrati - non hanno più tutela giuridica e sono ogni giorno sottoposti al ricatto della perdita dell'occupazione. Questi i risultati: nessuna prospettiva né di lavoro né di vita, nessun diritto e solo doveri e tutto ciò avviene con la connivenza del centrosinistra e dei sindacati confederati che traggono soldi e potere da queste forme di gestione e controllo mafioso dell'occupazione.
Diritti sociali e sindacali: l'arrogante azione liberticida del governo e del padronato ci sta progressivamente privando di tutti i diritti sociali e sindacali. Duro attacco al diritto alla salute ed alla sicurezza nel posto di lavoro, impossibilità di accedere all'edilizia popolare, taglio di tutto lo stato sociale, violazione dei diritti umani per i lavoratori stranieri con o senza permesso di soggiorno. In questo quadro di guerra sociale, governo e padronato vogliono impedire ogni forma organizzata di contrapposizione sociale, attentando continuamente al diritto di sciopero, già pesantemente condizionato dalle precedenti regolamentazioni dei governi di centrosinistra. Mentre si tenta di impedire al sindacalismo di base la possibilità di proclamare scioperi nazionali intercategoriali, governo e controparti annunciano le proposte più oscene possibili: liste preventive degli scioperanti, referendum preventivi sullo sciopero, interventi diretti dei prefetti sulle buste paga di chi non accetta le precettazioni ed altre nefandezze simili. A quando l'arresto preventivo dei potenziali scioperanti ?
Guerra: l'Italia partecipa attivamente alla guerra infinita scatenata da USA ed alleati per il controllo del mondo e delle materie prime. Dopo l'aggressione del '99 alla Jugoslavia, ora le truppe italiane occupano territori dei Balcani e dell'Asia (Afghanistan ed Iraq), partecipando alla repressione delle popolazioni locali e controllando (per conto del potere economico e politico dell'impero) la rapina delle materie prime e la spartizione dei lucrosi affari per la "ricostruzione". Anche per la guerra, centrodestra, centrosinistra e sindacati confederali hanno le stesse responsabilità sia nei massacri avvenuti sia nella militarizzazione del territorio italiano e nello sviluppo dell'economia di guerra.
Tutto questo non va tollerato nemmeno un istante di più. L'USI-AIT invita alla rivolta generalizzata, sociale e sindacale, per diffondere l'azione diretta e le lotte non istituzionali, che sono quelle che hanno fatto la storia del movimento di classe e che sempre più lavoratori stanno oggi di nuovo riproponendo, come nel caso dei tranvieri, degli operai Ilva, degli aereoportuali, ecc.
Mobilitiamoci per lo sciopero generale sempre più uniti e determinati, opponendoci a chi ci vuole costringere al silenzio con queste rivendicazioni:
NO ALLA LEGGE CHE COLPISCE DI NUOVO LE PENSIONI E CHE RAPINA T.F.R. E LIQUIDAZIONI
PER IL RIPRISTINO DELLA SCALA MOBILE, LA CONSERVAZIONE DELLE PENSIONI DI ANZIANITA' E FORTI AUMENTI SALARIALI, UGUALI PER TUTTE LE CATEGORIE
PER LA DIFESA DEL DIRITTO DI SCIOPERO E L'AMPLIAMENTO DEI DIRITTI SINDACALI E SOCIALI
CONTRO LA PRECARIZZAZIONE DEL LAVORO ED IL CAPOLARATO LEGALIZZATO DELLE AGENZIE INTERINALI
LAVORO PER TUTTI E PIU' GARANZIE PER I LAVORATORI
FERMIAMO LA GUERRA: MOBILITIAMOCI PER IL RITIRO IMMEDIATO DI TUTTE LE TRUPPE ITALIANE DAI FRONTI DI OCCUPAZIONE E BOICOTTIAMO L'ECONOMIA DEL MASSACRO E DELLO SFRUTTAMENTO
ORGANIZZIAMOCI NELL'UNIONE SINDACALE ITALIANA
PER L'AUTOGESTIONE DELLE LOTTE E PER CREARE UNA NUOVA SOCIETA' BASATA SU PACE, LIBERTA', UGUAGLIANZA E SOLIDARIETA'
USI-AIT
Unione Sindacale Italiana
BENZINA E TASSE. PAGHIAMO ANCORA PER LA GUERRA DI ABISSINIA E ALTRO
Roma, 10 Marzo 2004. Nel prezzo della benzina e' compreso anche il costo per la guerra in Abissinia. Incredibile? No, e' proprio cosi' e non solo. Riportiamo qui sotto tutti gli eventi che hanno determinato un aumento delle accise (imposte) sulla benzina.
* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 39 lire (0.020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.
Il tutto per 486 lire, cioe' 0.25 euro. Naturalmente la motivazione si e' persa perche' l'aumento e' stato assorbito come entrata ordinaria. In un Paese civile al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe cessare la tassa stessa. In Italia non e' cosi'. I valori riportati sono comprensivi di IVA, questo vuol dire che ad una imposta, l'accisa che in sostanza e' una tassa, si e' applicata l'IVA, cioe' una tassa sulla tassa.
Da non credere!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
PROMOTORI FINANZIARI: COSA DEVE FARE IL RISPARMIATORE
Roma, 10 Marzo 2004. Cosa deve fare il consumatore quando un promotore finanziario si presenta in casa per vendere un prodotto (in genere fondi o polizze vita)? Vediamo.
* Chiedere di vedere il tesserino di iscrizione all'albo dei promotori, rilasciato dalla Consob e la lettera della societa' che da' il mandato a collocare i prodotti. In verita' tale esibizione dovrebbe essere il primo atto fatto spontaneamente dal promotore stesso, se non lo fa e' bene diffidare e annullare l'incontro;
* non credere alle lusinghe e alle promesse mirabolanti, se cosi' fosse il promotore non starebbe a casa del consumatore ma alle Maldive, sotto una palma;
* il promotore deve chiedere notizie sulla situazione personale e finanziaria del risparmiatore e prospettare gli investimenti in relazione al quadro complessivo che ne emerge. Deve inoltre consegnare i prospetti informativi e documenti sulla societa' che propone l'investimento. Se non lo fa e' bene lasciar perdere;
* il consumatore non deve mai firmare immediatamente il contratto. Meglio prendere tempo e studiare bene le offerte. Chi propone "l'affare" da concludere subito, altrimenti si perde l'occasione, va allontanato.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
martedì, marzo 09, 2004
TASSA RIFIUTI: PER LE SECONDE CASE SI DEVE PAGARE TUTTO L'ANNO
Roma, 9 Marzo 2004. La tassa per i rifiuti per le seconde case si deve pagare tutto l'anno anche se sono utilizzate per un mese. I motivi addotti dai Comuni riguardano il servizio che in ogni caso e' espletato con continuita' e cio' rappresenta una spesa che va distribuita su tutti i residenti, anche quelli occasionali.
Considerato che la tassa viene pagata in relazione alla superficie, si puo' configurarla come un ulteriore balzello sulla proprieta', oltre l'ICI. La trasformazione della tassa in tariffa, che prevede una quota standard, piu' una parte legata alla quantita' di rifiuti prodotta, e' di la' da venire perche' vi sono problemi di carattere organizzativo. Insomma i proprietari di seconde case devono mettersi l'animo in pace e pagare, anche per un servizio che e' reso parzialmente.
Quando si compera un appartamento oltre ai costi di acquisto, di notaio e di tasse occorre tenere in considerazione i balzelli aggiuntivi.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
LICENZE DI TAXI E ANTITRUST: LA CHIAVE SAREBBE NELLA LEGALIZZAZIONE DI CIO' CHE OGGI E' ILLECITO
MA IL SERVIZIO E I COSTI? UNA PROPOSTA MONCA E CON POCA CONSIDERAZIONE DEI CONSUMATORI
Firenze, 9 marzo 2004. L'Antitrust ha inviato una segnalazione ai presidenti delle Camere, alla presidenza del Consiglio, al ministro per gli Affari regionali e alle rappresentanze di regioni e comuni. "Il mercato del servizio taxi risulta generalmente caratterizzato, a livello locale, da insufficiente apertura alla concorrenza e si manifesta in una domanda da parte dei consumatori non pienamente soddisfatta dall'attuale offerta del servizio da parte dei conducenti di taxi".
Per l'Antitrust le soluzioni potrebbero essere, dalla parte dei taxisti:
1) la vendita all'asta delle licenze, con il ricavato distribuito tra i vecchi titolari in qualita' di una tantum;
2) incrementare il numero di licenze assegnandole ai vecchi titolari e superando cosi' il divieto di possederne piu' di una, che potrebbe quindi anche essere venduta. Mentre dalla parte dei consumatori, per la quantita' del servizio nei momenti di punta, il prof. Tesauro propone l'introduzione del part-time.
Una sorta di legalizzazione di quello che oggi avviene "a nero", cioe' l'acquisto di una licenza che, nelle grandi citta', come minimo, viene pagata 300 mila euro. E quindi la nascita di un mercato delle licenze. A nostro avviso e' una liberalizzazione monca e solo parzialmente dalla parte dei consumatori. Che ne avrebbero vantaggi solo per l'aumento della quantita' del servizio grazie al part time, ma niente sull'aspetto prezzi.
Che con molta probabilita' lieviteranno rispetto ad oggi. Infatti se oggi le transazioni economiche delle licenze avvengono "a nero" e quindi con alcun ricarico della componente fiscale sull'operazione, quando tutto sara' alla
luce del sole ... forse qualcuno crede che cio' che l'Erario dovra' incamerare non sara' un di piu' rispetto ai prezzi di vendita e di acquisto praticati oggi? E chi paghera' questo di piu', se non i consumatori finali?
Avremo quindi una categoria, quella dei taxisti, probabilmente piu' in regola con il Fisco, ma senza mercato, perche' la concorrenza determinata dalla domanda e dall'offerta non sarebbe il risultato delle decisioni degli attori economici (taxisti e consumatori), ma solo dei primi, con i consumatori sempre nel ruolo di sudditi.
Quel che le corporazioni dei taxisti da una parte, e l'Autorita' Antitrust dall'altra non vogliono prendere in considerazione, e' che il passaggio al mercato deve necessariamente avvenire con uno strappo e, soprattutto, con la
fine dei privilegi, che oggi sono solo nei taxisti e nel sistema di concessione e gestione delle loro licenze.
Che questo sistema sia legale o meno, fa differenza solo per il Fisco, ma non per i consumatori.
Per cui l'unico provvedimento utile non puo' che essere la liberalizzazione, cioe' dare alla licenza il solo valore dei costi burocratici, e far si' che su tutto giochi solo la componente della qualita', continuita' e quantita' del servizio. E' chiaro che all'inizio di questo avvio la corporazione dei taxisti ne risentera', ma sul lungo respiro economico (per entrambi gli
attori) i vantaggi ci saranno, anche se SOLO legati alla professionalita' e non alla posizione di rendita.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
BISTURI: NELLA PUNTATA DI OGGI LA STORIA DI UN TRANS ALL’INTERNO DELLA FASCIA PROTETTA
IL CODACONS SI OPPONE E CHIEDE LA SOSPENSIONE DEL PROGRAMMA
Tra le 7 storie che verranno raccontate stasera nel corso della puntata di “Bisturi, nessuno è perfetto”, c’è quella di un transessuale che si sottoporrà a un intervento chirurgico al naso e al seno.
Una storia probabilmente destinata a sollevare gli ascolti della trasmissione ma che solleva anche dure critiche dal Codacons. Già mostrare con tanta disinvoltura operazioni che modificano permanentemente l’aspetto fisico di una persona, facendo credere che cambiare lineamenti o risolvere un difetto sia un’impresa semplice e di natura prettamente estetica, era assolutamente diseducativo. Mettere adesso al centro della scena un soggetto che ha subito un cambiamento di sesso (e che nel programma si sottoporrà a nuove operazioni), processo che spesso è accompagnato da dolori e sofferenze psicologiche inimmaginabili e un senso di inadeguatezza e di rifiuto del proprio corpo che un programma del genere non può descrivere, rappresenta una scelta gravissima. Ancor più grave se si considera che la trasmissione andrà in onda all’interno della fascia protetta, toccando la sensibilità di una pluralità di soggetti.
Ovviamente, sostiene l’associazione, il problema non è la presenza di un transessuale in tv, ma il modo in cui viene toccato l’argomento.
Il Codacons accusa anche l’Autorità delle tlc di immobilismo: abbiamo presentato un esposto chiedendo la sospensione di Bisturi o lo spostamento in seconda serata – fa sapere l’associazione – ma niente si muove. Proprio per questo il Codacons ha allo studio la puntata zero di un nuovo provocatorio reality show dal titolo “Acque gialle, acque chiare”, ambientato nei bagni pubblici del paese, il quale mostrerà persone comuni alle prese con i bisogni fisici.
CODACONS
TAXI: L’ANTITRUST SBAGLIA!
IL CODACONS ATTACCA L’AUTHORITY: FOMENTA LA LOBBY DEI TASSISTI
LE LICENZE NON SI COMPRANO E NON SI VENDONO, SI ASSEGNANO PER CONCORSO
Poca concorrenza nel mercato del servizio dei taxi, con la conseguenza di una scarsità di offerta ai consumatori. E' la denuncia che fa l' Antitrust in una segnalazione inviata ai presidenti delle Camere, alla presidenza del Consiglio, al ministro per gli Affari Regionali e alle rappresentanze regioni e ai comuni.
Tesi confermata dal Codacons che da tempo si batte contro la lobby dei tassisti. Ma l’Antitrust è fortemente contestata dal Codacons per le proposte avanzate per migliorare la situazione.
L’Authority, infatti, propone di assegnare le nuove licenze tramite un' asta, il cui ricavato dovrebbe essere distribuito tra i vecchi titolari in qualità di una tantum. Un' altra ipotesi avanzata dall’Antitrust è quella di incrementare il numero di licenze assegnandole però ai vecchi titolari e superando così il divieto a possedere più di una licenza. I conduttori titolari di licenza potrebbero decidere, entro un tempo definito, se conservare personalmente la propria licenza o venderla a propria volta.
“Così facendo l’Antitrust convalida contratti illeciti e fomenta alla rivolta i tassisti, che già rappresentano una lobby fortissima – afferma Carlo Rienzi, Presidente Codacons – E’ gravissimo che l’Authority riconosca la legittimità della compravendita delle licenze, licenze che non si comprano e non si vendono, ma andrebbero assegnate mediante concorso. Le proposte dell’Antitrust sono peggiori del problema sollevato – prosegue Rienzi – perché anziché liberalizzare il settore, restringono il mercato nelle mani di poche persone che continuerebbero a mantenere alte le tariffe, che tra l’alto sono tra le più care d’Europa”.
“Il problema dei taxi si risolve assegnando un maggior numero di licenze a persone diverse –conclude Rienzi - e non a chi già ne detiene una, il quale andrebbe poi a subaffittarla a terzi imponendo condizioni e prezzi”.
BENZINA: PER L’INTESA SERVE UN OSSERVATORIO SUI PREZZI DEI CARBURANTI E SANZIONI SEVERE CONTRO GLI SPECULATORI
LA BENZINA DEVE COSTARE 1,020/1,030 EURO AL LITRO!!
Mentre cresce il prezzo della benzina Intesaconsumatori si prepara all’annunciato boicottaggio della marca più cara, boicottaggio che durerà un mese e che verrà annunciato nei prossimi giorni.
Per risolvere il problema del caro-benzina l’Intesa chiede al Ministro Marzano di prevedere, all’interno del confronto avviato, un osservatorio che in maniera chiara e trasparente analizzi i prezzi dei carburanti e la questione della doppia velocità del prezzo della benzina alla pompa: velocissima a salire, lentissima a scendere, e istituire sanzioni pesantissime per tutti gli speculatori del settore.
E’ indispensabile poi – prosegue l’Intesa – intervenire sull’IVA affinchè non incida sulle accise, arrivando a una sterilizzazione della stessa imposta quando ci sia un aumento dei prezzi dei carburanti come quello di questi giorni, che avrà ricadute inflazionistiche pari allo 0,2%.
In base agli studi di Intesaconsumatori, infine, il prezzo della benzina alla pompa dovrebbe essere di 1,020/1,030 euro al litro, ben al di sotto quindi dei prezzi attualmente praticati.
INTESA CONSUMATORI
lunedì, marzo 08, 2004
GALLERIA SORDI/COLONNA: IL RISTORANTE APRIRA’ A MAGGIO
NEI PRIMI 100 GIORNI 2 MILIONI DI VISITATORI
"Entro l’estate Galleria Sordi/Colonna riavrà il suo ristorante". Questa la scommessa di Claudio Minelli, assessore capitolino al Patrimonio. "Aprirà entro maggio, me lo ha assicurato il gruppo Lamaro. La Galleria è tornata ad essere un luogo importante per la città, però manca ancora qualcosa, c’è un vuoto. E bisogna assolutamente riempirlo".
I nomi, che nei mesi scorsi sono stati fatti per la gestione del ristorante della restaurata Galleria Sordi, sono stati tanti. Tra le ipotesi al vaglio, anche quella di un wine-bar. Che potrebbe essere gestito direttamente dalla società dei fratelli Toti, che ha curato tutta la ristrutturazione del palazzo.
"Ho avuto l’impegno da parte della proprietà che verrà aperto – ha aggiunto Claudio Minelli – un ristorante di qualità, che dovrà avere un’offerta diversificata. E’ già prevista anche la possibilità di mettere tavolini e sedie all’esterno, lungo la Galleria. Chi gestirà il locale sceglierà se usufruire di questa opportunità".
L’apertura del ristorante potrebbe portare anche ad un’altra novità, il prolungamento dell’orario di chiusura della Galleria. In merito agli orari di apertura l’Assessore al Patrimonio ha spiegato: "Questo è un periodo di sperimentazione, vediamo come va, poi decideremo. Ci sono valutazioni contrastanti, ma i cittadini apprezzano che la Galleria sia sempre ben tenuta, pulita e sicura. Questo è un pezzo di città che abbiamo recuperato dopo anni di abbandono. Un’operazione che tutti hanno apprezzato. C’è stato anche qualche commento negativo, ma spesso è dipeso dai vincoli architettonici che abbiamo dovuto rispettare. Qualcuno si è lamentato che i negozi sono troppo piccoli: si tratta di cubature che ci sono state imposte".
"La Galleria – ha spiegato l’Assessore Claudio Minelli - si è rivelata anche un luogo dove poter svolgere eventi, manifestazioni di altissimo livello. Come l’inaugurazione della settimana della moda a gennaio. E sicuramente ce ne saranno altre". I negozi siti all’interno della Galleria sono circa trenta. Altri negozi sono di prossima apertura. Una stima sui numeri: nei giorni feriali circa 15.000 persone entrano nella Galleria. Nei festivi (sabato, domenica e feste) circa 30.000 al giorno. La somma è di circa 2 milioni di visitatori, in questi primi 100 giorni. "Con questi numeri – ha commentato Minelli – è difficile contestare che la Galleria Colonna sia tornata ad essere il principale salotto della città di Roma".
La Galleria, che è stata intitolata ad Alberto Sordi, è stata riaperta il 4 dicembre 2003 dopo un lavoro di restauro durato oltre due anni. L’edificio era rimasto chiuso dai primi anni ‘90. L’apertura del piano terra è una tappa del restauro completo. I piani superiori, dopo la fine dei lavori che è prevista per la fine dell’anno, saranno destinati ad accogliere gli uffici della presidenza del Consiglio.
SANREMO: IL CODACONS VUOLE VEDERCI CHIARO SULLE VENDITE DELLA COMPILATION DEL FESTIVAL
I DATI FORNITI SI RIFERISCONO ALLE COPIE VENDUTE O A QUELLE DISTRIBUITE? E IL CD NELLE EDICOLE SI PUO’ VENDERE SEPARATAMENTE ALLA RIVISTA OPPURE NO?
TV SORRISI E CANZONI, FIEG, ADS E GARANTE PER L’EDITORIA CHIAMATI A RISPONDERE ALLE DOMANDE DEL CODACONS
200.000 copie. Questo sarebbe il record di vendita della compilation del Festival di Sanremo disponibile nelle edicole con Tv sorrisi e canzoni. Ma siamo certi che le cose stiano davvero così?
La velocità con cui sono stati diffusi i dati di vendita del cd già dal giorno successivo alla diffusione nelle edicole ha fatto sorgere delle domande.
Infatti, si chiede il Codacons, 200.000 sono le copie vendute o semplicemente quelle distribuite? Perché ovviamente, se si tratta di copie distribuite, non è detto che il numero corrisponda poi alle vendite. E si tratterebbe quindi di una violazione delle regole della correttezza e della trasparenza.
Ecco perché l’associazione ha deciso di presentare oggi un’istanza d’accesso, ai sensi della legge 281/98, alla rivista Tv sorrisi e canzoni, alla Fieg, all’ADS (Accertamento Diffusione Stampa) e al Garante per l’editoria in cui si chiede di conoscere quante copie della rivista abbinata al cd siano state vendute e quante invece siano state rese.
Quanto alla non vendibilità nelle edicole del cd separatamente alla rivista il Codacons chiede agli stessi organi di sapere se le regole siano state rispettate o se le rese della rivista siano state superiori rispetto al numero di cd restituiti.
Infine il Codacons richiama l’attenzione sul prezzo della compilation del Festival. Tutti gli organi di informazione riportavano in questi giorni il prezzo di 13,90 euro, senza specificare che a tale prezzo va aggiunto i costo di Tv Sorrisi e canzoni, 1,30 euro, cosicché il cd acquistato in edicola abbinato alla rivista viene a costare 15,20 euro.
Della questione il Codacons ha investito l’Antitrust per accertare se vi sia stata la fattispecie di pubblicità ingannevole.
CODACONS
CLASS ACTION PARMALAT. CHIUSA LA PRIMA FASE, 8.000 RISPARMIATORI VI HANNO PARTECIPATO GRAZIE ALL'ADUC
PER UN CONTROVALORE DI 47 MILIONI DI EURO
Firenze 8 marzo 2004. Il 5 marzo si sono chiusi a New York i termini per la presentazione delle domande di partecipazione alla Class Action Parmalat come potenziali Lead Plaintiffs (rappresentanti dei danneggiati).
Entro tale data gli studi legali interessati hanno depositato presso il Tribunale di New York le proprie liste dei soggetti rappresentati, indicando quali di essi, a loro avviso, possono meglio rappresentare l'intera categoria dei danneggiati.
A questo punto sara' il tribunale di New York a stabilire come dovra' proseguire la causa, indicando anzitutto quale sia la "class" e quindi nominando i Lead Plaintiffs ed il Lead Counsel (studio legale che curera' il caso per l'intera Class).
Chi non avesse aderito potra' farlo -sempre gratuitamente- in un secondo tempo, se si giungera' ad una soluzione giudiziale o stragiudiziale del caso.
Non occorre, per il momento, presentare ulteriori domande. Se sara' certificata la class e reso disponibile un qualche risarcimento, ciascun avente diritto potra' compilare gli appositi moduli che saranno resi disponibili e richiedere quanto di spettanza.
Grazie alla nostra associazione l'adesione degli investitori e risparmiatori italiani e' stata notevole. Con la collaborazione dell'avv. Pietro Adami di Verona (rappresentante dello studio Milberg Weiss in Italia per questa class action), abbiamo raccolto e curato il deposito di 1157 domande, provenienti da tutta Italia e non solo; tra le domande anche qualcuna di italiani residenti all'estero ed un militare impegnato con i ns. contingenti di pace all'estero.
Alcuni dei soggetti che hanno aderito (fondazioni, associazioni, etc.) rappresentano a loro volta altri soggetti per cui una stima prudenziale e' di almeno 8.000 italiani rappresentati nella class action direttamente o indirettamente.
Il valore di queste domande di partecipazione ammonta ad oltre 47.000.000 di euro. Due dei soggetti di cui abbiamo raccolto l'adesione sono stati indicati dallo Studio Legale Milberg Weiss come potenziali Lead Plaintiffs.
Se passera' l'azione e lo studio Milberg Weiss sara' il Lead Counsel (cioe' lo studio che seguira' il caso per tutti) avremo ottime speranze di avere ben due soggetti (uno privato ed uno istituzionale) in rappresentanza degli interessi dei risparmiatori ed investitori italiani.
Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio
BENZINA E PREZZI: LO STATO, NOVELLO DRACULA, SUCCHIA IL 70% IN TASSE E FA IL DISTRIBUTORE PER IL 43% DEL MERCATO
Roma, 8 marzo 2004. Su un euro di costo della benzina lo Stato ne succhia 70 centesimi in IVA e accise, vale a dire che il 70% del prezzo se ne va in tasse, mentre il 30% rappresenta il prezzo industriale (materia prima, raffinazione, stoccaggio e distribuzione, trasporto, oneri commerciali e finanziari, margine industriale e del benzinaio).
Su 22.800 distributori circa 9.000 sono Agip-Ip, sono cioe' di una societa' a capitale pubblico, vale a dire dello Stato, nello specifico del ministero dell'Economia, al capo del quale c'e' il ministro Giulio Tremonti. Allora quando aumento il
prezzo della benzina con chi dobbiamo prendercela? Con gli Stati fornitori che hanno diminuito la produzione e quindi aumentato il prezzo del barile di petrolio?
Con lo Stato italiano, novello Dracula, che succhia il 70% in tasse? Con i petrolieri italiani, rappresentati per il 43% dall'Agip-Ip, cioe' dallo Stato? Al tutto va aggiunta ovviamente la mancata automazione degli impianti (self-service), che ne rappresentano solo il 17% contro il 93% della Germania, una struttura sostanzialmente oligopolista (solo 8 marchi presenti sul mercato) e la scarsa propensione dei consumatori ad utilizzare il self-service (solo il 20%).
Soluzioni? Abbassare le tasse e liberalizzare il mercato. In aggiunta un invito ad utilizzare i self-service e cercare i
distributori che fanno sconti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
Serventi Longhi: un attacco a tutta la stampa dal presidente dell'Aran
“I giornalisti degli uffici stampa aspettano da oltre cinquant’anni l’applicazione del contratto di categoria. Le speranze suscitate dalla Legge 150, dopo quattro anni, vengono ora frustrate dalle dichiarazioni del Presidente dell’ARAN che rappresentano un attacco a tutti i giornalisti.
Le motivazioni addotte appaiono speciose: Fantoni afferma che la Fnsi non è ammessa alla contrattazione nel pubblico impiego; ma non tiene conto della esclusiva rappresentatività del Sindacato dei giornalisti anche nel settore della pubblica amministrazione.
E’’ difficile comprendere perché la Legge 150 non debba essere applicata in quanto considerata in contrasto con altre norme. Non ci risulta, peraltro, che i sindacati rappresentativi abbiano espresso un parere formale negativo, anzi, almeno fino a questo momento, hanno istaurato con la Fnsi un dialogo costruttivo.
Per questo chiediamo l’intervento del Ministro Mazzella, il cui Dicastero è intervenuto a favore dell’applicazione della legge in tutte le sue parti, e del Parlamento che ha approvato la 150. In assenza di immediate e positive risposte ai giornalisti italiani non resterà che ricorrere ai Tribunali amministrativi regionali ed eventualmente al Consiglio di Stato per ottenere giustizia. Nel frattempo la Fnsi mobiliterà tutte le strutture del sindacato ed i colleghi degli uffici stampa a sostegno del contratto di lavoro. Prot. n. 31/C Roma, 8 marzo 2004
Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale Federazione Nazionale Stampa Italiana
FNSI: sconcerto per le dichiarazioni di Fantoni dell'Aran
“La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa esprime sorpresa e sconcerto per le dichiarazioni, fatte venerdì scorso del Presidente dell’Aran (l’Agenzia per la Contrattazione nel pubblico impiego) avvocato Guido Fantoni, contrario all’attuazione della Legge 150 del 2000.
L’avvocato Fantoni, nella dichiarazione, ha disconosciuto la rappresentanza della FNSI tra i giornalisti della pubblica amministrazione e ha sottolineato che la trattative per il contratto dei colleghi degli uffici stampa è ferma per una imperfezione della Legge, sostenendo che il negoziato con l a Fnsi “non è tecnicamente possibile”.
La Segreteria della Fnsi respinge le dichiarazioni dell’avvocato Fantoni e chiede incontri immediati con il Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Mazzella e con i capi gruppo di tutte le forze politiche della Camera e del Senato per ottenere definitiva chiarezza su una legge approvata ormai da quattro anni e mai applicata negli aspetti contrattuali. Il Sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani, che da quasi cento anni ha la rappresentanza esclusiva della categoria, chiede la trattativa contrattuale per l’area speciale di contrattazione costituita dai giornalisti degli uffici stampa, area contrattuale prevista espressamente dalla Legge.
La Legge 150 del 2000 è stata una dei pochi provvedimenti approvati negli ultimi anni in Parlamento da tutte le forze politiche, dell’attuale maggioranza e dall’attuale opposizione. Il Governo e i Gruppi parlamentari devono precisare se una legge dello Stato vada applicata oppure se debbano prevalere norme sulla rappresentanza che, secondo Fantoni, escludono la Fnsi dai soggetti sindacali titolari della contrattazione nel pubblico impiego. Tutto ciò dopo quattro anni di silenzio, nei quali abbiamo registrato soltanto il positivo atto di indirizzo dell’ex Ministro della Funzione Pubblica, Franco Frattini, che invitava l’ARAN ad aprire il negoziato”. Prot. n. 30/C. Roma, 8 marzo 2004
Federazione Nazionale della Stampa Italiana
NELLA SANITA' I DIRITTI DELL'INDIVIDUO SONO UN OPTIONAL?
Firenze, 8 Marzo 2003. Consideriamo tre recenti episodi in materia di Sanita' che sono non piu' l'allarme di un pericolo, ma l'esplicita dimostrazione che e' gia' stato travalicato il rispetto della dignita' umana, calpestando i diritti dell'individuo.
1) Lo scorso 26 febbraio il Senato ha deciso di non ascoltare gli allarmi del Garante della Privacy e di modificare una normativa in vigore dallo scorso 1 gennaio, cioe' che negli studi medici, di qualsiasi tipologia, era necessario tutelare e garantire la Privacy dell'utente, non chiamandolo davanti agli altri per nome. Questa legge aveva trovato avversita' notevole soprattutto da parte della federazione dei medici di famiglia, che alla fine e' riuscita ad averla vinta nonostante che lo stesso ministro della Salute, Girolamo Sirchia, fosse contrario a questa modifica in dispregio della
Privacy.
Se anche la Camera approvera' questa modifica (come e' molto probabile accadra'), negli studi dei medici di base, anche se l'ambulatorio e' grande e raccoglie un numero enorme di pazienti di altri medici, il paziente stesso potra' essere chiamato per nome davanti a tutti. Cosa che non sara' possibile in ambulatori di altra tipologia, ad esempio quelli ospedalieri. Quindi addio Privacy. Ecco come, nel nostro Paese, si continua a vivere impregnati di interessi corporativi che sovrastano quelli di tutti i singoli, e quindi della collettivita'.
Perche' e' evidente che, mentre la struttura pubblica dovra' adeguarsi -spendendo denaro- a questa garanzia di privacy, la corporazione dei medici di base ne sara' esentata, non spendendo denaro per adeguare le loro strutture. I singoli pazienti pagheranno con la loro liberta' e privacy l'esenzione di questa norma per la corporazione privilegiata che e' riuscita ad imporsi. In un Parlamento in cui la lobby dei medici ha sempre agito trasversalmente, solo ed esclusivamente alla ricerca di vantaggi della propria corporazione, pur -come nel nostro specifico caso- con la contrarieta' di altrettanto medico ministro della Salute.
2) In sede di "Commissione Nazionale Bioetica" si e' tentato di stravolgere la garanzia di diritti inviolabili della persona, cioe' poter decidere sulla propria esistenza in caso di malattia incurabile, o di gravi malattia. Il famoso "Testamento Biologico" recentemente presentato al legislatore, avrebbe potuto integrarsi con il potere decisionale del singolo cittadino, ma ha solo presentato un silenzio tombale, perche' l'unica cosa che e' venuta fuori, e' l'impotenza del singolo cittadino a decidere sul proprio corpo.
3) In un semplice Palazzo di Giustizia, quello di Sanremo, e' stata accolta la richiesta di interdizione di donna diabetica che rifiutava l'amputazione del piede. "Vedere che la vita prende il sopravvento sulla morte mi fa sentire piu' medico e piu' sereno'', e' il commento del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, soddisfatto perchè ''ora la donna sara' curata come si deve, e si rendera' conto che quando avra' una protesi sara' una donna uguale a tutte le altre".
Ci domandiamo se questa non possa essere chiamata Dittatura Sanitaria. Lasciamo alla sensibilita' di ognuno la dovuta interpretazione. A noi il compito di sottolineare come i poteri forti ed eterni delle corporazioni -mediche in questo caso- non sono proprio cio' che dovrebbe e potrebbe servire ai cittadini, agli utenti e ai consumatori per serenamente essere se stessi in una comunita' libera e responsabile. I sudditi al servizio dei privilegiati organizzati in corporazioni sono ancora il motore della nostra Economia, della nostra Sanita' e del nostro Diritto.
Giuseppe Parisi
(medico chirurgo, esperto in terapie complementari, presidente Fomeco)
consulente Aduc