venerdì, aprile 09, 2004
VIAGGIARE INFORMATI: TRENI, COME FARSI RISARCIRE I FURTI
Roma, 9 aprile 2004. In questo periodo aumenta il numero dei viaggiatori in treno e l'occasione e' ghiotta per i ladri, che vedono aumentare le possibilita' di mettere a segno qualche colpo in piu'. Che fare in caso di furti?
L'informazione non e' molto diffusa ma e' possibile farsi risarcire il danno derivante dai furti subiti durante un viaggio in treno. Non per tutti i treni ma per gli Eurostar, gli Intercity, i vagoni letto e le cuccette. Nel prezzo del biglietto e' infatti compresa una quota assicurativa che consente di chiedere un rimborso per il furto. Vediamo in
particolare.
Eurostar e Intercity: sono indennizzati i furti solo per le valigie sistemate nell'apposito vano portabagagli, all'estremita' delle carrozze. Il rimborso e' di 260 euro per valigia per un massimo di due valigie, il massimale e' quindi 520 euro.
Vagoni letto e cuccette: oltre alle valigie sono previsti risarcimenti per il furto di portafogli, macchine fotografiche, computer, ecc., a condizione che le porte siano state chiuse. Il massimale e' di 520 euro. Il passeggero dovra' segnalare il furto al personale del treno, fare la denuncia alle forze di polizia entro 24 ore e inviare la richiesta entro 7
giorni a:
Trenitalia - Divisione passeggeri -
Rapporti esterni, piazza della Croce Rossa 1
- 00161 Roma
o presso gli Uffici passeggeri della stazione di arrivo. Occorre naturalmente allegare alla richiesta copia della denuncia e il biglietto.
Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc
Serventi Longhi (FNSI) al Presidente della Commissione Europea Romano Prodi e ai Commissari Europei Viviane Reding e Mario Monti:
“La Giunta della Fnsi ritiene che il testo della “comunicazione interpretativa” relativa ad alcuni aspetti delle disposizioni della Direttiva “Televisione senza frontiere” determini un ulteriore rafforzamento delle risorse pubblicitarie raccolte dalle televisioni. La realtà italiana già rappresenta un’anomalia europea in quanto consente alle tv nazionali, ed in particolare Rai e Mediaset, di raccogliere ben oltre il 50% delle risorse. Inoltre, la proposta di legge Gasparri sulla riforma del sistema televisivo esclude dai limiti previsti le telepromozioni e le televendite. Una situazione che in particolare negli ultime mesi, ha rafforzato il rastrellamento della pubblicità soprattutto da parte del network privato Mediaset.
L’insieme di questi provvedimenti avrebbe conseguenze gravissime sulla carta stampata (quotidiani e periodici) e sull’emittenza radiotelevisiva locale.
La Fnsi rileva inoltre che il meccanismo dello lo schermo ripartito (spleet screen advertising) e quello della pubblicità virtuale (virtual advertising) determinano una inaccettabile commistione tra l’informazione e la pubblicità consentendo addirittura che un telegiornale possa essere trasmesso con a fianco messaggi pubblicitari. La pubblicità virtuale consente inoltre, ad esempio, di trasmettere una partita di calcio con sullo sfondo del campo un messaggio promozionale virtuale. Ciò determina una inaccettabile e assurda commistione vietata rigorosamente dallo stesso contratto di lavoro giornalistico e dalle norme deontologiche fissate dalle carte etiche dei giornalisti italiani. I colleghi delle televisioni sarebbero, quindi, portatori inconsapevoli di messaggi pubblicitari.
Il Sindacato dei giornalisti italiani ritiene che le regole sulla pubblicità e l’informazione vigenti a livello europeo e in molti stati dell’unione impediscano ai conduttori dei programmi televisivi ed ai giornalisti di accostare la propria immagine e la propria professionalità ai messaggi pubblicitari. In conclusione riteniamo che la “comunicazione interpretativa” non rappresenti alcuna accettabile interpretazione delle norme e sacrifichi gli interessi degli altri media e dei cittadini telespettatori.
Siamo certi che ella terrà conto delle nostre osservazioni e che sia quindi possibile un profondo ripensamento della normativa e, soprattutto, della professionalità e dell’autonomia dei giornalisti”. Prot. n. 58/C Roma, 9 aprile 2004
Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale
Federazione Nazionale della Stampa
L’insieme di questi provvedimenti avrebbe conseguenze gravissime sulla carta stampata (quotidiani e periodici) e sull’emittenza radiotelevisiva locale.
La Fnsi rileva inoltre che il meccanismo dello lo schermo ripartito (spleet screen advertising) e quello della pubblicità virtuale (virtual advertising) determinano una inaccettabile commistione tra l’informazione e la pubblicità consentendo addirittura che un telegiornale possa essere trasmesso con a fianco messaggi pubblicitari. La pubblicità virtuale consente inoltre, ad esempio, di trasmettere una partita di calcio con sullo sfondo del campo un messaggio promozionale virtuale. Ciò determina una inaccettabile e assurda commistione vietata rigorosamente dallo stesso contratto di lavoro giornalistico e dalle norme deontologiche fissate dalle carte etiche dei giornalisti italiani. I colleghi delle televisioni sarebbero, quindi, portatori inconsapevoli di messaggi pubblicitari.
Il Sindacato dei giornalisti italiani ritiene che le regole sulla pubblicità e l’informazione vigenti a livello europeo e in molti stati dell’unione impediscano ai conduttori dei programmi televisivi ed ai giornalisti di accostare la propria immagine e la propria professionalità ai messaggi pubblicitari. In conclusione riteniamo che la “comunicazione interpretativa” non rappresenti alcuna accettabile interpretazione delle norme e sacrifichi gli interessi degli altri media e dei cittadini telespettatori.
Siamo certi che ella terrà conto delle nostre osservazioni e che sia quindi possibile un profondo ripensamento della normativa e, soprattutto, della professionalità e dell’autonomia dei giornalisti”. Prot. n. 58/C Roma, 9 aprile 2004
Paolo Serventi Longhi
Segretario Generale
Federazione Nazionale della Stampa
RICORSI MULTE CODICE DELLA STRADA
DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE, DOVE ANDIAMO? DALL'AUTORITARISMO LEGISLATIVO ANTICOSTITUZIONALE ALL'ETERNO CONTENZIOSO. GLI ETERNI PROBLEMI IRRISOLTI?
Firenze, 9 Aprile 2004. Con la sentenza della Corte Costituzionale n.114/04, con cui e' stato dichiarato incostituzionale, per i ricorsi al giudice di pace contro infrazioni al codice della strada, l'obbligo del deposito
cauzionale della meta' del massimo della sanzione (in genere il doppio dell'importo della multa comminata), si riapre la stagione del contenzioso permanente? Da quando queste norme furono approvate lo scorso agosto 2003, gli amministratori non hanno fatto altro che approfittarne, continuando quella politica dell'"agguato" che ormai caratterizza buona parte degli accertatori di infrazioni al codice: i bilanci preventivi di ogni amministrazione sono impinguati di entrate da questo tipo di proventi.
Il legislatore ha aiutato queste amministrazioni, quasi come compenso per le minori entrate erogate loro, anche infrangendo la nostra massima Carta. C'e' anche da aggiungere che la stessa Corte alcuni giorni fa, sentenza 98/04, ha consentito il deposito dei ricorsi al giudice di pace anche per via postale. Mentre la Cassazione non si ferma nel ricordare che, per le multe comminate grazie ad autovelox, il verbale deve contenere l'esplicita indicazione del perche' non si e' proceduto alla contestazione immediata (4511/04). E non crediamo ci vorra' molto tempo per una pronuncia della Corte Costituzionale contro la decurtazione dei punti della patente al proprietario del veicolo nel caso in cui sia sconosciuto chi ha commesso l'infrazione (uno degli altri "mostri" delle nuove norme).
Succedera' una sorta di ritorno al passato, prima delle riforme dell'agosto scorso, quando ogni giorno erano centinaia i contravventori che varcavano le soglie degli uffici dei giudici di pace. Al pessimo rimedio del legislatore, con relativa caduta verticale di fiducia degli amministrati verso la credibilita' civica e legislativa dello stesso, non potra' oggi che
corrispondere una reazione simile al passato. Perche' no, altrimenti?
Perche' "regalare" soldi a questi amministratori desiderosi solo di far cassa e che non fanno nulla perche' i problemi legati alla mobilita' pubblica e privata trovino una soluzione? Cosa e' cambiato nelle nostre citta' e nelle nostre autostrade o strade extraurbane dopo l'approvazione di queste norme oggi abrogate dalla Corte Costituzionale? Sicuramente meno morti grazie alla patente a punti (e non e' poco), ma non sicuramente piu' rispetto dei codici, meno intasamenti e ingolfamenti urbani ed extra-urbani, per cui ognuno si chiede: ma a cosa sono serviti tutti questi soldi che le amministrazioni hanno intascato da questa montagne di multe su cui non si poteva fare ricorso?
E qui sta il punto.
Per cui aspettiamoci di tutto. E ovviamente noi saremo in prima fila nel supportare e informare i cittadini perche' facciano valere i loro diritti. Cittadini ancor piu' inviperiti di prima, perche' nel frattempo hanno assaporato il gusto della beffa di queste norme anti-costituzionali invece di una autorita' comprensiva che li aiutasse nei loro problemi rispettando la legalita' di tutti.
Noi non abbiamo le ricette in tasca. Ma possiamo indicare al legislatore e all'amministratore che urge fare in modo diametralmente opposto rispetto a come si e' fatto fino ad oggi: con il rigore della legge e il rispetto di diritti. Che sono non solo dalla parte di uno Stato che per farli rispettare diventa arrogante, ma soprattutto dalla parte di cittadini che devono essere aiutati da questo Stato a rispettarli. Un principio generale oggi dimenticato. e che proprio per questo ci ha portato al marasma attuale. Si puo' e si deve porvi rimedio.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
UOVA E COLOMBE LE DEVI SCEGLIER BENE…
I CONSIGLI DEL CODACONS
E' arrivata la sorpresa dell'uovo di Pasqua: non sono di cioccolato! Non almeno quello che intendiamo noi. Sono in circolazione uova con il surrogato di cioccolato, il finto cioccolato prodotto con grassi vegetali in aggiunta o al posto del burro di cacao. Una vera sconfitta per il palato, oltre che per la nostra salute. Il costoso e gustoso burro di cacao, infatti, è sostituito da materie grasse meno nobili come il burro di karitè, olio di palma, illipè che sono ricchi di acidi grassi saturi, responsabili dell’aumento del colesterolo cattivo nel sangue. Al contrario, il cioccolato autentico abbassa il livello di questo colesterolo grazie ai flavonoidi che hanno anche un'azione antiossidante. Alla larga dunque dal surrogato! Anche per le colombe le insidie non mancano, basti pensare agli ingredienti ogm. Ma come riconoscere le uova e le colombe buone da quelle cattive? Di seguito i nostri consigli:
· Prima dell'acquisto. L'unico strumento che avete per valutare la qualità a scatola chiusa, è l'etichetta. Ricordatevi, che la lista degli ingredienti deve essere, per legge, in ordine decrescente di concentrazione. I primi ingredienti sono i più abbondanti e poi, scendendo, diminuiscono di quantità.
- Uova. Un cioccolato per essere al top dovrebbe contenere, nell'ordine: cacao in polvere e burro di cacao (pasta di cacao), zucchero, latte in polvere, aromatizzanti naturali. Il burro di cacao è l'elemento più importante: verificate, quindi, a che punto della lista si colloca. Se trovate scritte strane, del tipo, "contiene grassi di sostituzione" abbandonate l'uovo!
- Colomba. Una colomba per essere al top dovrebbe contenere, nell'ordine: farina, zucchero, uova, burro, canditi. In particolare le uova devono essere di categoria A (no all'albume in polvere!), il burro, da preferire decisamente alla margarina, deve essere in quantità non inferiore al 16%, mentre i canditi non devono essere meno del 15% (tra 15 e 20%). Il latte è facoltativo. Se c'è è preferibile che non sia scremato e va decisamente evitato quello in polvere. E i conservanti? Meglio che non ci siano! Se si usano materie prime di qualità non c'è bisogno di conservanti per arrivare alla data di scadenza. La certificazione di un ente indipendente che attesta che il prodotto è ogm-free è indice della serietà della ditta.
· Dopo l'acquisto. Dopo l'apertura il modo migliore per stabilire la qualità del prodotto è la prova d'assaggio. Segue la valutazione del profumo. Al terzo posto l'aspetto. In particolare:
- Uova. Al palato è facilissimo riconoscere il cioccolato puro: si scioglie in bocca e scivola via. La tendenza a sciogliersi è direttamente proporzionale al contenuto di burro di cacao ed inversamente proporzionale al contenuto di zucchero, che spesso viene messo in eccesso per aumentarne il peso. L'aspetto è lucido, il profumo aromatico, al tocco sembra freddo e si scioglie facilmente in mano.
- Colomba. La lievitazione è importante anche per valutare la sofficità. Verificate la crescita del dolce rispetto al pirottino (l'involucro di carta con bordo pieghettato usato come contenitore): la colomba non deve essere piatta. Nell'impasto i buchini prodotti dalla fermentazione non devono essere delle caverne. La crosta non deve essere troppo scura. Il colore dell'impasto deve essere dorato, la glassatura consistente. Per i canditi: più sono grandi e maggiore è la loro qualità. In bocca, poi, devono essere morbidi.
· No alle incette. Da martedì i prezzi di uova e colombe magicamente scenderanno. Non fate, quindi, inutili incette.
· Uova o cioccolato? Ricordatevi che le uova costano molto di più rispetto ad una tavoletta di cioccolato e ad una sorpresina comperata a parte, che avrete il vantaggio di poter scegliere, rispettando così anche i criteri di sicurezza (ricordiamo che le sorpresine dell'uovo sono pericolose perché troppo piccole).
· Prodotti civetta. Nei grandi supermercati è possibile che vi vendano uova o colombe a prezzi stracciati anche prima di Pasqua. Sono i cosiddetti prodotti "civetta", venduti sottocosto per attirarvi nel supermercato e poi vendervi anche tutto il resto (agnello, affettati,….). Approfittate dell'offerta, ma andate con la lista dettagliata della spesa, obbligandovi a rispettarla. Eviterete di dissipare il vantaggio ottenuto con acquisti di cose inutili.
· Confrontate i prezzi reali. Non fermatevi al prezzo della confezione, spesso hanno pesi diversi. Meglio abituarsi a guardare i prezzi al chilo.
CODACONS
EUROPEE: I CONSUMATORI VOGLIONO UN PARTITO NUOVO E ASSALTANO I BANCHETTI DELLE FIRME SPARSI NELLE CITTA’
A PASQUA TRE GRANDI CONVENTION ELETTORALI IN LOMBARDIA, TOSCANA E LAZIO CON OLTRE 70.000 SOSTENITORI CHE VERRANNO DA TUTTA ITALIA PER SOTTOSCRIVERE LA LISTA E LANCIARE LA CAMPAGNA DEI DIRITTI DI PRIMAVERA
SUI BANCHETTI DELLA LISTA GRATIS I MODULI PER AVERE I RIMBORSI
Prosegue nel migliore dei modi la raccolta firme di Lista consumatori, il movimento politico creato dal Codacons, per presentarsi alle prossime elezioni europee.
I cittadini, infatti, hanno accolto positivamente la nascita di un movimento che, grazie all’esperienza di anni nel settore del consumerismo, conosce da vicino le esigenze reali dei cittadini, ed è esterna alle logiche partitiche che spesso danneggiano i consumatori.
I banchetti per la raccolta firme di Listaconsumatori, presenti in tutte le città italiane, sono stati letteralmente presi d’assalto dai cittadini, che ogni giorno hanno deposto migliaia di firme affinchè i propri interessi siano rappresentati con maggiore incisività a livello politico. “Questo fatto – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi – dimostra che gli italiani sono stufi dei soliti partiti che promettono e non mantengono, e hanno voglia di qualcosa di nuovo”.
E proprio a suffragare tali consensi a Pasqua verranno organizzate 3 convention in 3 regioni: Lazio, Lombardia e Toscana. I sostenitori della Listaconsumatori, provenienti da tutta Italia, si incontreranno per sottoscrivere la lista e per lanciare la nuova campagna di primavera del Codacons. Campagna che prevederà la diffusione gratuita in ogni banchetto di modelli utili ai consumatori: moduli per chiedere il rimborso delle spese di spedizione delle bollette, quelli per il rimborso dell’Iva sul gas, modelli di denuncia per i bond Parmalat, Cirio e Argentina e altri documenti utili per far valere i diritti dei cittadini dimenticati dai partiti tradizionali.
CODACONS
BENZINA: SI IMPENNA IL PREZZO ALLA POMPA
IL CODACONS SFIDA BERLUSCONI: SE VUOLE TAGLIARE LE TASSE, INIZI DAL RIDURRE LE IMPOSTE SUL PREZZO DELLA BENZINA
L’ASSOCIAZIONE CHIEDE SGRAVI DI 0,025/ 0,050 EURO SUL PREZZO AL LITRO
Ancora in aumento i prezzi della benzina, con il prezzo al litro che ha raggiunto oggi un livello vertiginoso: 1,110 euro al litro (2.150 delle vecchie lire).
Una situazione che il Codacons ritiene molto preoccupante, soprattutto se si considera l’andamento dei prezzi alla pompa delle ultime settimane che ha determinato un aggravio di spesa non indifferente per i cittadini italiani. Per questo motivo l’associazione lancia oggi una sfida al Governo finalizzata a contenere l’aumento dei prezzi dei carburanti.
“Se davvero Berlusconi, come va ripetendo oramai da svariati giorni, vuole ridurre le tasse ai cittadini italiani, allora cominci proprio dalla riduzione delle imposte e delle accise sulla benzina” - afferma il presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi.
“E’ inutile infatti adottare provvedimenti, come la riduzione delle aliquote, che vanno a vantaggio solo di alcune categorie e dei redditi alti – prosegue Rienzi – ma bisogna intervenire su situazioni che riguardano, e danneggiano, la collettività”.
Per questo il Codacons chiede oggi a Berlusconi di adottare misure urgenti ed immediate per ridurre le imposte sulla benzina di almeno 0,025/0,050 euro al litro, determinando così l’abbassamento del prezzo del carburante alla pompa ed un vantaggio reale ed immediato per tutti i cittadini.
CODACONS
martedì, aprile 06, 2004
INFLUENZA: AVEVA RAGIONE IL CODACONS! LE GRIDA DI ALLARME ERANO SOLO PROPAGANDA PRO CASE FARMACEUTICHE
ORA LA MAGISTRATURA DOVRA' INDAGARE SU TUTTI COLORO CHE HANNO ALLARMATO INUTILMENTE LA POPOLAZIONE FACENDO GUADAGNARE MILIONI DI EURO ALLA INDUSTRIA FARMACEUTICA
IL CODACONS CHIEDE DI ACCERTARE CHE TRA I GIORNALISTI ED ESPERTI CHE TUTTI GLI ANNI LANCIANO L'ALLARME E LE CASE FARMACEUTICHE NON VI SIANO LEGAMI DI ALCUN GENERE
NE' INFLUENZA NE' VACCINAZIONE DI MASSA E TUTTO E' FILATO LISCIO...COME MAI?
Anche quest’anno l’influenza ha deluso tutti e non ha costretto a letto milioni di italiani. Con l’arrivo della bella stagione e superato il periodo critico è venuto il momento di fare il punto della situazione.
A fine settembre l’allarme: 1 italiano su 6 quest’anno costretto a letto dall’influenza! Questo affermavano medici ed esperti del settore, sostenendo la necessità di una vaccinazione di massa.I fatti smentiscono però tali grida d’allarme: quest’anno l’influenza non ha avuto i nefasti effetti annunciati nonostante la vaccinazione non sia stata inflitta alla collettività.
E allora il Codacons aveva ragione: l’associazione, infatti, sosteneva non solo che erano infondati gli avvertimenti di pericolo circa l’ondata d’influenza che avrebbe colpito l’Italia, ma che questi erano strumentali, cioè diretti a favorire le case farmaceutiche che ogni anno immettono sul mercato i vaccini antinfluenzali.
I fatti quindi hanno dato ragione all’associazione di consumatori. “Ora – afferma l’avv. Carlo Rienzi, Presidente Codacons – ci auguriamo che la magistratura indaghi su coloro che nei mesi precedenti hanno allarmato la popolazione, facendo entrare svariati milioni di euro nelle tasche dell’industria farmaceutica. Indagini che – conclude Rienzi – dovranno essere estese anche verso quei soggetti – giornalisti ed esperti del settore – che ogni anno lanciano allarmi sconsiderati sull’ondata di influenza, al fine di accertare che tra questi e le case farmaceutiche non vi sia alcun legame”.
CODACONS
lunedì, aprile 05, 2004
Serventi Longhi: alla Rai un golpe contro la presidente Annunziata
“Quanto sta accadendo in Rai sul piano di riorganizzazione ha dell’incredibile", dice Paolo Serventi Longhi, segretario Generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana.
"Con il voto di 3 consiglieri su 5 passa un progetto che affida al diretto controllo del direttore generale tutti i settori produttivi dell’Azienda, compresa l’informazione. Un vero e proprio golpe attuato contro l’opinione del presidente Lucia Annunziata e di vasti settori parlamentari e aziendali, non solo vicini all’opposizione", afferma Serventi Longhi.
"Con una maggioranza ridottissima, Flavio Cattaneo ha imposto la sua logica depotenziando lo stesso ruolo del Cda, quello dei direttori di rete e persino quello dei direttori responsabili delle strutture informative. Con tanti saluti per l’autonomia delle testate e dei giornalisti che rischiano di dover sottomettere la qualità dei prodotti alle esigenze del marketing. La maggiore Azienda produttrice di informazione e di cultura del nostro Paese rinuncia alla qualità e all’efficienza per privilegiare le volontà del direttore generale e quindi gli interessi politici del Governo", prosegue il segretario della Fnsi.
"Tutto ciò in stretto raccordo con la legge Gasparri, che proprio da domani sarà in discussione al Senato e che, se approvata, prevederà il massimo controllo della Rai da parte del Governo”, conclude Serventi Longhi. Prot. n. 53. Roma, 5 aprile 2004
Federazione Nazionale della Stampa Italiana
IN CALABRIA I PASTORI SI VENDONO I FIGLI...E IL CODACONS DENUNCIA LA REGIONE CALABRIA PER OMISSIONE DI ATTI DI UFFICIO
GRAVISSIME CONDIZIONI DI INDIGENZA NELL'ENTROTERRA CALABRESE
Una clamorosa denuncia alle Procure della Repubblica di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valenzia, Rossano, Lamezia Terme, Palmi, Paola, Castrovillari, e Locri è stata presentata oggi dal Codacons contro la Regione Calabria.
Dopo il gravissimo episodio della presunta vendita di un figlio da parte di un pastore calabrese, il Codacons vuole accertare cosa ha fatto e cosa fa la Regione, che per legge e in base ai principi della Costituzione avrebbe il compito di assistere le situazioni di difficoltà economiche e sociali e rimuovere le sacche di povertà eliminando situazioni a rischio come quelle evidenziate dal raccapricciante episodio di questi giorni.
"E’ vergognoso che in Calabria, come pure in altre situazioni del sud Italia, ci siano ancora certe situazioni di grande disagio per i cittadini – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi - Si pensi ai tanti paesi dell’entroterra dove mancano non solo i treni, ma anche le strade e le infrastrutture essenziali, o all’elevato tasso di povertà e disoccupazione degli abitanti, alla carenza di assistenza per quei cittadini che vivono situazioni di estremo disagio che sfociano poi in gesti gravi come quello dei giorni scorsi”.
“Sono le istituzioni che hanno la responsabilità di certe situazioni – conclude Rienzi – e anche loro devono essere chiamate in causa quando si verificano episodi tristi come quello della presunta vendita del bambino”.
CODACONS
RUANDA: L’EREDITA’ DEL GENOCIDIO E DELLA GUERRA DEL 1994 ANCORA TUTTA DA AFFRONTARE, DENUNCIA AMNESTY INTERNATIONAL
A dieci anni dai fatti del 1994, il genocidio, la guerra e l’Hiv/Aids hanno prodotto una generazione di bambini orfani che vivono in condizioni disperate e sono soggetti ad abusi e sfruttamento.
Amnesty International ha diffuso oggi un rapporto (“Marchiate per morire: le sopravvissute allo stupro con l’Hiv/Aids in Ruanda”) in cui denuncia come gli scampati al genocidio del 1994 rimangano terrorizzati e traumatizzati, spesso ridotti ai margini della societa’ e con scarso accesso ai servizi medici.
“Le premesse per un ulteriore conflitto e per l’insicurezza resteranno in piedi fino a quando il governo del Ruanda non onorera’ il suo proclamato impegno a rispettare i diritti umani” – ha affermato Amnesty International.
L’organizzazione per i diritti umani chiede al governo ruandese e alla comunita’ internazionale di risarcire e ricompensare le vittime del genocidio e di prendere dovutamente in considerazione le richieste di giustizia provenienti dal Ruanda. La comunita’ internazionale, in particolare, dovra’ dedicare risorse finanziarie, tecniche e politiche alla protezione dei diritti umani nel paese.
Nel 1994, la popolazione ruandese assistette a una delle piu’ orribili manifestazioni di violenza dello scorso secolo. Fino a un milione di persone vennero uccise nel corso del genocidio portato avanti dalle milizie interahamwe e delle rappresaglie del Fronte patriottico ruandese.
Le sopravvissute allo stupro sono tra i gruppi piu’ colpiti dal genocidio. Secondo stime delle Nazioni Unite, nel 1994 vennero perpetrati da 250.000 a 500.000 stupri. Molte delle vittime soffrono oggi di malattie a trasmissione sessuale, come il virus dell’Hiv/Aids, e nutrono ben poca speranza di ricevere cure mediche o un risarcimento. L’80% delle sopravvissute allo stupro e’ ancora fortemente traumatizzata.
Sebbene l’accesso ai trattamenti medici sia migliorato rispetto al passato, la grande maggioranza di queste donne possono solo sperare che, una volta decedute, qualcuno riesca a occuparsi dei loro figli. Amnesty International chiede al governo del Ruanda di garantire, con l’aiuto dei paesi donatori, la fornitura di cure mediche a tutte le sopravvissute alla violenza sessuale.
E’ emblematica una delle storie raccolte da Amnesty International nel corso delle sue missioni in Ruanda: “Il mio primo marito venne ucciso nel corso del genocidio, quando mio figlio aveva tre mesi. I miliziani mi stuprarono. Quando seppi che avevo contratto il virus dell’Hiv/Aids, il mio secondo marito divorzio’ lasciandomi sola con tre figli. Ora non so dove trovare i soldi per il cibo, l’affitto, la scuola… La mia piu’ grande preoccupazione e’ che cosa accadra’ ai miei figli se moriro’…”
“Il Ruanda si trova di fronte a sfide enormi nell’amministrazione della giustizia. Cio’ nonostante, senza indagare e punire le violazioni commesse tanto dal governo genocida quanto da quello in carica del Fronte patriottico ruandese, i diritti dei ruandesi continueranno a essere violati e si creeranno le condizioni per una instabilita’ e una impunita’ durature”.
Sul genocidio in Ruanda, il redattore di questo blog, consiglia di visitare il sito di Amnesty International Usa
Carte bancomat/pagobancomat clonate
…il cittadino continua ad essere vittima innocente
CODICI: la garanzia della sicurezza è dovere delle banche
Il CODICI, prendendo in considerazione il caso di un proprio assistito, il signor F.M., è intervenuto nella spiacevole vicenda che ha coinvolto e danneggiato onesti cittadini che, in qualità di utenti, hanno usufruito del servizio sportello bancomat, ignari della presenza di microspie dirette alla duplicazione e alla registrazione dei dati contenuti nella carta bancomat.
Tali circostanze, denuncia il CODICI, lasciano palesemente intendere che nessuna disposizione di controllo o di verifica diretta alla sicurezza degli sportelli bancomat è stata posta in essere, disposizioni, invece, che è dovere della banca porre in essere al fine di garantire la sicurezza dei propri utenti.
Le norme contrattuali che regolano il servizio bancomat/pagobancomat, infatti, prevedono che la banca, che gestisce lo sportello bancomat, deve predisporre tutte quelle misure di sicurezza al fine di evitare nocumento, fisico ed economico, agli utenti del servizio stesso.
Il CODICI, ritenendo che il proprio assistito, il signor F.M., non era tenuto a conoscere quelle cognizioni tecniche tali da poter prevedere e bloccare la clonazione della propria carta bancomat, e che, invece, la banca le avrebbe dovute possedere, dato che è suo dovere assicurare la sicurezza dei beni e dei servizi da essa messi a disposizione, e che, quindi, avrebbe dovuto predisporre accorgimenti al riguardo, denuncia che le modalità con cui terze persone sono venute a conoscenza, e fraudolentemente hanno utilizzato i dati registrati sulla carta di cui il signor M. è titolare, prescindono dagli obblighi di accortezza e riservatezza a carico di questi ultimi.
Il CODICI, pertanto, ha chiesto all’Istituto bancario di rimborsare le somme relative alle operazioni mai effettuate dall’utente, signor F.M., in quanto frutto di attività criminosa avverso la quale non sono state predisposte idonee misure di sicurezza e prevenzione.
“Tutte le banche – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del CODICI – dovrebbero prestare particolare accortezza ai loro sistemi di sicurezza al fine di garantire all’utente un servizio non solo efficiente, ma anche sicuro. Tutti i cittadini sono invitati a segnalare al CODICI (tel. 06.5571996) casi anomali”. Roma, 5 aprile 2004
CODICI
COLOMBE PASQUALI: SCEGLIERE LA QUALITA'
Roma, 5.4.2004. Acquistare una colomba pasquale ma di qualita'. E' il consiglio che suggeriamo ai consumatori per comperare al miglior rapporto qualita' prezzo e per sostenere i produttori di qualita'. Per questo occorre leggere l'etichetta che accompagna il prodotto: la qualita' e il costo dipendono dalla composizione e dalla quantita' di ciascun elemento. Una colomba dovrebbe avere la seguente composizione in ordine decrescente: farina, uova, burro, zucchero, oltre ad altri componenti quali i canditi, mandorle, ecc. L'elemento che costa di meno e' lo zucchero per cui alcuni produttori ne aumentano la quantita', facendolo salire al secondo posto, altri aggiungono addirittura margarina od olio di semi. I produttori inoltre non sono obbligati a scrivere se il burro e' fresco di panna o proveniente da siero di latte congelato, cosi' come le uova possono essere fresche (meglio il tuorlo), in polvere o congelate. E' evidente che e' preferibile il burro fresco e il tuorlo di uova fresche, che spesso troviamo nei prodotti artigianali. Occhio all'etichetta dunque perche' la maggior parte dei prodotti che abbiamo esaminato non corrispondono alle caratteristiche da
noi consigliate.
Primo Mastrantoni segretario dell'Aduc
TOSSICODIPENDENZA E RAPPORTO EMCDDA SUGLI EFFETTI POSITIVI DELLE NARCOSALAS.
LETTERA A GIANFRANCO FINI, COORDINATORE PER IL GOVERNO DELLE POLITICHE IN MATERIA
Firenze, 5 Aprile 2004. Il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, ha inviato la seguente lettera a Gianfranco Fini, neo-coordinatore per il Governo delle politiche di prevenzione, monitoraggio e contrasto della diffusione delle tossicodipendenze.
Gentile on. Fini,
che lei in materia di prevenzione e repressione del fenomeno droghe e tossicodipendenza, abbia delle idee precise, e' scritto nero su bianco sulla proposta di legge licenziata dal Governo, e che porta non a caso il suo nome. E che il Governo abbia incaricato proprio lei come coordinatore delle politiche in materia, ci dice altrettanto chiaramente quali siano le intenzioni dell'Esecutivo.
Ma come lei sa, il fenomeno va governato in modo politico, mettendo al centro l'interesse del singolo essere umano come appartenente al nostro consesso civico, che nel suo complesso dovrebbe trarne vantaggio. A nostro avviso dei risultati si possono ottenere non sacrificando ad alcuna ideologia quello che si potrebbe tentare per prevenire il fenomeno e curarlo: il classico buon senso comune applicato alla cosa pubblica.
E' quanto ci e' venuto in mente leggendo il responso dell'Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze (Emcdda, www.emcdda.org), sulle "stanze per il consumo di droghe", conosciute come narcosalas: giudicate positivamente dopo le esperienze in corso in Paesi come Germania, Olanda, Spagna, Svizzera, Australia e Canada. Nell'Ue e in Svizzera ne esistono al momento 62, sparse in 36 citta'.
Si tratta di luoghi per il consumo igienico di sostanze stupefacenti sotto la supervisione di uno staff appositamente formato, che offre accesso a siringhe sterili e altro materiale sanitario, assicurando l'intervento del personale nei casi di emergenza. Lo studio dell'Emcdda sottolinea come le strutture pubbliche siano di grande utilita' per la riduzione delle morti e della diffusione di infezioni trasmissibili tra consumatori di sostanze stupefacenti ad alto rischio. E aggiunge che "non ci sono prove che le stanze di consumo incoraggino un maggior uso di droghe o contribuiscano ad avviare al consumo di stupefacenti".
"Non ci sono neanche prove che offrendo migliori condizioni per il consumo di droghe, esse prolunghino il consumo di persone che altrimenti smetterebbero, ne' che mettano a rischio i trattamenti di riabilitazione". Al contrario, i dati indicano che le narcosalas permettono di raggiungere i consumatori cronici problematici e di inserirli in programmi sanitari e di trattamento, riducendo il livello di presa di rischio dei tossicodipendenti piu' esposti ai pericoli. Questa esperienza -continua il rapporto- fa registrare "diminuzioni della mortalita' e delle infezioni trasmissibili tra coloro che fanno uso di droghe ad alto rischio", consente loro "un piu' ampio accesso a sistemi sanitari e di assistenza sociale, inclusi i trattamenti di riabilitazione" e "riduce i problemi di ordine pubblico nelle zone circostanti".
Perche' le narcosalas siano efficaci -conclude lo studio- e' indispensabile che garantiscano una sufficiente copertura geografica e di orari. Come avra' constatato, on.le Fini, non e' questione di essere pro o contro la legalizzazione delle droghe oggi proibite: diversi di questi Paesi in cui gli esperimenti sono in corso hanno leggi non permissive quanto quella italiana o quanto la sua proposta di riforma.
E' solo questione di politica sanitaria. Che lascia ognuno della sua opinione, ma consente quei vantaggi di cui sopra, per chi ne e' coinvolto direttamente e per chi, in prima persona o meno, ne subisce i riflessi e i costi negativi. Per questo le abbiamo scritto. Perche' da politico con responsabilita' esecutive valuti questi risultati e queste conclusioni dell'Emcdda e ne tragga le dovute conseguenze. La ringraziamo di averci letto.
Vincenzo Donvito
Il rapporto completo dell'Emcdda