<$BlogRSDUrl$>

venerdì, marzo 05, 2004

BOND CIRIO: ALTRO CHE SUPER-CONSOB.NON BASTA METTERE NUOVE SIGLE PER RISOLVERE UN PROBLEMA CHE E’ DI SOSTANZA 


SECONDO LA CONSOB, CHE HA ASSOLTO LE ISTITUZIONI CREDITIZIE, IL PIAZZAMENTO DELLE OBBLIGAZIONI A 35.000 RISPARMIATORI E LA LORO INDUBBIA SOLLECITAZIONE ALL’ACQUISTO DI TITOLI “SPAZZATURA”, CHE NON POTEVANO ESSERE VENDUTI SE NON AD INVESTITORI ISTITUZIONALI, SUI QUALI INDAGANO BEN 13 PROCURE DELLA REPUBBLICA, SAREBBE STATA OPERA DELLO “SPIRITO SANTO”, NON DEI CATTIVI CONSIGLI DELLE BANCHE

Primari istituti di credito, che avevano sollecitato l’acquisto dei bond Cirio ai loro clienti, citati in giudizio nei Tribunali Civili dalle associazioni dell’Intesa dei Consumatori, hanno preferito seguire la strada dei rimborsi ai risparmiatori danneggiati. Tali transazioni ed accordi siglati nei giorni scorsi, dimostrano che le banche qualche responsabilità nel piazzamento dei bond Cirio verso i risparmiatori l’avevano.

Secondo la Consob, che ha terminato le ispezioni negli istituti di credito che hanno piazzato i titoli ai risparmiatori, i bond Cirio non sono mai esistiti nel paniere di offerta delle banche ma si sarebbero improvvisamente materializzati nei depositi a custodia e nei portafogli della clientela per “smaterializzarsi” durante le “accurate” ispezioni improvvisamente annunciate: ciò che risulta alle minuziose indagini delle Procure, tanto per cambiare, non risulta, come per i bond argentini presenti nei portafogli delle banche ed addossati ai consumatori quando l’Argentina era prossima al default a una Commissione Nazionale sulle Società e la Borsa sempre molto attenta nel tutelare determinati interessi,che non sono mai stati quelli dei risparmiatori ! E’ una vera e propria vergogna !

Se la Consob, anche in questa fattispecie, fornisce l’ennesima assoluzione rispetto agli scorretti comportamenti delle banche,immaginiamo che cosa potrà essere,con questi presupposti e con i poteri assegnati dal disegno di legge sul riordino del risparmio, la Super-Consob,che per poter riacquistare quella credibilità incrinata dai troppi scandali finanziari che non ha voluto vedere in tempo,ha bisogno soprattutto di trasparenza.

D’altronde, spiega l’IntesaConsumatori, le responsabilità qualcuno le avrà e vanno stabilite in fretta, stabilendo al contempo regole nuove che prevedano un maggior coinvolgimento delle associazioni dei consumatori nei futuri controlli.

Poiché Consob e Bankitalia,seppur sollecitate a rispondere a precise richieste dell’ Intesaconsumatori, hanno fatto orecchie da mercante per verificare dai tabulati delle banche, se i titoli argentini appioppati ai risparmiatori furono acquistati sui mercati oppure erano nel portafoglio delle banche,le associazioni dell’Intesa sono costrette ad inserire sui loro siti, un fac-simile di denuncia alle Procure della Repubblica,come avvenuto per Parmalat,per chiarire aspetti delicati di uno scandalo che riguarda 450.000 cittadini.

CODACONS

ALTRO CHE AMMUTINAMENTO PER I SOLDATI CHE RIFIUTANO DI ANDARE IN IRAQ PER LA PERICOLOSITA' DEGLI ELICOTTERI 


IL CODACONS DENUNCIA I FATTI ALLA PROCURA MILITARE DI ROMA E AL MINISTRO DELLA DIFESA CHIEDENDO UNA INCHIESTA IMMEDIATA SULLE CONDIZIONI DEI VELIVOLI E LA DESTITUZIONE DI CHI AVESSE LASCIATO UTILIZZARE MEZZI NON SICURI AI NOSTRI MILITARI


Cinque piloti dell’Esercito hanno rifiutato di partire per la missione in Iraq. Contro di loro è stata aperta un’inchiesta dalla Procura militare con l’accusa di ammutinamento. Al centro del rifiuto ci sarebbe la carenza di misure di sicurezza, tali da tutelare l’incolumità dei militari, installate sugli elicotteri in missione.

Un motivo più che sufficiente – commenta il Codacons – per rifiutare la partenza.

Ma la questione che adesso si pone è anche un’altra: quale il livello di sicurezza dei mezzi utilizzati dai nostri militari in Iraq?

Se infatti le accuse dei 5 militari sono fondate, occorre allora accertare in quali condizioni di sicurezza operino i militari italiani.

Per questo l’associazione ha denunciato alla Procura militare e al Ministero della Difesa i fatti segnalati dai militari oggetto dell’inchiesta, chiedendo l’apertura di una indagine immediata sulle condizioni dei velivoli in azione in Iraq e la destituzione di chi avesse lasciato utilizzare ai militari mezzi con insufficiente livello di sicurezza.

CODACONS

CLAMOROSA DECISIONE DEL TAR PER LA SICUREZZA DEI VOLI!!! 


ACCOLTA LA RICHIESTA DEL CODACONS DI ACCERTARE SE LE MISURE ADOTTATE DALL'ENAC PER TALE SICUREZZA SIANO STATE SUFFICIENTI

MENTRE A MILANO SI CHIUDE IL PROCESSO PER IL GRAVISSIMO INCIDENTE DI LINATE I CONSUMATORI ENTRANO NELLE STANZE SEGRETE DEL CONTROLLO ALLE CARRETTE DEL CIELO

Questa mattina è stata pubblicata la clamorosa ordinanza del TAR del Lazio, sez. 3° pres. Corsaro, rel. Realfonzo, con la quale, accogliendo il ricorso proposto dal Codacons in base alla legge 281/98 , con la difesa degli avv.ti Federica Chertizza e Cristina Tabano, i giudici hanno deciso di vedere chiaro sui controlli effettuati dall'Enac prima e dopo il gravissimo incidente di Sharm El Sheikh per la sicurezza dei voli. Il TAR ha condannato l'ENAC a produrre entro 30 giorni dettagliate spiegazioni circa:

“1) se e quali misure dirette alla tutela della sicurezza dei voli siano state specificatamente adottate dall’ENAC nei confronti delle compagnie controinteressate;

2) una documentata relazione sugli accertamenti e sulle iniziative concretamente adottate dall’ENAC , a tutela dello spazio aereo italiano.”

I giudici si sono anche riservati, alla prossima udienza del 29/04/04, di ordinare all'ENAC nuove e più pesanti misure di tutela per i viaggiatori nei confronti delle carrette del cielo.

Nel ricorso il Codacons sosteneva, tra le altre cose: “Dall’esame attento della legge istitutiva dell’Enac e del suo statuto emerge chiaramente la responsabilità della stessa in ordine ai controlli sugli aeromobili che sorvolano i nostri cieli e al controllo dell’adozione, da parte di tutti i vettori, dei criteri standard adottati sia dalla legge nazionale sia dalla legge Internazionale. In proposito preme rilevare come nonostante la previsione dell’art.37 e 38 della Convenzione di Chicago del 1944 , che impone l’applicazione delle norme ICAO a tutti gli Stati aderenti, l’Enac, in virtù delle sue attribuzioni, non abbia ancora provveduto al recepimento dei criteri standard definiti dall’ICAO”

L’associazione chiedeva quindi di “sospendere ed interdire lo spazio aereo nazionale alle compagnie e agli aeromobili risultanti, all’esito dell’istruttoria, carenti dei requisiti di sicurezza … ed adottare tutte le misure volte ad ovviare tale situazione, in particolare l’inibizione alle compagnie aeree irregolari del decollo ed atterraggio negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, nonché condannare al risarcimento del danno gli enti suddetti ed i vettori che si avvalgono di tali aeromobili”.

“Finalmente - ha commentato l’Avv. Carlo Rienzi - una decisione a tutela dei milioni di passeggeri che in questi mesi sono stati colpiti da terribili sciagure aeree e che costringerà l’ENAC, con il quale già lunedì prossimo avremo un incontro, a maggiore attenzione e interventi più drastici di tutela".

CODACONS

SOLLECITAZIONE ILLEGALE AL RISPARMIO. LA CONSOB DA' RAGIONE TOTALE E FINALE ALL'ADUC 


Firenze 5 marzo 2004. Il 7 Novembre 2003 l'Aduc aveva inviato alla Consob la segnalazione di una pubblicita' di un "contratto di affidamento diamanti" effettuato dalla Diamond-spa che ci pareva essere una sollecitazione al risparmio non autorizzata.

L'operazione, che ci sembrava dare adito a possibili "brutte sorprese" per gli icauti "investitori" era descritta nella pubblicita' in questo modo: "desidera bloccare una parte dei suoi risparmi per un tempo limitato (1 anno) e guadagnare? Prenda un diamante in affidamento.

Come? Ipotizziamo che lei desideri destinare 1000 euro a questa operazione. Diamond Fin le consegnera' in cambio un diamante (certificato, presentato in tessera sigillata e valutato al listino Rapaport) del valore di 1000 euro e si impegnera', al trascorrere di 12 mesi a riprendersi il diamante, restituirle i 1000 euro e corrisponderle 80,00 euro per la "custodia" da lei effettuata.

Lei dovra' esclusivamente impegnarsi a custodire il diamante come le e' stato affidato, cioe' sigillato"; La Consob il 10 dicembre del 2003, con la delibera n.14347, ci aveva dato ragione, e aveva sospeso la diffusione di questa sollecitazione per 90 giorni.

Oggi la Consob ha definitivamente vietato, con delibera n.14454 del 2 marzo 2004, l'attivita' di sollecitazione all'investimento posta in essere dalla Diamond spa avente ad oggetto l'offerta di "contratti di affidamento diamanti".

Ecco uno stralcio del provvedimento:

PREMESSO che, come rappresentato in una segnalazione trasmessa alla Consob da parte dell'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori ("ADUC"), con sede a Firenze, la societa' Diamond s.p.a., ha posto in essere, per il tramite del proprio sito Internet www.diamfin.it, alla pagina http://www.diamfin.it//affidamento.html, una iniziativa denominata "Diamond Fin", consistente in un "investimento, denominato "Contratto di affidamento diamanti", tramite il quale viene offerta la possibilita' di ricevere in affidamento un diamante e, alla scadenza, ottenere l'importo investito maggiorato di una somma, riconosciuta a titolo di compenso per la custodia".
....
RITENUTO che le caratteristiche peculiari dell'operazione ne evidenziano una connotazione prettamente finanziaria;
......
RITENUTO pertanto, attesa la loro natura finanziaria, che i sopra descritti "contratti di affidamento diamanti" sono qualificabili come prodotti finanziari ai sensi dell'art. 1, comma 1, lett. u) del d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, ricorrendo in essi tutte le caratteristiche di un prodotto finanziario, quali l'impiego di capitali, l'aspettativa di rendimento, il rischio direttamente connesso e correlato all'impiego;
.......
RILEVATO che, in relazione all'attivita' posta in essere dalla Diamond s.p.a., non risulta essere stata effettuata la preventiva comunicazione alla Consob, ne' risulta essere stato trasmesso il prospetto informativo destinato alla pubblicazione;
......
CONSTATATA la violazione della disposizione di cui all'art. 94, comma 1, del Decreto medesimo;

D E L I B E R A:
E' vietata l'attivita' di sollecitazione all'investimento avente ad oggetto i "contratti di affidamento diamanti" posta in essere dalla Diamond S.p.a..

IL CODACONS ADERISCE ALL’APPELLO DEI RADICALI. SI AL MONITORAGGIO ELETTORALE 


Il Codacons ha dato piena adesione all’appello lanciato dai Radicali per il varo di un programma di monitoraggio elettorale, nelle forme in cui ciò è già stato previsto o sperimentato dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa, dall’Osce, relativamente alle prossime tornate elettorali in Italia.

“E’ necessario evitare la monopolizzazione politica dei mass media –afferma il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi – e garantire la totale imparzialità degli organi d’informazione, nell’interesse dei cittadini e della democrazia. E’ per questo – conclude Rienzi – che la nostra associazione dà oggi il pieno appoggio all’iniziativa dei Radicali”.


CODACONS

SANREMO SOTTO ACCUSA PER GL ASCOLTI 


SI DIMETTA DEL NOCE E SE NE VADA A MEDIASET VISTO IL PIACERE CHE GLI HA FATTO!!!

ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI DEL CODACONS: TROPPO ALTI I CACHET PAGATI AGLI ARTISTI E FLOP DEGLI ASCOLTI CON DANNO PER LA RAI E VANTAGGIO DI MEDIASET

IL CODACONS LO AVEVA PREVISTO GIA' AD OTTOBRE 2003!!!

PIENAMENTE RIUSCITO LO SCIOPERO DEL TELEVOTO: CROLLO DEL 90% DEI VOTANTI! NEMMENO UN MILIONE SU 13 MILIONI DI ASCOLTATORI: COSTO ECCESSIVO A VANTAGGIO DEI GESTORI TELEFONICI E FACILITA' DI CONDIZIONARE I RISULTATI

A dir poco deludenti gli ascolti del Festival di Sanremo. Dopo l’iniziale entusiasmo della Rai, la seconda e terza serata hanno fatto registrare un brusco calo di telespettatori, con il sorpasso in termini di share del Grande Fratello trasmesso dalla concorrenza.

Una situazione negativa che il Codacons aveva già previsto nell’ottobre 2003, anche nel corso di una puntata di “Otto e mezzo” di Ferrara su La7 nella quale era ospite il Presidente dell’associazione Carlo Rienzi.

La terza serata non era mai scesa, dal 1987 a oggi, sotto i 9 milioni di spettatori: un flop che ha fatto un enorme regalo a Mediaset (che per la prima volta batte la Rai durante il festival) e che non può restare impunito. Per questo il Codacons chiede le dimissioni del Direttore di Raiuno Del Noce.

Ma l’associazione dei consumatori punta il dito anche su un’altra questione: i compensi elargiti dalla Rai agli artisti del Festival di Sanremo, dati pubblicati oggi da Panorama. “Alla luce del pesante calo degli ascolti – afferma Carlo Rienzi – i compensi versati (pare 180.000 dollari per Dustin Hoffman, 320.000 euro per la Ventura, 125.000 euro per la Cortellesi, 150.000 euro per Gene Gnocchi e addirittura 500.000 euro la spesa per la scenografia) appaiono assolutamente eccessivi, visto che si tratta di soldi degli utenti! Per questo motivo – prosegue Rienzi – presentiamo oggi un esposto alla Corte dei Conti perché faccia luce sulle spese del Festival”.

Pienamente riuscito, invece, lo sciopero del televoto lanciato dal Codacons con l’appoggio della Fimi. Basti pensare che fino a ieri i voti raccolti erano inferiori a 500.000, che rispetto ai 13 milioni di telespettatori della prima puntata sono davvero pochi!

“Questo significa - afferma Rienzi – che i telespettatori hanno raccolto il nostro appello a non votare, e che i costi del servizio a carico del votante sono esorbitanti e rappresentano un vantaggio solo per i gestori telefonici. Senza contare – conclude Rienzi – che la mobilitazione delle case discografiche potrebbe condizionare i risultati del televoto, visto che spesso le differenze di voti raccolti tra un cantante e l’altro sono molto basse.”

CODACONS

CONSOB - BANCHE -CIRIO: TARALLUCCI E VINO? 


Firenze, 5 marzo 2004. Lo scoop che alcuni giornali hanno oggi fatto pubblicando i risultati della relazione Consob sul collocamento dei Bond Cirio, sembra sostanzialmente confermato da notizie di agenzia che riportano affermazioni di "ambienti vicini alla Consob".

Questi "ambienti" infatti dicono che si tratta di "elementi parziali, provvisori e non esaustivi", e che "la ricostruzione dei fatti apparsa su alcuni giornali e' incentrata sull'aspetto della sollecitazione all'investimento, preso diffusamente ma non unicamente in esame nella relazione di carattere generale trasmessa dalla Consob alle autorita' giudiziarie competenti".

Quindi c'e' piu' roba, ma cio' che e' stato scritto risponde a verita'. E questa roba in piu' non cambia la sostanza di quanto si conosce parzialmente, pur inserendolo in un contesto piu' ampio.

Per cui, per la Consob, i bond Cirio sarebbero stati venduti dalle banche dietro sollecitazioni dei clienti delle banche stesse, che non hanno spinto le loro agenzie ad effettuare vendite massicce di questi titoli. Con un solo appunto relativo alla lacuna di informazione (interna e verso i clienti), e ai conflitti di interesse (le banche erano collocatrici di bond Cirio e, nello stesso tempo, creditori del Gruppo Cirio).

Motivo per cui sembra che non ci sara' alcuna sanzione.

Sul fatto che le banche non abbiano sollecitato clienti e filiali, ognuno ha le sue versioni (noi crediamo che possa essere vero, ma solo in parte e comunque marginalmente) e, per quanto ci riguarda, sara' la magistratura a pronunciarsi, li' dove e' stata interpellata.

Il conflitto di interesse a noi ci sembra l'elemento piu' grave in assoluto: il fatto che a monte una banca commetta un illecito e su questo organizzi un suo sistema di vendita, anche se quest'ultimo non e' stato -per esempio- con spot televisivi di Sharon Stone (un esempio non a caso ....), non assolve queste vendite.

Il fatto stesso della disponibilita' di questi titoli in quel contesto di conflitto, ci e' piu' che sufficiente per pensare che il salvagente lanciato dalla Consob sia inopportuno e sbagliato. E' la tradizionale premessa per risolvere il tutto a tarallucci e vino.

Questo e' il contesto in cui alcune banche si accingono a transare per la restituzione parziale dei soldi ad una parte degli investitori di questi bond. La grossa dose di ricostituente che oggi la Consob fornisce alla politica di queste banche, ci sembra proprio la premessa per far si' che le operazioni di rimborso si trasformeranno solo in un imbellettamento degli istituti di credito e in sempre meno denaro per i risparmiatori.

La conferma -per noi- che questi tavoli di conciliazione non servono ai risparmiatori, ma solo alle banche, e quel loro sistema di cui la Consob e' organica, per rinnovarsi non cambiando nulla.

Allo stato, quindi, non resta che la via giudiziaria.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

RISPARMI: INVESTIRE IN QUADRI? 


Roma, 5 Marzo 2004. Dopo le mazzate il povero risparmiatore non sa come tutelare i pochi soldi che e' riuscito a salvare. La tentazione di rivolgersi ad altri mercati, come quello dell'arte c'e', ma occorre fare molta attenzione perche' l'illusione di acquistare un quadro, che nel tempo moltiplichera' il proprio valore, puo' dare gravi dispiaceri.

Innanzi tutto occorre smentire la voce che il mercato dell'arte sia alternativo a quello finanziario, va bene l'uno quando va male l'altro. Non e' vero, anzi, e' esattamente il contrario: il mercato artistico cresce quando cresce quello
finanziario. L'investimento nel settore non e' poi cosi' remunerativo e, sul lungo periodo, si potrebbe paragonarlo ad un Bot o a un Btp, cioe' ad un titolo di Stato.

Un economista americano, William Baumol, ha analizzato la variazione dei prezzi di opere artistiche nel corso di 3 secoli, ed e' arrivato alla conclusione che era piu' conveniente investire in titoli di Stato. Da aggiungere il rischio dei falsi o delle "croste" vendute come opere d'arte.

Insomma se si vuole acquistare un quadro o altro oggetto d'arte, bisognerebbe tenere bene in mente che l'unico, o il prevalente, guadagno sta nel godimento estetico. Il che non e' poca cosa.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

giovedì, marzo 04, 2004

Cassintegrati Alfa Romeo: UDIENZA CONCLUSIVA DELLA CAUSA EX ART.28 


venerdi 5 marzo

manifestazione a Milano
con corteo da piazza Duomo al Tribunale


Domani mattina alle ore 9.30 corteo dei cassintegrati dell'Alfa da piazza Duomo al Tribunale di via Pace ove si svolgerà l'udienza conclusiva della causa di appello ex art. 28 promossa da Slai Cobas e Fiom contro la Fiat.

A luglio scorso, in prima istanza, il giudice aveva ordinato alla Fiat di reintegrare i lavoratori in cig e di riportare ad Arese le linee della Multipla spostate a Torino, ma la Fiat non ha mai rispettato la sentenza.

La protesta dei cassintegrati davanti alle banche che sostengono il piano Fiat che chiude Arese.

Dal Tribunale i cassintegrati, sempre in corteo, manifesteranno fino a piazza Cordusio (Unicredit) e a piazza della Scala (Banca Intesa), ove si concluderà la manifestazione con un comizio davanti a palazzo Marino.

· PER IL REINTEGRO DELLE PRODUZIONI E DEI LAVORATORI DELLA CARROZZERIA E DEGLI ENTI CENTRALI

· PER LA DIFESA DELLA FABBRICA

ARESE 4.3.04

SLAI COBAS Alfa Romeo

TV: INUTILI LE SANZIONI DA 10.000 EURO DELL’AUTORITA’ PER LE TLC 


IL CODACONS DIFFIDA L’AUTHORITY A SOSPENDERE LA TRASMISSIONE DI ITALIA1 "BISTURI, NESSUNO E’ PERFETTO"

PROVOCATORIO PROGRAMMA IDEATO DA CODACONS E GIANNI IPPOLITI DAL NOME "ACQUE GIALLE, ACQUE CHIARE"

Le sanzioni dell’ Autorità per le comunicazioni alle trasmissioni televisive che violano le regole sono assolutamente inutili. L’accusa arriva dal Codacons e viene così motivata: una multa da 10.000 euro, per un programma tv, è assolutamente irrisoria se si considera che il programma sanzionato guadagna milioni di euro attraverso la pubblicità.

Se davvero si vuole sanzionare una trasmissione scorretta, allora occorre aumentare il valore delle multe o sospendere il programma contestato.

Ecco perché il Codacons ha presentato una diffida all’Autorità per le comunicazioni affinchè sospenda la trasmissione di Italia1 “Bisturi, nessuno è perfetto”, già contestata dall’associazione nei giorni scorsi.

Intanto il Codacons ha intenzione di realizzare con Gianni Ippoliti la puntata zero di un nuovo reality show, ad alto grado provocatorio, il cui nome sarà “Acque gialle, acque chiare”. Il reality sarà ambientato nei bagni pubblici del paese e mostrerà gli italiani alle prese con i bisogni fisici.

CODACONS

SANREMO: TELECOM RIFIUTA DI FORNIRE I DATI SUL TELEVOTO  


PERCHE’ TANTO MISTERO SUL NUMERO DI TELEVOTI RICEVUTI?


La Telecom ha rifiutato oggi di fornire ai consumatori i dati relativi al numero di televoti pervenuti relativamente al Festival di Sanremo.

Un rifiuto contestato da Adusbef, Codacons e Federconsumatori, che richiamano i principi della trasparenza. Non si capisce perché questi dati, che non sono segreti, non possano essere diffusi da chi li conosce, sostengono le 3 associazioni. Proprio per garantire massima trasparenza nei confronti dei telespettatori del festival e di quanti hanno votato, questi dati andrebbero diffusi senza tanti misteri.

La blindatezza delle cifre del televoto, concludono Adusbef, Codacons e Federconsumatori, non fa che alimentare i dubbi dei cittadini.

Adusbef, Codacons e Federconsumatori

CALCIO: IL CODACONS FA CAMBIARE LA SCHEDINA DEL TOTOCALCIO PER LE PARTITE DI COPPA 


MA ORA I GIOCATORI DELLE SCHEDINE PROTAGONISTE DEL “GIALLO” POSSONO CHIEDERE I DANNI

Vittoria del Codacons sul Totocalcio. Ora nelle schedine che si riferiscono a gare di Coppa si specifica chiaramente che quello da prendere in considerazione è il risultato alla fine dei tempi regolamentari. La vicenda nasceva con la colonna vincente del concorso del Totocalcio n° 8. Le partite incriminate erano quattro: tre nelle quali il risultato era cambiato dopo i rigori (Nantes-Auxerre, Borussia Moenchengladbach-Duisburg e Twente-Feyenoord), più Saint Etienne-Sochaux, terminata 2-2 al 90', ma 2-3 al 120'.

In tutti i casi, i Monopoli avevano considerato per la schedina il segno "X" ma, visto che il regolamento parlava di esito "finale" "conseguito sul campo", il segno avrebbe dovuto essere diverso, sosteneva il Codacons. Il regolamento dei Monopoli si riferiva infatti all’"esito finale" (articolo 19) e al risultato "conseguito sul campo" (articolo 23).

Così il Codacons presentò una diffida ai Monopoli puntando il dito contro tale aspetto del regolamento e chiedendo di rassegnare i premi nell’interesse degli scommettitori.

La vittoria del Codacons non esclude comunque ai giocatori delle schedine contestate di chiedere il risarcimento dei danni in relazione alle mancate vincite dovute a un regolamento impreciso.

SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA SOLO STERILI POLEMICHE E LOTTE TRA POTERI DELLO STATO 


L'ASSOCIAZIONE UTENTI DELLA GIUSTIZIA DEL CODACONS SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CIAMPI

DIECI ANNI PER UN PROCESSO E ASSURDA UNIFICAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI

IN CASO DI RITARDI DELLA GIUSTIZIA ORMAI NEMMENO ARRIVA PIU' IL GIUSTO RISARCIMENTO


Sì alla separazione delle carriere nella Magistratura. Come possono i magistrati ancora chiedere di essere un unico corpo i pm che accusano e i giudici che giudicano senza ledere irrimediabilmente il principio di parità tra imputato e accusatore, cardine della civiltà giuridica moderna?

Eppure insistono e il dibattito al solito tra i partiti si ghettizza in una disputa politica in cui l'utente della giustizia scompare e i suoi interessi restano in secondo piano.

Di qui una lettera al Presidente della Repubblica Ciampi inviata oggi dall’associazione utenti della giustizia del Codacons e di cui di seguito si riposta il testo integrale.

Per il risarcimento da ritardi nei processi – afferma il Codacons - ormai le corti d'appello chiedono la prova del danno del cittadino che ha atteso 10 anni per una sentenza, con una assurda pretesa che non tiene conto che il danno consiste proprio nel fatto che è incivile e pregiudizievole dover aspettare 10 anni per sapere chi ha ragione e chi ha torto!

Lo stesso avviene nei processi penali laddove un poveraccio imputato, a volte infondatamente, di gravi reati rinuncia dopo dieci anni alla prescrizione e chiede di accertare la propria innocenza: in tal caso viene trattato come un pazzo che non si contenta di chiudere il processo e mandato alle lunghe per altri 10 anni....

Senza contare che spesso ci vogliono 10 anni per una causa civile con la sentenza che arriva quando oramai non serve più a nulla.

Altro problema quello degli uffici giudiziari – conclude il Codacons – con aule che sembrano il mercato delle bestie con decine di avvocati che si azzuffano per arrivare davanti al giudice sommerso di carte che non sa nulla della causa sino all'ultima udienza.

Ecco il testo della lettera a Ciampi inviata oggi dall’associazione utenti della giustizia del Codacons


Eccellentissimo Presidente

Abbiamo apprezzato le parole misurate da Lei pronunciate ieri per commentare la revoca dello sciopero dei Magistrati.

Cogliamo l'occasione per esprimerLe la più totale vicinanza degli utenti della Giustizia che davvero non hanno bisogno di scioperi di un servizio pubblico, una funzione essenziale, che purtroppo non consente, per lo stato di crisi in cui versa, la realizzazione di importanti principi costituzionali.

Troppi anni (anche 10!) occorrono per avere una sentenza definitiva che a volte arriva quando non serve più a nulla, decenni anche per avere sentenze penali se solo si osa rinunciare alla prescrizione per difendere la propria dignità ed innocenza.

Migliaia di ricorsi per ritardo della Giustizia attribuiscono somme irrisorie ai cittadini che dovrebbero dimostrare il "danno" in concreto subito da tali ritardi, come se non fosse nel ritardo stesso....

Aule di giustizia che sembrano il mercato delle bestie con decine di avvocati che si azzuffano per arrivare davanti al giudice sommerso di carte che non sa nulla della causa sino all'ultima udienza.

I magistrati che si oppongono ancora alla separazione delle carriere andando contro ogni logica giuridica e delle riforme del processo attuate in questi anni.

Allora Le chiediamo, sig. Presidente, di non consentire che il dibattito sulla Giustizia diventi come al solito una diatriba politica tra maggioranza e opposizione per alimentare uno scontro tra istituzioni dello Stato, ma una serena analisi dei problemi innanzitutto degli utenti della Giustizia.

Con fiducia

Carlo Rienzi

Presidente CODACONS e Associazione Utenti della Giustizia

IL SALVAMONDO PER IL CONGO 


AMNESTY, UNICEF e WWF lanciano un'iniziativa straordinaria per i diritti umani, l'infanzia e l'ambiente:

IL SALVAMONDO PER IL CONGO

Dal 7 al 14 marzo una settimana di informazione e raccolta fondi sulle reti Mediaset Cuore dell'iniziativa, uno speciale del 'Maurizio Costanzo Show' in onda il 10 marzo

Roma, 4 marzo 2004 ? Amnesty International, UNICEF e WWF uniscono le forze per l'intervento in uno dei piu' disastrati paesi africani. Le tre associazioni lanciano la campagna 'Il Salvamondo per il Congo', per raccogliere fondi a beneficio di progetti per i bambini, l'ambiente e la tutela dei diritti della popolazione della Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire. L'iniziativa, che partira' il 7 marzo, sara' caratterizzata da una settimana di sensibilizzazione sulle reti Mediaset e culminera' in una serata speciale di raccolta fondi del 'Maurizio Costanzo Show', in onda il 10 marzo.

Il Congo e' teatro da anni di un'emergenza dimenticata. La guerra ha ucciso 3,3 milioni di persone, prodotto centinaia di migliaia di sfollati, causato innumerevoli abusi e violazioni dei diritti umani, saccheggiato e distrutto l'ambiente.. Nonostante le immense risorse (diamanti, cobalto, rame, oro, coltan, caffe', legname pregiato), il Congo e' uno dei paesi piu' poveri dell'Africa, con un reddito pro capite inferiore a 100 euro l'anno. Malgrado i passi avanti del recente processo di pace, continuano gli scontri tra gruppi in lotta per il potere.

Il risultato sono cifre sconvolgenti:

oltre 30.000 i bambini soldato, costretti a combattere
20.000 i bambini di strada nella sola capitale, Kinshasa
1 bambino su 4 muore prima di riuscire a compiere 5 anni
il 16 % dei piccoli congolesi e' a rischio di morte per fame
1 adulto su 4 e' analfabeta
ogni anno vengono distrutti 1,1 milioni di ettari di foresta.

Amnesty, UNICEF e WWF sono presenti da anni con progetti di tutela e sviluppo in Congo e lanciano oggi una campagna congiunta, convinte che solo con un approccio integrato si possano risolvere i problemi del paese.

Gia' al tempo del passaggio dalla lira all'euro Amnesty, UNICEF e WWF unirono le forze in una raccolta fondi, 'Il Salvamondo', che consenti' di devolvere ai progetti delle tre associazioni, nel 2002, oltre 2,2 milioni di euro. Oggi 'Il Salvamondo' riparte per finanziare progetti d'intervento concreto sulle tre maggiori emergenze in Congo.

Si puo' contribuire:

* Donando 1 * con un SMS al 48588 (numero unico per Tim, Vodafone e Wind)
* Donando 2 * chiamando dal telefono fisso il numero Telecom 163300
* Per donazioni con tutte le carte di credito, numero verde di CartaSi' 800.501188
* C.c.postale n. 10301000
* C.c.bancario Banca Etica n. 000000501501 ABI 05018 CAB 03200 CIN I

'L'esperienza ci conferma che salvare questo paese dal disastro e' possibile: qui si puo' fare molto con poco. Anche con i pochi fondi sinora disponibili, siamo riusciti a vaccinare milioni di bambini, a salvarne dalla morte per fame centinaia di migliaia, a riscattarne migliaia dallo sfruttamento, dalla vita di strada, dagli eserciti che li arruolano come soldati. Ma la scala dell'emergenza e' tale da richiedere un impegno straordinario, serve mobilitare tutte le risorse e unire le forze', sottolinea il medico Gianfranco Rotigliano, responsabile dell'UNICEF in Congo.

'Quella della Repubblica Democratica del Congo e' una storia di colonialismo, dittatura e, da cinque anni, di un conflitto devastante - afferma Marco Bertotto, presidente di Amnesty International Italia - E' indispensabile che l'opinione pubblica si unisca alla nostra richiesta di un urgente intervento della comunita' internazionale per fermare i massacri e difendere i civili'.

La scelta di unire le forze nasce proprio dalla concretezza degli interventi: 'Dopo quasi un decennio devastato da genocidi, guerre e calamita' naturali, i programmi di riforestazione del WWF nell'est del Congo sono diventati una concreta speranza per consentire alla gente di vivere meglio, di nutrire i propri figli e credere in un futuro migliore - afferma Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - Queste azioni concrete di protezione del gorilla e di riforestazione hanno avviato il riscatto dalla poverta' e dalla fame di milioni di persone.

Il Salvamondo e' un nome ambizioso: ma vogliamo dimostrare che insieme possiamo fare la differenza per i bambini, la gente, l'ambiente di un paese'.

Questi i progetti che verranno finanziati dal 'Salvamondo per il Congo':

1. DIRITTI UMANI

* Monitoraggio e contrasto delle violazioni dei diritti umani;
* Missioni, rapporti, assistenza alle vittime degli abusi dei diritti umani.
* Mobilitazione per ottenere giustizia per le vittime e i loro familiari.

2. INFANZIA
* Smobilitazione, recupero e formazione dei bambini arruolati come soldati;
* Terapia per i bambini malnutriti ed educazione alimentare per le famiglie;
* Centri per l'accoglienza, la tutela e il reinserimento familiare dei bambini di strada.

3. AMBIENTE
* Produzione sostenibile di risorse alimentari ed energetiche;
* Progetti agro-forestali (vivai, allevamento, coltivazioni) nelle aree al confine con il Parco naturale dei Virunga, per proteggere le foreste primarie.

I progetti sono collegati: per es., nei centri di recupero dei bambini ex soldato si prevede l'insegnamento di tecniche agricole e di difesa dell'ambiente, cosi' come di elementi di consapevolezza dei diritti umani e di educazione alla pace.

Il Salvamondo per il Congo non finisce a marzo 2004: Amnesty, UNICEF e WWF s'impegnano a dare regolarmente conto ai donatori dei risultati dei progetti.


LO SCIOPERO DEI MEDICI PONE UN PROBLEMA DI SALVAGUARDIA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE 


CODICI ne condivide le rivendicazioni

Il CODICI sostiene lo sciopero dei medici e ne condivide le rivendicazioni, poiché è convinto della necessità di affrontare in maniera rapida e tempestiva le complesse problematiche del Servizio Sanitario Nazionale.

È indispensabile, sostiene Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del CODICI, lanciare un forte segnale di sostegno e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, in modo da tutelare un servizio che deve essere pubblico e universalistico. Lo sciopero dei medici, pertanto, sintomo delle difficoltà del settore sanitario, è un primo passo verso questa direzione. Esso, infatti, al di là delle rivendicazioni contrattuali, pone un problema di salvaguardia del SSN pubblico. Bisogna, quindi, cercare di capire le disfunzioni di tale servizio e proporre alcune soluzioni.

Il rilancio, secondo il CODICI, deve guardare innanzitutto ad un consistente aumento dei finanziamenti pubblici. Questo soprattutto per evitare la frammentazione introdotta dalla devolution e combattere gli effetti del federalismo. Di vitale importanza, inoltre, è prestare attenzione al miglioramento del servizio di accesso alle prestazioni e, soprattutto, cercare di eliminare l’intra moenia, cioè l’attività privata svolta in ambito pubblico, la quale viene giustificata come un’attività che permette di ridurre i tempi di attesa, e che invece non è altro che attività a pagamento in concorrenza al servizio pubblico.

Non ci si può aspettare che questioni come l’intra moenia, continua Ivano Giacomelli, siano trattate dalle classi dei medici, che beneficiano di tale privilegio. Per questo occorre un tavolo di confronto a livello istituzionale per affrontare tali questioni con la partecipazione di tutti i soggetti in campo, in primo luogo delle Associazioni di difesa dei malati, che spesso vengono ignorate o strumentalizzate.

Il CODICI, si rivolge alla classe politica invitando il Governo, ed in generale tutti i politici, ad avere un confronto anche con le rappresentanze dei cittadini, in modo da avere ben chiare quelle che sono le esigenze, le richieste, ed i disagi dei pazienti.

Roma, 4 marzo 2004

CODICI

GUIDA MICHELIN: IL RE E' NUDO? 


Roma, 4 marzo 2004. Da tre generazioni l'uscita della guida Michelin ha significato la promessa di una gita gastronomica lungo l'itinerario prestigioso delle stelle Michelin. L'autorevolezza della guida rossa nasceva dall'alone di mistero che circondava il suo operato.

Ma qualcuno ha rotto il silenzio. L'ex ispettore Pascal Remy ha svelato che il re e' nudo: ristoranti intoccabili o sopravalutati, analizzati da soli 5 ispettori. Non sappiamo quanto le rivelazioni di Remy siano dettate dal fatto di essere un ex o da quello di sollevare un velo sul mondo delle guide gastronomiche.

Sta di fatto che anche in Italia si ripropone lo stesso dilemma: quanto sono attendibili le guide? Non parliamo ovviamente dei gusti degli ispettori, che' ognuno ha il suo, ma della capacita' di indagare decine di migliaia di ristoranti da parte di un numero esiguo di controllori. Nessuna guida ci dice quanti controllori ha, ne', ed e' la cosa piu' importante, quando e' stato fatto il controllo, il che lascia perplessi.

I piu' noti ispettori sono conosciuti e a meno che non indossino barba e baffi finti, vengono rapidamente individuati. Quale trattamento di favore riceveranno? Sara' lo stesso dell'ignoto avventore?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

mercoledì, marzo 03, 2004

CROLLA IL SOFFITTO A LA SAPIENZA: DENUNCIA DEL CODACONS PER TENTATA STRAGE 


EVENTO GRAVISSIMO, INDIVIDUATE I RESPONSABILI

25 metri di soffitto dell’Aula 1 di Giurisprudenza dell’università La Sapienza sono crollati al suolo, distruggendo i banchi sottostanti.

Fortunatamente il crollo è avvenuto quando gli studenti non avevano avuto ancora accesso all’aula. Una casualità fortunata che ha evitato di provocare vittime e feriti, ma che porta oggi il Codacons a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per tentata strage. L’associazione chiede di accertare i fatti e le cause che hanno determinato il crollo, e i relativi responsabili.

“Solo per un soffio si è evitata una strage – afferma il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi – non è accettabile che in una università nota in tutto il mondo e frequentata da migliaia di studenti si verifichino simili eventi. Ci auguriamo che la magistratura accerti con celerità le cause del crollo e le responsabilità per evitare il ripetersi di avvenimenti simili”.

CODACONS

ENEL-TERNA IN BORSA: SI alla quotazione, NO alla privatizzazione 


Apprendiamo dalla stampa che il Cda di Enel ha assunto la decisione di quotare in borsa la società Terna, società nazionale del Gruppo Enel proprietaria della rete elettrica di trasmissione. Consideriamo tale scelta opportuna e necessaria anche perché, alla luce del nuovo sistema tariffario deliberato da poche settimane dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, che remunera più congruamente il servizio di trasporto dell’energia, il collocamento sul mercato sarà la cartina di tornasole in grado di fare chiarezza sul valore patrimoniale e sulla redditività della società della rete.

L’Intesa dei Consumatori è cosciente e non da oggi, dell’importanza strategica che Terna esercita quale asse portante di tutto il sistema elettrico nazionale e che nelle funzioni di Terna - titolare di monopolio naturale al pari di Snam rete gas (ENI) – risiedono interessi generali e funzioni di pubblica utilità che costituiscono un bene collettivo.

L’approvazione del Disegno di legge Marzano sulla Politica energetica, doveva costituire la prospettiva strategica entro la quale l’operazione si collocava; ma la riforma “giace” presso il Senato e nessuno si sente di scommettere sulla sua “rianimazione”.

Le famiglie italiane attraverso il prelievo sulle bollette elettriche pagano il servizio di trasporto e finanziano gli investimenti per lo sviluppo della rete.

Anche per questo motivo l’Intesa dei Consumatori ritiene inopportuna, specie in questa fase, la perdita di controllo pubblico della società.

Enel-Terna come ENI Snam rete gas in quanto monopoli naturali e per la funzione strategica che svolgono debbono rimanere sotto il concreto e reale controllo pubblico!

INTESACONSUMATORI

PATENTE A PUNTI: per INTESACONSUMATORI IL GIUBOTTO CATARIFRANGENTE DISTRIBUITO DA QUATTRORUOTE E' INFIAMMABILE 


PATENTE A PUNTI: PER INTESACONSUMATORI IL GIUBBOTTO CATARIFRANGENTE OBBLIGATORIO DALL'1 APRILE OLTRE A GRAVARE PER 500 MILIONI DI EURO SULLE SPALLE DEGLI AUTOMOBILISTI E' ANCHE PERICOLOSO PER LA SICUREZZA DEGLI UTENTI

PERCHE’ FACILMENTE INFIAMMABILE E NON IGNIFUGO,

COME IL SENSO COMUNE E LA NORMATIVA AVREBBERO INVECE IMPOSTO


IL GIUBBOTTO “BIG RED” DISTRIBUITO DA QUATTRORUOTE E’ FACILMENTE INFIAMMABILE,QUINDI INSICURO PER GLI AUTOMOBILISTI CHE DOVESSERO INDOSSARLO. INTESACONSUMATORI, IN UN ESPOSTO-DENUNCIA ALLA PROCURA DI ROMA, HA CHIESTO DI INDAGARE SU UN FIORENTE BUSINESS,DERIVANTE DA UNA DUBBIA NORMATIVA, ADDOSSATO SUI CONSUMATORI

Il decreto legge 355/2003 del 24.12.2003, approvato dal Governo ed in vigore dal 1 aprile 2004 (che non sembra essere il classico pesce d’aprile), impone che 40 milioni di automobilisti devono dotarsi di giubbotti e bretelle retro-riflettenti ad alta visibilità che devono essere indossati dai conducenti dei veicoli a motore immatricolati in Italia in caso di arresto del veicolo.

Il decreto legge 475/92, che detta le norme che si applicano ai dispositivi di protezione individuale, nel seguito indicati con la sigla DPI.2, prevede che si intendono per DPI, i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé da rischi per la salute e la sicurezza. Sono anche considerati DPI:

a)l'insieme costituito da prodotti diversi, collegati ad opera del costruttore, destinato a tutelare la persona da uno o più rischi simultanei;
b) un DPI collegato, anche se separabile, ad un prodotto non specificamente destinato alla protezione della persona che lo indossi o lo porti con sé;
c) i componenti intercambiabili di un DPI, utilizzabili esclusivamente quali parti di quest'ultimo e indispensabili per il suo corretto funzionamento;
d) i sistemi di collegamento di un DPI ad un dispositivo esterno, commercializzati contemporaneamente al DPI, anche se non destinati ad essere utilizzati per l'intero periodo di esposizione a rischio”.

I giubbotti catarifrangenti che verranno imposti, a partire dal 1 aprile 2004 a 40 milioni di automobilisti, (il cui decreto stranamente fissa l’identikit di un prodotto della 3 M multinazionale nel settore della fotografia e cartellonistica stradale) non sembrano rispondere ai criteri di sicurezza previsti dal decreto 475/92 poiché facilmente infiammabili.

Intesaconsumatori, che ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Roma chiedendo di accertare se dietro il decreto del Governo, non si potesse concretizzare un fiorente business pari a 500 milioni di euro a carico degli automobilisti, ha testato il giubbotto catarifrangente distribuito dal mensile QUATTRORUOTE prodotto da “BIG RED”,che promette di regalare: “soccorso stradale,carro attrezzi gratis più bonus per complessivi 230 euro per taxi, esaurimento carburante e foratura pneumatici per 1 anno su tutte le strade europee 24 ore su 24”, ma che è facilmente infiammabile, quindi apparentemente inadatto ai requisiti di sicurezza imposti dal decreto 475/92.

Intesaconsumatori consiglia quindi di non utilizzare giubbotti catarifrangenti, come quelli di BIG RED addirittura pericolosi per l’incolumità fisica dei passeggeri soggetti a maggiori rischi, ma di dotarsi di bretelle retro-riflettenti o di torce elettriche in grado di segnalare il pericolo in caso di arresto dei veicolo su strade o autostrade.

INTESA CONSUMATORI

BLOCCO METRO A: 100.000 RICORSI AL GIUDICE DI PACE PER I DANNI DA BLOCCO DEL METRO  


PARTE LA CAMPAGNA DEL CODACONS PER SANZIONARE I GESTORI DI SERVIZI PUBBLICI TANTO INEFFICIENTI

SE SOLO LA META' ADERIRA' ALLA PROPOSTA LA MET.RO DOVRA' SBORSARE 25 MILIONI DI EURO DI DANNI. CHIESTE LE DIMISSIONI DI ANGELO MARINETTI E DELL’ASESSORE DI CARLO


Un altro blocco della linea A della metropolitana romana si è verificato ieri pomeriggio e si è protratto fino a tarda sera. Quasi 5 ore di disagio per 200.000 passeggeri giustamente infuriati.

Un disservizio che si aggiunge a numerosi altri casi di guasti sulla principale linea della metro e che porta il Codacons a lanciare oggi una clamorosa iniziativa: una campagna per sanzionare i gestori dei servizi pubblici più inefficienti.

“Il guasto tecnico di ieri – spiega il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi – ha provocato evidenti disagi ai passeggeri, disagi che devono essere risarciti perché, tra l’altro, gli utenti pagano un ticket o un abbonamento per il servizio di trasporto pubblico. Si pensi a chi, a causa di tale disservizio, ha perso appuntamenti, a chi non ha potuto adempiere ai propri doveri, allo stress e alla paura subita dai passeggeri sotto le banchine, ecc.”.

Per questo l’obiettivo dell’associazione è arrivare a 100.000 ricorsi dei passeggeri coinvolti ieri nel guasto dinanzi al Giudice di Pace per ottenere il risarcimento dei danni. Di qui l’invito del Codacons ai cittadini a rivolgersi ai legali dell’associazione o direttamente al Giudice di pace per intentare causa per danni da “blocco della metro”.

Se solo la metà degli utenti aderirà alla proposta del Codacons la società Met.Ro potrebbe essere chiamata a risarcire fino a 25 milioni di euro!

“Sembra proprio che la situazione del trasporto pubblico romano tenda a peggiorare – continua Rienzi – con le metro sovraffollate, viaggi a temperature tropicali, vetture sporche, ecc. Una situazione che ci porta a chiedere oggi le dimissioni dell’assessore alla Mobilità Di Carlo e del Presidente Met.Ro Martinetti”.

CODACONS

MALTEMPO: FINISCE TUTTO A TARALLUCCI E VINO 


Roma, 3 Febbraio 2004. Era iniziata con un vento anglosassone del tipo "chiedero' conto di cio' che e' successo" ed e' finita con un venticello levantino "siamo tutti colpevoli", cioe' nessuno lo e'. E' finita a tarallucci e vino.

Il rimedio? L'obbligo delle catene a bordo, neanche fossimo nelle gelide pianure scandinave. Bravi! Si comprende perche' l'attore Alberto Sordi sia cosi' venerato dagli italiani: e' il nostro specchio. Della serie "aregeteme se no faccio un macello" o, in alternativa "armiamoci e partite".

Insomma 20 centimetri di neve hanno tagliato l'Italia a meta', i tralicci dell'ENEL si sono piegati come panini di burro e da 4 giorni parte della sviluppata bassa Padania e' senza luce. Dai telegiornali avevamo appreso la notizia che, a fronte dei disagi, la societa' Autostrade per l'Italia (mai tale denominazione e' apparsa piu' appropriata) offriva 6 mesi di telepass gratuito ma, ad una successiva attenta lettura, l'offerta era una abbonamento annuale con sconto semestrale, cioe' una offerta promozionale.

Da Trenitalia oltre alla giustificazione degli scambi ghiacciati (ma non sono automaticamente riscaldati o si ricorre ancora agli scaldini?) emana un silenzio tombale. Insomma chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, vale a dire che all'utente oltre al danno si e' aggiunta la beffa, con obbligo di catene a bordo.

Eppure Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, domenica scorsa ci aveva fatto intravedere una luce di speranza, subito sepolta in 20 centimetri di neve.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

martedì, marzo 02, 2004

Coop sociali: nasce il coordinamento nazionale di lotta 





Si è svolta, sabato 28 a firenze, la prima assemblea nazionale degli operatori delle cooperative sociali.


All'appuntamento hanno partecipato diverse e significative realtà del sindacalismo di base e vari coordinamenti e collettivi di lavoratori locali e nazionali (RdB/CUB, USI-AIT, Flaica/CUB, CDLC, Slaicobas, Cobas, Sincobas, Cocittos ecc...). Le delegazioni, oltre Firenze, provenivano da Torino, Asti, Milano, Brescia, Verona, Bologna, Trento, Pisa e Roma (altre delegazioni causa maltempo non sono riuscite ad intervenire).

La discussione, molto partecipata, ha affrontato le tante problematiche del settore a partire dall'emergenza salariale: il rinnovo del contratto nazionale è in ritardo di 26 mesi.

E' emersa la necessità e la volontà di costituire uno stabile "coordinamento nazionale di lotta" capace di affrontare i vari compiti:

- avviare un dibattito/confrono interno tra le varie situazioni di lotta che si riconoscono in una aperta e chiara denuncia del ruolo delle coop sociali e dei sindacati concertativi CGIL-CISL-UIL nello smantellamento dello stato sociale e nei processi di privatizzazione promossi in nome della "sussidiarietà"

- mettere radicalmente in discussione i fondamentali meccanismi che caratterizzano la miseria della categoria: il sistema degli appalti, dell'accreditamento e dei consorzi socio-sanitari, i diritti negati dei soci-lavoratori, la miseria dei contributi previdenziali ridotti

- favorire la crescita di una identità critica degli operatori delle coop sociali e del terzo settore in generale, che rifiuti le mitologie del lavoro "no profit" denunciandone le reali condizioni, che entri nel merito del "ruolo" e delle "finalità sociali" del proprio lavoro (diminuzione dei livelli di qualità dei servizi, aumento delle pratiche repressive e di controllo, ecc...)

- valorizzare la partecipazione dei lavoratori del settore nelle scadenze generali a partire dagli sciopero generali del 1 marzo e 12 marzo, alla manifestazione contro la guerra in Iraq del 20 marzo e alla MAYDAY del 1 maggio a Milano

- intervenire con forza nella trattativa "chiusa" tra sindacati concertativi e centrali cooperative sul rinnovo del contratto nazionale, a partire dal pieno recupero degli arretrati per veri aumenti salariali, contro l'applicazione contrattuale della legge 30 per contrastare l'incredibile livello di flessibilità presente nel settore

- predisporre e promuovere piattaforme rivendicative comuni, proposte di legge, iniziative di dibattito e di lotta sui principali temi e problemi

- costruire, il prima possibile, una giornata nazionale di mobilitazione e sciopero del settore

RdB/CUB Servizi
www.rdbcub.it
www.lavorivariabili.it
www.lavorivariabili.it/redlab

RECUPERARE I SOLDI BRUCIATI IN BANCA? IN 1 CASO SU 6 E' PIU' FACILE DI QUANTO SI CREDA 


Firenze 2 marzo 2004. Sono centinaia ogni giorno le richieste di assistenza e informazioni che ci vengono poste per verificare come e se adire le vie legali nei confronti della banca per vari casi come MyWay, 4You, BTP Tel, Cirio, Argentina, Parmalat, ecc. ecc. ecc.

A prescindere dagli specifici investimenti, abbiamo verificato che circa 1 contratto d'investimento su 6 ha dei vizi formali che lo rendono nullo e/o annullabile.

I tre casi piu' frequenti che rendono nulli e/o annullabili circa il 15% di questi contratti d'investimento sono:

1) Mancata indicazione di alcuni elementi fondamentali come ad esempio il prezzo di acquisto nella negoziazione in conto proprio da parte della banca (art. 32 del Regolamento Consob 11522).

2) Offerta fuori sede non autorizzata. C'e' un vizietto dei vari funzionari di banca, non promotori finanziari, molto diffuso e illegittimo: quello di andare presso gli uffici dei clienti a far firmare contratti d'investimento personali. Questo comporta un reato penale (art. 166 del Testo Unico della Finanza, abusivismo) e determina, ovviamente, la nullita' dei contratti.

3) Firma di contratti retrodatati. E' prassi concludere contratti telefonicamente (senza l'apposita apparecchiatura per registrare le telefonate) e far passare in banca qualche giorno dopo a firmare. Anche questa operazione e' illegittima e quando si puo' dimostrare (magari perche' l'investitore si trovava lontano dalla sede della banca) i relativi contratti sono annullabili.

Quando sussiste uno di questi vizi, nel giro di poche settimane la banca e' costretta restituire i soldi a meno che non desideri affrontare un processo civile perso in partenza: nella nostra esperienza ha sempre pagato prima.

Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio

FUMO NEI TRENI 


Roma, 2 marzo 2004. Da ieri fumare nei treni e' proibito. Vuol dire che i bagni, gia' oggi poco praticabili per motivi igienici, lo saranno ancora di piu' perche' si trasformeranno in vere e proprie camere a gas.

Non potra' scattare l'allarme-fumo, perche' le toilette ne sono sprovviste e perche' fare i controlli sara' praticamente impossibile. Si immagini il capotreno che bussa furiosamente alla porta del bagno per farsi aprire e imporre una contravvenzione al fedifrago.

Come si fara' a multarlo di fronte al corpo del reato finito nella tazza e alle dichiarazioni di innocenza dello spergiuro? In compenso avremo i marciapiedi lungo i binari tappezzati da cicche, visto che non abbiamo notato posaceneri sulle banchine.

Insomma prima di varare una iniziativa era opportuno predisporre qualche struttura in piu'.

Ma siamo o no il Paese di Arlecchino e Pulcinella?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

lunedì, marzo 01, 2004

8 PER MILLE. PERCHE' NON DIRE LE COSE COME STANNO? A CHI GIOVA? 


Firenze, 1 marzo 2004. Non ci interessa molto la polemica sorta all'interno dello schieramento di maggioranza governativa sull'8 per mille che lo Stato italiano versa ogni anno a quello vaticano. Sono problemi loro e soprattutto di quella componente meno filo-vaticana della Casa delle Liberta' che, per il suo frastornante e continuo silenzio in materia, ha lasciato al ministro Umberto Bossi di assurgere a portavoce delle loro istanze.

Ma ci interessa, come contribuenti e assertori dei diritti di questi ultimi, che ognuno abbia consapevolezza di come siano le cose, pur se le giudica in modo negativo o positivo. Quando oggi il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, dice "... sono personalmente convinto che l'otto per mille attribuito alla Chiesa in base ad una libera scelta dei cittadini sia tra quei ricavi delle imposte che vengono meglio utilizzati ......", esprime si' una sua opinione, che si puo' condividere o meno, ma la basa su una libera scelta dei contribuenti che cosi' non e'.

E' bene ricordare che l'erogazione dell'otto per mille non e' una libera scelta del contribuente, ma un obbligo; all'interno di questo obbligo si puo' solo decidere a quale confessione religiosa devolverlo tra quelle a cui lo Stato ha riconosciuto questo diritto/possibilita'. Un obbligo tale che, se non si decide per questa o quell'altra confessione, non e' che questo importo non viene erogato, ma viene distribuito secondo le indicazioni degli altri contribuenti che hanno scelto (in genere decide meno della meta' dei contribuenti, devolvendo piu' dell'80% alla Chiesa cattolica romana
e -sintomatico della distribuzione dei soldi- piu' del 33% dei soldi destinati allo Stato dal 13% dei contribuenti, viene da quest'ultimo devoluto alla Chiesa romana).

Altro che "libera scelta"! Per capire la "filosofia" che sta dietro a questa finzione di libera scelta, e' come se ad un condannato a morte fosse consentito di scegliere -tra una rosa di possibilita'- come volesse che fosse eseguita la sua pena. Forse il condannato a morte vorrebbe essere esentato da quella condanna, cosi' come il contribuente vorrebbe essere esentato da quella indicazione obbligatoria. ma cosi', per entrambi, non e'.

Noi ne prendiamo atto, e non e' da oggi che denunciamo il meccanismo da Stato confessionale. Riaffermando invece il diritto di ogni contribuente, in ambito di scelte intime come sono quelle religiose, a devolvere parte della sua fiscalita' dove e a chi ritiene opportuno e non alle religioni di Stato. La domanda che ci poniamo e' la seguente: a chi giova non dire le cose come stanno? Forse ci si vergogna di avere questa norma in questi termini, e la si spaccia per cio' che non e'?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

PASTA: MA E' PROPRIO ITALIANA? 


Roma, 1 marzo 2004. Il piatto preferito degli italiani, la pasta, e' proprio tutto italiano? Ebbene, no. Circa il 50% del grano duro, quello da cui si ricava la semola utilizzata per la produzione della pasta, non e' italiano, ma nessuno lo scrive. Il che non significa che il prodotto estero (Canada, Stati Uniti, Messico, Turchia, ecc.) sia di scarsa qualita', anzi alcune paste pregiate sono formate proprio da una miscela di grano canadese e italiano.

Che il prodotto "Made in Italy" offra quindi la garanzia di qualita' e' una tesi giornalistica che ci viene propinata da qualche tempo a questa parte e che non ha motivo di essere. Il problema sta nei controlli sui prodotti che acquistiamo, che poi provengano da questo o quel Paese ha poca importanza (si ricordi che la sindrome della mucca pazza si e' sviluppata nella civilissima Gran Bretagna).

Siamo d'accordo sulla indicazione in etichetta del luogo di provenienza del prodotto, il che consente al consumatore di essere informato e di scegliere. Anche la pasta.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

domenica, febbraio 29, 2004

MALTEMPO: AUTOSTRADE E FERROVIE RISARCISCANO L'UTENTE 


Roma, 29 febbraio 2004. Rimborsare il biglietto ferroviario e autostradale. E' il minimo di intelligenza e decenza che chiediamo alle societa' Trenitalia e Autostrade per l'Italia. Prima di avviare azioni giudiziarie, sarebbe opportuno che le due societa' prendano atto del disservizio subito dagli utenti e provvedano autonomamente a rimborsare il dovuto.

Purtroppo e' il sistema complessivo dei trasporti, ferroviario, stradale, aereo e marittimo che va il tilt appena si verificano situazioni meteo non ottimali. Per far funzionare il tutto dovrebbe piovere debolmente dalle 2 di notte
alle cinque del mattino, purtroppo non e' possibile fare accordi con Giove Pluvio.

Altra soluzione sarebbe quella di bloccare tutto il trasporto per decreto: quando nevica o piove intensamente nessun mezzo dovrebbe circolare in Italia; il tutto farebbe sbellicare dalle risate il resto del mondo, ma si eviterebbe di aggiungere al danno anche la beffa di coloro che pagano per un disservizio.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

This page is powered by Blogger. Isn't yours?