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giovedì, aprile 22, 2004

‘QUANTE VOLTE OCCORRERA’ TORTURARE PRIMA CHE SI POSSA PARLARE DI TORTURA?’ 


DICHIARAZIONE DI AMNESTY ITALIA SULL’ESAME DELLA LEGGE CONTRO LA TORTURA ALLA CAMERA

L’Assemblea della Camera dei Deputati ha iniziato oggi l’esame degli emendamenti alla proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano. Prima che la seduta venisse interrotta per un
ulteriore rinvio, la Camera ha approvato un emendamento – contro cui si erano gia’ pronunciati la Commissione Giustizia e il Governo – in base al quale, perche’ si configuri il reato di tortura, occorre che ‘le violenze o
minacce’ siano ‘reiterate’.


‘Iniziamo male, con un emendamento che, se confermato nel testo finale, significhera’ che l’Italia non vuole adeguarsi al diritto internazionale dei diritti umani e in particolare alla Convenzione dell’Onu contro la tortura, che il nostro paese ha ratificato nel 1988’ – ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

‘Questo emendamento stravolge la definizione di tortura, limitando in modo inaccettabile la nozione ai comportamenti ripetuti, mentre e evidente che puo’ aversi tortura anche in presenza di condotte singole purche’ sufficientemente gravi. Quante volte, dunque, occorrera’ torturare prima che si possa parlare di tortura?’

Roma, 22 aprile 2004

Amnesty International Italia

ANCHE A ROMA PARTE LA CAMPAGNA DI PRIMAVERA DEI DIRITTI  


IN PIAZZA S. MARIA LIBERATRICE A TESTACCIO SABATO E DOMENICA NEL GAZEBO DEL CODACONS CONSULENZA LEGALE GRATUITA, INFORMAZIONI SUI DIRITTI DEI CITTADINI, MODELLI PER RECUPERARE LE SPESE DI SPEDIZIONE DELLE BOLLETTE ,MODULI DI DENUCIA PER I CRAC PARMALAT...

E CONTRO IL CAROVITA SCATOLE DI BISCOTTI IN REGALO AI CONSUMATORI PER ADDOLCIRE L’AMARO IN BOCCA!

Anche a Roma parte la “Campagna di primavera dei diritti” del Codacons. Un’iniziativa lanciata dall’associazione per aiutare i consumatori ed istruire i cittadini su come far valere i propri diritti.

Nella capitale, sabato 24 e domenica 25 aprile, dalle ore 10 alle ore 20, verrà allestito un gazebo del Codacons in Piazza S. Maria Liberatrice nel quartiere Testaccio.

Qui i legali dell’associazione offriranno consulenze gratuite ai consumatori sui più disparati temi, informeranno i cittadini su come far valere i propri diritti troppo spesso lesi da istituzioni, società ed esercenti, e diffonderanno gratuitamente modulistica utile ai consumatori, come i modelli per ottenere il rimborso delle spese di spedizione delle bollette, i moduli di denuncia per i crac Cirio, Parmalat e Argentina, ecc.

Ma le iniziative del Codacons non finiscono qui. L’associazione, infatti, ha pensato bene di addolcire l’amaro in bocca lasciato dal carovita ai cittadini romani, che da due anni vedono i propri redditi falcidiati dall’aumento di prezzi e tariffe. E per fare ciò gli attivisti dell’associazione regaleranno sabato e domenica in Piazza S. Maria Liberatrice una confezione di biscotti a tutti coloro che firmeranno per la LISTA CONSUMATORI, il movimento creato dal Codacons che si presenterà alle prossime elezioni europee, e che tra i vari punti del suo programma ha proprio la lotta al carovita.

CODACONS

RC AUTO: MARZANO CONTINUA A PROMETTERE...MA LA RIDUZIONE DEGLI INCIDENTI E’ AVVENUTA GIA’ DA UN ANNO! 


GLI INTERESSI POLITICI SONO QUELLI DEL MINISTRO, NON QUELLI DEI CONSUMATORI

Il Codacons risponde duramente alle dichiarazioni odierne del Ministro Marzano circa gli aumenti delle tariffe rc auto e la possibilità di riduzione in relazione alla minor incidentalità registrata con l’introduzione della patente a punti.

“Marzano continua a fare promesse ma dimentica – afferma il Presidente Codacons Avv. Carlo Rienzi – che la riduzione degli incidenti è avvenuta da oltre un anno. Il dato sulla minore incidentalità è certo e se il Ministro continua a fare chiacchiere è solo perché non vuole inimicarsi la lobby delle assicurazioni in vista delle prossime elezioni”.
“Un Ministro che per fini politici nega la restituzione del maltolto ai cittadini è un ministro che deve dimettersi” – attacca Rienzi.

“Ci auguriamo che dietro i fini politici di tali dichiarazioni, che possiamo pietosamente giustificare viste le prossime elezioni – conclude Rienzi – non ci siano anche fini economici dovuti agli appoggi notori di grossi gruppi assicurativi ai partiti della maggioranza”.

CODACONS

ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA CASALINGHE 


I DATI DI UN FLOP SU CUI SI VUOLE CONTINUARE FACENDO PAGARE PANTALONE E SENZA ALCUN BENEFICIO PER GLI ASSICURATI. L'ALTERNATIVA C'E'!

Firenze, 22 Aprile 2004. Il rapporto della Fondazione Censis sul valore della sicurezza in Italia, presentato lo scorso mese di marzo, ci fa conoscere, per il 2002, i dati e i risultati dell'assicurazione obbligatoria per le casalinghe, cosi' come previsto dalla legge n.493/1999. Dal 1 marzo del 2001 tutti coloro che svolgono un'attivita' non remunerata nell'ambito delle mura domestiche, con un'eta' compresa fra 18 e 65 anni, sono stati obbligati a versare 12,91 euro ogni anno allo Stato che, attraverso l'Inail, dovrebbe garantire un'adeguata rendita mensile nel caso di infortuni uguali
o superiori al 33% (tranne la morte).

I dati del Censis fanno sapere che le persone assicurate sono state 1.727.720, mentre le richieste di indennizzo in seguito a infortuni sono state 982, 23 delle quali hanno avuto soddisfazione, cioe' poco piu' del 2%. Se facciamo due conti, sottraendo forfettariamente un 10% che presumiamo non paghino il premio assicurativo perche' esentati grazie ad un reddito al di sotto del previsto, l'Inail risulta aver incassato poco piu' di 20 milioni di euro (20.074.378,68 con precisione). Un cifra con cui dovrebbe garantire l'indennita' ai 23 "fortunati" e pagare tutte le relative spese, incluso il
mantenimento di chi (Federcasalinghe) e' demandato alla gestione della vicenda. Miracoli della gestione economica o incremento della voragine su cui galleggia storicamente l'Inail? Ognuno giudichi come puo'!

Ma vediamo le prospettive. Sia Federcasalinghe che il presidente dell'Inail, sono consapevoli che il limite del 33% di invalidita' e' alquanto alto rispetto alla realta' degli incidenti domestici, e quindi pensano che siano positive le proposte di modifica legislativa che vogliono innalzarlo. Questo vuole dire che, o mandano la guardia di finanza casa per casa per scovare gli evasori e quindi incrementano gli introiti, oppure fra qualche anno si ritroveranno con una diminuzione fisiologica degli assicurati (il rapporto 982/23 non e' un incoraggiamento a pagare il premio) e un aumento di coloro che riusciranno ad ottenere l'indennita'. Chi paga? Ovviamente l'Inail, cioe' tutti noi che contribuiamo alla voragine di cui sopra.

Ci domandiamo se ne valga la pena continuare in questo modo. Oppure se, facendo salvo il principio dell'assicurazione per gli incidenti domestici, si' che ognuno costi il meno possibile alla comunita', non si debba studiare un modo diverso. Per esempio, trasformare l'obbligo in volontarieta' e affidare tutto al mercato privato, con incentivi fiscali specifici che favoriscano premi bassi e maggiore accesso. La nostra e' solo un'idea, per il momento, ma abbiamo l'impressione che cio' che lo Stato perderebbe da questi introiti fiscali per le agevolazioni, sarebbe molto meno di quanto oggi esborsa (sempre tramite la voragine dell'Inail) per mantenere l'attuale sistema. Non solo, ma la decisione volontaria eviterebbe anche il ridicolo limite del 33%, perche' ognuno potrebbe decidere per proprio conto: soprattutto non sentendosi piu' costretto a versare una vera e propria gabella che chiamare inutile e dannosa e' solo per non voler infierire su chi ci sta costruendo le sue fortune politiche.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

MCDONALD'S: UN PANINO SENZA....... PANE 


Roma, 22 Aprile 2004. Sposando la tendenza nutrizionista (moda) incline a ridurre i carboidrati (low-carb), McDonald's ha messo a punto un panino senza... pane. Si tratta di "panini" con polpetta (hamburger) di carne di manzo o pollo, dove il pane e' sostituito da una foglia di lattuga. Anche la catena Wendy's International ha sposato per la linea "nutrizionista" e proporra' patate al forno invece di quelle fritte. Nei ristoranti invece e' stata lanciata la moda dei piatti leggeri (light) con il calcolo in calorie dei singoli piatti. Parliamo di moda perche' non crediamo che il consumatore ingrassi al ristorante, giacché non tutti i giorni li frequenta, mentre sarebbe opportuno rivedere la dieta fatta dentro le mura domestiche. Ne scopriremmo delle belle: per esempio quante merendine sono propinate ai bambini?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

mercoledì, aprile 21, 2004

IRAQ: ESPLOSIONI A BASSORA, SAVE THE CHILDREN, BAMBINI E CIVILI LE PRINCIPALI VITTIME  


“Le esplosioni di stamane a Bassora, hanno, tra gli altri, procurato la morte di un gruppo di bimbi che su un pulmino si recavano all’asilo. Nonostante la grande attenzione sulle vicende militari e politiche dell’Iraq”, sottolinea Pippo Costella, Direttore dei Programmi di Save the Children Italia, “si continua a parlare pochissimo di quanto la popolazione civile e in particolare i bambini stanno subendo in questa drammatica crisi. Oggi, e Bassora ne è l’ennesima conferma, i minori iracheni sono costantemente esposti al rischio di essere colpiti da una pallottola, di venire feriti o uccisi da una mina, di essere rapiti o addirittura perdere la vita mentre vanno a scuola. E’ necessario”, prosegue Costella, “ristabilire quanto prima delle condizioni accettabili di sicurezza che consentano ai bambini iracheni di avere una vita, nei limiti del possibile, normale. Questa generale instabilità compromette in modo grave tutti i loro diritti, così come sono sanciti nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Di questo”, conclude il Direttore Programmi di Save the Children Italia, debbono farsi carico in modo responsabile tutti gli stati, nel determinare le loro politiche e le loro strategie”.

L’organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dell’infanzia porta avanti uno dei più ampi interventi di aiuti non governativi nel paese asiatico.

Presente in tre province del nord Iraq dal 1991, Save the Children è attiva, dall’aprile 2003, anche nel sud, attraverso un ufficio di coordinamento a Bassora. Oltre 250 le persone impiegate nei progetti, il 90% delle quali irachene. Parte del personale internazionale si sta attualmente rilocando al di fuori dell’Iraq, per motivi di sicurezza.

Save the Children Italia


Nota:
Gli interventi di Save the Children in Iraq mirano, prima di tutto, a prevenire la mortalità e ridurre le malattie e l’indigenza dei piccoli iracheni e delle loro famiglie. Le attività che l’organizzazione svolge vanno dunque dalla fornitura di beni materiali ad interventi nel settore della salute, della nutrizione, della tutela ed educazione dei minori, della sicurezza alimentare.

Educazione
Circa 50 le scuole seguite da Save the Children con interventi di ristrutturazione edilizia, di messa in sicurezza grazie allo sminamento e all’eliminazione di ordigni bellici, di fornitura di kit scolastici, di formazione di oltre 150 insegnanti secondo metodi alternativi rispetto a quello tradizionale delle punizioni fisiche.

Protezione dell’infanzia
La salvaguardia fisica e psico-fisica dei bambini rappresenta il focus dell’intervento di Save the Children. Oltre 8.500 bambini nel sud Iraq hanno frequentato 14 campi estivi nell’ambito dei quali hanno imparato a riconoscere ed evitare terreni minati e ad essere consapevoli dei pericoli rappresentati dalla droga e dalle armi. Nel nord Iraq, anche in collaborazione con il ministero degli Affari Sociali, è stato intrapreso un progetto di individuazione e censimento dei bambini orfani, dei minori lavoratori o utilizzati in attività criminali al fine di predisporre interventi di aiuto. A Bagdad Save the Children si è adoperata per la creazione di aree di sicurezza dove i bambini fossero protetti dal rischio, assai frequente, di rapimenti e violenze. Soprattutto per le bambine residenti in quartieri periferici sono stati attivati servizi di trasporto da casa a scuola

Salute
Molte famiglie irachene non hanno accesso a cure mediche e servizi sanitari di base. Inoltre, a causa della guerra, sono state interrotte le campagne di vaccinazione. Oltre 200.000 bambini, attraverso Save the Children, sono stati vaccinati contro le principali malattie infettive. Più di 1000 impiegati del ministero della Salute iracheno hanno frequentato corsi di formazione in ambito sanitario e della nutrizione. Nel nord del paese l’attività di Save the Children si è concentrata nella riabilitazione delle strutture ospedaliere, nella fornitura di medicinali e cibo per gli ospedali pediatrici, nel trasporto di ammalati

Nutrizione
Milioni di bambini iracheni insieme alle loro famiglie soffrono di malnutrizione cronica. Un bambino su 5, aldisotto dei 5 anni, è malnutrito. Grazie a Save the Children oltre 300.000 minori e 66.000 fra donne incinte e madri hanno ricevuto cure e assistenza di base, compreso cibo ad alto valore proteico e informazioni nutrizionali. Insieme al ministero della Salute iracheno e all’Unicef Save the Children ha provveduto a riorganizzare i centri di assistenza alimentare in 7 ospedali dell’area di Bassora e ha assicurato distribuzione di cibo a Najaf e Kerbala.

TURCHIA: L’INGIUSTIZIA PERMANE NONOSTANTE LE RIFORME POSITIVE, DICHIARA AMNESTY INTERNATIONAL 


Amnesty International si e’ dichiarata “scioccata” dalla decisione di prolungare la detenzione di Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadak e Orhan Dogan che, in quanto prigionieri di coscienza, dovrebbero essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

La loro condanna odierna a 15 anni di carcere rappresenta un’occasione persa per rimediare all’ingiustizia compiuta in passato nei loro confronti. Amnesty International si e’ inoltre detta profondamente preoccupata per la mancanza di equita’ delle procedure di appello e ha chiesto alle autorita’ turche di abolire i tribunali per la sicurezza dello Stato affinche’ la giustizia del paese possa conformarsi agli standard internazionali.

I soci di Amnesty International in ogni parte del mondo si sono mobilitati per il rilascio dei quattro ex deputati sin dal dicembre 1994, quando furono condannati a 15 anni di carcere per appartenenza a un gruppo armato illegale, il Pkk. Al termine del processo, l’organizzazione per i diritti umani aveva adottato Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadak e Orhan Dogan come prigionieri di coscienza. Secondo Amnesty, il procedimento nei loro confronti era stato motivato dalla volonta’ di punire i quattro ex parlamentari che avevano focalizzato la propria attivita’ politica non violenta sulla questione curda.

Il nuovo processo conclusosi oggi era iniziato nell’aprile 2003, sulla base di una legge entrata in vigore due mesi prima, che consentiva di riesaminare tutti quei casi giudiziari in cui la Corte europea dei diritti umani aveva ravvisato violazioni della Convenzione europea sui diritti umani. Sebbene ritenesse che Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadak e Orhan Dogan avrebbero dovuto essere scarcerati incondizionatamente, Amnesty aveva accolto l’annuncio del nuovo processo come un’opportunita’ per porre fine alla loro detenzione.

Tuttavia, le procedure seguite nel nuovo processo hanno violato il diritto degli imputati a un giudizio equo, nello stesso modo in cui era stato violato nel processo del 1994, come riconosciuto nel 2001 dalla Corte europea dei diritti umani. Il nuovo processo e’ sembrato dunque una ripetizione del primo, con l’obiettivo di confermare la sentenza originale.

Sebbene il giudice militare presente nel processo del 1994 fosse stato rimosso dal suo incarico nei tribunali per la sicurezza dello Stato, cio’ non e’ stato sufficiente a garantire che il nuovo procedimento venisse celebrato secondo le norme del diritto internazionale sull’equita’ dei processi.

Amnesty International ha accolto positivamente le misure introdotte dall’attuale governo turco nel campo della protezione dei diritti umani. Tuttavia, questo come molti altri processi sollevano forti preoccupazioni sul ruolo dei tribunali per la sicurezza dello Stato. Per questo motivo, Amnesty chiede la loro abolizione e l’adozione di un immediato provvedimento di scarcerazione incondizionata per Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadak e Orhan Dogan.

Roma, 21 aprile 2004

IRAQ: AMNESTY, I BAMBINI NON DEVONO PAGARE IL PREZZO DEL CONFLITTO 


Amnesty International ha condannato nel modo piu’ deciso gli attentati che questa mattina a Bassora hanno causato la morte di almeno 58 persone, soprattutto bambini.

‘Gli attacchi indiscriminati hanno effetti devastanti e rivelano un totale disprezzo per il piu’ fondamentale diritto umano, quello alla vita. Questa e’ oggi una tragica realta’ per i genitori delle piccole vittime, uccise o ferite mentre stavano andando a scuola’ – ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. ‘I responsabili devono essere assicurati alla giustizia e processati secondo le norme del diritto internazionale. Il clima d’impunita’ deve essere interrotto, altrimenti il ciclo della violenza non avra’ mai fine’.

Amnesty International e’ profondamente preoccupata per il crescente numero di vittime tra la popolazione civile in Iraq. La mancanza di sicurezza incide negativamente sulla vita quotidiana di uomini, donne e bambini e sul loro diritto a beneficiare dei diritti umani fondamentali.

Ieri, 22 prigionieri sono morti ieri a seguito di un attacco a colpi di mortaio contro il carcere di Abu Ghraib, a ovest di Baghdad. A Falluja, tuttora sotto assedio, sono morte oltre 600 persone, tra cui molti bambini e donne.

Amnesty International teme che la popolazione di Falluja potra’ restare ancora una volta intrappolata nel conflitto e andare incontro a una crisi umanitaria, se non verranno adottate le misure necessarie per proteggerla.

Roma, 21 aprile 2004

Leyla Zana, premio Sakarov per la Pace, nuovamente condannata dal governo turco 


A 15 ANNI DI RECLUSIONE

Il nuovo processo voluto dal Parlamento Europeo si conclude oggi con
una nuova condanna a 15 anni per Leyla e gli altri tre ex-deputati kurdi.

"o dell'ingresso della Turchia in Europa"

Si conclude il processo a Leyla Zana e agli altri tre ex-deputati con una nuova condanna a 15 anni. Gli ex-deputati kurdi che sono stati nuovamente processati ad Ankara, su decisione della Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, non hanno potuto beneficiare del proprio diritto alla difesa, così da ormai due udienze non si presentavano davanti alla Corte, “la storia ci ha già assolti, così come la sentenza di condanna è già stata decisa” ha dichiarato Leyla Zana comunicando la loro intenzione a protestare in tal modo. Infatti, il rifacimento del processo, una vera farsa, ha visto la ripetizione delle accuse, con gli stessi testimoni e la stessa prassi.

Alla pronuncia del Tribunale erano presenti gli avvocati difensori. Zana, Dogan, Sadak e Dicle sono stati condannati a 15 anni di prigione secondo l’art. 341/1 per aver svolto attività separatista sia dentro, che fuori del paese, seguendo gli ordini dei leader dell’organizzazione terroristica PKK e secondo l’art 168/2 in quanto ritenuti appartenenti ad un’organizzazione terroristica.

Questa è la prova per l’Europa delle riforme che la Turchia ha approvato.

L’Europa potrà capire meglio quale è la serietà del governo di Erdogan nei confronti della giustizia e dei principi democratici e di diritto che guidano la vita nei paesi membri dell’Ue e che in Turchia non vengono riconosciuti, né applicati. I kurdi ancora una volta sono vittime dell’ingiustizia e dei soprusi di un regime ingiusto e antidemocratico.

Anche i suoi rappresentanti eletti secondo il sistema democratico, continuano ad essere perseguiti e si continua ad ignorare ogni proposta di soluzione pacifica e democratica della questione kurda. Ricordiamo che Leyla Zana nel 1996 fu insignita del Premio Sakarov per la pace dal Parlamento europeo.

Roma, 21 aprile 2004

Fonte Uiki Onlus

martedì, aprile 20, 2004

BONUS 1000 EURO PER PRIMO FIGLIO 


NO ALLA CARITA' SI' ALLE AGEVOLAZIONI. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEL WELFARE ROBERTO MARONI

Firenze, 20 Aprile 2004. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha fatto sapere nei giorni scorsi che uno dei suoi prossimi impegni sara' di far approvare dal Consiglio dei ministri un bonus di 1000 euro per chi fara' il primo figlio, estendendo cosi' un provvedimento che era stato gia' adottato per il secondo genito. In occasione di quest'ultima decisione avevamo espresso le nostre perplessita', perche', al di la' del limitato e subito volatile aiuto economico, cio' che restava era che lo Stato premiava la natalita', in un contesto socio-economico (strutture per l'infanzia insufficienti e sempre piu' immigrati con bimbi) in cui di tutto c'e' bisogno tranne che di incentivare a fare piu' figli.

Evidentemente non siamo stati ascoltati, tant'e' che oggi, con il bonus anche al primo figlio, si va al raddoppio. In questo contesto abbiamo deciso di inviare al ministro Maroni la seguente lettera aperta:

Gentile signor Ministro,

apprendiamo della Sua volonta' di estendere anche al primo figlio l'attuale bonus di 1000 euro per il secondo nato. Siccome come Lei siamo preoccupati per le non poche e sempre piu' esose spese che bisogna sostenere per allevare un bimbo, ci permettiamo di suggerirLe un metodo diverso dal Suo per farvi fronte. L'esenzione dell'Iva del 20% sui prodotti e i servizi che hanno a che fare con l'infanzia, almeno fino a quelli che sono considerati tali per i bambini fino a 12 anni (l'eta' e' indicativa rispetto agli standard abituali).

La differenza, rispetto ai 1000 euro, sarebbe notevole, perche' oltre agli innegabili vantaggi per chi alleva un bimbo, ci sarebbe un ritorno per l'intera economia del Paese che, di fronte ad una tale agevolazione, non potrebbe che registrare un colpo di reni. La logica di agire sull'incremento dei consumi, favorendone l'accesso con una diminuzione dei costi degli stessi, a nostro avviso risponde piu' ad una economia di mercato, che non l'elargizione di un bonus che, alla fin fine, sa piu' di premio che di aiuto, e che, finita l'euforia della "vincita", lascia tutto come prima e, in un certo senso, anche peggio:1000 euro restano sempre tali e svalutati nel tempo, mentre l'esenzione dell'Iva e' una riduzione fissa percentuale che segue l'evolversi dell'inflazione e degli aumenti di prezzo in generale.

Consideri anche, signor ministro, quello sta facendo il Suo collega alla Salute, il ministro Girolamo Sirchia, impegnato per modificare un pessimo andazzo del nostro mercato sull'altissimo prezzo del latte in polvere. Se all'auspicabile successo di questa iniziativa di Sirchia si affiancasse anche una decisione come quella che noi auspichiamo, crediamo che il segnale di un interessamento dello Stato per la crescita e la serenita' dei bimbi, sarebbe molto concreto.

La ringraziamo dell'attenzione e Le inviamo distinti saluti

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

FNSI: legge 150/2000 e norme limitative rappresentanza sindacale nel pubblico impiego 


“E’ stata presentata alla Camera la sesta interrogazione parlamentare sul tema della contrattazione dei giornalisti degli uffici stampa nella pubblica amministrazione. Ad inviarla al Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Mazzella, è stato l’onorevole Alessio Butti, responsabile Informazione di Alleanza Nazionale.

L’esponente politico di maggioranza si chiede, infatti, “se le recentissime dichiarazioni del Presidente dell’Aran, Avv. Guido Fantoni, relativamente all’impossibilità dell’Agenzia che presiede ad aprire la trattativa con la Fnsi rispondano a verità; se la Legge 150/2000, in quanto successiva al Decreto Legislativo 29/93, che introduceva norme limitative sulla rappresentanza sindacale nel pubblico impiego, non abbia maggiore forza di legge di precedenti normative; se una norma relativa alla regolamentazione sulla rappresentanza sindacale nella pubblica amministrazione possa tenere fuori la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sindacato unico ed unitario dei giornalisti italiani, che discute e firma contratti dal lontano 1908”.

L’onorevole Butti si chiede, infine, “se mai è possibile che la Fnsi non possa essere accolta al tavolo della trattativa Aran, nonostante che al sindacato dei giornalisti ci si riferisca in maniera diretta dalla suddetta Legge 150/2000; che esista fin dal 1947 un patto d’azione con le attuali Confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl che attualmente siedono nel consiglio nazionale della Fnsi e che assieme al Sindacato dei giornalisti nel gennaio 1959 hanno, tra l’altro, sottoscritto il contratto nazionale di lavoro giornalistico esteso erga omnes con Dpr 153/1961, che sia stato stipulato nel 1992 – da queste Confederazioni con la Fnsi – un protocollo d’intesa che riconosceva, nei fatti, la titolarità della rappresentanza sindacale della Fnsi per gli uffici stampa”.

Il Sindacato dei giornalisti ringrazia l’esponente politico che ha voluto manifestare sensibilità su questa delicata questione, impegnandosi a farlo per quanti in questi prossimi giorni adotteranno iniziative analoghe”. Prot. n.60 /C

Roma, 20 aprile 2004

Federazione Nazionale della Stampa Italiana

Sit in 22 aprile ore 17 contro la Gasparri 


Il Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, del quale fanno parte settanta tra sindacati, associazioni e movimenti, sarà di nuovo in piazza davanti al Senato giovedì prossimo 22 aprile contro la proposta di legge Gasparri sull’informazione.

Nelle intenzioni della maggioranza e del Governo, infatti, giovedì 22 aprile dovrebbe cominciare l’ultima discussione parlamentare prima della definitiva approvazione da parte del Senato. Un’approvazione che non consentirebbe alcun nuovo intervento da parte del Presidente della Repubblica che aveva rinviato alle Camere il precedente testo.

Il Comitato ritiene che le modifiche apportate dalla maggioranza non rispondano in alcun modo alle esigenza di sviluppare il pluralismo dell’informazione nel nostro Paese posta dal Capo dello Stato. La legge Gasparri, nel testo in approvazione al Senato, continua di fatto a sostenere il monopolio radiotelevisivo e gli interessi economici e politici del Capo del Governo aggravando il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi.

Per questo le Associazioni, i Movimenti e i Sindacati aderenti al Comitato invitano i cittadini a partecipare al sit in che si svolgerà giovedì 22 aprile alle 17.00 a Roma in Corsia Agonale di fronte all’ingresso principale del Senato.

Roma, 20 aprile 2004

Comitato per la libertà e il diritto all’informazione

23 aprile SCIOPERO NELLE UNIVERSITÀ E MANIFESTAZIONE A ROMA CON CORTEO 


SCIOPERO GENERALE (23 aprile) di tutto il personale delle Università, degli EPR, dell'ENEA e dell'AFAM per l'intera giornata del 23 aprile 2004. Lo sciopero è proclamato congiuntamente da SNUR CGIL, CISL UNIVERSITA', CISL FIR, UIL PA-UR, UIL AFAM, ADU, ANDU, APU, CNU, SNALS. Il 23 aprile si svolgerà a Roma una manifestazione nazionale che dovrà vedere una forte presenza di tutte le componenti di tutti i settori coinvolti.

"Documento unitario delle sigle della docenza universitaria. "

SCIOPERO NELLE UNIVERSITÀ E MANIFESTAZIONE A ROMA CON CORTEO

La giornata di mobilitazione promossa dalle Organizzazioni della docenza per il 4 marzo 2004 ha visto in tutti gli Atenei una grande partecipazione di docenti, personale tecnico-amministrativo, precari, giovani studiosi e studenti, con folte assemblee e l'approvazione di mozioni che si pronunciavano contro la politica del Governo sull'alta formazione e sulla ricerca scientifica e, in particolare, contro il disegno di legge-delega governativo sulla docenza universitaria, prendevano atto della gravità della situazione degli Atenei ed esprimevano la volontà di proseguire in modo ancora più incisivo lo stato di agitazione.

A fronte del permanere dell'atteggiamento di totale chiusura del Governo e dell'inizio della discussione del disegno di legge-delega nella VII Commissione della Camera, le Organizzazioni, denunciando la scelta del Ministro di dare ascolto solo a interlocutori accondiscendenti, riaffermano l'assoluta necessità che lo stato di agitazione non solo continui, ma accentui ulteriormente la sua incisività e visibilità nelle Università, nel Paese, nei mezzi di comunicazione.

Le Organizzazioni si impegnano a seguire attivamente i lavori parlamentari e hanno già chiesto audizioni presso le Istituzioni e incontri con tutti i Gruppi parlamentari per chiedere la bocciatura del provvedimento governativo.

Si ribadiscono gli obiettivi di fondo della mobilitazione:

- il ritiro del disegno di legge delega;

- l'apertura di un reale confronto con tutto il mondo universitario;

- provvedimenti immediati per un effettivo diritto allo studio;

- impedire che cosiddetti tavoli tecnici o riunioni elitarie sostituiscano il mondo universitario che invece, in ogni sua componente, è assolutamente contrario ad un disegno generale che configura una Università privatizzata e disarticolata tra teaching Universities e pochi centri di eccellenza e rivendica, al contrario, un'Università pubblica qualificata ed aperta a tutti, fondata sul nesso inscindibile tra didattica e ricerca.

In questa situazione le Organizzazioni della docenza confermano lo stato di agitazione, invitano le sedi a intensificare il dibattito, promuovono un ulteriore momento forte e visibile di protesta:

VENERDÌ 23 APRILE 2004 SCIOPERO IN TUTTE LE UNIVERSITÀ MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA CON UN CORTEO CHE TERMINERÀ DAVANTI AL MINISTERO A VIALE TRASTEVERE

La protesta nell'Università si collega a quella di chi lavora negli Enti di ricerca, che ha già subito l'attacco a fondo del Governo, e deve collegarsi, per arrivare ad una GIORNATA EUROPEA di protesta, ai movimenti che in tutta Europa stanno contrastando le controriforme delle Università e della Ricerca.

L'UNIVERSITA' BENE COMUNE NELLA SOCIETA' DELLA CONOSCENZA 


Roma 22 aprile 2004
Università La Sapienza
Facoltà di Ingegneria " S.Pietro in Vincoli",
via Eudossiana 18
ore 9,30 AULA DEL CHIOSTRO

Organizzano: Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, Alternative, Carta, Critica marxista, La Rivista del Manifesto, Transform!

Crisi dell'illusione del mercato come regolatore della conoscenza.
Dal copyright al copyleft: la conoscenza senza recinzioni.
Il lavoro, i diritti, le qualità delle professioni universitarie, la didattica e la ricerca.
Cittadinanza, diritto allo studio, salario sociale.


Presiede Aldo Tortorella

Interventi introduttivi: Bruno Amoroso, Luisa Boccia, Remo Ceserani, Roberto Finelli, Domenico Jervolino, Anna Pizzo.

Hanno aderito finora:
Mario Alcaro, Pablo Amati, Dino Angelaccio, Cinzia Arruzza, Pietro Barcellona, Carlo Bernardini, Fausto Bertinotti, Riccardo Bellofiore, Piero Bevilacqua, Paolo Bottoni, Sandro Bianchi, Marcello Buiatti, Giuseppe Cacciatore, Giulio Calella, Giuseppe Cantillo, Andrea Capocci, Giuseppe Casadio, Giuseppe Chiarante, Alessandra Ciattini, Francesco Cioffi, Ada Cavazzani, Titti De Simone, Serena Di Carlo, Donatella Di Cesare, Piero Di Siena, Rino Falcone, Vincenza Ferrara, Eleonora Forenza, Andrea Fumagalli, Franco Gallerano, Sancia Gaetani, Sonia Gentili, Maurizio Jacono, Fiorino Jantorno, Gilbert John, Ilaria Lani, Giovanni La Torre, Maria Lenti, Guido Liguori, Giorgio Manacorda, Oscar Marchisio, Giacomo Marramao, Sandro Mezzadra, Carlo Montaleone, Raul Mordenti, Antonio Moretti, Rossella Morrone, Dario Missaglia, Enzo Naso, Lucio Pagnoncelli, Pancho Pardi, Enrico Panini, Guido Pasquariello ,Tonino Perna, Romolo Perrotta, Stefano Petrucciani, Antonio Pioletti, Franco Piperno, Francesco Polcaro, Giuseppe Prestipino, Andrea Ranieri, Francesco Raparelli, Judith Revel, Mimmo Rizzuti, Anna Rolier, Pietro Rosati, Cesare Salvi, Alba Sasso, Enzo Scandurra, Scipione Semeraro, Francesco Susi, Sofia Toselli, Nicola Tranfaglia, Moreno Verdi, Massimo Villone, Pasquale Voza.

Sono invitati i parlamentari e le parlamentari delle opposizioni, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali delle università e della ricerca, delle associazioni e delle reti dei lavoratori precari, delle organizzazioni e dei movimenti degli studenti.

lunedì, aprile 19, 2004

PIANO DI RISTRUTTURAZIONE PARMALAT. NON BISOGNA SAPERE OPPURE SI PUO' SAPERE SOLO CIO' CHE VOGLIONO. CONTINUA IL MASSACRO? 


Firenze, 19 Aprile 2004. Oggi pomeriggio, presso la sala del Consiglio Comunale di Collecchio (Parma), il commissario straordinario governativo per la Parmalat, Enrico Bondi, ha presentato le proposte per il risanamento di questa azienda alle parti sociali. Ma alla stampa e' stato vietato l'accesso.

Si', sembra incredibile, ma e' proprio cosi'.

Un incontro in una sede istituzionale (il Comune) di altrettanto rappresentante istituzionale, sul caso che sta facendo tenere in sospeso il fiato di tutti i risparmiatori italiani e di tutti i banchieri, e che ha minato in tutti i punti possibili e immaginabili la credibiltia' del sistema imprenditoriale, di quello creditizio e dei controllori istituzionali degli stessi, un incontro che dovrebbe rappresentare l'inizio di una svolta viene segretato.

Probabilmente ne consoceremo solo alcuni particolari, filtrati attraverso i favori, le compiacenze e le conoscenze di questo o quell'altro mezzo di informazione, o attraverso i monosillabi che il rappresentate governativo ed i suoi collaboratori pronunceranno a sciami di giornalisti e operatori che gli si assieperanno intorno all'uscita dell'incontro. O attraverso quello che faranno conoscere le parti sociali convocate, ma col ricatto e il timore di porre molta attenzione a cio' che dicono perche' c'e' di mezzo la pagnotta.

Che pessima storia. E' tale sin dall'inizio e continua ad esserlo in questi momenti molto importanti.

Perche' avere paura dell'informazione? Perche' temere che cio' che si e' prefigurato per il risanamento possa serenamente essere discusso da chiunque, con una conoscenza diretta e non drogata dei fatti, delle circostanze e dei numeri?

Quando si procede male, temendo quello che e' il caposaldo di un sistema economico e politico libero, l'informazione, viste le premesse dimostrate di marciume, e i timori -giustificatissimi- di un marciume ben oltre lo specifico, cosa si possono aspettare tutti coloro che hanno avuto fiducia in quelle istituzioni che oggi si comportano cosi', e che ieri, per gli omessi e negligenti controlli hanno permesso che accadesse cio' che e' accaduto?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

RC AUTO: PER MARZANO AUMENTI IN LINEA CON L’INFLAZIONE 


IL CODACONS: FORSE MARZANO NON SA FARE I CONTI

Il Ministro Marzano torna oggi a “filosofeggiare” sugli aumenti dell’rc auto, affermando che gli aumenti, anche grazie alla sua opera e ai suoi accordi, sono contenuti e comunque in linea con il tasso di inflazione.

“Dire che Marzano è bugiardo non farebbe impressione a nessuno, ma la protervia che mette nel difendere le imprese assicuratrici fa pensare che il ministro non sappia proprio fare i conti” – risponde il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi.

“Ricordiamo a Marzano che gli aumenti delle tariffe rc auto fanno registrare punte anche del 20%, mentre l’inflazione è al 2,3%. La differenza tra i due dati costituisce svariati milioni di euro che entrano nelle tasche delle compagnie di assicurazione. Le tariffe – conclude Rienzi - devono diminuire e subito del 20%, anche grazie alla minore incidentalità registrata grazie alla patente a punti”.

CODACONS

BASTANO DUE GOCCE DI PIOGGIA E ROMA ENTRA NEL CAOS  


VELTRONI SVEGLIATI! IL CODACONS SI APPELLA AL SINDACO E CHIEDE LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE ALLA MOBILITA’

Anche oggi si è verificato quello che, purtroppo, capita molto spesso a Roma: piove e la città diventa un caos.

Sono bastate due gocce di pioggia a far bloccare la capitale, con strade intasate, traffico impazzito, e disagi di varia natura. A farne le spese come al solito la cittadinanza, sempre più impotente.

Per questo l’associazione fa un appello al Sindaco di Roma. “Veltroni svegliati e fa qualcosa! – afferma il Presidente del Codacons Carlo Rienzi – Una capitale europea che con un po’ di pioggia si paralizza non è degna di questo nome!”.

L’associazione chiede, oltre le dimissione dell’assessore capitolino alla mobilità, di adottare misure specifiche in grado di sostenere e veicolare il traffico in caso di pioggia, e aumentare la presenza dei vigili urbani sulle strade, vigili divenuti oramai introvabili.

CODACONS

Nota: il redattore del blog trasmette ma non risponde dei contenuti e dei testi prodotti dalle diverse associazioni dei consumatori, inoltre, il pensiero espresso dai testi può non essere condiviso.

CALCIO: GAUCCI DEVE TENER CONTO DEI TIFOSI  


SE GAUCCI RITIRA IL PERUGIA DALLA SERIE A DEVE RIDARE AI TIFOSI L’11,7% DELL’ABBONAMENTO

“Gaucci non può decidere come gli pare, come se i tifosi non ci fossero e non avessero dei diritti” ha dichiarato il presidente del Codacons avv. Marco Maria Donzelli.

“Se sarà ritirata la squadra del Perugia dalla serie A gli abbonati potranno farsi ridare la quota dell’abbonamento non utilizzata” ha concluso Donzelli.

In particolare, mancando quattro giornate su 34 partite di campionato, Gaucci dovrà ridare ai tifosi l’11,7% dell’abbonamento annuale.

CODACONS

FNSI: rischi violazione a libera informazione in decisione al parlamento europeo 


Mercoledì prossimo 21 aprile, sarà discussa e votata al Parlamento Europeo la proposta di risoluzione sui rischi di violazione nell’Unione Europea e particolarmente in Italia, della libertà di espressione e di informazione.

La proposta di risoluzione viene presentata dalla Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini del Parlamento di Strasburgo, relatrice la parlamentare liberale Johanna Boogerd Quaak.

In occasione della votazione della proposta di risoluzione si svolgerà il 21 aprile a Strasburgo, alle 17.00, nella Sala Stampa del Parlamento Europeo, un incontro con la stampa al quale parteciperanno i leader dei gruppi parlamentari presentatori e una delegazione del Comitato italiano per la libertà e i diritti all’informazione composta dai segretari generali della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, e della Slc Cgil Fulvio Fammoni, con il Portavoce dell’Associazione Articolo 21 Giuseppe Giulietti.

Roma, 19 aprile 2004

Comitato per la libertà e il diritto all’informazione

DOLORE: PERCHE' SOFFRIRE? 


Roma, 19.4.2004. La legge nazionale e' del 2001 (1) ma solo 6 Regioni (Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna) ne hanno fatte proprie le linee guida per il trattamento del dolore. Indifferenza dei nostri amministratori regionali e scarsa sensibilita' degli operatori sanitari ci pongono al penultimo posto in Europa per l'uso farmaceutico di oppiacei.

Eppure e' dal lontano 1986 che l'Organizzazione mondiale della sanita' aveva a sua volta predisposto le linee guida per la cura dei pazienti malati di cancro. L'uso di oppiacei nel nostro Paese e' purtroppo rimasto confinato nell'ambito delle terapie terminali e, pur essendo previsti dai protocolli internazionali, sono scarsamente utilizzati negli stadi intermedi. L'idea che la morfina e' una droga pesante probabilmente ne limita l'uso e il dolore e' spesso considerato come una conseguenza ineluttabile della malattia.

Non e' cosi'. Non si capisce perche' oltre ad avere una patologia il malato deve necessariamente soffrire. Questo salto psicologico devono farlo soprattutto gli operatori sanitari, medici, infermieri, assistenti e amministratori. La terapia del dolore deve entrare come regola nelle prestazioni sanitarie.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

(1) Legge 12/2001, GU n.41 del 19.2.2001

CODICI CONTRO LA ASL RM E 


Il diritto alla salute è un diritto fondamentale del cittadino

RICONOSCIUTO IL DIRITTO AL RIMBORSO DELLE SPESE
PER CURE URGENTI ALL’ESTERO

Il Tribunale del Lavoro di Roma, accogliendo il ricorso del CODICI, ha CONDANNATO la Asl RM E al pagamento delle spese per cure mediche urgenti sostenute all’estero del Sig. M. C.

La storia

Il Sig. M. C. si trovava in vacanza negli Stati Uniti, colto improvvisamente da un infarto viene ricoverato in una struttura sanitaria statunitense per ricevere le tempestive cure necessarie, per le quali gli viene chiesta una somma molto elevata. Tornato in Italia chiede alla Asl RM E, a cui lui fa riferimento, il rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero. La Asl nega tale rimborso sostenendo che il signor M. C. era all’estero per motivi di turismo e che l’urgenza del ricovero non era giustificata.

L’ufficio legale del CODICI, rappresentato dall’Avv. Filippo Bellinzoni, ha, invece, sostenuto che la normativa prevede il rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero anche in caso di permanenza all’estero per turismo, ed ha fornito la documentazione dell’urgenza del ricovero e delle cure ricevute.

Dopo anni di battaglie legali, il Giudice Dott. L Bajardi, ha riconosciuto al Sig. M. C. il diritto al rimborso delle spese sostenute presso la struttura sanitaria statunitense, affermando che il diritto alla salute e alle cure all’estero, deve essere garantito ai cittadini italiani e il SSN ha l’onere di sostenere le spese.

“È una sentenza di grande civiltà giuridica - dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del CODICI – la Regione deve farsi carico di queste problematiche e non cercare di scaricare sulle spalle del cittadino il costo delle cure.”

Roma, 19 aprile 2004

CODICI

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