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venerdì, maggio 28, 2004

Violazioni del sistema informativo italiano. Baron-Crespo: ecco le motivazioni del Parlamento Europeo 


“Lunedì 31 alle ore 12 alla Sala stampa Estera (Roma via dell’Umiltà 38/c) conferenza stampa del Comitato per la libertà e il diritto all’informazione alla presenza del capogruppo socialista a Strasburgo, Enrique Baron-Crespo che, in particolare, si soffermerà sulle motivazioni che hanno indotto il Parlamento Europeo a votare la risoluzione sulle violazioni nel sistema informativo italiano.

Al centro della conferenza stampa anche le attività del Comitato dopo il Seminario nazionale ed il varo della Carta di Gubbio ed i ricorsi alla Corte Costituzionale e alla Corte di Strasburgo sulle violazioni nel sistema dell’informazione nel nostro Paese e contro la legge Gasparri. Alla conferenza stampa saranno presenti anche l’On. Pasqualina Napoletano; Fulvio Fammoni, Segretario Slc-Cgil; l’On. Beppe Giulietti, portavoce di Art.21; Paolo Serventi Longhi, Segretario Generale della Fnsi; Antonio Padellaro, condirettore de L’Unità e Roberto Zaccaria, costituzionalista e presentatore del ricorso all’Alta Corte di Strasburgo”.

Roma, 28 maggio 2004

Comitato per la libertà e il diritto all’informazione

Il XXV Congresso della Federazione Internazionale dei Giornalisti ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalla Fnsi 


“Il congresso della Federazione Internazionale dei Giornalisti, riunita ad Atene, ribadisce con forza l’impegno a difendere, in tutti i Paesi del mondo, il pluralismo dell’informazione e la libertà di informazione e di opinione che rappresentano aspetti fondamentali di ogni vera democrazia.
I giornalisti sono preoccupati per le degenerazioni della globalizzazione dei media e per un mercato della comunicazione del quale il nord del mondo ha il controllo economico, ma anche politico e culturale.

La Ifj respinge quindi l’affermarsi di posizioni dominanti sia nelle televisioni e nelle radio, sia nelle telecomunicazioni, sia nei giornali, sia nell’informazione di base, e sottolinea il pericolo che l’espansione dei media determini un aumento degli spazi di mercato, ma rafforzi pochi potenti gruppi internazionali e nazionali.

Per questo sarebbe opportuno che le organizzazioni mondiali, come l’Onu, riconoscano il principio della libertà di informazione e che attivassero politiche rigorose verso i grandi trust nel settore dei media.

I giornalisti sono per la libertà nel mercato editoriale ma ritengono che regole precise debbano fissare limiti antitrust, impedire monopoli e oligopoli tentacolari e stabilire criteri e linee essenziali per i processi di internazionalizzazione e incroci societari delle imprese, perché siano rispettate vocazioni e specificità e carte nazionali dei diritti sociali, culturali e professionali dei dipendenti. Ciò al fine di assicurare reali condizioni di pluralismo nelle diverse realtà nazionali, regionali e linguistiche.

In Europa, il tentativo di eliminare le norme antitrust, attraverso nuove leggi e norme nazionali (come accade in Italia), rischia di ridurre le libertà ed il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati e di impedire la stessa sopravvivenza dei media indipendenti.

In questo quadro l’attacco che alcuni Governi e grandi imprenditori privati portano ai servizi pubblici radiotelevisivi va contrastato con forza dai giornalisti e dai lavoratori di tutti i media. La difesa della Tv e radio pubbliche è direttamente collegata alle esigenze democratiche, sociali e culturali di ogni società, nonché alla esigenza di preservare il pluralismo dei mezzi di comunicazione.

Per queste ragioni la Federazione Internazionale dei Giornalisti esprime la convinzione che vadano contrastate leggi o normative che tendano a rafforzare le concentrazioni, a cancellare le norme antitrust esistenti, a penalizzare i servizi pubblici di broadcasting, a subordinare gli interessi dell’informazione a quelli della pubblicità e del mercato.

L’azione della IFJ e dei suoi organismi regionali ha consentito di ribadire le ragioni di una informazione indipendente contro quelle della concentrazione dei media. Iniziative come la “Missione in Italia”, per verificare il grado di pluralismo nel Paese governato da Silvio Berlusconi (proprietario di un grande network televisivo, di giornali ed altre imprese e premier del suo Paese), possono essere attuate in molti altri Paesi. Naturalmente ciò può essere realizzato d’intesa tra IFJ ed i sindacati delle singole nazioni per stilare rapporti ed indagini dal grande significato politico.

Il congresso Ifj ritiene che l’indipendenza ed il pluralismo dei media debbano essere garantiti da precise norme che difendano la libertà di stampa ed impediscano a personaggi politici che si candidano al Governo dei singoli Paesi, di detenere la proprietà di quote consistenti del sistema dell’informazione. Il conflitto di interessi, specie nel sistema della comunicazione, finisce con il contrastare ogni equilibrato sviluppo delle libertà democratiche”.

Federazione Nazionale Stampa Italiana
Prot. n. 100/c
Roma, 28 maggio 2004

GLAXO: IL CODACONS CHIEDE LA SOSPENSIONE DAL SERVIZIO DEI 4.400 MEDICI E FARMACISTI INDAGATI 


MISURA CAUTELARE A TUTELA DEGLI UTENTI DELLA SANITA’

Il Codacons, che ha annunciato ieri la costituzione di parte civile nella scandalosa vicenda Glaxo, chiede oggi a scopo cautelare la sospensione immediata dal servizio dei 4.400 indagati tra medici e farmacisti, fino a che non sarà chiarita la loro posizione.

“Alla luce delle notizie emerse ci sembra il minimo che possa essere fatto per tutti quegli utenti che negli anni sono stati imbottiti di farmaci inutili al solo scopo arricchire le tasche di qualcuno” afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi.


CODACONS DENUNCIA IL DATO DI INFLAZIONE ALLA PROCURA 


IL DATO “SINGOLARE” DELL’INFLAZIONE AL 2,3% FINISCE ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA

IL CODACONS HA CHIESTO ALLE PROCURE DELLE CITTA’ CAMPIONE DI ACCERTARE COME SIANO STATE EFFETTUATE LE RILEVAZIONI DEI PREZZI

GIA’ IN PASSATO ERRORI E OMISSIONI NELLE RILEVAZIONI PREZZI DA PARTE DEI RILEVATORI COMUNALI

Il Codacons contesta fortemente il dato sull’inflazione diffuso oggi dall’Istat che, nonostante aumenti della benzina che sfiorano il 13% e le inevitabili ricadute sui prezzi dei beni trasportati, sarebbe ferma a maggio al 2,3%.

“Si tratta – commenta il Presidente Codacons Carlo Rienzi – dell’ennesimo inspiegabile miracolo dell’Istat che è riuscita di nuovo a fornire un dato ottimistico ma distante dalla realtà”.

L’associazione vuole vederci chiaro sul singolare dato dell’inflazione e presenta un esposto alle Procure della Repubblica delle 13 città campione (Ancona, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Trieste, Venezia) nel quale si chiede di accertare le rilevazioni dei prezzi svolte dai rilevatori comunali in ogni città, e se queste siano state svolte seguendo tutti i rigidi criteri fissati dall’istituto di statistica.

“Già in passato – afferma Rienzi – denunciammo gravi omissioni nel reperimento dei prezzi da parte dei rilevatori comunali, emersi in alcuni documenti della stessa Istat che affermava “l'istat si scusa per il ritardo con il quale la richiesta viene formulata e si appella all'iniziativa di codesto comune e del suo ufficio di statistica per colmare a posteriori - e se necessario anche con elementi indiretti- tale esigenza […] e ancora: ...il numero minimo di quotazioni da considerare è di 5 per i beni alimentari e 3 per i beni non alimentari; nella realtà tale numero non è spesso sufficiente a garantire il requisito della rappresentatività […] "..alcuni controlli a campione hanno rilevato che oltre il 90% delle sostituzioni di prodotto viene effettuato senza registrare alcuna variazione nell'indice (il prezzo ricostruito del mese precedente viene posto uguale al prezzo del mese corrente… Tale ipotesi non è sempre vera ed una maggiore attenzione va prestata alla stima del prezzo ricostruito”.

Roma, 28 maggio 2004

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