venerdì, novembre 28, 2003
MEI 2003 DI FAENZA
SABATO 29 NOVEMBRE
APERTURA DEL MEI 2003 DI FAENZA
CON LA PREMIAZIONE DI MICHELE SANTORO E MARCO PAOLINI
PER L'INFORMAZIONE ED IL TEATRO INDIPENDENTI
Seguirà tavola rotonda aperta al pubblico con la partecipazione di Michele Santoro, Massimo Fini, Vittorio Agnoletto e tanti altri ospiti dell'informazione indipendente.
Domani sabato 29 novembre, alle 9.30 in occasione dell'apertura del MEI (Meeting Etichette Indipendenti) di Faenza (che si tiene nella città romagnola presso la Fiera), consegna del premio MEI2003 a Michele Santoro e Marco Paolini per l'informazione ed il teatro indipendente.
In questo periodo di censure e di monopolio nell'informazione, questi premi hanno una valenza ancorà più importante.
Le motivazioni del premio; a Michele Santoro "per la coerenza e onestà intellettuale nel perseguire l'obiettivo di una informazione indipendente" ed a Marco Paolini: "per la perseveranza nel ricercare un percorso teatrale realmente indipendente ed originale, con legami importanti con l'attualità".
Seguirà alle 10.00 un dibattito sul tema "Legalità/illegalità" organizzato in collaborazione con i Girotondi per la democrazia di Ravenna, che vedrà protagonisti lo stesso Michele Santoro, Massimo Fini, Vittorio Agnoletto e Omar Pedrini del gruppo musicale Timoria. Coordinano Roberto Vignoli di Nuovi Mondi Media e Gianfranco Mascia dei Girotondi per la democrazia
APPELLO PER UNA LOTTA DECISIVA
DOPO UN ANNO DI LOTTA E DI ACCORDI SINDACALI MARTEDÌ 2 DICEMBRE INIZIERÀ L'INCONTRO DI VERIFICA IN REGIONE LOMBARDIA IN CUI SI DOVRANNO CONCRETIZZARE TUTTI GLI IMPEGNI ASSUNTI.
CONTEMPORANEAMENTE L' 8 DICEMBRE SCADE LA PROCEDURA DI MOBILITA', CHE SENZA FATTI NUOVI COMPORTERÀ IL LICENZIAMENTO DI 500 LAVORATORI.
IN TALE CONTESTO ESTREMAMENTE DELICATO CHE RISCHIA DI PRODURRE EFFETTI DEVASTANTI SUL TERRENO OCCUPAZIONALE
LANCIAMO UN APPELLO
A TUTTI COLORO CHE HANNO MANIFESTATO SOLIDARIETÀ ALLA LOTTA DEI LAVORATORI DI ARESE
PER UN IMPEGNO COMUNE CONTRO IL TENTATIVO DI CANCELLARE L'ALFA ROMEO E TRASFORMARE TUTTA L'AREA IN UNA GIUNGLA DOMINATA DA LAVORO PRECARIO SENZA DIRITTI E SENZA TUTELA SINDACALE.
CHIAMIAMO TUTTI
ED IN PRIMO LUOGO I LAVORATORI MILANESI LE ISTITUZIONI, LE FORZE POLITICHE E SOCIALI A PARTECIPARE AL PRESIDIO PERMANENTE
DAVANTI ALLE PORTINERIE A PARTIRE DAL 1° DICEMBRE.
Arese 27/11/2003
FIM - FIOM - UILM - FLMU - SLAI COBAS
ALFA ROMEO ARESE
"Solo Aquiloni nel Cielo di Maremma"
Gli Eurofighter, caccia monoposto bireattori dotati di sistemi per il bombardamento a bassa quota, arriveranno a Grosseto dove verrà ospitata una scuola di addestramento per i piloti dei nuovi velivoli.Così, mentre in Toscana ed in altre parti del Paese si riducono le servitù militari, la nostra Provincia già pesantemente occupata da caserme ed altre strutture, subirà una ulteriore e pesante militarizzazione del territorio.
In particolare le piste di atterraggio e decollo dell'aeroporto Baccarini, dopo investimenti di oltre 120 miliardi, essendo concepite per i soli scopi militari, sono risultate incompatibili con l'attività di volo civile affossando sul nascere le prospettive di sviluppo dello scalo grossetano universalmente ritenuto vitale per lo sviluppo dell'economia locale.
Da parte nostra non vi è quindi una opposizione solamente etica, basata sulla convinzione irrinunciabile che solo la politica e gli strumenti di pace possono garantire la sicurezza dei popoli, ma vogliamo anche evidenziare il contrasto tra la presenza a Grosseto degli Eurofighters e la vocazione ambientale della nostra terra. La Maremma non è solamente un prodotto da offrire ai turisti, ma anche l'opportunità per uno sviluppo sociale ed economico fondato su equilibrate relazioni tra le persone e con l'ambiente.
Come può il Cavallino Rampante del "4° Stormo", con l'inquinamento da rumore che porta con sé, affiancarsi all'idea di pace e di naturalità dell'ambiente che è oggi la nostra prima risorsa economica? Come può coniugarsi con il cavallo maremmano delle ippovie? L'individuazione dell'aeroporto grossetano come scuola di volo dei nuovi aerei e come uno dei nuovi centri nevralgici del sistema militare europeo fa invece della nostra terra un possibile crocevia di ogni guerra e ne incrementa lo sviluppo subalterno esclusivamente basato sulla rete commerciale.
Questa scelta è passata sopra le nostre teste come su quelle di tutti gli altri cittadini e, nonostante le continue richieste del MSF e in barba al "Distretto Rurale d'Europa", gli Enti Locali e la stragrande maggioranza delle forze politiche non hanno saputo esercitare alcuna autonomia nei confronti del governo centrale e nemmeno si sono sentiti in dovere di aprire nelle sedi opportune anche soltanto la parvenza di un dibattito democratico.
Oggi si aggiunge al danno la beffa.
Schumacher, sulla sua Ferrari, ed un astronauta italiano, alla guida di un caccia bombardiere in decollo, gareggeranno sulla pista di atterraggio rievocando l'impresa, risalente agli anni '30, di Tazio Nuvolari contro il monoposto da combattimento Caproni 100.
Si intende così celebrare l'evento dell'arrivo degli Eurofigther (EFA 2000) con una kermesse nazional-popolare di pessimo gusto condita con riferimenti storico culturali perlomeno inquietanti e sperperando altri soldi pubblici.
Il tentativo è chiaro ed è quello di utilizzare la passione sportiva, la notorietà di un personaggio famoso e la curiosità della gente per far digerire il dirottamento di risorse ingenti (oltre 1500 miliardi di lire) necessari per i 121 aerei destinati alla aviazione italiana, soldi che sarebbe stato certamente meglio destinare a possibili spese sociali, alla sanità, all'istruzione e all'assistenza piuttosto che all'economia di guerra.
E' chiaro che si spera in questo modo di nascondere dietro le "maraviglie tecnologiche" il fine ultimo di un caccia-bombardiere incapace di spegnere un incendio o di prestare un soccorso, ma capace soltanto di seminare morte e distruzione in un raggio di oltre 3000 Km di distanza.
Questa operazione mediatica è cinica ed inopportuna e va contestata con fermezza proprio oggi nel momento in cui la guerra sembra irrompere nel nostro orizzonte ed occuparne ogni lato, oggi in cui appare sempre più urgente e necessario il coraggio di una posizione etica forte che rifiuti la scelta tra morire ed uccidere, che rivendichi per sé e per gli altri il diritto a vivere.
La guerra ed i suoi strumenti non possono essere trattati come un gioco, non possono essere esibiti con compiacimento.
La guerra è sempre e comunque una sconfitta dell'umanità che mette a nudo una stortura, un errore totale, un vizio ricorrente e così tragicamente attuale nella storia dell'uomo che richiede una assunzione di responsabilità lontana dai tatticismi e dai sottili distinguo. Per questo manifesteremo, lo faremo pacificamente (nonostante qualcuno speri diversamente) ma con tutta la fantasia e la creatività di cui siamo capaci, opponendo la nostra voglia di vivere e di amare all'ipocrisia di chi pensa che la guerra possa essere umanitaria, che possa prevenire il terrorismo, che le bombe possano essere intelligenti, che le missioni di pace si conducano in armi in un paese in guerra, che aerei capaci di portare lontano fino ad otto tonnellate di bombe siano armi di difesa.
Il dibattito che si è dispiegato in questi giorni dopo Nassirya è stato l'ennesimo tentativo di oscurare queste ragioni, di nasconderle dietro un falso patriottismo per far passare l'idea di una normalità della guerra, sotto la retorica dell'eroismo celebrata alle spalle di chi è morto.
Per noi non ci sarebbero state né quelle né altre vittime.
L'11 Dicembre manifesteremo per esprimere il nostro dolore per le 19 vittime italiane cadute in Iraq, ma pensando anche al dolore di chi è più lontano da noi, decine, centinaia e migliaia di altri "ragazzi.. e ragazze" a volte ancora bambine e bambini mietuti da armi più o meno tecnologicamente avanzate.
Manifesteremo perché è necessario che non ci si rassegni alla normalità del quotidiano bombardamento e del quotidiano terrore.
Riteniamo in questo di non essere soli e di non essere una minoranza. Invitiamo per questo tutti i cittadini di Grosseto a partecipare alle iniziative organizzate contro l'arrivo degli Eurofighter ed invitiamo anche coloro che vorranno comunque recarsi all'interno dell'aeroporto a portare con sé un segno o una bandiera di pace.
FNSI: LEGGE 150/2000 GIORNALISTI NEL PUBBLICO IMPIEGO
La Federazione Nazionale Stampa Italiana oggi ha dichiarato:
“Le Confederazioni nazionali Cgil, Cisl e Uil, le Federazioni di categoria del Pubblico impiego e la Fnsi hanno costituito un gruppo di lavoro per ricercare una strada comune per dare piena attuazione alla legge 150/2000 sulla Comunicazione ed Informazione nella pubblica amministrazione.
Nel rispetto delle regole della contrattazione del pubblico impiego il gruppo di lavoro dovrà, in particolare, esaminare i problemi relativi alla definizione dei profili professionali dei giornalisti dipendenti che lavorano negli uffici stampa pubblici”.
Prot. n. 230/C. Roma, 28 novembre 2003
F.N.S.I.
IL PRIMO MINISTRO BELGA HA RAGIONE: LA FEDERAZIONE EUROPEA CON CHI CI STA
I governi dell'Unione stanno facendo il possibile per convincere i
cittadini europei che l'Europa intergovernativa non ha alcun futuro. I
Ministri delle Finanze hanno esonerato Francia e Germania dal rispetto
dei vincoli del Patto di Stabilità, aprendo così la via anche ad altri
governi per una politica inflazionistica che potrebbe mettere a rischio
l'Unione monetaria. I Ministri degli Esteri, che si riuniscono a Napoli
per discutere della Costituzione europea, avanzano pretese che, di
fatto, equivalgono allo smembramento del progetto approvato dalla
Convenzione. La Gran Bretagna si rifiuta d'intaccare il principio
dell'unanimità; la Spagna e la Polonia vogliono mantenere in vita un
sistema di voto che dà, a loro, il doppio di poteri della Germania, che
ha più abitanti di Spagna e Polonia insieme; il Ministro Tremonti
vorrebbe rinazionalizzare la politica fiscale europea; infine, la
Presidenza italiana ha presentato una bozza di compromesso che ostacola
la formazione di una difesa europea da parte di un gruppo d'avanguardia.
Contro questo squallido panorama intergovernativo, si è levata forte e
chiara la voce del Primo Ministro Belga Guy Verhofstadt che
all'Università Humboldt ha dichiarato: "La direzione indicata dalla
storia è chiara. Il futuro dell'Europa sta nella costruzione di
un'Europa federale... Dobbiamo far fronte ad una sfida storica. Quindici
anni dopo la caduta del Muro di Berlino, l'Unione europea crescerà dai
suoi originari sei stati a venticinque. Quasi cinquant'anni dopo il
Trattato di Roma... abbiamo la straordinaria opportunità di avere una
genuina Costituzione europea e un'Unione politica europea".
Guy Verhofstadt non teme il fallimento della Conferenza
intergovernativa, perché conosce l'alternativa. "Sono convinto
- sostiene - che il fallimento della Conferenza intergovernativa
segnerà l'avvio d'ogni sorta di cooperazione avanzata. Si vedrà
inevitabilmente emergere un'Europa a due velocità, un nucleo europeo,
una Federazione europea dentro l'Unione europea".
L'ora della verità è vicina. A metà dicembre il Consiglio europeo di
Bruxelles dovrà decidere se approvare il progetto di Costituzione
proposto dalla Convenzione. E' ormai evidente che si andrà verso il
fallimento o perché non vi sarà alcun accordo tra i 25 capi di stato e
di governo o perché, pur di trovare un accordo, si getterà alle ortiche
il progetto di Costituzione.
Guy Verhofstadt ha ragione. I governi che intendono fare, e non
disfare, l'Europa approvino il progetto di Costituzione così com'è. I
paesi che vogliono andare avanti verso la Federazione europea lo
possono fare. Comincino a proporre ai loro parlamenti e ai loro
cittadini di ratificare il progetto di Costituzione. I governi
reticenti decideranno in seguito se partecipare o meno alla costruzione
della Federazione europea. Nessuno li vuole escludere.
L'Europa intergovernativa è ormai agonizzante. Il pericolo è che la
fine della Vecchia Europa apra una falla irrimediabile nella
costruzione comunitaria, metta in pericolo la democrazia in Europa e la
pace nel mondo. Occorre dunque seppellire subito l'Europa
intergovernativa senza rimpianti. L'alternativa è l'Europa democratica,
federale e dei cittadini. Il tempo delle mezze misure e delle mezze
verità è scaduto.
Movimento Federalista Europeo
Milano, 28 novembre 2003
DISCRIMINAZIONE E CATTIVA INFORMAZIONE IMPEDISCONO LA LOTTA CONTRO L’HIV/AIDS
DENUNCIA DI AMNESTY INTERNATIONAL:
Contrastare la discriminazione, lo stigma sociale e gli abusi dei diritti umani, informare in modo accurato: sono questi, secondo Amnesty International, gli elementi fondamentali di un’efficace risposta all’Hiv/Aids.
“Gli impegni assunti nella sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2001, dedicata all’Hiv/Aids, rimangono inattuati; alcuni paesi impediscono di sviluppare una prevenzione efficace. Invece, occorre agire per proteggere vite umane” – sostiene l’organizzazione per i diritti umani.
Amnesty International è critica nei confronti di messaggi contraddittori provenienti da autorevoli personalità - come, ad esempio, il commento di un cardinale vaticano il quale, a ottobre, ha sostenuto che l’Hiv può trasmettersi attraverso il preservativo - che rendono più difficile ottenere informazioni complete e accurate, necessarie per prevenire la diffusione dell’Hiv e ridurre il suo impatto.
“Dal punto di vista scientifico e professionale vi è generale consenso sul fatto che il preservativo costituisca un metodo efficace e necessario per impedire la trasmissione dell’Hiv. La dichiarazione del cardinale, che riflette la posizione del Vaticano contraria all’uso del preservativo in tutti i casi, è in contrasto con le conoscenze scientifiche e pone a rischio vite umane” – denuncia l’organizzazione.
Amnesty International sottolinea la necessità di informazioni precise, complete e imparziali sull’Hiv/Aids, nelle lingue e nei dialetti appropriati, sia per assicurare che ciascuno possa fare qualcosa per proteggere se stesso, sia per superare il clima di paura ed esclusione. Ciò è particolarmente importante, dato che molti di coloro che sono a rischio di infezione da Hiv e hanno bisogno di cure mediche provengono da settori della società già per altri versi emarginati. Le donne sono particolarmente vulnerabili, a causa delle difficoltà che incontrano nell’avere accesso a informazioni accurate o nel concordare forme di sesso sicuro e a causa degli alti livelli di violenza cui sono spesso soggette. Amnesty International valuta con estrema preoccupazione le politiche governative che mettono a rischio o danneggiano la salute delle donne.
Una nuova politica adottata negli Usa nel 2001 impedisce al governo di finanziare gruppi che praticano, promuovono o persino solo menzionano l’aborto, anche se questo tema costituisce una piccola parte del loro messaggio e del loro lavoro. “Questo provvedimento, di fatto, riduce al silenzio organizzazioni non governative che si occupano delle donne, della salute e della riproduzione e rischia di avere un forte impatto negativo sull’azione contro l’Hiv/Aids” – afferma Amnesty International.
Alcuni governi, inoltre, cercano attivamente di impedire la libera circolazione di informazioni di fondamentale importanza. Gli operatori e gli attivisti che si occupano di Hiv/Aids vengono minacciati, come in India, o anche arrestati, come in Cina.
Nell’aprile di quest’anno Ma Shiwen, un dipendente del dipartimento della Salute della provincia cinese dello Henan, è stato arrestato con l’accusa di aver “divulgato segreti di Stato”. Questi “segreti” in realtà erano costituiti dalla denuncia dell’alto livello di diffusione dell’Hiv nella provincia, causato da sangue risultato infetto perché raccolto con metodi inadeguati. Ma Shiwen è stato rilasciato il 16 ottobre, senza essere stato processato, ma la sua attuale situazione legale rimane poco chiara.
“Incriminare gli operatori sanitari che diffondono informazioni sull’Hiv/Aids è una violazione della libertà di espressione ed è incompatibile col diritto alla salute” – sottolinea Amnesty International. “Ciò rivela la pressione cui queste persone sono sottoposte nello svolgimento del loro lavoro, che consiste in nient’altro che salvare vite umane”.
La discriminazione, lo stigma sociale e gli abusi dei diritti umani interagiscono tra loro e pregiudicano un’efficace azione contro il virus: è infatti difficile che coloro che temono di vedersi stigmatizzati o discriminati intendano sottoporsi a controlli o a cure mediche.
Uganda e Brasile hanno dimostrato come, anche in paesi con poche risorse, sia possibile limitare l’espansione dell’epidemia, attraverso la volontà politica, un linguaggio chiaro e circostanziato e l’attuazione di rapide misure sul piano sanitario. L’Uganda ha uno dei più bassi livelli di crescita dell’Hiv in tutta l’Africa sub-sahariana, grazie a politiche governative che hanno incoraggiato la distribuzione e la promozione dell’uso del preservativo, la consulenza sui metodi contraccettivi e la raccomandazione di ritardare il primo rapporto sessuale e ridurre il numero dei partner sessuali. In questo paese, i giovani vengono incoraggiati a usare il preservativo come misura di prevenzione.
Il Brasile è tra i primi paesi al mondo per quanto riguarda la libera fornitura di medicine anti-retrovitali. In questo modo, è stato possibile ridurre decisamente il numero dei ricoveri e migliorare le condizioni di salute delle persone che hanno contratto l’Hiv. Un’altra conseguenza positiva è stata la riduzione dello stigma sociale nei confronti delle persone che convivono con il virus.
Il diritto al trattamento salva-vita rimane una battaglia tutta da combattere e da vincere, di fronte a priorità economiche di segno diverso e ai negoziati con le istituzioni finanziarie internazionali e le aziende farmaceutiche.
Amnesty International chiede ai governi di agire immediatamente per garantire che le loro leggi e politiche contrastino la discriminazione, lo stigma sociale e la negazione dei diritti umani nel contesto dell’Hiv/Aids. “È una lotta cui i governi devono contribuire con impegno e denaro. Lo stigma e la discriminazione vanno affrontati attuando e rafforzando leggi efficaci. Non farlo, avrà conseguenze in termini di vite umane: è a rischio la vita di milioni di persone. Roma, 28 novembre 2003
Rete Lilliput sul conflitto in Iraq
Alle Associazioni/Reti/Organizzazioni del Network per il Disarmo
1. L'andamento del conflitto in Iraq (e anche la situazione in Afghanistan) stanno confermando le più fosche previsioni. Soprattutto si stanno prefigurando delle situazioni in cui la gestione da parte di poche potenze sarà esposta con ogni probabilità a perdite ulteriori, nonché protagonista e vittima di violenze crescenti: ogni giorno che passa senza che vi sia un mutamento di rotta sostanziale la crisi diventerà sempre più difficile da risolvere con modalità politicamente accettabili.
Vediamo anche governi e partiti invischiati nelle prevedibili e previste conseguenze delle loro decisioni di guerra, a partire dalla crescita del terrorismo. Esso ha ampliato le sue capacità operative, gode di aree di sostegno popolare, opera ormai su uno scacchiere internazionale ed è in grado di infliggere perdite difficili da prevedere e da evitare. La lotta contro un nemico del genere può facilmente vedere giustificata anche in ampi strati popolari e nell'immaginazione comune il ricorso a misure estreme, a ritorsioni, massacri, soppressioni di diritti umani. Occorre, oggi più che mai interrompere questa spirale con mezzi che escludano il ricorso alla violenza degli Stati.
2. La situazione, sotto la minaccia di questo terrorismo internazionale, e nel clima da esso alimentato, si è negli ultimi giorni talmente deteriorata che risulta addirittura inutile insistere per un ritiro immediato delle forze armate dell'Italia e degli altri paesi in Afghanistan e in Iraq, perché la richiesta stessa alimenta risposte improntate a valori nazionalistici e al peggior patriottismo.
In queste ore tristi, infatti, segnate dalla morte di tanti giovani, vediamo riemergere e montare disvalori e isterie che speravamo scomparse da quasi un secolo. Un impegno diffuso per interrompere questi arretramenti culturali è ormai urgente e dovrebbe anche indurre a superare le divergenze marginali e a sospendere le contrapposizioni spesso solo verbali tra organismi che condividono alcune ispirazioni di fondo. Le diversità di punti di vista si riveleranno invece feconde di intuizioni e di nuovi modelli non appena saremo in condizione di avviare una "costruzione della pace che non sia per l'ennesima volta solo un intervallo tra due guerre".
3. I valori e le posizioni più largamente condivisi sono ormai evidenti:
* Condanna e rifiuto del terrorismo, e determinazione a isolarne gli attori, a prevenirne le cause, a svuotarne i moventi
* Illegittimità e rifiuto della guerra, considerata ormai uno strumento sorpassato per risolvere difficoltà nei rapporti tra Stati
* Illegittimità e rifiuto delle guerre "preventive", "umanitarie", "inevitabili per lottare contro il terrorismo"
* Illegittimità e rifiuto della guerra contro l'Iraq, sia nella fase iniziale che in quella attuale
* Cambiamento nei modelli e nelle logiche degli interventi internazionali volti ad eliminare le cause dei conflitti e maggiore diffusione delle metodologie nonviolente di risoluzione dei conflitti
4. Le organizzazioni che presentano questa iniziativa sono decise a esercitare ogni possibile pressione per perseguire i seguenti obiettivi:
· affinché l'ONU intervenga immediatamente in Iraq, con l'invio di un contingente multinazionale, con funzioni di polizia internazionale, di peacekeeping e di peacebuilding, con compiti ben definiti nei tempi e nei modi, formato e guidato da paesi non attualmente belligeranti e che rappresentino i diversi gruppi di paesi che sono presenti nell'ONU. Il contingente dovrà comprendere sia forze armate, sia forze non armate in misura consistente e in collaborazione non subordinata alle prime
· per un contemporaneo ritiro delle truppe, anche italiane, che attualmente agiscono da forze di guerra e di occupazione e non godono del consenso internazionale di paesi e di popoli che è condizione necessaria per esercitare una funzione realmente di pace e di prevenzione e svuotamento - non solo repressione - del terrorismo
· per l’invio di una Equipe di Mediazione, scelta in sede ONU, formata da esponenti di paesi non belligeranti, capace di avviare un reale processo di ascolto, negoziazione e mediazione diretto ad iniziare e ad accelerare la transizione dell'Iraq verso un processo di autodeterminazione politico-economica, basato sulle scelte delle popolazioni locali.
· per l’invio in forme organizzate di volontari, coordinati con le ONG che già operano in Iraq, che realizzino, autonomamente anche se in collaborazione con il contingente ONU, gli interventi di aiuto, sostegno umanitario, ricostruzione materiale e sociale.
5. Le organizzazioni ribadiscono il loro impegno a proseguire insieme :
In azioni di mobilitazione caratterizzate dall'attenzione, dal rispetto, dal dialogo nei confronti delle opinioni diverse, dalla nonmenzogna, dalla coerenza tra i fini indicati ed i mezzi impiegati, dimostrando (a questo servono le dimostrazioni) che la pace può solo con mezzi pacifici essere conseguita. E per questo che proponiamo di attivare assieme ,azioni dirette nonviolente, dal basso, come iniziative di protesta/proposta, non collaborazione attiva-boicottaggi, disobbedienza civile.
· Verso una economia di giustizia che preveda drastici mutamenti dei peggiori meccanismi economici e sociali, in quanto l’economia di giustizia rappresenta la unica vera via di uscita dalla violenza strutturale sulle popolazioni, reali causa non remote delle guerre e dei terrorismi
· Verso il disarmo internazionale, il superamento del commercio e della produzione di armamenti, la riconversione dell'industria bellica
· Verso un profondo rispetto della natura, attribuendo priorità all'ambiente rispetto ad uno "sviluppo" basato solo sulla crescita illimitata, e un progressivo rifiuto del modello neoliberista
6. Gli organismi citati in indirizzo nella sola Italia sono centinaia e tutti conosciamo le reali dimensioni del movimento internazionale contro la guerra, non da oggi presente anche negli USA, in Israele e in altri paesi tormentati da conflitti.
Riteniamo sia necessario un salto di qualità nella nostra opposizione, che senza voler far scomparire differenze e distinzioni, permetta una mobilitazione che non possa essere facilmente cancellata da contromisure informative o da ragionamenti capziosi. Una mobilitazione che duri finché gli attuali focolai di guerra non siano messi al margine delle politiche internazionali e si avvii la elaborazione di misure alternative, dirette alla costruzione di una pace non formale.
Vi ringraziamo per l'attenzione che vorrete dedicare a queste nostre considerazioni e proposte, e aspettiamo al più presto una vostra risposta, che ci auguriamo positiva, e la vostra disponibilità per un incontro di tutte le forze per la pace e contro la guerra per definire e verificare assieme un nuovo percorso di pace.
Il Gruppo di Lavoro Tematico (GLT) Nonviolenza e conflitti
della Rete Lilliput
Dichiariamo l’acqua un diritto umano universale
A chiusura dell’Anno Internazionale delle Nazioni Unite per l’Acqua, in occasione del 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il presidente del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dell’Acqua Mario Soares e il Sindaco di Roma Walter Veltroni hanno il piacere di invitare alla
Giornata speciale per la
DICHIARAZIONE DELL’ACQUA COME DIRITTO UMANO
Roma, Campidoglio, 10 dicembre
Il I Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua che si è tenuto a Firenze il 21 e 22 marzo scorsi, ha stabilito, tra l'altro, di proporre al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan di indire, a conclusione dell’Anno Internazionale dell’Acqua, una «giornata speciale» delle Nazioni Unite per l’approvazione di una dichiarazione sul diritto all’acqua per tutti gli esseri umani e l’acqua come bene comune mondiale.
A fronte della richiesta l’ONU si è dichiarata disponibile a favorire la presentazione della Dichiarazione durante le sessioni XII e XIII della Commission on Sustainable Development dell’ONU che si terranno rispettivamente nel 2004 e nel 2005.
Il Comitato italiano per il Contratto mondiale dell'Acqua, in collaborazione con il Comune di Roma, con il patrocinio della Provincia di Roma e con il sostegno di Euro Coop, ha deciso di organizzare a Roma il 10 dicembre 2003, 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, una “Giornata speciale” per la
Dichiarazione dell’Acqua come Diritto Umano
La Dichiarazione sarà elaborata ed approvata, nel corso di un'intera giornata di lavori, da un gruppo
- di Parlamentari e di eletti locali
- di personalità testimoni della battaglia per il diritto all'acqua
- di rappresentanti della società civile
provenienti dalle varie parti del mondo e ratificata da tutti i rappresentanti presenti alla Manifestazione.
La Dichiarazione affermerà l’accesso all’acqua come diritto umano imprescrittibile, Universale ed in divisibile e riconoscerà l’acqua come “bene comune mondiale”.
Comitato italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua c/o Cipsi
giovedì, novembre 27, 2003
29/11 Incontro nazionale contro l'aggressione all'Irak per la ripresa della mobilitazione.
L'incontro si terrà sabato 29 novembre a Roma, alle ore 10.30 presso i locali di via Giolitti 231 (Stazione Termini
Le mobilitazioni di Parigi in occasione del social Forum e quella di Londra in occasione della visita di Bush, hanno dimostrato che l'opposizione all'aggressione dell'Iraq e alla strategia della guerra infinita non sono venute meno.
Il movimento che si è espresso nelle piazze di tutto il mondo contro la guerra può e deve tornare in campo, per denunciare ed ostacolare la politica di morte portata avanti dalle potenze occidentali. Il voto dell'Onu non cambia la natura all'occupazione in atto in Iraq, e non può far venire meno le ragioni di opposizione ad essa.
La crescente resistenza messa in atto dagli irakeni smaschera ulteriormente la pretesa delle truppe di occupazione di travestirsi da esercito liberatore.
Diventa tanto più urgente riprendere la mobilitazione anche per contrastare il clima di unità sacra nazionale dietro la quale si cerca non solo di recuperare consenso verso la missione di guerra, ma anche di far avanzare una militarizzazione interna e la criminalizzazione di qualsiasi dissenso.
Invitiamo tutte le realtà del movimento che si batte contro la guerra ad un momento di discussione e confronto per la ripresa di un percorso di opposizione e mobilitazione contro l'occupazione militare dell'Iraq e per il ritiro immediato delle truppe senza se e senza ma.
Al momento hanno dato la loro adesione a questo incontro:
le redazioni di Vis a Vis, Contropiano, L'Ernesto, Corrispondenze Metropolitane, la Confederazione Cobas, Red Link, la Rete dei comunisti, Forum Palestina, Soccorso Popolare (Veneto), Centro Popolare Autogestito (Firenze), Circolo Agorà di Pisa, Comitato lavoratori contro la guerra, Como.
L'incontro si terrà sabato 29 novembre a Roma, alle ore 10.30 presso i locali di via Giolitti 231 (Stazione Termini)
Primo Forum di Solidarieta' con il processo bolivariano in Venezuela
Roma, 30 novembre 2003
ARCI V. dei Monti di Pietralata 16
(Metro Tiburtina, poi bus 111, seconda fermata)
PROGRAMMA
10:00 PROCESSO BOLIVARIANO E DIS/INFORMAZIONE
Partecipano:
Rodrigo Chavez (Coordinatore Circoli Bolivariani del Venezuela)
Fabrizio Casari (Giornalista di Rinascita)
Alessandro Curzi (Direttore di Liberazione)
Maurizio Mateuzzi (Giornalista Il Manifesto)
Gabriele Muzio (Regista e produttore documentario sul Venezuela)
Moderatore: Mario Mella (Circolo Bolivariano Roma)
13:00 Pausa Pranzo
15:00 "La rivoluzione non sarà teletrasmessa" Documentario di Kim Bartley e Donnacha O'Brian. (Testimonianza giornalistica sul golpe dell' 11 Aprile in Venezuela,la manipolazione, la partecipazione dei media e il ripristino della legalità costituzionale attraverso il sostegno popolare)
16.00 LA SINISTRA, IL MOVIMENTO ITALIANO E IL PROCESSO BOLIVARIANO
Partecipano:
Rodrigo Chaves (Coordinatore Circoli Bolivariani Venezuela)
Zoraida Peres (Dirigente Comitè de Tierras delle Regioni Carabobo y Yaracuy)
Francesco Caruso (Disobbedienti)
Jacopo Venier (Responsabile Esteri PDCI)
Gennaro Migliore (Responsabile Esteri PRC)
Francesco Martone (Senatore Verdi)
Famiano Crucianelli (parlamentare Ds, da confermare)
Moderatore: Aldo Zanchetta (Scuola della pace, Lucca)
PRESENTAZIONE DELLA 1° VERSIONE
DELLA COSTITUZIONE BOLIVARIANA IN ITALIANO
E' previsto il collegamento in diretta telefonica con il programma "Alo' Presidente", con il Presidente della repubblica Bolivariana del Venezuela Hugo Chavez Frias.
E' anche previsto il saluto dell' Ambasciata di Cuba in Italia.
Promuovono:
Circolo Bolivariano Roma e Rete Bolivariana in Italia
mercoledì, novembre 26, 2003
“Poeticamente Roma: immagini visive”
L’Associazione Internazionale di Amicizia e Solidarietà con i Popoli (AIASP) con il sostegno del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Dipartimento Cultura Sport Toponomastica, Ufficio Spettacolo ha organizzato:
il giorno 27 novembre 2003,
ore 19:00
sala convegni della Casa dei Popoli
viale Irpinia 50, Roma
A conclusione del 50° anniversario del quartiere Villa Gordiani, una giornata (a partire dalle ore 19) dedicata a Roma, a Pier Paolo Pasolini, alla poesia, all’arte.
Sarà allestita una mostra in collaborazione con i ragazzi e le ragazze dell’Accademia delle Belle Arti di Roma; leggeranno testi del Belli, Trilussa, Pasolini e Menene il premio Europa per la recitazione Michele Capuano, l’attore Antonino Iuorio (tra i protagonisti del film di S. Cabrera “Ilona viene dalla pioggia” e di “polvere di Napoli” di A. Capuano), l’attrice Monica Ferri (già attrice protagonista con Ronconi, Ghione e il teatro civile e d’impegno), Mauro Pascolini.
I momenti musicali sono realizzati dagli artisti di strada. La serata sarà coordinata dal regista Elio Lamari e sarà preceduta da un dibattito su “periferia e cultura” coordinato dall’ingegnere della Rai Radiotelevisione Italiana, presidente del Forum Diritto a Comunicare, Enrico Giardino, Ines Venturi presidente AIASP con invito all’Assessore Gianni Borgna e al Presidente del Municipio Roma VII Vincenzo Puro. Al termine della serata vi sarà la proiezione del film “Uccellacci e Uccellini”.
Ingresso gratuito.
AIASP
Dopo Cancùn: Basta Singapore Issues!
Appello internet al Ministro Urso:
"Togliamo investimenti, concorrenza, spesa pubblica e facilitazione al commercio dall'agenda europea."
Rete Lilliput promuove un appello on line per pressare il governo italiano a cancellare dalla propria lista di priorità il lancio di negoziati sui nuovi temi di Singapore: regole sugli investimenti, concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici e facilitazione al commercio. La caparbietà dei nostri governi e del commissario Pascal Lamy nel proporre questi temi a Cancun è stata una delle cause principali del fallimento del vertice. In questi giorni i nostri governi stanno discutendo la nuova proposta negoziale che Lamy presenterà all'incontro del Consiglio generale del WTO in programma a Ginevra il 15 dicembre. Purtroppo la Commissione non appare intenzionata a rinunciare a questi temi e propone di avviare i negoziati anche per gli investimenti e le regole di concorrenza, anche se in maniera plurilaterale, cioè non obbligando tutti i paesi a firmare l'accordo finale. La decisione definitiva sarà presa il prossimo 2 dicembre in un Consiglio dei ministri del commercio europei. Un accordo plurilaterale sugli investimenti costituirebbe la riproposizione dell'accordo MAI (Accordo Multilaterale sugli investimenti), i cui negoziati fallirono nel 1998 per la forte opposizione internazionale della società civile. Non c'è tempo da perdere, per questo Rete Lilliput chiede di inviare una e-mail al nostro viceministro Adolfo Urso e al nostro rappresentante nel comitato 133 (comitato che assiste la commissione in materia di commercio internazionale) col testo riportato di seguito, per riaffermare che i temi di Singapore devono essere cancellati dall'agenda negoziale europea. E' una iniziativa congiunta con più di 100 gruppi europei, sostenuta con forza dai popoli del sud del mondo. Cancùn ha detto No! ai temi di Singapore, l'Europa non deve riproporli !
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Testo dell'appello da inviare a URSO_A@camera.it e teti@mincomes.it
A Cancùn la strategia europea di convincere i paesi membri del WTO ad avviare i negoziati per nuove regole su investimenti, concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici e facilitazione al commercio è fallita. Durante la quinta conferenza ministeriale, la maggioranza dei paesi membri ha chiaramente affermato di non voler negoziare questi temi e di non ritenere il WTO il forum più appropriato per occuparsene.
La strategia europea è stata fra le cause maggiori del fallimento della conferenza anche se l'offerta formulata nelle ultime ore del vertice, dal commissario Lamy e dal comitato 133, di cancellare due dei temi di Singapore (investimenti e concorrenza) va nella giusta direzione seppure sia parsa più una scelta tattica che un riconoscimento della richiesta della maggioranza dei paesi membri del WTO di non procedere su tali temi.
Prima di Cancùn, insieme a più di 100 gruppi della società civile europea, Rete Lilliput e la Campagna Questo mondo non è in vendita aveva chiesto all'Unione Europea di rinunciare a chiedere l'espansione del WTO.
Ai ministri del commercio, riuniti a Palermo il 6 luglio 2003, avevamo chiesto di:
- ritirare il loro sostegno all'avvio dei negoziati sui nuovi temi
- smettere di impegnarsi in strategie per ingannevoli trade offs, ma piuttosto di premere per il rispetto degli impegni precedentemente presi per ridurre il dumping sui sussidi e per muoversi nella direzione di un'agricoltura più sostenibile senza richiedere come contropartita delle ulteriori concessioni da parte dei paesi in via di sviluppo.
- sostenere l'agenda per rivedere e riformare radicalmente le esistenti regole sul commercio piuttosto che forzare l'avvio di un nuovo insieme di negoziati che la maggior parte dei paesi in via di sviluppo non vuole.
- sostenere un'agenda negoziale europea che risponda maggiormente alle preoccupazioni dei cittadini dell'Unione ed alle richieste di riduzione della povertà e di sviluppo sostenibile.
- rivedere il mandato negoziale conferito al Commissario Lamy nel 1999.
Noi Vi rivolgiamo nuovamente queste richieste invitandovi a considerarle con attenzione nella consultazione attualmente in corso fra i 15 paesi dell'unione per stabilire la nuova agenda negoziale europea da presentare al consiglio generale del WTO in programma il 15 dicembre a Ginevra.
Sappiamo che fra le ipotesi formulate vi è quella di negoziare i due temi più contestati, investimenti e regole di concorrenza, in maniera plurilaterale, cioè coinvolgendo "solo i paesi interessati". Anche se questa sembrerebbe una formula ragionevole, ci sembra sbagliata per queste semplici ragioni:
- I Paesi in via di sviluppo subirebbero sicuramente molte pressioni per aderire "volontariamente" a questi accordi plurilaterali
- Un accordo plurilaterale sugli investimenti avrebbe le medesime conseguenze negative di un accordo multilaterale dal momento che non incrementerebbe gli IDE verso i paesi più poveri, non costituirebbe un aiuto verso la riduzione della povertà e non bilancerebbe diritti e doveri degli investitori.
Non dimentichiamo che il MAI, l'Accordo Multilaterale sugli Investimenti i cui negoziati mai conclusi si svolsero in sede OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), era un accordo plurilaterale, che è stato respinto nel 1998 da una coalizione globale della società civile e da un ampio gruppo di paesi in via di sviluppo al vertice ministeriale di Seattle. Ci sembra una strategia politica velleitaria richiamare il disastro del fallimento di Seattle per rilanciare il Doha Development Round. Per questi motivi Vi chiediamo di impegnarvi perché l'UE non persegua questa strada e decida di cancellare i temi di Singapore dalla propria agenda negoziale. Una simile decisione costituirà certamente un segnale positivo per tutti i paesi in via di sviluppo della volontà europea di riconoscere e rispettare le loro richieste.
Rete di Lilliput - GLT Commercio
Info stopwto@unimondo.org
Testo da spedire a mezzo posta o via email a:
On. Adolfo Urso
Viceministro Ministero Attività produttive
URSO_A@camera.it
Ministero Attività produttive
Viale Boston, 25 - 00144 Roma
Dott. Amedeo TETI
Direttore generale delle politiche commerciali
teti@mincomes.it
Ministero Attività produttive
Viale Boston, 25 - 00144 Roma
Dopo la strage di Nassiriya che fare?
Firma l´appello della Tavola della pace!
Cari Amici,
all'indomani della tragedia di Nassiriya, la Tavola della pace rilancia un forte appello all'impegno per la pace in Iraq proponendo al Parlamento, al Governo e a tutte le forze politiche di imprimere una chiara svolta nell'azione politica internazionale dell'Italia.
Il documento "L'Italia per l´Iraq: ripartiamo dall'Onu" propone che l'Italia
s'impegni a sostenere il rapido rientro dell'Onu in Iraq e a mettere fine all'occupazione anglo-americana (il solo modo per interrompere la spirale della violenza e creare le condizioni per una vera transizione verso la democrazia).
Ciò che noi proponiamo non è il disimpegno ma un diverso e migliore impegno. Non più a sostegno delle potenze occupanti ma a sostegno dell'Onu. In questo senso l'Italia deve scegliere se continuare a sostenere il disegno americano o se cambiare strada e investire sull'Onu.
Vi invitiamo a sostenere questa proposta inviando subito la vostra adesione al documento e promuovendo la sua più ampia diffusione.
Il nostro appello (che potete leggere nel nostro sito www.tavoladellapace.it) si conclude invitando tutte le donne e gli uomini di buona volontà a gridare insieme, il prossimo 10 dicembre 2003, 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: "Mai più violenza, mai più guerra, mai più terrorismo". Fateci sapere quali iniziative intendete assumere.
In attesa di ricevere un segno del vostro interesse, vi inviamo i più cordiali saluti
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della Pace
Perugia, 25 novembre 2003
In una Unione Europea allargata alla Turchia: quale posto per i Kurdi?
Roma, 10 dicembre 2003
c/o rappresentanza in Roma del Parlamento Europeo
Conferenza promossa da Ufficio d'Informazione del Kurdistan
in collaborazione con On. Silvana Pisa ed On. Elettra Deiana
Saluti ed introduzione
I SESSIONE Ore 15.00 - 16.15
Quale prospettiva per una soluzione della Questione Kurda?
Moderatore Angela BELLEI
=) Esponente del Kongra Gel
=) Iacopo VENIER, PDCI
=) Tom BENETOLLO, ARCI
=) Sen. A. FORLANI, CDU
=) On. L. MORGANTINI, PRC
II SESSIONE Ore 16.30 - 18.15
Diritti umani nell'UE caso Ocalan e deputati DEP
Moderatore avv. Arturo SALERNI
=) Avv. Giuliano PISAPIA
=) Mauro PALMA, CPT
=) On. Luigi VINCI, PRC
=) Mark Muller, KHRP Londra
=) Marco ANSALDO, giornalista
=) Avv. Mario LANA, Pres. Unione Forense Diritti Umani
=) Avv. M. SAKAR, difensore di A. Ocalan
=) Avv. S. KENTRIDGE,difensore di N. Mandela
III SESSIONE Ore 18.30 - 20.00
L'allargamento dell'UE alla Turchia nel semestre di presidenza italiana
Moderatore On. Marco PEZZONI
=) Sen. F. MARTONE, Verdi
=) On. V. CALZOLAIO, D.S.
=) On. Dario RIVOLTA, F.I.
=) On. Gianpaolo GOBBO, Lega
=) Emilio MOLINARI, gia' Sen.della Repubblica
Discussione Aperta
Un ora in silenzio per la pace sui gradini del palazzo ducale di Genova.
Mercoledì 26 novembre,
dalle 18 alle 19,
Il TG1 del 13 novembre ha aperto la propria edizione meridiana dichiarando che dopo la strage di Nassirya l'Italia si collocava al terzo posto per numero di vittime della guerra, dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Non è esatto: in questo tragico elenco l'Italia non è terza, bensì quarta.
I solerti redattori hanno dimenticato di conteggiare le vittime irachene, stimate in un numero che l'ONG medica londinese Medact colloca tra 21000 e 55000 persone. A che cosa è servita la guerra ? Non per reperire le armi di distruzione di massa, inesistenti per ammissione degli stessi vertici militari; non per condurre un paese dittatoriale alla democrazia, molto lontana dall'attuale situazione irachena; e, con tutta evidenza, non per combattere il terrorismo. E non è terminata, nonostante le trionfali dichiarazioni del "vincitore" Bush.
E' chiaro che certa retorica ha buon gioco nel dipingere il ritiro come un atto di vigliaccheria; ma il modo migliore per onorare la memoria dei morti è tentare di evitare che altre vite siano stroncate. Il contingente italiano deve rientrare non perchè è stato vittima di un attentato, me perchè non sarebbe mai dovuto partire. E l'indispensabile fase di transizione deve essere gestita da paesi non coinvolti nei bombardamenti, e non mimimamente sospettabili di interessi petroliferi, imprenditoriali o commerciali in Iraq.
E se davvero il nostro paese ha improvvisamente scoperto la propria vocazione alla solidarietà , può ripristinare i fondi che ha tagliato alla cooperazione per lo sviluppo internazionale , ed alla spesa sociale in Italia
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
LA MARCIA DI TUTTI
I telegiornali del regno di berlusconia, che domenica 12 ottobre 2003 hanno aperto i notiziari serali con i vincitori italiani alle corse di automobili e di motociclette, hanno preso tre piccioni con una favetta.
Hanno obbedito alla regola di omaggiare il pubblico numeroso che li segue e che preferisce le corse dei motori ai fatti seri.
Hanno adempiuto al loro compito di distrarre animi e menti dei giovani con eventi competitivi e giocosi, distogliendoli dai problemi che potrebbero renderli pericolosi per la stabilità del regno.
Hanno reso felice il re e i cortigiani, minimizzando il successo della Marcia Perugia-Assisi, un’iniziativa che aveva coinvolto nella stessa giornata centinaia di migliaia giovani nel nome della pace, della giustizia, della solidarietà fra i popoli, della nonviolenza, salutata e benedetta da due vecchietti, il Papa e il Presidente Ciampi, ignari del significato comunista nascosto dietro quelle bandiere multicolori.
Ancora una volta la Marcia ha confermato l’intuizione di Capitini sulla capacità di coinvolgere moltitudini e di diffondere tra loro le parole della nonviolenza e della pace.
Si è confermata pure l’opportunità che la Marcia offre alla partecipazione di tutte le idee, di tutte le voci al coro che si leva in onore di grandi ideali.
Non esiste, nella Marcia, la possibilità e il pericolo di soggiogarla e strumentalizzarla, caratteristica sempre sfuggita agli improvvidi oppositori, sin dal lontano 1961, che si sono sempre ridicolizzati con accuse di appartenenza, rivelatesi sempre prive di fondamento.
La Marcia è una delle tecniche di nonviolenza più semplici e più efficaci; anche se il paesaggio umbro e la meta di Assisi sono irripetibili a livello mondiale, i nonviolenti dovrebbero promuoverle dappertutto e più spesso, come fanno i cattolici, per educare alla nonviolenza il maggior numero di persone possibile.
Ass. Naz. Aldo Capitini
martedì, novembre 25, 2003
Le altre televisioni: dal broadcasting alle tv dell'accesso
IBTS 2003 - crossmedia marketplace - 27/30 Novembre 2003, Fiera Milano
giovedì 27 novembre
h 14,30 - 18,00
sala africa
Lo scenario dell'etere si popola di nuove emittenti create e gestite da soggetti pubblici e privati che utilizzano il video e le tecnologie digitali per comunicare in modo diretto con il proprio "utente": aziende, amministrazioni pubbliche, movimenti politici sono protagonisti di un processo d'innovazione che abbatte le tradizionali barriere della mediazione. Accanto ai microcanali istituzionali, nuove forme di comunicazione dal basso,sperimentano linguaggi e ibridano tecnologie, riappropriandosi della tv.
Il convegno vuole mettere a confronto alcune delle esperienze più significative nate nel corso di quest'ultimo anno. Le domande sono: quali risorse? quale ruolo socioculturale? quale spazio per i nuovi media senza mediatori?
moderatore:
Laura Tettamanzi
Ricercatrice, Tribe Interactive, Milano
partecipano:
La politica che fa tv, la tv che fa politica
Luciana Castellina
Giornalista e parlamentare, Roma
Il cammino dei movimenti e il cammino di No War Tv
Vincenzo Vita
Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, Roma
Iride TV: perché i Ds fanno la televisione
Televisione, pubblica amministrazione ed enti locali
Antonio Bettanini
Consigliere per la Comunicazione del Ministero degli Affari Esteri, Roma
Telepa: la web tv della Pubblica amministrazione
Matteo Pasquinelli
Fondatore, Rekombinant.org, Bologna
Urban Tv: dalla televisione post-Internet alla città come nuovo format
Giovanni Ferrero
Dirigente, Servizio Comunicazione Istituzionale e Informazione Provincia di Torino, Torino
Il canale multimediale della Provincia di Torino
Massimo Arvat
Produttore, Zenit Arti Audiovisive, Torino
Videoaperto, un esperimento di TV della comunità
Michele Mezza
Vicedirettore, Strategie Tecnologiche Rai, Roma
Il locale: nuova frontiera del servizio pubblico
Alessandro Rossi
Amministratore Delegato, Siena Innovazione, Siena
Siena città cablata -Telestreet: le Tv virali
Giancarlo Vitali
Fondatore, Orfeo Tv, Bologna
Franco Berardi
Saggista e fondatore Orfeo Tv, Bologna
Orfeo Tv e oltre
Marco Nolli e Giovanni La Varra
Gruppo di Ricerca, Politecnico di Milano, Milano
Le Telestreet a Milano: antenne/ spazio pubblico/ città
Interventi video delle Telestreet milanesi
Scenari e modelli di business
Luca Mortara
Partner Innosense, Milano
Il progetto Posi-tv
L'esilarante spettacolo di Sabina Guzzanti di domenica scorsa, si replica
Giovedì 27 novembre
ORE 21.15 PRECISE
Lo spettacolo raccoglie il meglio della satira e della comicità italiana, in questo momento purtroppo ghettizzate. Partecipano Sabina Guzzanti, Corrado Guzzanti, Dario Fo, Franca Rame, Beppe Grillo, Paolo Rossi, Fiorella Mannoia, Nicola Piovani e tanti altri.
Per chi vuole divertirsi e allo stesso tempo dare un piccolo segno di partecipazione civile l'appuntamento è presso il
CIRCOLO 3 TORRI
VIA ESINO 65/H
TORRETTE DI ANCONA
Come raggiungere il circolo: percorrendo la Flaminia in direzione nord via Esino è la traversa sulla sinistra all'altezza della PaMo Computers.
MANIFESTAZIONE CONTRO LA CENSURA
"Il Comitato per la libertà ed il diritto all'informazione, al quale aderiscono 62 tra movimenti, Associazioni e Sindacati, organizza per mercoledì 26 novembre, dalle 17.00 alle 20.00, una manifestazione nei pressi del Senato in coincidenza con la ripresa del dibattito parlamentare sulla legge Gasparri."
L'appuntamento è alle ore 17.00 in Corsia Agonale a Roma (di fronte all'ingresso principale del Senato, in Corso Rinascimento).
Il Comitato per la libertà ed il diritto all'informazione invita tutti gli operatori della comunicazione, le donne e gli uomini della cultura, le cittadine e i cittadini che amano la libertà a partecipare numerosi alla manifestazione di protesta contro una legge incostituzionale e illiberale, che ferisce il pluralismo a vantaggio dei soggetti forti.
Il Comitato invita a manifestare contro ogni forma di censura e di intervento preventivo sui prodotti culturali, satirici e dell'informazione.
Il Comitato per la libertà ed il diritto all'informazione esprime solidarietà a tutti gli operatori culturali e dell'informazione vittime di censura e di iniziative di emarginazione e manifesta il proprio impegno a proseguire nella mobilitazione contro la legge Gasparri e per difendere le libertà costituzionali".
Il coordinamento romano della rete dei movimenti invita tutti i suoi simpatizzanti a mobilitarsi e diffondere la notizia.
Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Comunicato del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione
Roma incontra i Premi Nobel per la Pace
Università di Roma Tre
Facoltà di Scienze Politiche
Viale Marconi 446 (aula VM1)
Giovedì 27 novembre 2003 – ore 17.00
In occasione del 4° Summit dei Premi Nobel per la Pace organizzato dalla Fondazione Gorbachev e ospitato dal Comune di Roma, si svolgerà presso la Facoltà di Scienze Politiche un incontro-dibattito a cui sono stati invitati i Premi Nobel:
- Jody Williams, Premio Nobel per la Pace 1997 e fondatrice della Campagna Internazionale Contro le Mine
- Rigoberta Menchú Tum, premio Nobel per la Pace 1992, attivista per i diritti umani e la giustizia in Guatemala, e per i diritti dei popoli indigeni
Interverranno docenti dell’Università Roma Tre
Promuovono l’iniziativa:
Tavolo Pace - Comitato per la Cooperazione Decentrata del Comune di Roma, Università degli Studi Roma Tre (Master in Peacekeeping and Security Studies e Master in Politiche dell’Incontro e Mediazione Culturale, Campagna Italiana Contro le Mine
Slai Cobas: no alla cig senza prospettive per Arese
"PRESENTATO DAL GOVERNO IL DECRETO PER L'ALFA"
Venerdì scorso il Governo ha presentato il decreto che concede la proroga della cig per l' Alfa Romeo di Arese.
Questa proroga deve essere definita con apposito accordo.
Il lavoratore che è ammesso al trattamento di cig, decade dal trattamento qualora:
1. non frequenta corsi di formazione
2. non accetta di essere impiegato nei lavori socialmente utili
3. rifiuta un posto di lavoro entro 50 Km dalla sua abitazione o con un tragitto di meno di 80 minuti con mezzi pubblici
Il lavoratore se incorre in queste mancanze decade dal trattamento economico, perde qualsiasi beneficio di legge ed il datore di lavoro non ha più obblighi nei suoi confronti,
RINGRAZIAMO IL MINISTRO MARONI: Lo scorso dicembre, Governo e Fiat con un accordo senza i sindacati, sancirono la chiusura di Arese.
Ora vogliono imporre questa loro decisione anche al sindacato.
Di fronte alla minaccia di Fiat di licenziare l'8 dicembre 500 lavoratori, il governo, dopo aver detto di voler intervenire per aiutare i lavoratori di Arese, nella sostanza da una mano a Fiat che vuole :
· una firma dei sindacati sul suo piano industriale che prevede la chiusura di Arese
· una firma dei sindacati per evitare le cause
· dichiarare definitivamente esuberi i lavoratori
· poterli poi licenziare se non accettano corsi di formazione, lavori senza stipendio nei comuni della zona o posti di lavoro entro 50 km dall'abitazione,
CON QUESTO DECRETO SI VUOLE AZZERARE L'ACCORDO CON LA REGIONE PER IL POLO DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE, CHE PRE VEDE L'ASSUNZIONE DEI LAVORATORI ALFA NELLE AZIENDE CHE SI INSEDIERANNO AD ARESE.
Per quanto riguarda lo Slai Cobas ribadiamo : che un altro anno di cig deve consentire la ricollocazione dei lavoratori prima della scadenza della stessa e deve sancire un impegno della regione e della Fiat.
Non accettiamo ricatti : per avere un anno di cig dovremmo ingoiare lavori
socialmente utili - corsi di formazione fuori da Arese - posti di lavoro nel raggio di 50 km con riduzione del salario del 20%
Non accettiamo il ricatto Fiat che per anni, in cambio di cig e mobilità, ha chiuso regolarmente fabbriche altamente competitive ( Autobianchi, Maserati, Chivasso, Rivalta ). Arese 25/11/03
Slai Cobas Alfa Romeo Arese
Domani mattina dalle ore 6.00
blocco di tutte le portinerie dell' Alfa Romeo
3° Linux Day Italiano - GNU/Linux e il software libero nei paesi in via di sviluppo
Firenze Linux User Group
Bassnet, S.r.L
Istituto Agronomico per L'Oltremare.
Firenze, 29 Novembre 2003
Istituto Agronomico per L'Oltremare
via A. Cocchi 4, Firenze
Partecipazione libera e gratuita,
si richiede di notificare la propria presenza
linuxday@firenze.linux.it
*** PROGRAMMA ***
09.30 - 10.00 introduzione e saluti
10.00 - 10.30 Christian Surchi (Debian, Firenze), "Il progetto Debian Non-Profit (Debian-NP)"
10.30 - 11.00 Tommaso Pucci (CNR, Firenze), "Analisi delle politiche economiche di Microsoft nei paesi in via di sviluppo"
11.00 - 11.30 [pausa caffè]
11.30 - 12.00 Alberto Gistri, Gianni Casalini (Golem, Empoli), "Trashware-how-to: un modello sostenibile per il riutilizzo dei computer dismessi"
12.00 - 12.30 Diego Puppin (CNR, Pisa), "Internet nei villaggi isolati: un'opportunita' di sviluppo".
12.30 - 13.00 Davide Lamanna (ISF, Padova), "Progetto Kosovo, un anno dopo: verifica dell'efficacia della soluzione OpenSource in contesti di cooperazione allo sviluppo"
13.00 - 14.30 [pausa pranzo]
14.30 - 15.00 Luca Bassilichi (Bassnet, Firenze), "Fare impresa con il software open source"
15.00 - 15.30 Angelo Buongiovanni (Provincia di Pisa, Pisa), "Progetti della Provincia di Pisa sul digital-divide e open source"
15.30 - 16.00 [pausa caffè]
16.00 - 16.30 Alessandro Inzerilli (Prodigi, Roma), "Progetto in Tunisia"
16.30 - 17.00 Federico Nebiolo e Piero Cevola (Politecnico di Torino), "ICT come strumento di riduzione del digital divide ed impatto del software open source nei Paesi in via di sviluppo"
17.30 - 18.00 Alessio Bortone (ISF, Firenze), "Progetto Burkina Faso".
18.00 - 18.15 conclusione
2a ASSEMBLEA TRANSREGIONALE del precariato+cognitariato metropolitan@
DOMENICA 30 NOVEMBRE DALLE ORE 15 ALLE ORE 19
PRESSO EX MERCATO 24 - VIA FIORAVANTI 24 BOLOGNA
TEMI & QUESTIONI: europrecariato, reddito, redistribuzione, terziarizzazione, mediattivismo, azione diretta, progetti rivendicativi,
scioperi generali, manifestazioni atipiche, marketing sovversivo ecc. ecc.
strike at the heart of neoliberalism
huelga en el corazon del neoliberalismo
sciopera al cuore del neoliberismo
grève au coeur du néolibéralisme
Rete per il reddito e contro la precarietà Bologna, ChainWorkers (MI), Infoxoa (RM), EquilibrioPrecario (BG), Disinformat (NO)
25 NOVEMBRE. GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE.
QUEST'ANNO LA RICORRENZA ASSUME UN SIGNIFICATO PARTICOLARE POICHE', LO STESSO GIORNO, COMPIE 10 ANNI LA DICHIARAZIONE ONU CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE
26 novembre 2003. 10 anni dalla fondazione del Telefono Rosa di Torino, ma anche 10 anni di incremento del numero e dell'efferatezza delle violenze contro le donne. E' una giornata che sarà ricordata, anche nel futuro, come emblema di un periodo in cui a Torino, in Piemonte, in Italia e nel mondo le donne sono destinatarie di aggressioni e di violenze come mai negli ultimi anni.
Ma anche un momento in cui le diverse iniziative, pur diffondendosi sul territorio, insieme all'accoglienza e ad una maggiore
opportunità di ascolto delle donne, non tengono ancora nel giusto conto alcuni dati salienti.
Ci si deve occupare delle vittime: attraverso interventi di prima emergenza, seguiti da efficaci percorsi di supporto e di amponamento del trauma. E poi strade suggerite verso l'autonomia, la libertà dalla violenza, le vere pari opportunità. Ma, in queste come in altre giornate, chi si occupa dei perpetratori?
Chi educa il mondo maschile ad una cultura del rispetto? Finora, ci pare, nessuno. Tanto che possiamo prevedere, senza dubbio, che ricorrenze come queste, per le vittime, ce ne saranno ancora tante: sicuramente troppe.
Per il Telefono Rosa:
Lella Menzio (Presidente)
lunedì, novembre 24, 2003
UNIONE EUROPEA: AMNESTY INTERNATIONAL SOSTIENE LE CRITICHE DELL’ACNUR ALLE PROPOSTE UE IN MATERIA DI ASILO
Amnesty International ha appoggiato oggi le critiche dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Ruud Lubbers secondo il quale le proposte di direttive europee in materia di asilo che l’Unione Europea discuterà al Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari interni dell’Ue questa settimana rischiano di erodere gli standard internazionali.
“La legislazione proposta, mirata ad armonizzare le procedure in materia di asilo all’interno dell’Unione Europea, che formeranno il nucleo del Sistema Comune Europeo di diritto d’asilo, è gravemente viziata dal punto di vista dei diritti umani. Se la Presidenza italiana dell’Unione Europea non riuscirà a far sì che la protezione dei rifugiati ridivenga l’obiettivo centrale della direttiva in discussione, sarebbe meglio per la legislazione comunitaria non adottare questa legislazione” ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’ufficio di Bruxelles di Amnesty International.
“I governi nazionali sembrano competere fra loro per vedere quanto possono minare gli standard sulla protezione dei rifugiati in Europa in risposta alle pressioni populiste. Di conseguenza, il Sistema di asilo comune dell’Unione Europea è tenuto in ostaggio. La legislazione proposta non permetterebbe all’Ue di tener fede ai propri impegni secondo quanto stabilito dalla Carta dei diritti fondamentali, presto parte della nuova Costituzione europea, né permetterebbe ai singoli governi europei di tener fede alle proprie responsabilità nei confronti del diritto internazionale”.
Secondo Amnesty International, concordando con queste proposte, gli stati membri dell’Unione Europea mostrerebbero chiaramente che è accettabile ignorare gli standard internazionali e trasferire l’onere della protezione dei rifugiati ad altri paesi.
“Vi sono così tante eccezioni e deroghe fra le proposte attuali sui c.d. “Paesi Terzi Sicuri”, sulle procedure di gestione del diritto d’asilo ai confini e sul diritto a restare nel paese durante il ricorso, che alla fine non vi è un’armonizzazione, ma un lasciapassare per tutti i governi a minare ulteriormente gli standard sulla protezione dei rifugiati. Che tipo di messaggio è questo che l’Unione Europea invia al resto del mondo?” ha chiesto Dick Oosting. Roma, 24 novembre 2003
NUCLEARE: COLDIRETTI; PRESIDI IN TUTTE LE REGIONI DEL SUD
Domani 25 novembre a Scanzano Stati Generali agricoltura Mezzogiorno per difendere investimenti in qualità
In otto anni il biologico lucano è cresciuto del 1700% in superficie e del
4400% in imprese
Centinaia di agricoltori in rappresentanza di tutte le Regioni del Mezzogiorno
si troveranno domani 25 novembre a Scanzano Jonico per respingere definitivamente la decisione di realizzare il deposito italiano di scorie nucleari. L?iniziativa è della Coldiretti che, a partire dalle ore 11,00, nella Sala del Comune Lucano riunirà, alla presenza del Presidente nazionale Paolo Bedoni, gli Stati Generali dell'Agricoltura del Sud con delegazioni provenienti da Campania, Puglia, Calabria e da tutta la Basilicata per mettere a punto nuove iniziative coordinate di mobilitazione in tutto il Mezzogiorno. Saranno allestiti nella piazza stand rappresentativi di tutti i prodotti di qualità offerti dall'agricoltura lucana ai cittadini impegnati nella mobilitazione. E? già dall?alba di domani 25 novembre sarà aperto il primo presidio nella vicina Puglia dove a Laterza, in provincia di Taranto, i trattori della Coldiretti saranno presenti sulle strade di accesso a Matera, Ginosa e Castellaneta per difendere ad oltranza i sacrifici e gli investimenti produttivi fatti in aree che hanno trovato nell?agricoltura di qualità un importante motivo di riscatto economico e sociale. La mobilitazione - sottolinea la Coldiretti - si pone l'obiettivo di costruire un fronte comune di tutta l'agricoltura meridionale per riaffermare che lo sviluppo del Sud è legato alla valorizzazione del territorio e dell'origine delle produzioni di qualità. Si tratta anche - continua la Coldiretti - di un segno di solidarietà nei confronti dei cittadini e delle imprese lucane impegnate per garantire la salvaguardia ambientale e la sicurezza alimentare, con produzioni di pregio, in aree fortemente vocate dal punto di vista agricolo e caratterizzate da una qualificata presenza agrituristica. Negli ultimi otto anni - precisa la Coldiretti - il numero di imprese lucane impegnate nel biologico è aumentato di quasi il 4400% mentre la superficie è cresciuta del 1700 % ed oggi sono oltre millecinquecento gli imprenditori agricoli che coltivano biologico su piu? di quarantatremila ettari di superficie.
E ottomila ettari coltivati ad agrumi, mille e cinquecento ad albicocche, seicento a fragole e ancora produzioni di uva, pesche e susine di alta qualità - conclude la Coldiretti - sono i valori espressi da un territorio che trova nell'agricoltura importati occasioni di crescita economica ed occupazionale che non possono essere ignorate dalle scelte istituzionali.
“Le Risorse del Diritto”
COORDINAMENTO ROMANO
GIURISTI DEMOCRATICI
“Le Risorse del Diritto”
Incontro pubblico dei Giuristi Democratici Romani
Interventi di
Luigi Ferrajoli, Domenico Gallo, Arturo Salerni, Giusy D'Alconzo, Fabio Marcelli
Martedì 25 novembre h. 16,30
Campidoglio Sala del Carroccio
Gli eventi della politica internazionale e nazionale aggrediscono i fondamenti della civiltà del diritto, patrimonio del ‘900 faticosamente conquistato dall’umanità, e scardinano l’ordinamento pacifico delle relazioni internazionali, concepito dalla Carta dell’ONU.
La lotta per il diritto è sempre stata una costante storica, come il conflitto latente fra la forza ed il diritto. Ma in questo particolare momento storico la lotta per il diritto si carica di un significato straordinario in quanto è in gioco la sopravvivenza stessa del diritto, cioè di quel diritto inscindibilmente connesso con i valori dell’umanità, che ha bandito la guerra, ha sancito l’eguaglianza degli uomini e delle donne, delle nazioni grandi e piccole, ha riconosciuto i diritti fondamentali dell’uomo, anzi ha messo l’uomo a fondamento del diritto.
Nel momento in cui la politica rende legittimità alla guerra, reintroduce distinzioni fra gli uomini nel godimento dei diritti, esclude alcuni uomini dall’habeas corpus, smantella i vincoli posti ai poteri pubblici e privati a garanzia dei diritti dei singoli e trasforma il lavoro umano in merce.
E’ il diritto stesso, come sistema di regolazione della vita dell’uomo nelle comunità politiche, ad essere messo in discussione ed esposto al rischio di una mutazione genetica, che lo trasformi in una mera tecnica al servizio del potere e, in ultima analisi, della forza.
Per impedire questa deriva, non basta una politica di segno opposto, occorre mettere in campo le risorse del diritto. Il diritto ha le risorse ed il potere di delegittimare la marcia verso la costruzione di un regime e verso la destabilizzazione della convivenza pacifica delle nazioni.
Chiamiamo Tutti coloro, che vogliono assumere la lotta per il diritto come propria prospettiva politica e professionale ad un confronto pubblico, nel quadro della costruzione di una forte Associazione di Giuristi Democratici.
Roma, 24 novembre 2003.
Giuristi Democratici Coordinamento Romano
"No allo sfruttamento, meno volontariato, vogliamo un Piano Sociale partecipato"
Lunedì 24 novembre dalle ore 16.00 gli operatori sociali manifestano a Piazza San Marco, davanti al Campidoglio, in coincidenza con la seduta del Consiglio Comunale.
Roma, 24 novembre 2003 E' arrivato nell'Aula Giulio Cesare il Piano Regolatore Sociale. Si tratta di un documento di programma e pianificazione del Welfare capitolino con grosse azioni di sistema che già sono state adottate dall'Assessorato alle Politiche Sociali nonostante esse siano prive dell'approvazione formale del Consiglio Comunale.
Gli operatori sociali di vari municipi e di varie associazioni e cooperative, riuniti in rete, intendono con questa manifestazione evidenziare la grossa discrepanza tra la teoria della partecipazione enunciata nel Piano e la partecipazione effettiva di chi quotidianamente sta a contatto con il disagio in questa città.
Con proposte emendative, in parte già consegnate alla Commissione Consiliare, il Coordinamento Cittadino Operatori Sociali, chiede che siano sanate le seguenti contraddizioni della Giunta Comunale di Roma :
1) L'applicazione effettiva della delibera del Consiglio Comunale n.135 del 31 luglio 2000 di tutela dei diritti e della dignità nei rapporti di lavoro negli Enti e cooperative affidatarie di Servizi pubblici, attraverso la nomina di specifici uffici municipali che ne assumano la responsabilità diretta;
2) Limitazione dell'impiego di volontari ad attività integrative nei Servizi e non in sostituzione di personale qualificato per far fronte a bisogni vitali della città;
3) Istituzione di una Consulta degli operatori sociali che diventi interlocutore permanente, con pari dignità, dell'Ufficio di Piano, sia nella fase di Programmazione, sia nella Valutazione.
4) Diminuzione degli sprechi, Innovazione e Internalizzazione dei Servizi socio-educativi e di assistenza alla persona nelle Case di Riposo Comunali e Comunità Alloggio per Anziani come previsto nella riforma tracciata dalla precedente Giunta comunale;
5) Tutela della qualità dei Servizi attraverso il monitoraggio partecipato da parte di tutte le componenti e attraverso il rispetto dei diritti di formazione, aggiornamento ed elevazione professionale degli operatori sociali.
6) Regole certe ed omogenee in tutti i municipi nel corretto impiego dei fondi pubblici e ad una tariffazione dei servizi finalizzata al raggiungimento degli standard di qualità del Servizio e del Lavoro (no alla precarizzazione dei rapporti di lavoro).
Coordinamento Cittadino Operatori Sociali
domenica, novembre 23, 2003
"Economia, energia, petrolio, guerre: le alternative della nonviolenza"
Rete Lilliput, Attac Italia, Assobotteghe, Bilanci di Giustizia, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Rete Radiè Resh, Rete Lilliput nodo di Reggio (Coop Mag 6, Coop Ravinala, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Infoshop Mag 6, incontrotempo) Attac RE, Coordinamento bastaguerre, Reggio Terzo Mondo, gruppo Vojana
Con il patrocinio della Regione Emilia Romagna - Assessorato Politiche Sociali e della Provincia di Reggio Emilia
In collaborazione con Assessorato all'ambiente del Comune di Reggio Emilia
5/6/7 Dicembre 2003
Reggio Emilia
Cinema Rosebud
Centro Sociale Rosta Nuova
Via Medaglie d'oro della resistenza n. 6
Finita la fase apicale di quello che, probabilmente, è stato il più grande movimento per la pace che la Storia ricordi, rimangono tutte intere le ragioni che hanno condotto alla guerra in Iraq, che hanno portato alla guerra in Afghanistan e che destabilizzano molte regioni del mondo (per esempio la Cecenia): la tossicodipendenza energetica dal petrolio del sistema, in situazione di scarsità crescente della materia prima. Il Convegno vuole riportare al centro del movimento per la pace il tema della principale ragione strutturale di questo ciclo di guerre, analizzandone le connessioni, esplorandone alcune alternative, facendo il punto sulle Campagne e le azioni svolte, o in fase di svolgimento, nell'ottica di un approccio nonviolento all'intera questione. Anche per contribuire a rendere un po' più efficaci le risposte dei movimenti - sia in fase di prevenzione che di contrasto - alle future, probabili, aggressioni armate nei confronti dei paesi ricchi degli ultimi giacimenti.
Venerdì 5 Dicembre - Cinema Rosebud ore 20,30
Serata Introduttiva
Inaugurazione Mostra Fotografica "Lukanga - Repubblica Democratica del Congo"
di Ermanno Foroni
Centro sociale Rosta Nuova, ore 21.00
Presentazione del libro, edito da Manifesto Libri, 2003 "Ricchezza ecologica" di Maurizio Pallante (esperto di problemi energetici) con la presenza dell'autore e di Luciano Gobbi, assessore all'ambiente del Comune di Reggio.
Sabato 6 Dicembre - Cinema Rosebud, ore 9,00
Prima Sessione: Connessioni
Introduce Fabio Corazzina,
Pax Christi-Rete Lilliput,
Coordina Donata Frigerio,
Ass. Botteghe del mondo-Rete Lilliput
- Gianni Mattioli, fisico, università di Roma 1:
Per una storia sociale dell'energia
- Michele Paolini, giornalista e studioso di problemi internazionali:
L'impero del petrolio: Afghanistan, Iraq e Cecenia
- Antonio Tricarico, Campagna riforma banca mondiale:
I corridoi del Caspio
- Massimo Zaurrino, giornalista agenzia misna:
Petrolio in Africa: Congo
Confronto tra i partecipanti
Sabato 6 Dicembre Cinema Robud ore 14,30
Seconda sessione: Produzioni
Coordina Emiliano Codeluppi, Attac Reggio
- Mario Agostinelli, ricercatore - forum mondiale delle alternative:
Produzione e consumo a minore entropia
- Guglielmo Ragazzino, giornalista de "il manifesto":
Industria e riconversione
- Guido Viale, membro dell'Associazione nazionale protezione dell'ambiente:
Ipotesi di mobilità sostenibile
- Sandro Finardi, ingegnere, responsabile energia di Attac Milano:
da Kyoto ai black out
Confronto tra i partecipanti
Ore 20.00 cena conviviale a base di prodotti della tradizione reggiana (con possibilità di menù vegetariano) e a seguire danze popolari (costo cena euro 15)
Domenica 7 Dicembre - Cinema Rosebud ore 9,30
Terza Sessione: Alternative
Coordina Luciano Berselli, Attac Reggio
- Luigi Sertorio, docente di ecofisica università di Torino:
Ritorno al solare, geopolitica dell'energia
- Vittorio Sartogo, studioso di problemi ecologici e scientifici:
Per una ecologia politicamente fondata
- Daniele Lugli, segretario nazionale del Movimento Nonviolento:
L'alternativa globale della nonviolenza
Confronto tra i partecipanti
Domenica 7 Dicembre Centro Sociale Rosta Nuova, ore 14,30
Quarta Sessione: Campagne ed Azioni
Coordina Pasquale Pugliese,
Movimento Nonviolento-Rete Lilliput
- Marinella Correggia, autrice di testi sugli stili di vita ecologici ed egualitari, pacifista:
Limiti e forza dei movimenti per la pace
- Giuseppe De Marzo, attivista gruppo "a sud":
La Carovana internazionale in Ecuador contro l'oleodotto OCP/ENI
- Andrea Podestà, Rete Lilliput - Oronero:
Consumo energetico responsabile
- Marco Cervino, Gruppo di Azione Nonviolenta - Reggio Emilia:
L'esperimento delle biciclettate nonviolente
Confronto tra i partecipanti
Informazioni Tecniche
Vitto e alloggio e Pernottamento:
- con sacco a pelo nel salone su prenotazione
- ostello della gioventù "Ghiara" (Tel. 0522-452323)
- Alberghi (vedi sito www.municipio.re.it )
Pasti: presso il bar del centro sociale possibilità di panini, gnocco fritto, etc.
Iscrizioni
È richiesta l'iscrizione al convegno (costo euro 5 perX-Mozilla-Status: 0009anno forniti).
GIROTONDI DELLE IDEE: INCONTRIAMOCI GIOVEDI'
e tanto per cominciare. incontriamoci l'ultimo giovedì di ogni mese
Appuntamento di cittadini, associazioni, movimenti, sindacati,
esponenti del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo.
*
27 novembre (dalle ore 18.30)
inaugurazione dei forum del giovedì
in via Bodoni 85 a Testaccio
(Officina Bodoni)
TEMA DELLA SERATA
(con buffet)
La politica al di fuori
ma non contro i partiti
Prime adesioni:
Giovanni Berlinguer, Federico Orlando, Tana De Zulueta, Lidia Ravera, Vincenzo Vita,
Olga D'Antona, Aldo Garzia, Adriano Labucci, Tom Benetollo, Marina Minicuci, Massimo Scalia, Famiano Crucianelli, Francesco Martone
ROMA/ PIANO REGOLATORE SOCIALE
MOBILITAZIONE LUNEDI 24.11 ORE 16.00
"No allo sfruttamento, meno volontariato, vogliamo un Piano Sociale partecipato" Lunedì 24 novembre dalle ore 16.00 gli operatori sociali manifesteranno a Piazza San Marco davanti al Campidoglio, in coincidenza con al seduta del Consiglio Comunale.
E' arrivato nell'Aula Giulio Cesare il Piano Regolatore Sociale. Si tratta di un documento di programma e pianificazione del Welfare capitolino con grosse azioni di sistema che già sono state adottate dall'Assessorato alle Politiche Sociali nonostante esse siano prive dell'approvazione formale del Consiglio Comunale.
Gli operatori sociali di vari municipi e di varie associazioni e cooperative, riuniti in rete, intendono con questa manifestazione evidenziare la grossa discrepanza tra la teoria della partecipazione enunciata nel Piano e la partecipazione effettiva di chi quotidianamente sta a contatto con il disagio in questa città.
Con proposte emendative, in parte già consegnate alla Commissione Consiliare, il Coordinamento Cittadino Operatori Sociali, chiede che siano sanate le seguenti contraddizioni della Giunta Comunale di Roma :
1) L'applicazione effettiva della delibera del Consiglio Comunale n.135 del 31 luglio 2000 di tutela dei diritti e della dignità nei rapporti di lavoro negli Enti e cooperative affidatarie di Servizi pubblici, attraverso la nomina di specifici uffici municipali che ne assumano la responsabilità diretta;
2) Limitazione dell'impiego di volontari ad attività integrative nei Servizi e non in sostituzione di personale qualificato per far fronte a bisogni vitali della città;
3) Istituzione di una Consulta degli operatori sociali che diventi interlocutore permanente, con pari dignità, dell'Ufficio di Piano, sia nella fase di Programmazione, sia nella Valutazione.
4) Diminuzione degli sprechi, Innovazione e Internalizzazione dei Servizi socio-educativi e di assistenza alla persona nelle Case di Riposo Comunali e Comunità Alloggio per Anziani come previsto nella riforma tracciata dalla precedente Giunta comunale;
5) Tutela della qualità dei Servizi attraverso il monitoraggio partecipato da parte di tutte le componenti e attraverso il rispetto dei diritti di formazione, aggiornamento ed elevazione professionale degli operatori sociali.
6) Regole certe ed omogenee in tutti i municipi nel corretto impiego dei fondi pubblici e ad una tariffazione dei servizi finalizzata al raggiungimento degli standard di qualità del Servizio e del Lavoro (no alla precarizzazione dei rapporti di lavoro).
Coordinamento Cittadino Operatori Sociali
DENUNCIA DI AFE DURANTE LA GIORNATA NAZIONALE DELLA FINANZA ETICA E SOLIDALE
"Fazio e le grandi banche vogliono conquistare il mercato etico"
26 novembre giornata di mobilitazione davanti agli sportelli di Banca Intesa sul progetto "Sorella Natura".
BOLOGNA, 22 novembre - "Fazio e le grandi banche vogliono conquistare il mercato etico" - ha denunciato con forza Alessandro Messina, presidente dell'Associazione Finanza Etica al convegno odierno della finanza etica italiana alla quale hanno partecipato oltre 500 persone. "Mercoledì 26 novembre a Roma, durante l'udienza papale, le principali banche italiane, con il coordinamento e la regia di Banca d'Italia, presenteranno la 'Fondazione Sorella Natura', vago contenitore di "progetti sociali" e per lo "sviluppo sostenibile". "Alle banche - continua Messina - viene chiesto di associarsi alla Fondazione e ottenere così il diritto a vendere prodotti bancari con il marchio 'Eticamente' (questo il logo che si vuole imporre) e ad avere un proprio rappresentante nel cosiddetto Comitato etico, che di fatto è un vero e proprio Consiglio d'amministrazione".
Sono molte le ambiguita' che il presidente dell'Associazione Finanza Etica rileva nel progetto sponsorizzato da Banca d'italia. Innanzitutto "Banca d'Italia e in particolare il Governatore Antonio Fazio hanno un ruolo attivo e cruciale nell'iniziativa: cio' è in aperto contrasto col ruolo di 'arbitro' di Banca d'Italia che diventa cosi soggetto di parte all'interno del mondo bancario". Ma soprattutto "si configura la possibilità della creazione di un vero e proprio cartello di banche, che si accordano su prezzi e commissioni con violazione delle norme per la concorrenza e con la benedizione dell'organo di vigilanza, la Banca d'Italia appunto".
Dai documenti pervenuti dall'Associazione si rileva che "i prodotti vengono offerti al risparmiatore con un semplice meccanismo di compravendita: i libretti di assegno potranno essere acquistati con il marchio Eticamente dietro semplice pagamento di un costo aggiuntivo di emissione pari ad 1 euro, il tutto a prescindere dal conto corrente su cui sono appoggiati. "In tutta l'operazione le banche non rinunciano ad un centesimo di euro dei propri profitti, è solo al risparmiatore che viene chiesto di contribuire al progetto, o rinunciando ad una quota (circa il 50%) dei propri interessi, o pagando una commissione maggiorata" - sottolinea Messina.
Messina denuncia inoltre che l'apertura del progetto è "per tutte le banche, senza nessuna enunciazione di criteri di comportamento, in positivo o in negativo" e nella lista "compaiono tutte le banche coinvolte nel finanziamento al commercio di armi". Inoltre "l'intera operazione è in controtendenza con Governo e Parlamento che proprio poche settimane fa hanno approvato una mozione che definisce in modo preciso e rigoroso la finanza etica e solidale in Italia" e soprattutto e "trascura completamente l'esperienza degli operatori che, da trent'anni, in Italia fanno finanza etica, dalle Mag a Banca Etica". "Non e' un caso allora - ha concluso Messina - che "l'invito a partecipare all'iniziativa pervenuto a tutti i presidenti delle banche italiane - non sia mai pervenuto a Banca Popolare Etica, primo e unico soggetto nato proprio per promuovere la finanza etica nel nostro paese".
AFE annuncia per il 26 novembre attività di mobilitazione e di controinformazione davanti alle sedi di Banca Intesa, uno dei principali soggetti coinvolti nell'operazione "Sorella Natura".
Associazione Finanza Etica