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venerdì, gennaio 09, 2004

AMNESTY INTERNATIONAL: SVILUPPI PREOCCUPANTI SUL CASO DI MUHAMMAD SA’ID AL-SAKHRI 


La Sezione Italiana di Amnesty International si è rivolta oggi al ministero degli Esteri sollecitando una verifica su una serie di notizie che, se confermate, rappresenterebbero uno sviluppo preoccupante nella vicenda dell’oppositore politico siriano, scarcerato lo scorso 14 ottobre.


Secondo notizie provenienti dalla Siria, le intimidazioni nei confronti di Muhammad Sa’id al-Sakhri starebbero aumentando. Oltre all’obbligo di presentarsi ogni dieci giorni al centro di detenzione “Far' Filisteen” dei servizi di sicurezza, risulta ad Amnesty International che ufficiali di sicurezza si rechino da lui ogni giorno chiedendogli di firmare alcuni documenti. Si suppone, dal momento che non è permesso leggere tali documenti, che essi riguardino il procedimento avviato presso la Corte europea sui diritti umani. Al-Sakhri teme di poter essere arrestato da un giorno all’altro.

Muhammad Sa’id al-Sakhri era sbarcato il 23 novembre 2002 all’aeroporto di Milano Malpensa, insieme alla moglie e ai quattro figli di 2, 6, 9 e 11 anni, proveniente da Baghdad (dove la famiglia aveva vissuto in esilio per oltre vent’anni) via Amman. All’arrivo, gli al-Sakhri avevano presentato domanda di asilo politico, che le autorità italiane avevano respinto in modo del tutto sommario. Il 28 novembre l’intera famiglia era stata rimpatriata in Siria. La moglie e i bambini erano stati rilasciati dopo diverse settimane, mentre Muhammad Sai’d al-Sakhri per undici mesi era stato trattenuto senza la possibilità di comunicare con l’esterno.

“Di fronte al pericolo che Muhammad Sa’id al-Sakhri possa essere nuovamente arrestato, chiediamo al governo italiano di non abbassare la guardia e di fare quanto necessario perché siano finalmente e pienamente garantiti i diritti umani di una persona ingiustamente espulsa dall’Italia” – ha dichiarato Daniela Carboni, responsabile dei rapporti istituzionali della Sezione Italiana di Amnesty International. Roma, 9 gennaio 2004

Amnesty International sulla scomparsa di Norberto Bobbio 


"Abbiamo perso un amico, un socio e un convinto alleato di tante battaglie per i diritti umani. Grazie alla passione e all'impegno di Norberto Bobbio, alla sua ventennale militanza in Amnesty International, la sensibilita' dell'opinione pubblica per la tutela dei diritti umani e' enormemente cresciuta nel nostro paese". Roma, 9 gennaio 2004


Marco Bertotto
presidente Sezione Italiana
Amnesty International

LA CAREZZA DI DIO. RWANDA 1994 


AMNESTY INTERNATIONAL PATROCINA LO SPETTACOLO TEATRALE SUL GENOCIDIO DEL RWANDA CHE ESORDISCE A ROMA IL 13 GENNAIO


Nell'ambito della propria campagna "Io non discrimino", la Sezione Italiana di Amnesty International patrocina e promuove lo spettacolo teatrale La carezza di Dio. Rwanda 1994, di Paolo De Vita e Francesca Zanni.

L'opera, tratta dal libro di Daniele Scaglione, Istruzioni per un genocidio. Rwanda: cronache di un massacro evitabile (Ega, Torino 2003), consiste nel monologo di Romeo Dallaire, il generale che guidava il contingente di caschi blu inviato dalle Nazioni Unite per favorire il processo di pacificazione.

Dallaire che e' interpretato da Paolo De Vita tento' di opporsi all'escalation di violenza, ma disponeva di una forza troppo ridotta e male armata e i suoi tentativi di allertare l'Onu e i paesi piu' potenti del mondo caddero nel vuoto. Dopo l'inizio delle uccisioni su vasta scala, nell'aprile del 1994, il generale fu lasciato con poche centinaia di militari e, pur riuscendo a salvare decine di migliaia di persone, fu testimone del piu' grave massacro dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. In circa tre mesi, nel piccolo paese africano ? grande poco meno della Lombardia ? furono uccise secondo le fonti piu' caute almeno mezzo milione di persone, secondo altre circa un milione.

Amnesty International combatte la discriminazione poiche' la ritiene un attacco al cuore del principio fondamentale che i diritti umani spettano a ciascun essere umano, senza distinzione. Il genocidio del Rwanda e' l'esempio piu' drammatico degli effetti disastrosi a cui possono portare politiche discriminatorie e costituisce un monito a impegnarsi senza risparmio in favore del diritto all'uguaglianza.

A supporto della campagna, Amnesty International ha prodotto il libro fotografico Razzismo, il colore della discriminazione, con la prefazione di Moni Ovadia, Rizzoli, pp. 127, 18 euro.

Lo spettacolo La carezza di Dio. Rwanda 1994, reso possibile anche dal contributo della ong "Progetto Rwanda", esordira' il 13 gennaio prossimo al Teatro Due di Roma vicolo Due Macelli 37 dove rimarra' in scena sino all'8 febbraio seguente.


Roma, 9 gennaio 2004

Minacce a Panorama: FNSI, terrorismo nemico informazione libera e plurale 


“Il terrorismo è sempre nemico dell’informazione libera e plurale. La pesante intimidazione recapitata da sedicenti “cellule rivoluzionarie” a giornalisti di Panorama, anche attraverso due quotidiani, non può trovare alcuna comprensione nel mondo della stampa.

I colleghi minacciati hanno la piena solidarietà e sostegno di tutti i giornalisti italiani.

I protagonisti di oscuri e ignobili atti terroristici non riusciranno a imporre il silenzio sulla gravità delle loro azioni né a spegnere le voci libere di critica o di condanna che ciascuno in democrazia ha diritto di esprimere.

Sappiano costoro che per ogni giornalista minacciato altri mille lavoreranno con più determinazione per dar voce ai silenzi e illuminare i fatti oscuri con parole e ricerca severa di verità.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana nel ribadire ancora la solidarietà a tutti i giornalisti di Panorama e a tutti i colleghi delle tante testate che, pur di orientamento diverso, sono stati minacciati e offesi in questi mesi, chiede alle Autorità istituzionalmente preposte di intensificare le azioni di prevenzione e sicurezza per garantire la libera e plurale informazione e con essa la convivenza civile e democratica del Paese”.Prot. n. 2/C. Roma, 9 gennaio 2004

FNSI

Il redattore di questo blog esprime la propria solidarietà ai colleghi di Panorama, pur non condividendone le campagne e la posizione politica, perchè l'informazione, la libertà della stampa e il pluralismo sono valori costituzionali e per personale convincimento contro ogni forma di minaccia terroristica.

Loredana Morandi

Sui benefici previdenziali agli esposti all'amianto 


Questo è l'emendamento allocato nella finanziaria

In favore dei lavoratori che abbiano già maturato, alla data del 2 ottobre 2003, il diritto al conseguimento dei benefici previdenziali di cui all'articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, sono fatte salve le disposizioni previgenti alla medesima data del 2 ottobre 2003. La disposizione di cui al primo periodo si applica anche a coloro che hanno avanzato domanda di riconoscimento all'INAIL o che ottengono sentenze favorevoli per cause avviate entro la stessa data. Restano valide le certificazioni già rilasciate dall'INAIL.

Finora si interpretava così :

le disposizioni previgenti si applicano non solo a coloro che, alla data del due ottobre 2003, hanno già maturato il diritto al conseguimento dei benefici previdenziali, ma anche a coloro che, entro quella data, hanno già ottenuto o vanzato domande di riconoscimento all'Inail o avviato cause.

Si dice invece che l'interpretazione corretta è questa :

per coloro che prima del 2 ottobre hanno ottenuto o avanzato domanda di riconoscimento Inail o hanno avviato cause che ottengono sentenze favorevoli, sono fatte salve le disposizioni previgenti. Però anche a loro si applica "la disposizione di cui al primo periodo" : cioè potranno godere dei benefici previdenziali solo se il riconoscimento Inail o l'esito della causa li porta ad averli maturati entro il 2 ottobre 2003.

Perché sindacati e politici che hanno vantato, davanti ai lavoratori scesi in lotta, la conquista di questo emendamento non svelano cosa effettivamente nasconde dietro ?

giovedì, gennaio 08, 2004

SUDAN: AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA UCCISIONI, RAPIMENTI DI BAMBINI E DETENZIONI ARBITRARIE NEL DARFUR 


Mentre il governo sudanese e l’Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla) raggiungono un accordo sulla divisione dei proventi del petrolio e di altre risorse, la popolazione civile è presa in trappola nel conflitto che prosegue senza soluzione di continuità nella regione del Darfur. In questo territorio il governo e le forze filo-governative si scontrano con l’Esercito di liberazione del Sudan (Sla) e il Movimento giustizia e uguaglianza (Jem).

“Un accordo di pace duraturo per il Sudan non può essere concluso finché gli abusi dei diritti umani provocati dalla guerra nel Sud continuano ad aver luogo” – ha affermato Amnesty International. “Mentre i colloqui di pace in Kenya facevano registrare progressi importanti per quanto riguarda gli accordi tra il governo e lo Spla, il conflitto e la crisi umanitaria nel Darfur sono peggiorati. I villaggi vengono distrutti e abbiamo i nomi di centinaia di persone uccise e di bambini rapiti dalle milizie filo-governative”.

Secondo stime delle Nazioni Unite, il conflitto ha già provocato 3000 morti, soprattutto civili. L’aviazione sudanese ha bombardato i villaggi, ma nella maggior parte dei casi le uccisioni e le distruzioni sono state provocate dalle milizie filo-governative conosciute come Janjawid. La scorsa settimana sono state uccise più di 200 persone, per lo più donne e bambini, e decine di villaggi intorno alla città di Zalingel sono state attaccate dall’esercito e dalle milizie Janjawid. Le abitazioni sono state date alle fiamme, il bestiame e altri beni sono stati razziati. Circa 7000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per fuggire all’interno del paese o verso i confini del Ciad. La maggior parte di esse ha urgente bisogno di cibo e cure mediche.

Il 2 gennaio almeno 13 persone, compresi bambini di nove anni, sono state rapite dalle milizie Janjawid nel villaggio di Ma’un. Amnesty International ha ricevuto ulteriori segnalazioni di rapimenti di bambini e adulti.

“Queste notizie rappresentano la drammatica ripetizione di quanto già accaduto nella regione di Bahr el-Ghazal, a ovest della capitale Khartum, tra il 1983 e il 2002, i peggiori anni del conflitto con lo Spla. In quel periodo almeno 12.000 persone, soprattutto bambini e giovani appartenenti ai gruppi etnici meridionali, vennero rapite dalle milizie del Nord sostenute dal governo sudanese” – ha denunciato Amnesty International.

Dallo scorso aprile la regione del Darfur ha conosciuto un vero e proprio esodo di massa. Oltre 700.000 persone hanno lasciato le proprie abitazioni per riparare altrove nel Darfur, più di 90.000 si sono rifugiate in Ciad. Di conseguenza, la popolazione delle principali città del Darfur è raddoppiata. Ciò nonostante, il governo sta accentuando la crisi umanitaria nella regione, permettendo alle proprie milizie di saccheggiare, uccidere e distruggere e limitando il movimento delle organizzazioni umanitarie, che pertanto non riescono a consegnare gli aiuti umanitari che la comunità internazionale ha messo a disposizione per i rifugiati.

Decine di attivisti del Darfur sono stati arrestati perché sospettate di simpatizzare per l’opposizione e si trovano agli arresti senza possibilità di contatti con l’esterno o di una revisione giudiziaria. Molti di loro hanno denunciato di aver subìto torture o maltrattamenti.

Amnesty International rinnova il proprio appello per l’immediato dispiegamento di osservatori, compresi esperti nel diritto internazionale dei diritti umani, e l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla crisi in corso nel Darfur.Roma, 8 gennaio 2004

TRASPORTI 9 gennaio E' SCIOPERO GENERALE CONTRO L'ACCORDO BIDONE 


Il Coordinamento Nazionale di Lotta Autoferrotranvieri conferma lo sciopero generale nazionale della categoria proclamato per il 9 gennaio 2004 contro l'accordo bidone sottoscritto tra Governo, Aziende e CGIL, CISL, UIL, CISAL, UGL.

La giornata sarà caratterizzata da Assemblee nei depositi e da manifestazioni presso le Prefetture contro i tentativi di dare vita ad azioni repressive per le iniziative di lotta di fine anno.

Le organizzazioni proclamanti hanno deciso di rispettare le fasce di garanzia per gli utenti al fine di favorire la massima partecipazione allo sciopero anche da parte di lavoratori non aderenti al sindacalismo di base e per impedire l'uso strumentale del disagio agli utenti contro i lavoratori in lotta

E' altrettanto chiaro che se non sarà convocato quanto prima un tavolo di confronto che assuma le richieste dei lavoratori in lotta, le iniziative proseguiranno con le modalità che i lavoratori decideranno.

Il Coordinamento stigmatizza le dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo in merito all'impossibilità di riaprire il confronto sull'accordo sottoscritto. In particolare il sacro furore del sottosegretario Sacconi sembra non tenere conto del fatto che la stragrande maggioranza della categoria rifiuta l'accordo e che evidentemente lo stesso è stato sottoscritto con organizzazioni che non rappresentano i lavoratori interessati.

Il Coordinamento ritiene che la straordinaria partecipazione alle iniziative di lotta della scorsa settimana dovrebbe già indurre il governo ad un atteggiamento più accorto e che lo sciopero del 9 dirà definitivamente che l'accordo va stracciato e riscritto con le
rappresentanze dei lavoratori in lotta. 9 GENNAIO 2004

COORDINAMENTO NAZIONALE DI LOTTA AUTOFERROTRANVIERI

SULT- TPL SIN-COBAS FLTU-CUB SLAI-COBAS RdB-CUB TRASPORTI CONF.NE COBAS AUTORGANIZZATI

mercoledì, gennaio 07, 2004

Ad ulteriore riprova dell'attendibilità delle dichiarazioni della scrivente Morandi in qualità di ufficio stampa per i Giuristi Democratici, si pubblica copia delle agenzie di stampa nazionale in occasione dei i presidi organizzati dai Giuristi Democratici.

In nessun caso si ritiene la signora Sveva Haetter autorizzata a divulgare o a spendere la credibilità del coordinamento nazionale e romano dei Giuristi Democratici, a seguito della cancellazione di tutti i nomi di Associazioni, Partiti e Movimenti dal manifestino da ella divulgato e distribuito nel corso dei presidi dei giorni 16 e 23 dicembre 2003.


M.O.: DOMANI MARCIA PER OBIETTORI DI COSCIENZA ISRAELIANI GIURISTI DEMOCRATICI, APPUNTAMENTO ALLE 18 A VIA ALDOVRANDI

Roma, 15 dic. - (Adnkronos) - Appuntamento domani sera alle 18 a via Aldovrandi, angolo piazza Cervantes, nei pressi dell'Ambasciata israeliana in Italia, per esprimere solidarieta' agli obiettori di coscienza israeliana in carcere per il rifiuto di prestare servizio militare (i cosiddetti Refusniks). Alla marcia, promossa dalla Rete Ebrei contro l'occupazione e dai Giuristi democratici, hanno gia' dato la loro adesione decine di associazioni pacifiste, da Donne in nero a Pax Christi all'associazione Papa Giovanni XXIII, in concomitanza con il processo che domani si svolgera' per cinque dei ragazzi incarcerati al tribunale militare di Jaffa.

La marcia intende richiamare Israele al rispetto dell'obiezione di coscienza, diritto umano fondamentale riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra del 1967 ratificata da Israele. ''Lo Stato di Israele - scrivono i Giuristi democratici - assuma l'istituto della liberta' del pensiero, coscienza e religione nel proprio ordinamento, facendo proprie le risoluzioni 67/1998 e 45/2002 della Commissione Onu per i Diritti Umani e restituisca la liberta' ai suoi obiettori, che testimoniano i valori dell'uomo di fronte alla storia''.

Alla marcia sono invitati ''tutti coloro che hanno a cuore una pace giusta per Israele e Palestina a rendere visibile il sostengo alla lotta di questi giovani, che stanno pagando in prima persona il proprio rifiuto di prendere parte all'occupazione ed all'oppressione del popolo palestinese''. (Mbr/Pn/Adnkronos) 15-DIC-03 20:41

Distinti saluti

Loredana Morandi

Cinque obiettori di coscienza condannati ad un anno di prigione 


Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Tel Aviv - Il 4 Gennaio 2004, la Corte Militare di Jaffa ha condannato ad un anno di prigione cinque obiettori di coscienza che rifiutano di arruolarsi nell'esercito israeliano. Un anno di prigione che si aggiunge al periodo di detenzione, di oltre un anno, gia' scontato dai giovani ragazzi.

Haggai Matar, Noam Bahat, Shimri Tsameret, Adam Maor e Matan Kaminer, chiamati alle armi nell'autunno del 2002 e sotto processo dinanzi la Corte Marziale dal Marzo 2003, rifiutano di prestare servizio militare perche' contrari all'occupazione. Essi oppongono il proprio rifiuto di svolgere servizio militare sia nei Territori Occupati che altrove: ''qualunque azione posta in essere in seno all'esercito ha a che fare con l'occupazione'', spiega infatti Haggai Matar.

''Il Paese sta affrontando un periodo di lotta e di terrore in cui molti hanno perso la vita'' ha detto il Giudice scorrendo la sentenza. ''Questo periodo richiede una particolare unita' sociale che i renitenti alla leva stanno compromettendo''. ''La liberta' di coscienza deve essere bilanciata con altri interessi, primo fra tutti la sicurezza dello Stato'' aveva affermato lo stesso durante la scorsa udienza, ''concedere l'esenzione dal servizio militare ai cinque significa mettere in pericolo l'intero Paese''. ''Inoltre'' aveva detto la Corte ''nel tentativo di coinvolgere altri giovani e l'opinione pubblica, i cinque stanno compiendo un'azione di disobbedienza civile volta a cambiare la politica del Governo, piuttosto che un atto di coscienza''.

''La condanna ad un anno di prigione vuole essere un avvertimento, una punizione esemplare'' sostiene Anat Matar, madre di Haggai.

''Se pensano che questa decisione possa scoraggiare il movimento dei refusenik'' hanno dichiarato i cinque alla fine del processo ''si sbagliano! Avremmo potuto opporci al servizio militare in silenzio, e ottenere l'esenzione facilmente. Abbiamo scelto invece la strada piu' difficile gridando ad alta voce il nostro rifiuto, e di questo siamo orgogliosi''.

Nel frattempo, da piu' parti si levano voci in supporto dei giovani obiettori: il parlamentare israeliano Roman Bronfman ha scritto una lettera indirizzata al Generale Gil Regav, capo della dipartimento delle risorse umane dell'esercito isareliano, chiedendo di commutare la condanna ad un anno di prigione in servizio civile, cosi come richiesto piu' volte dai cinque. ''Mettere in prigione questi giovani non contribuisce al benessere dello Stato d'Israele'' ha affermato il deputato in un articolo comparso nel quotidiano Haaretz, ''e' tempo di sfruttare le loro abilita' in modo alternativo, permettendo loro di svolgere servizio civile per un periodo corrispondente a quello del servizio militare''.

''Essere pronti ad uccidere quando viene dato l'ordine o prendere parte ad un'occupazione che viola la dignita' umana, sono atti di profonda rilevanza per chi li compie'' sostiene Joseph Raz, professore di filosofia della legge presso l'Universita' di Oxford. ''Per questo, il diritto all'obiezione di coscienza nei confronti di tali atti deve avere la precedenza sull'obligazione legale di realizzarli''.

I ragazzi inizieranno a scontare la loro pena mercoledi prossimo nella prigione Athlit. Una manifestazione di solidarieta' e' stata organizzata per il 10 Dicembre di fronte la prigione.

Quanto all'altro processo in corso, quello contro il pacifista Yoni Ben-Artzi, non e' stata ancora pronunciata la pena. La sentenza di condanna era stata emessa lo scorso 12 Novembre. 6 dicembre 2004.

M.M. volontaria italiana in Israele
Associazione Papa Giovanni XXIII
Via della Grotta Rossa n.6 , 47900 - Rimini

Il redattore di questo blog coglie l'occasione per scusarsi con Associazioni, Partiti e Movimenti a cagione delle informazioni false fornite dalla sig.ra Sveva Haetter, portavoce della Rete Ebrei, e per la cancellazione da questa operata di TUTTI i nominativi dei firmatari dell'appello come divulgato dall'ufficio stampa dei Giuristi Democratici, cioè la sottoscritta.

Loredana Morandi

IL 21 GENNAIO RISPARMIATORI IN PIAZZA A ROMA 


PARMALAT: L'INTESA DEI CONSUMATORI SI COSTITUISCE PARTE OFFESA CONTRO LE BANCHE DEL CRAC


L’Intesa dei consumatori annuncia oggi la costituzione di parte offesa contro gli istituti di credito che, stando alle affermazioni emerse dagli interrogatori di Fausto Tonna, sarebbero coinvolti nella vicenda Parmalat.

La dovuta azione dell’Intesa dei consumatori riguarda quindi Intesa, Capitalia, Unicredit, Mps, Sanpaolo, Santander, Jp Morgan, Citigroup, Bank of America, Bnl, Bipielle, Abn Amro ed è finalizzata a tutelare i risparmiatori trascinati nel crac qualora le responsabilità delle banche dovessero essere accertare dalle autorità giudiziarie.

Intanto il 21 gennaio a Roma ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI hanno organizzato una manifestazione a tutela del risparmio e dei risparmiatori, con presidi dinanzi Palazzo Chigi e Banca d’Italia e con avvocati in piazza pronti a raccogliere le denunce dei cittadini e dispensare consigli ai risparmiatori coinvolti nei crac Cirio, Argentina e Parmalat. 07/01/2004

martedì, gennaio 06, 2004

FUORI LE TRUPPE DALL' IRAQ SENZA SE E SENZA MA 


CHIEDIAMO IL RITIRO DEL CONTINGENTE ITALIANO DALL'IRAQ

non perché è stato vittima di un attentato ma perché non sarebbe mai dovuto partire:


- La guerra in Iraq, per stessa ammissione di USA e Gran Bretagna, non serviva né a cercare armi di distruzione di massa né a riportare la democrazia

- Gli iracheni, vittime per anni di un regime brutale e sanguinario, e di dodici anni di embargo, hanno perduto con la guerra migliaia di vite umane, infrastrutture e servizi senza peraltro acquistare "in cambio" alcuna forma di democrazia

- I militari italiani svolgono in Iraq un ruolo oggettivamente di occupazione, a fianco degli USA e della Gran Bretagna, perciò sono visti dagli iracheni come invasori ed aggressori

- Le guerre non servono a combattere il terrorismo ma moltiplicano lutti odi e rancori

- La cattura di Saddam Hussein non cambia affatto questo scenario né rende meno grave il fatto che l'Italia, contro l'articolo 11 della Costituzione, si trovi in stato di guerra.

PER QUESTO CHIEDIAMO CHE IL PARLAMENTO ITALIANO NON RICONFERMI LA PARTECIPAZIONE ITALIANA A QUESTA GUERRA

MANIFESTIAMO A GENOVA IL 24 GENNAIO

( La manifestazione sarà anticipata se la discussione parlamentare dovesse avvenire prima del 24 )

Adesioni :

Forum sociale di Genova, Forum sociale del Ponente, Forum sociale della Valpolcevera, CGIL, COBAS, RDB, PRC, VERDI, 16 Marzo Genova in piazza, Rete per la globalizzazione dei diritti, Comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus, Comitato Verità e Giustizia, Legambienteliguria, Progetto Comunista-Sinistra Prc GE, Movimento Federalista Europeo, Centro Internazionale Aiuti all'Infanzia, Forum ambientalista, Legambiente amici a ponente, ARCI, Lo ZOO di BerlinO, Senatore Francesco Martone (Verdi),Giuristi Democratici di Genova, L'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra -Sezione di Genova.

lunedì, gennaio 05, 2004

Adesione ARS appello per il ritiro truppe dall'Iraq 


Come sempre , L'ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA -Sezione di Genova - vuole essere una componente attiva della lotta per fermare la "guerra preventiva e per "rimuovere le radici del sistema di guerra e ..delle guerre".

Pertanto aderisce al documento di cui sopra, avente questi obiettivi, e parteciperà non solo al primo incontro che si terrà nel salone dell'ANPI di Milano Domenica 11 Gennaio 2004 dalle ore 11 alle 16(Via Piero Mascagni,6), ma anche a tutte le iniziative che avranno luogo nel Comune di Genova.

Ugo Montecchi.
Associazione Rinnovamento della Sinistra - Genova

Sindacalisti, intellettuali e politici danno vita ad un forum permanente contro la guerra 


Sono già oltre cinquecento e continuano a crescere le adesioni qualificate all'appello del Forum contro la guerra reso pubblico a metà dicembre. L'obiettivo dichiarato dai promotori (un centinaio di primi firmatari) è quello di dare vita ad un forum permanente che mantenga costante l'azione per "rimuovere le radici del sistema di guerra e fermare la guerra preventiva". Tra gli obiettivi immediati quello del ritiro dei militari italiani dall'Iraq sul quale a gennaio dovrà pronunciarsi il Parlamento. Con una sua peculiarità rispetto ad altre organizzazioni dell'arcipelago pacifista, il Forum contro la guerra sottolinea l'importanza di rilanciare l'obiettivo dello smantellamento delle basi militari USA e NATO e dell’allontanamento di tutte le armi di distruzione di massa presenti nel nostro paese, di fermare la corsa al riarmo e alle spese militari che rischia di investire anche i paesi aderenti all'Unione Europea, dello smantellamento delle armi nucleari nel quadro di un trattato internazionale vincolante per tutti gli Stati, della solidarietà con tutti i popoli minacciati dall’aggressività della politica estera degli USA. E sottolinea l’essenzialità di un coinvolgimento del mondo del lavoro per dare forza e continuità al movimento per la pace.

Tra i firmatari, solo per citarne alcuni, spicca l'alto numero di sindacalisti Fiom Cgil, tra cui il segretario generale della Fiom nazionale Gianni Rinaldini, i segretari generali Fiom di Milano Maurizio Zipponi, di Brescia Osvaldo Squassina, di Bologna Maurizio Landini, di Reggio Emilia Luciano Berselli, del Piemonte Laura Spezia, dell’Emilia Romagna Gianguido Naldi, i segretari generali delle Camere del Lavoro di Brescia Dino Greco e di Reggio Emilia Franco Ferretti, i segretari nazionali Cgil della Funzione pubblica Gianni Pagliarini e della Filcams-Cgil Maurizio Scarpa… ; da segnalare la presenza significativa anche del sindacalismo extraconfederale (Piergiorgio Tiboni, Pierpaolo Leonardi, Antonio Amoroso, Pietro Antonini, Emidia Papi…); personalità del mondo cattolico come Alex Zanotelli, il Vescovo di Caserta Raffaele Nogaro, Raniero La Valle…; personalità politiche come Cesare Salvi, Paolo Cento, Mauro Bulgarelli, Alfiero Grandi, Lucio Manisco, Diego Novelli, il direttore di “Liberazione”, Alessandro Curzi…; scrittori come Stefano Benni, Edoardo Sanguinetti, Carlo Lucarelli…; scienziati come Margherita Hack, Angelo Baracca…; giornalisti come Tommaso Di Francesco, Stefano Chiarini, Manlio Dinucci…; docenti universitari e intellettuali come Piergiovanni Alleva, Giuseppe Prestipino, Luigi Cortesi, Claudio Del Bello, Luciano Canfora, Giorgio Nebbia, Luciano Vasapollo, Adalberto Minucci, Enzo Santarelli… e la medaglia d’oro della Resistenza, Giovanni Pesce.

Centinaia di adesioni qualificate all'appello del Forum contro la guerra, stanno giungendo dalle principali città italiane, con una significativa presenza di esponenti del mondo del lavoro.

I firmatari terranno un primo incontro nazionale Domenica 11 gennaio a Milano presso il salone dell'ANPI (ore 11.00) in via Pietro Mascagni 6.

Info e adesioni:
adesioni@forumcontrolaguerra.org
www.forumcontrolaguerra.org

LO SCIOPERO DEL 9 GENNAIO E' DI TUTTI GLI AUTOFERROTRANVIERI! 


ASSEMBLEA NAZIONALE DI FIRENZE 3 GENNAIO 2004


L'Assemblea nazionale del Coordinamento Nazionale dei Sindacati di Base, allargata alle realtà dei lavoratori che hanno partecipato agli scioperi contro l'accordo truffa sottoscritto il 20 dicembre 2003 dai sindacati confederali, faisa cisal e ugl, composta da oltre 100 delegati in rappresentanza di 50 aziende del trasporto pubblico locale (tra le quali quelle di Torino, Milano, Brescia, Cuneo, Cremona, Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Bologna, Firenze, Pisa, Lucca, Livorno, Perugia, Terni, Roma, Napoli, Caserta, Bari, Cosenza, Catania e Cagliari), dopo un ampio dibattito sulla situazione in atto e sulle iniziative organizzative necessarie per il proseguimento della vertenza, ha deciso:

1. l'allargamento del Coordinamento alle realtà non rappresentate nel Sindacalismo di Base, assumendo il nome di COORDINAMENTO NAZIONALE DI LOTTA AUTOFERROTRANVIERI;

2. la massima mobilitazione e organizzazione a sostegno della riuscita dello sciopero generale dei tranvieri previsto per il 9 gennaio 2004, pro-clamato dal Sindacalismo di Base Autoferrotranvieri e messo a disposizione di tutta la categoria, diretto: a confermare il rigetto dell'accordo del 20 dicembre 2003; ad ottenere l'apertura di un tavolo con il governo e le controparti datoriali per ottenere subito quanto maturato dai lavoratori (3.000 euro di arretrati e 106 euro di aumento mensile dal 1° dicembre 2003), senza destinare alcuna somma alla previdenza integrativa;

3. di ribadire il mantenimento dell'unicità del contratto nazionale, respingendo qualsiasi trattativa locale che non sia contrattazione aziendale, tesa allo smembramento del CCNL, tenendo particolarmente presente le condizioni delle aziende del sud, anche in presenza della forma federalista che smantella la socialità del trasporto pubblico locale;

4. ritenendo che gli scioperi attuati dai tranvieri siano stati già un referendum sull'accordo del 20 dicembre, qualora fosse indetto il referendum in categoria lo stesso dovrà svolgersi come previsto dall'art. 21 della legge 300/70 (statuto dei lavoratori); il quesito referendario dovrà contenere anche la dizione di rigetto dell'accordo e la immediata apertura di un tavolo per ottenere quanto maturato dalla categoria; inoltre, nelle unità produttive dove non sia presente una pluralità di rappresentanze nella RSU/RSA che vada oltre le sole rappresentanze dei sindacati firmatari dell'accordo oggetto di referendum, il presidente del seggio elettorale o della commissione elettorale deve essere designato dall'ufficio provinciale del lavoro;

5. di presentare al governo, ai ministri interessati ed alle associazioni datoriali la bozza di piattaforma predisposta per il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 dicembre 2003, con espressa riserva di modifiche ed integrazioni che varranno eventualmente evidenziati nelle assemblee dei lavoratori;

6. di ribadire il proseguimento delle iniziative di mobilitazione anche dopo il 9 gennaio, compresa la circolazione dei mezzi nei termini previsti da leggi e regolamenti, dirette anche contro le eventuali azioni disciplinari e sanzioni amministrative applicate nei confronti dei lavoratori che hanno scioperato in deroga alla legge 146/90, alla precettazione e con tutte le altre forme di protesta attuate; a questo specifico riguardo l'Assemblea nazionale rivolge un invito ai lavoratori affinché organizzino manifestazioni presso le Prefetture, durante lo sciopero del 9 gennaio;

7. di invitare le associazioni degli utenti a solidarizzare con i tranvieri non-ché a concordare iniziative unitarie per il rilancio del trasporto pubblico locale.

L'Assemblea nazionale, infine, da mandato al Coordinamento Nazionale di convocare una nuova riunione dopo il 15 gennaio, per discutere e valutare gli sviluppi della vertenza.

DIRITTI! DIGNITA'! REDDITO!
LO SCIOPERO DEL 9 GENNAIO E' DI TUTTI GLI AUTOFERROTRANVIERI!


Firenze, 3 gennaio 2004.
Firmato:
COORDINAMENTO NAZIONALE DI LOTTA AUTOFERROTRANVIERI, SULT- TPL, SIN-COBAS, FLTU-CUB, SLAI-COBAS, RdB-CUB TRASPORTI, CONF.NE COBAS AUTORGANIZZATI

N.B.: DOCUMENTO APPROVATO A LARGA MAGGIORNAZA CON UN VOTO CONTRARIO E TRE ASTENUTI

ATM usa lo strumento degli annunci all'utenza sui mezzi per fare polemica sindacale. 


Al Prefetto di Milano
Sua Eccellenza Dr. Bruno FERRANTE
Spett. Dir. Generale ATM Milano
Commissione di Garanzia attuazione legge sullo sciopero
Agli organi d'informazione



Gli annunci di ATM promulgati sui mezzi e nelle metropolitane che avvisano gli utenti dello sciopero del 9 gennaio prossimo, contengono anche un messaggio di pura e mera polemica sindacale. Infatti l'annuncio non si limita a declamare giorno e orari dello sciopero, ma entra nel merito della vertenza, polemizzando faziosamente:

"Per venerdì 9 gennaio è indetto uno sciopero nazionale del trasporto pubblico, nonostante l'avvenuta sottoscrizione per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. L'astensione per ATM è prevista dalle 8,45 alle 15,00 e dalle 18,00 al termine del servizio".

Chiara è la volontà di ATM che, facendosi scudo dell'utenza, intende scagliare l'opinione pubblica contro i tranvieri milanesi che sciopererebbero senza motivazioni valide, nascondendo le responsabilità della dirigenza aziendale. Tentativo che andrà fallito, visto che ormai i cittadini di tutto il Paese conoscono i termini della vertenza e solidarizzano apertamente con i tranvieri. I cittadini sanno che la responsabilità di tanti disagi è imputabile esclusivamente al non rispetto degli accordi presi 4 anni orsono da parte delle aziende stesse. Grave è la responsabilità anche di quei sindacati firmatari dell'accordo che non rispecchia ne le aspettative dei lavoratori del settore ne degli accordi da loro stessi sottoscritti in precedenza: 106 ¤ di aumento mensile e circa 2.900 ¤ di arretrati.

Ricordiamo che immediatamente dopo la firma dell'intesa (al ribasso) tra sindacati confederali e aziende del 20/12/03 (83 euro mensili e 970 euro di arretrati) i lavoratori del TPL di più di mezza Italia si sono astenuti spontaneamente dal lavoro per tre giorni consecutivi, rifiutando e rispedendo al mittente l'accordo suddetto. Impegnarsi sul terreno della correttezza e dell'etica con ATM è fiato sprecato, visto che per prima non rispetta né gli accordi sottoscritti, né la palesata volontà di integrare l'accordo nazionale con uno locale, né il patto con i cittadini milanesi dopo i tagli degli ultimi mesi (aumento del costo del biglietto = aumento del servizio).

CHIEDIAMO CHE ATM CORREGGA IMMEDIATAMENTE L'ANNUNCIO SUDDETTO, LIMITANDOSI AD INFORMARE CORRETTAMENTE GLI UTENTI E A NON POLEMIZZARE SINDACALMENTE CON ESSI.

In caso contrario chiediamo che sia messo a disposizione dei lavoratori lo stesso strumento d'informazione.

CHIEDIAMO IL DECISO INTERVENTO DELLE ISTITUZIONI AFFINCHÉ QUESTO USO IMPROPRIO E FAZIOSO DEGLI STRUMENTI D'INFORMAZIONE INTERNI (annunci sui mezzi) NON SI VERIFICHI PIÙ.

D'altronde ad ATM non mancano gli strumenti d'informazione convenzionali - Stampa, Radio e TV - più consoni alla polemica Politica e Sindacale. Milano, 5 gennaio 2004

Slai Cobas - ATM SpA - Milano

PROPOSTA DI COSTITUZIONE DI UN TAVOLO NAZIONALE ANTIPROIBIZIONISTA 


Il DDL approvato dal consiglio dei ministri in materia di droghe rappresenta un ulteriore "giro di vite" rispetto alle normative contraddittorie e d'impostazione proibizionista già oggi vigenti nel nostro paese.


Nel disegno di legge scompare la distinzione tra droghe leggere e pesanti, si moltiplicano pene a dismisura, si reintroduce il concetto di "dose minima" e Il consumo viene equiparato allo spaccio, si delegittima inoltre il ruolo del servizio pubblico a favore del privato penale.

Questa strategia nasce in continuità con la War on Drugs made in USA, un modello che nel piano nazionale prevede un progressivo passaggio dallo stato sociale allo stato penale ( la guerra alla droga per colpevolizzare lo stock di miseria), mentre nel livello globale (con l'appoggio incondizionato dell'ONU) essa diventa un utile strumento da attivare (a seconda degli alleati di turno), per controllare interi continenti (basta pensare a quello che avviene in Colombia da un lato e non avviene in Afganistan dall'altro).

E' chiaro oramai che il proibizionismo ha fallito i suoi obbiettivi, 40 anni di proclami mentre il consumo di sostanze è aumentato come la produzione, del resto appare sempre più evidente che esso è un fiume dal quale attingono a piene mani le economie del crimine globale, le quali a loro volta intrecciano traffici di armi, di uomini, alimentando un'economia che ha oramai superato la distinzione tra attività legali ed illegali.

Le vittime degli effetti della guerra alla droga sono solamente civili, malattie, overdosi, sofferenza, basta rendersi conto di come già oggi sono le nostre carceri (discariche sociali) per capire che il movimento non può permettersi di pensare la questione che ruota attorno alle droghe come secondaria.

Chiediamo pertanto di poter attivare un tavolo di discussione al FSI in preparazione del Forum sociale Mondiale di Bombay e delle scadenza fissate in Italia contro la legge Fini sulle droghe.

Un altro mondo è possibile!
CONfINI ZERO!
No War - No War On Drugs!

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