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sabato, novembre 22, 2003

SME: IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA 


IN NOME DEL POPOLO ITALIANO


"In nome del popolo italiano il Tribunale di Milano, prima sezione penale, all'udienza del 22 novembre 2003 ha pronunciato la seguente sentenza: visti gli articoli 533, 535 del codice di procedura penale dichiara Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato, responsabili del reato loro ascritto al capo A ed esclusa la continuazione interna e qualificato il fatto nei confronti di Pacifico e Previti come violazione degli articoli 319 e 321 del codice penale condanna Pacifico Attilio alla pena di 4 anni di reclusione, di Previti Cesare alla pena di anni 5 di reclusione, Squillante Renato alla pena di anni 8 di reclusione e tutti i suddetti in solido al pagamento delle spese processuali".

"Si dichiara Pacifico Attilio interdetto dai pubblici uffici per la durata di anni 5, Previti Cesare e Squillante Renato interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l'esecuzione della pena. Dichiara Pacifico Attilio e Cesare Previti interdetti dall'esercizio della professione di avvocato per la durata di anni 5".

"Condanna i suddetti imputati in via tra loro solidale al risarcimento dei danni non patrimoniali e morali causati alla parte civile Presidenza del Consiglio, che si liquidano nella misura di euro 1 milione, nonché al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva, che si determina nella misura di euro 300 mila ed altresì li condanna alla rifusione delle spese di costituzione e difesa che si liquidano in favore della predetta parte civile nella misura di euro 130 mila".

"Il Tribunale assolve Pacifico Attilio, Previti Cesare e Verde Filippo dalla imputazione loro ascritta al capo B perchè il fatto non sussiste. Assolve Misiani Francesco dalle imputazioni a lui ascritte, perchè il fatto non sussiste. Assolve Savtchenko Olga dalla imputazione a lei ascritta perchè il fatto non costituisce reato".

"Dichiara di non doversi procedere nei confronti di Squillante Fabio e Squillante Mariano in ordine alle imputazioni loro ascritte, perchè, riconosciute ad entrambi le circostanze attenuanti generiche, il reato è estinto per intervenuta prescrizione. Viene poi fissato in 90 giorni -conclude il testo- il deposito delle motivazioni della presente sentenza. Milano, 22 novembre 2003.

Il presidente
D.ssa Luisa Ponti,
I giudici
Dott. Guido Brambilla
D.ssa Carmen d'Elia


Fonte Repubblica

SME: IL COMUNICATO DI PREVITI 


L’assoluzione dell’on. Cesare Previti per la vicenda Sme certifica la sconfessione dell’asse mediatico-giudiziario portato avanti dalla pubblica accusa, che ha sostenuto e cercato di tenere in piedi un teorema incredibile anche per gli osservatori meno imparziali, e alimentato dal gruppo Espresso La Repubblica, di fatto parte civile nel processo, con la sistematica e devastante demonizzazione del nostro cliente.


Detto ciò, la condanna di un innocente è sempre un'ingiustizia anche se accompagnata da assoluzioni parziali. L’On. Previti è stato condannato per un fatto che l'accusa non ha dimostrato, né al di là di ogni ragionevole dubbio, né al di sopra di un livello minimo di credibilità o di verosimiglianza.

Sono stati inflitti cinque anni di reclusione ad un affermato professionista di condotta specchiata ed irreprensibile, nonché esponente politico di spicco, perché avrebbe “comprato” i favori di un magistrato, senza che si sia mai neppure compreso quali atti o “servizi” abbia “acquistato”, in quale momento, e per quali finalità.

Dunque, un deserto probatorio che in un meccanismo perverso di ribaltamento della realtà ha prodotto addirittura la condanna dell'imputato.

È sconcertante, inoltre, che le attenuanti generiche, che lo stesso collegio di Milano ha applicato in casi ben più gravi, siano state negate all'imputato Previti, forse perché il loro riconoscimento avrebbe comportato il proscioglimento pieno.

Leggeremo le motivazioni della sentenza e adotteremo tutte le iniziative previste dalla legge. 22.11.2003

Avv. Prof. Angelo Alessandro Sammarco
Avv. Giorgio Perroni

SME LE TAPPE DEL PROCESSO 


- 9 marzo 2000 - Inizia il processo davanti ai giudici della 1/a sezione penale di Milano (presidente Luisa Ponti).


- 17 novembre 2000 - i pm Boccassini e Colombo riformulano il capo d'imputazione, introducendo la contestazione supplettiva.

- 27 dicembre 2000 - respinta la richiesta di proscioglimento di Berlusconi, Previti e Pacifico, ritenendo che non e' possibile una decisione 'allo stato degli atti'.

- 28 dicembre 2001 - testimoniano il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi e l'ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato.

- 3 gennaio 2002 - scoppia il 'caso Brambilla': il Ministero dispone il trasferimento del giudice a latere Guido Brambilla che aveva chiesto di essere assegnato al Tribunale di Sorveglianza. La Corte non ritiene di interrompere il processo, come chiesto dai difensori, e quelli di Previti ricusano il giudice (la richiesta verra' respinta e Brambilla sara' 'applicato' al processo Sme fino al 9 gennaio 2004).

- 1 marzo 2002 - prima istanza di rimessione del processo a Brescia presentata da Previti e Berlusconi.

- 18 ottobre 2002 - cinque ore di sofferta deposizione per Stefania Ariosto, la teste 'Omega'.

- 28 gennaio 2003 - Le Sezioni Unite della Cassazione respingono l'istanza di rimessione di Berlusconi, Previti e altri imputati. I supremi giudici, dopo un 'passaggio' degli atti alla Corte Costituzionale che ha colmato le ''lacune normative'' della legge Cirami sul legittimo sospetto, decidono che il dibattimento, con il 'gemello' Imi-Sir/Lodo, debba rimanere a Milano.

- 16 maggio 2003 - La posizione di Berlusconi viene stralciata e per lui e' stilato un calendario autonomo. Berlusconi si e' gia' presentato in aula per dichiarazioni spontanee e lo fara' una seconda volta, sempre in maggio, prima che il processo a suo carico sia 'congelato' per effetto del Lodo Maccanico che tutela le cinque piu' alte cariche dello Stato.

- 30 maggio 2003 - il pm Ilda Boccassini, a conclusione della sua requisitoria, chiede condanne severe per tutti gli imputati.

- 30 giugno 2003 - sosta di 45 giorni per la nuova legge sul patteggiamento allargato che buona parte degli imputati intende valutare. Durante l'estate i pm Boccassini e Colombo sono denunciati a Brescia da un 'Comitato Nazionale per la Giustizia' per presunte irregolarita' nella gestione del fascicolo 9520, da cui nacquero i dibattimenti sulla presunta corruzione dei giudici romani. Il processo, per via anche dei termini feriali, ricomincia in ottobre con l'intervento dei difensori.

- 11 ottobre 2003 - il pg di Milano Mario Blandini respinge la richiesta di sostituzione in aula dei due pm presentata dalla difesa Previti sui presupposti dell'inchiesta bresciana.

- 17 novembre 2003 - la sesta sezione della Corte di Cassazione respinge la seconda istanza di rimessione presentata da Previti sulla scorta del procedimento bresciano per il quale, alcuni giorni prima, i pm bresciani hanno chiesto l'archiviazione. Il processo, sospeso da alcune settimane per effetto della legge Cirami, riprende il 21 novembre e il collegio giudicante si riunisce in camera di consiglio.

Fonte Ansa

una canzone per... "NASSIRIYAH..."  


Nassiriyah....e rivedo quei figli...
miei compagni, fratelli...l'uomo di tutti i tempi...
Quanti han perso la Vita per la Pace ... la Guerra...
sulla terra...


Nassiriyah.... le mie membra spezzate...
corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.
Percorriamo le strade... l'acqua mischiata a sangue...
sulla terra...sulla terra...!

Nassiriyah.... Chi l'avrebbe pensato?
Hai segnato la Storia nella nostra Memoria...
Quanti giorni allora, all'uomo restano ancora...
di riposo...di pianto...e di Se..?
Sulle spoglie ...e il sangue dei MARTIRI...
s'innalza il CANTO di VITTORIA! Ritornello:

Rit: -Non si deve dimenticare...!Anzitutto,si,ricordare!
La Speranza di questi EROI che han creduto...
che l'Amore è assai più forte...cha va oltre...oltre la morte!
che l'Amore è sui loro Volti...nei loro Cuori..!
(coro)sui loro Volti...(solista)nei loro Cuori...
(coro)sui loro Volti...(solista)nei loro Cuori...(coro)sui loro Volti...

NASSIRIYAH...(solista)NASSIRIYAH...(coro)
NASSIRIYAH...(solista)NASSIRIYAH...(coro)
NASSIRIYAH...(solista)

2)Nassiriyah.... si ribellano i morti..
gli alberi sono arsi...gli empi si sono persi..
sassi e pietre dispersi...fumi e fiumi di fiamme...
sulla terra...
Nassiriyah.... anche per Te ho marciato..
sventolando Bandiere sopra i tetti del mondo.
Ogni guerra è una causa,causa inutile e persa...
sulla terra...sulla terra...!

Nassiriyah.... Chi l'avrebbe pensato?
Hai segnato la Storia nella nostra Memoria...
Quanti giorni allora, all'uomo restano ancora...
perchè Pace ritorni fra noi..?
Sulle spoglie ...e il sangue dei MARTIRI...
s'innalza il CANTO di LIBERTA'! Ritornello:

Testo e musica By:AGNESE Ginocchio-cantautrice
"Musica contro tutte le guerre..."(del 18-19-20/11/2003 A.M.)
Dedicata agli EROI italiani dell'attentato del 12/11/2003 a Nassiriyah
in Irak...

venerdì, novembre 21, 2003

22 NOVEMBRE IN PIAZZA PER LA PACE 


Roma
alle 14 da Piazza della Repubblica, partirà un corteo "contro la precarietà
e la disoccupazione. Contro la guerra e le spese militari" promossa dalla
Rete per il Reddito sociale e i Diritti. Concluso il corteo, i partecipanti
raggiungeranno Piazza Navona.


Alle 16 a Piazza Navona prenderà il via "In piazza per la pace, per dire la verità, per il ritiro delle truppe d'occupazione dall'Iraq", una
manifestazione promossa dalle reti, organizzazioni, sindacati, associazioni
e movimenti che fanno parte del gruppo di continuità del Forum Sociale
Europeo con l'adesione della Cgil. Sul palco si alterneranno interventi
italiani e stranieri, esponenti del mondo dell'arte e dello spettacolo.

Milano
Venerdì 21, ore 18 - 23.30, Casa della Cultura, via Borgogna 3, incontro
pubblico "Progetti e lotte di donne per un mondo diverso"

Sabato 22, alle 15 corteo con concentramento a Piazza S. Babila promosso
dalle associazioni e le reti del Forum sociale europeo

Bologna
Alle 15.30 corteo con concentramento a Piazza XX Settembre promosso dal
Bologna Social Forum

Rimini
Presidio contro la guerra a Piazza Cavour a partire dalle ore 17

Brescia
Corteo con concentramento a Piazza della Loggia alle ore 15 promosso dal
Brescia Social Forum

Treviso
manifestazione regionale

Pescara
corteo con concentramento alle ore 16 a Piazza del Sacro Cuore.

Firenze
presidio alle ore 15,30 a Piazza del Duomo e corteo con partenza alle ore
17 dalla stessa piazza e arrivo a Piazza della Repubblica.

Torino
Manifestazione ore 15.30 a Piazza Castello

Lodi
Ore 9.30 - 13.00 Portici Piazza Duomo, angolo via Incoronata

Cagliari
Corteo da Piazza Garibaldi con concentramento alle ore 9.30. Tutto il giorno
sit-in in vari quartieri della città

Catania
Corteo con concentramento ore 9.30 a Piazza Roma

Bari
Ore 18.30 Piazza Massari: creatività contro la guerra. Ore 20.30 fiaccolata
per il centro storico della città. Ore 21.30 rientro a Piazza Massari e
concerto di musica popolare.

Napoli e Palermo
(corteo alle 17.30) tutte le iniziative sono anticipate a venerdì 21.

Rieti
Ore 9 corteo studentesco con partenza dalla stazione indetto dai Giovani
comunisti. Nel pomeriggio presidio in piazza del Comune.

Biella
Ore 15-19 presidio in Via Italia, sotto i portici del municipio, promosso da Bastaguerra.

Como
Le iniziative per la pace si svolgono nell'ambito dell'iniziativa
"Migranti-Percorsi-Confronti".
Ore 10 corteo con partenza da via Milano Alta. Ore 15 Presidio/festa in via
Maestri Comacini.

A Ortona (15-20.30 zona di Porta Caldari lungo il corso), a Lanciano (ore 15-20.30, piazza Plebiscito), a Vasto (ore 15-20.30, piazza Rossetti) banchetti che raccolgono le firme per chiedere il ritiro delle truppe
dall'Iraq.

Frosinone
Ore 17 assemblea contro la guerra al Centro Polivalente del Comune a Viale
Mazzini.
Ore 19 corteo con concentramento a Viale Mazzini

Livorno
Ore 17.30 a Piazza Diaz presidio-manifestazione

Fonte Ufficio Stampa
Fermiamo la Guerra

Raccogliamo il grido dell'Africa 


In corso in Burkina Faso la decima Assemblea mondiale del movimento Emmaus


"Abbiamo scelto di riunirci in Africa per accogliere il grido di questo continente. Ma anche per raccogliere la grande contraddizione, e la sfida, che l'Africa ci rimanda, come movimenti al servizio dei più poveri. Un continente ricco di storia, di cultura, di saperi, di risorse umane e materiali, ma ancora torturato e saccheggiato. La scelta dell'Africa ci segnala la necessità di ripensare la nostra presenza, il nostro lavoro in questo continente come tra i poveri del Nord come del Sud del Pianeta". Sono le parole con le quali l'Abbé Pierre ha aperto la 10 Assemblea Mondiale del movimento Emmaus, da lui fondato a Parigi, che oggi conta oltre 400 comunità e gruppi sparsi in oltre 40 paesi del mondo.

Un'assemblea importante, che riunisce, fino al 22 novembre, rappresentanti di 47 Paesi del mondo per misurare gli interventi di Emmaus con un quadro di politiche internazionali completamente mutato: "Di fronte agli avvenimenti degli ultimi anni - denunciano - alle politiche di guerra messe in atto, alle decisioni protezionistiche e predatorie adottate dalle grandi agenzie internazionali, sentiamo di dover rifiutare integralmente il genere di progresso e l'idea di sviluppo che ci impongono. Se la miseria aumenta ovunque nel pianeta, ricchezze significative sono utilizzate senza esitazioni e rese disponibili per armarsi, per fare la guerra, per difendere privilegi, mentre le cause della povertà restano senza risposte".

Il 31 gennaio 2004 Emmaus compierà 50 anni di attività di accoglienza, un'occasione per tornare alle radici del proprio impegno e rilanciare le scelte di solidarietà di questi anni. Nel corso dell'Assemblea mondiale, oltre a stabilire gli appuntamenti della celebrazione, lavorando in workshop Emmaus fisserà in un documento finale le nuove linee programmatiche del movimento a partire da alcuni temi prioritari: economia giusta, coscientizzazione liberatrice, nuovi stili di vita, consumo critico, finanza etica, pace e nonviolenza.

Per info: Graziano Zoni
presso
Emmaüs Afrique
Téléphone / Fax : 00 226 34 07 76
11 BP 972 CMS Ouagadougou 11
Mail : emmafrique@fasonet.bf
Burkina-Faso

Mani sulle bocche dei turbatori del 'composto dolore' 


Censura ai funerali di Stato del 18 novembre


Mani a tappare le bocche di coloro i quali hanno manifestato apertamente il loro dissenso e la loro disperazione nei confronti dell'intervento italiano in Iraq. Mani del servizio d'ordine per zittire il dissenso. Se anche per alcuni può essere stato dettato
dalla comprensibile disperazione di aver perduto il loro cari, ciò non giustifica in alcun modo quelle mani.

E' quanto racconta Siro, un operatore specializzato di ripresa televisiva, che martedì 18 novembre si trovava nella Basilica di San Paolo a Roma.

"Ieri (martedì 18, ndr) ero presente in qualità di specializzato di ripresa tv alla Basilica di S. Paolo a Roma. Non entro nel merito di alcuna valutazione dell'evento -spiega Siro con una mail alla lista di discussione 'Bastaguerra'-. Ho, all'interno della Basilica, assistito a scene in cui più di una persona (semplici cittadini, anche qualche parente di vittima), hanno cominciato ad urlare la loro disperazione contro chi ha voluto questo intervento".

"Sono stati zittiti con mano sulla bocca dal servizio d'ordine -prosegue Siro- e portati fuori di peso. Più di una troupe ha filmato queste scene. Non si trattava di 'cavalli pazzi', né di 'ggiovani no gglobbal dei centrisociali' (e, in realtà, più di uno era fuori con la lacrimuccia), ma ripeto, di parenti, amici delle vittime e semplici cittadini".

"Gran parte degli interventi della Croce Rossa all'interno della Basilica erano, appunto, rivolti a far sparire questi turbatori del 'composto dolore'. Più di un collega ha contato almeno 5 ambulanze entrare ed uscire dalla Basilica. Chiunque abbia ascoltato una diretta (e nella differita radiofonica di Radio Vaticana, ad esempio, è chiarissimo) dell'evento e specialmente dell'omelia, può aver sentito in sottofondo le grida".

"Nessun accenno di tutto questo nei media ufficiali, ma neanche nei media indipendenti" -denuncia Siro. Rilanciamo la notizia riportata dalla lista "Bastaguerra", perché crediamo nella trasparenza dell'informazione e della comunicazione. Anche in questo caso i grandi media nazionali hanno deliberatamente nascosto quanto accaduto e hanno preferito, invece, agire ancora una volta sui sentimenti e le emozioni. Lo aveva anticipato Anna Pizzo, del settimanale 'Carta', in una lucidissima e stimolante analisi presentata al Forum Sociale Europeo di Parigi soltanto qualche giorno fa, nel corso della 'plenaria' dedicata alla "Concentrazione dei media" (14 novembre - Parigi La Villette).

"Diciotto italiani (poi tristemente divenuti diciannove, ndr) tra militari e civili e otto iracheni sono morti saltando in aria a causa dell'esplosione di un camion bomba a Nassiriya, in Iraq -aveva dichiarato Anna Pizzo-. Per l'Italia si è trattato di una tragedia di dimensioni enormi e bisogna tornare al 1945 per ricordare un evento paragonabile".

"Una tragedia evitabile, e prevista dai pacifisti. Ebbene: i telegiornali italiani di quel giorno -aveva proseguito nel corso del suo intervento-, i tre di Mediaset direttamente di proprietà di Berlusconi e i tre Rai controllati dal governo, e quindi da Berlusconi, non hanno tentato di nascondere l'accaduto, sarebbe stato impossibile. Hanno invece lavorato agendo sui sentimenti, sulle giuste e del tutto umane emozioni che quell'evento ha suscitato nell'opinione pubblica".

"Quelle povere vittime della guerra imperiale -aveva denunciato la Pizzo- sono state salutate dalle lacrime di Berlusconi, dalle mani giunte in preghiera del presidente della Camera, Casini, dalla voce rotta del presidente della Repubblica, Ciampi, dai reportage dall'Iraq che raccontavano la favola degli 'italiani brava gente' amati dagli iracheni e colpiti da terroristi misteriosi e folli".

"Ecco: la televisione può fare questo, può giocare sulla ragione e sui sentimenti, tentando di proporsi come termometro degli umori e delle idee della società civile. La stessa cosa, anche se in maniera meno diretta, possono farla i giornali e sappiamo quale è stato il loro ruolo nelle recenti vicende legate al movimento a scala globale".

"I media non solo raccontano o fingono di farlo gli umori e le idee della società, ma in qualche misura sono in grado di determinarli. A tutto questo, a mio parere, non ci si oppone negandolo o fingendo che esistano 'isole liberate' né [.] correndo dietro ai media dominanti nella speranza di convincerli o comunque di utilizzarli per un buon fine. E' arrivato il momento di proporre [.] una nuova narrazione del mondo e farla vivere nei più diversi ambiti della società civile".

Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa ITACA - Pordenone
Prot.2247

26 NOVEMBRE PER UN OSSERVATORIO ANTIRAZZISTA A ROMA 


In 15 anni di lotte in nome dell'antirazzismo alcune cose sono cambiate ma altre sono rimaste le stesse.


Diversi/e protagonisti/e e diverse modalità di lotta si sono succeduti per affrontare nuovi e vecchi problemi, ostacoli, avversari politici.

Il livello di negazione dei diritti dei/delle migranti - cittadini/e e lavoratori(lavoratrici - è ancora troppo alto, così come troppo alto è il rischio che questo misto di revisionismo storico, antisemitismo, fascismo e xenofobia rimanga e si rafforzi anche in futuro.

Per questo, facendo patrimonio di anni di lavoro insieme abbiamo cercato di promuovere un progetto nato diverso tempo fa, grazie anche all'apporto determinante di Dino Frisullo.

Un Osservatorio contro il Razzismo e la Discriminazione capace di intervenire operativamente e direttamente laddove si verifichino fenomeni di discriminazione e razzismo.

Dopo un impegno formale da parte del Consiglio Comunale di Roma, la bozza del progetto è oggi sul tavolo della delegata del sindaco per le politiche della multietnicità Franca Eckert Coen.

Per dare vita al progetto è ora necessario l'apporto di tutti/e, in modo tale da rafforzare la capacità di mediazione - senza necessariamente trasformarla in contrapposizione - e da mantenere fermi gli obiettivi politici - e non funzionali a questa o quella istituzione - che l'Osservatorio si pone.

Fondamento dell'Osservatorio è la rete, i legami storici e quelli ancora da costruire con tutti gli attori e le realtà dell'associazionismo, dei sindacati e del movimento capaci di rilevare quotidianamente e in contesti differenti abusi, discriminazioni e razzismo.

La frammentazione del panorama romano, che fa sì che nessuno sia rappresentativo dell'intero ma solo parte del tutto, può in questo trasformarsi da fattore di dispersione - in termini di risorse, energie e capacità - a ricchezza effettiva.

Per questa ragione chiamiamo tutti/e a partecipare il 26 novembre dalle ore 17 in poi, presso la sala Cola di Rienzo in via della Consolazione 4, per manifestare il proprio sostegno e impegno alla realizzazione dell'Osservatorio contro il Razzismo e la Discriminazione.

Ass. Senzaconfine, No.Di., OMCVI (Donne capoverdiane), ADBI (Donne Brasiliane), Ass. del Bangladesh in Italia, Ass. Lavoratori Pakistani, Azad

Rete Lilliput, le scelte per il futuro 


Nel week-end a Roma la seconda Assemblea Programmatica lillipuziana

La Rete Lilliput rilancia sui contenuti per un'economia di giustizia con la seconda assemblea programmatica "A piccoli passi per costruire un'alternativa". Dopo il Forum Sociale Europeo e a due mesi dal World Social Forum di Bombay la Rete decide le priorità di azione per il 2004, ovvero individuarà le Campagne su cui concentrare forze e risorse. L'appuntamento è a Roma, dal 21 al 23 novembre, presso il cinema occupato Astra in viale Ionio 221, ospiti dell'Agenzia Comunitaria dei Diritti (ACTION).
Una scelta non casuale quella di organizzare la programmatica lillipuziana presso i locali occupati da ACTION che negli ultimi mesi ha lavorato molto insieme alle innumerevoli famiglie sotto sfratto, agli immigrati clandestini e non, ai precari del lavoro, agli studenti. Una pratica che si sposa bene con la filosofia dei lillipuziani, graduale ma allo stesso tempo radicale, di attuare su loro stessi quei cambiamenti che vorrebbero vedere contaminare la società.

"A piccoli passi per costruire un'alternativa" si apre venerdì 21 alle 21.00 con una tavola rotonda con Alex Zanotelli, Sabina Siniscalchi della Fondazione Banca Etica, Angelo Cavagna del Gavci e Gabriele Bollini lillipuziano del gruppo "Impronta ecologica e Sociale". Stimolerà il dibattito Tonio Dell'Olio, coordinatore nazionale di Pax Christi. I contenuti della programmatica sono vari e si suddividono fondamentalmente in quattro ambiti: ambiente, commercio, nonviolenza e informazione e sensibilizzazione sui temi della globalizzazione. Nel dettaglio:

Campagne sull'Ambiente
- Attivazione Distretti di Economia Solidale,
- Riduzione dell'impronta ecologica,
- KYOTOPOKOMAKYOTO, consumo meno, rispetto l'ambiente, miglioro la vita,
- L'Acqua: conoscenza e riappropriazione del territorio,
- Rispondiamo al black out con il risparmio dei consumi.

Campagne sul Commercio
- Intesa mancata, per Banche Responsabili,
- Meno Beneficenza più diritti!,
- Sdebitarsi,
- Guida al vestire critico,
- Boicottaggio Coca-Cola.

Campagne sulla Nonviolenza
- Obiezione del cittadino/a? Scelgo la nonviolenza,
- Network nazionale sul disarmo,
- Per una Finanziaria di Pace,
- Per un'Europa neutrale e attiva per la pace,
- Decennio 2001-2010 per una cultura di Pace e Nonviolenza per i bambini del mondo,
- Istituzione dei "Corpi civili di Pace europei" da parte del Consiglio Europeo.

Campagne di informazione e sensibilizzazione
- Consumo Responsabile per la libertà di informazione
- Obiettivi del Millennio ONU - "NO EXCUSE 2015"
- GNU, Linux e dintorni: il consumo critico del futuro. Uno strumento per continuare ad avere libertà di parola su Internet.
- Terra Futura, Abitare, produrre, coltivare, agire, governare pratiche di vita, di governo e d'impresa verso un futuro equo e sostenibile.

Nella logistica di questa assemblea, i lillipuziani hanno cercato di praticare i principi dell’Economia Solidale promossi recentemente al Forum Sociale di Parigi, quel costruire un “nuovo mondo possibile” insieme a chi persegue gli stessi obiettivi di fondo praticandoli nelle scelte di ogni giorno. Stessi obiettivi con innumerevoli pratiche e sperimentazioni differenti, felici di contaminarsi.

Rete Lilliput ha voluto ribadire il diritto alla casa come elemento importante dell’Economia di Giustizia in un contesto, quello di Roma, dove negli ultimi due anni, l’affitto medio è più che raddoppiato. Rete Lilliput vuole ribadirlo ad una settimna dal vertice informale dei ministri della casa del 22 novembre a Padova.
Rete Lilliput ha voluto riconoscere agli innumerevoli occupanti e ad ACTION, l’importante ruolo che hanno nel praticare un nuovo mondo possibile e partecipato nel tessuto di una metropoli come Roma. Pratiche di partecipazione riconosciute anche dall’amministrazione capitolina con la delega comunale alla partecipazione.
Rete Lilliput ha voluto che le pulizie dei luoghi dell’assemblea siano affidate e retribuite agli occupanti stessi, tra i numerosi disoccupati che abitano gli appartamenti del cinema Astra.

Rete Lilliput ha voluto che il cibo consumato dai lillipuziani fosse biologico e proveniente da Gruppi di Acquisto Solidali perché rispettoso dell’ambiente, di chi lo produce e di chi lo cucina. Un cibo che dimostri, ancora una volta, che un consumo solidale non è necessariamente più costoso se praticato all’interno di un circuito di economia solidale.

Rete Lilliput ha voluto che i lillipuziani alloggiassero ospiti delle case private dei romani per privilegiare l’ospitalità e la convivialità, elementi importanti per nutrire il desiderio del bene comune. Pensiamo che queste pratiche per un bene collettivo siano il principale strumento di pace in possesso di ciascuno di noi, da attuare con la pratica attiva della Nonviolenza ovunque ci troviamo e con chiunque parliamo.


giovedì, novembre 20, 2003

IL CORAGGIO DELLA PAURA  


I carabinieri, i militari , i civili morti a Nassiriya costringono italiani e italiane a capire che in Iraq


LA GUERRA C'E'

In fondo a noi stessi sapevamo che la guerra, le guerre, fanno morire uomini e donne in carne ed ossa

Ma fino a che morivano altri, lontano da noi, ce lo potevamo dimenticare.

A proposito di questi morti/e, abbiamo sentito da politici, televisioni, giornali, di "eroismo", "sacrificio ", "coraggio" :

Per noi che scriviamo si tratta di uomini sacrificati ingiustamente per un causa ingiusta.

Per noi che scriviamo il coraggio sta nel misurarsi con la quotidiana imprevedibilità del vivere.

Non riusciamo a riconoscerci nel coraggio eroico, nella mistica del sacrificio.
Noi ci riconosciamo piuttosto nel coraggio della paura.
Vogliamo far parlare la nostra paura di fronte al futuro incerto e indecifrabile che ci troviamo davanti.

Abbiamo paura che seguano tanti altri morti/e, irakeni,americani, italiani, palestinesi, israeliani, ceceni......
Abbiamo paura degli ineluttabili orrori della guerra.
Abbiamo paura degli odi che la guerra fomenta rendendo piena di ostacoli la via della pace.

FARSI CONSIGLIARE DALLA PAURA OGGI E' SAGGEZZA

L\'EROISMO, IL SACRIFICIO SONO LA RETORICA DI CHI VUOLE CONTINUARE QUESTA E OGNI ALTRA GUERRA PREVENTIVA,
DI CHI MENTE DICENDO: \"PORTO PACE E DEMOCRAZIA\" E PORTA INVECE ARMI E DISTRUZIONE

Donne in Nero Firenze - novembre 2003

Nigrizia sul vescovo di Caserta: «Grazie Raffaele» 


«Fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi. Bisogna fare
attenzione a non esaltare il culto dei martiri e degli eroi della patria,
strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre
ingiuste».


Questa affermazione di mons. Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, è una
lezione di lucidità e un richiamo a temi gravi ed essenziali, in un momento
in cui si cerca di far dimenticare all'opinione pubblica che cos'è la
guerra contro l'Iraq (e le guerre in genere, come ci ha spesso ricordato
Giovanni Paolo II): un'azione immorale e illegale. Un'affermazione che il
vescovo di Caserta aveva tutto il diritto di esprimere (checché ne pensino
il ministro degli interni Pisanu e compagnia), come qualunque altro vescovo
e/o cittadino ha potuto fatto in questi giorni, e come un ampio movimento
di popolo ha fatto in questi mesi manifestando, discutendo, esponendo le
bandiere della pace.

Ma forse mons. Nogaro non aveva anche il dovere di dire ciò che ha detto?
Perché ci sono momenti in cui "cantare fuori dal coro" - fino al punto di
sembrare "contro" - può essere l'unico ministero che un cristiano
(soprattutto un uomo di chiesa) è chiamato ad esercitare. È, questo, un
ministero che ha percorso l'intera storia biblica ed ecclesiale. Il suo
nome: ministero profetico. E va esercitato sempre, a tempo e fuori tempo,
come un servizio evangelico.

Nigrizia dice solo una cosa: grazie Raffaele!

Verona, 19 novembre 2003

"LA FINANZA ETICA SOSTIENE UN ALTRO AMBIENTE" 


SABATO 22 NOVEMBRE 2003
GIORNATA NAZIONALE DELLA FINANZA ETICA E SOLIDALE




Bologna, 20 novembre - Oltre 2.700 milioni di euro è il patrimonio complessivo dei fondi etici in Italia, secondo le stime dell’Associazione Finanza Etica (AFE), aggiornate al primo semestre del 2003. Per il Censis, nel 2002 il 4,8% degli italiani ha aperto un conto corrente in una banca etica o ha acquistato quote di un fondo di investimento socialmente responsabile. Un chiaro segno della crescita, all’interno del Paese, della fiducia verso modalità di risparmio più responsabili e verso piani di investimento basati su criteri etici e sociali.



Questi i temi di cui si parlerà a Bologna, sabato 22 novembre 2003, al Teatro Arena del Sole, in occasione della Terza Giornata Nazionale della Finanza Etica, che AFE promuove in collaborazione con la Regione Emilia Romagna.



Crescono, dunque, gli strumenti ­ conti correnti, obbligazioni, fondi etici, prodotti di finanza socialmente responsabile e di investimento diretto ­ espressione di un nuovo modo di fare economia e di intendere lo sviluppo, attento non solo alla destinazione degli investimenti, ma anche alla promozione di forme di imprenditorialità che mettono al centro la persona, i suoi diritti e l’ambiente in cui vive. Ed è proprio il rapporto tra ambiente e finanza etica il tema centrale della Terza Giornata Nazionale.



Un rapporto da non intendere esclusivamente in senso protezionistico, in difesa di quelle aree minacciate dall’inquinamento o da uno sfruttamento selvaggio, ma volto a sostenere l’ambiente in tutti i suoi aspetti, con scelte finanziarie etiche e responsabili. Uno dei temi più urgenti da affrontare, ad esempio, è quello delle energie rinnovabili, che entro il 2010 dovranno rappresentare, secondo una direttiva dell’Unione Europea, il 12% della produzione totale di energia. Un traguardo ancora lontano per l’Italia: nonostante l’energia eolica sia più che raddoppiata nell’ultimo biennio, la produzione di energia alternativa è, ad oggi, ancora al 6,1% rispetto al totale.



La sfida, per l’Associazione Finanza Etica, è dunque, ripartire dalle città e dalle abitudini quotidiane, dal modo di produrre, così come dal modo di risparmiare e consumare. Un’azione culturale che si traduce sempre più in precise scelte e comportamenti economici.



La Terza Giornata Nazionale della Finanza Etica costituisce un momento di confronto tra studiosi di diverse discipline, che fanno e vivono la finanza etica con modi, strategie e strumenti che rispettano l’ambiente. Intervengono, tra gli altri, Gianfranco Bologna, portavoce WWF Italia, il sociologo cileno Louis Razeto Migliaro.



Un’occasione, aperta al pubblico dei cittadini e dei risparmiatori, per far sì che le speranze di uno “sviluppo sostenibile” possano tradursi in uno “sviluppo realmente compatibile”.



La Terza Giornata della Finanza Etica è realizzata con il patrocinio e il contributo di: Anci; Provincia di Bologna; Greenpeace; Legambiente; Lipu; Issi; Verdiambientesocietà; Wwf Italia; Editrice Emi; Coop; Ctm Altromercato; Legacoop Emilia Romagna; Unimond.org; Banca Etica; Banca Popolare Emilia Romagna; Credito Cooperativo.


mercoledì, novembre 19, 2003

RABBIA ED AMAREZZA PER I COLLEGHI CADUTI IN IRAQ. 


Dopo americani ed Inglesi, non poteva che toccare ai nostri carabinieri e soldati italiani in Iraq. Ragazzi spinti alle missioni estere da non solo senso umanitario di aiuto a quelle popolazioni, da non solo senso di patriottismo o contributo alla lotta al terrorismo, ma anche e spesso soprattutto per portare a casa qualche soldo in più e vivere una vita con maggiore dignità. Per questo per essere assegnati alle missioni estere,tra i carabinieri vi è una concorrenza spietata a suoni di raccomandazioni.


In termini economici, 6 mesi di missione estera soprattutto in zone belliche, contribuisce a comprarsi almeno metà della tanto agognata casa.La miseria economica, in cui versano tutti i carabinieri, poliziotti e militari Italiani, non può essere sottaciuta, come non può essere sottaciuto il mancato impegno degli attuali Governanti alle tanto evidenziate ( solo in campagna elettorale ) situazioni migliorative per tutto il comparto sicurezza, in cui i Carabinieri, parte integrante, vivono con regolamenti da prima guerra mondiale e con stipendi da fame.

Non siamo guerrafondai, siamo solidali con quelle popolazioni, ma costretti a combattere una Guerra che NON tutto il popolo Italiano e NON tutto il Parlamento hanno voluto, perchè non avallata dall'ONU. I Ns. Carabinieri non sono affatto preparati né psicologicamente né professionalmente a combattere una simile guerra civile come quella in Iraq, questo và detto a chiare lettere. Chi ritiene il contrario, per motivi di opportunismo, non dice il vero. Piangiamo i nostri morti, i nostri colleghi ed assistiamo all'ennesima farsa di lacrime di coccodrillo da parte di chi, una certa responsabilità nell'invio di quel contingente deve pur averla.

L'Unione Nazionale Arma Carabinieri, si stringe attorno alle mogli ed ai figli dei colleghi caduti, ed invita i Governanti ad esaminare seriamente la possibilità di un RITIRO IMMEDIATO dei nostri uomini da tale situazione che potrebbe costare ancora vittime al nostro popolo che ha già fin troppi problemi in Patria.

Il Segretario Generale UNAC
M.llo CC. Antonio SAVINO
Direttore de LA RIVISTA DELL'ARMA

TERRE DES HOMMES: IN TROPPI PAESI DEL MONDO I DIRITTI DEI MINORI SONO NEGATI 


Bambini in vendita: in Indonesia aumentano i casi di tratta delle donne incinte.


In occasione della giornata mondiale della Convenzione sui diritti dell'infanzia Terre des hommes lancia un grido di allarme - sia al Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, sia alle autorità indonesiane - sugli abusi che colpiscono i bambini del sud-est asiatico.

Un numero sempre crescente di donne indonesiane incinte sono trafficate in Malesia con la falsa promessa di un lavoro. In Malesia, le donne sono rinchiuse in casa fino al momento del parto. I neonati sono immediatamente venduti ad una cifra compresa tra i 2 e i 6 mila euro.

Terre des hommes chiede alle autorità indonesiane di adottare immediatamente delle misure per fermare il traffico delle mamme e dei bambini, considerati come merce, e di ratificare al più presto il Protocollo sugli abusi, allegato alla Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia.

Tra i tanti "viaggi della vergogna" che restano nell'ombra, qualche bambino viene fortunatamente salvato. Lo scorso settembre una barca indonesiana proveniente dall'isola Tanjung Balai Kaimun è stata intercettata mentre si dirigeva verso i porti della Malesia. Le autorità costiere hanno trovato a bordo 8 bambini rinchiusi nelle cassette del pesce.

Molti bambini sono rivenduti nel mercato delle adozioni illegali, soprattutto in Cina, ha testimoniato Kim Gek, una trafficante arrestata poche settimane fa mentre cercava di vendere un bimbo di due mesi a Batam, circa 20 chilometri al confine con Singapore. La trafficante ha aggiunto che il "valore" di un bambino con gli occhi a mandorla e la pelle chiara va dai 4.700 ai 6.600 dollari, mentre un bimbo dall'aspetto più indonesiano "vale" dai 2.600 ai 3.900 dollari.

Il traffico di donne in gravidanza

Terre des hommes si è imbattuta in questo fenomeno durante la "campagna di sensibilizzazione contro il traffico di minori" nel sud-est asiatico. Sin dal 1980 i trafficanti si sono arricchiti vendendo bambini tra l'Indonesia e la Malesia. A causa dei continui incidenti che hanno coinvolto i minori, e i controlli sempre più stretti alle frontiere, le bande criminali hanno cominciato a cercare una "merce" meno rischiosa. E' così che comincia il vergognoso commercio delle donne in attesa.

La polizia malese ha iniziato ad indagare grazie alle denunce di alcune donne riuscite a sfuggire dalla rete dei trafficanti. Le testimonianze hanno portato i poliziotti a "Sekama House" a Kuching, nel Sarawak, dove hanno scoperto 6 donne indonesiane segregate: 5 in avanzato stato di gravidanza, la sesta aveva appena partorito, ma senza trovare tracce del neonato.

Terre des hommes Olanda gestisce un centro di accoglienza a Pontianak (Indonesia) per l'aiuto psicologico delle vittime di traffico. Tdh ha anche aperto una nuova sede al confine tra i due Paesi, per accogliere i bambini e le donne senza documenti espulsi dalle autorità malesi e per cercare di quantificare il fenomeno.

http://www.tdhitaly.org

Terre des hommes (Tdh) è un'organizzazione non governativa di aiuto umanitario d'emergenza, cooperazione internazionale allo sviluppo e diritti dell'infanzia.

La Fondazione Terre des hommes Italia, creata nel 1994, è parte dell'International Federation of Terre des hommes (IFTDH), è attiva in 15 Paesi in partnership con ECHO, ed è accreditata presso l'Unione Europea e l'ONU. E' inoltre socio fondatore del Comitato Italiano Sostegno a Distanza. Tdh è membro della Coalizione italiana "Stop all'uso dei bambini soldato" ed è, inoltre, impegnato a livello internazionale nella Campagna contro il traffico dei minori (www.stopchildtrafficking.org) e il turismo
sessuale infantile (www.child-hood.com), nella Campagna sulla Prevenzione dell'abuso e del maltrattamento dell'infanzia e contro le peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile.

FNSI: CENSURA RAIOT GRAVE STATO SERVIZIO PUBBLICO 


Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato:



“Ho espresso oggi, nell’incontro con i capi gruppo delle opposizioni al Senato, la preoccupazione per il gravissimo stato della situazione del servizio pubblico radiotelevisivo. La stessa vicenda di Raiot dimostra i rischi che correrebbe la RAI se la Gasparri fosse approvata: un Consiglio di Amministrazione controllato direttamente dal Governo e un Presidente nominato dal Ministro dell’economia potrebbero intervenire tutti i giorni con operazioni di controllo e di censura dei prodotti giornalistici e culturali.


Quanto alla delibera di oggi su Raiot, non posso che esprimere la massima fiducia per Paolo Ruffini, direttore di Rai 3, un collega che stimo da anni. Sono certo che Ruffini disporrà la trasmissione del programma di Sabina Guzzanti senza accettare alcuna censura preventiva oppure interventi esterni.

La delibera del CDA della RAI attribuisce la responsabilità al direttore di rete e non deve essere interpretata come un blocco del programma.

Il Sindacato dei giornalisti ribadisce con la massima fermezza che la censura dell’informazione, della satira e della cultura è una pratica estranea alla democrazia e al pluralismo.

Se invece una parte del Consiglio di Amministrazione della RAI dovesse imporre al Presidente e ai direttori di rete e di testata un controllo preventivo e globale sulla produzione ci troveremmo di fronte ad una gravissima limitazione del diritto di critica e di cronaca.” Roma 19 novembre 2003


IRAQ: ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI, SOLIDARIETA' A MONS NOGARO 


L'Associazione Obiettori Nonviolenti esprime solidarietà a Mons. Raffaele Nogaro, Vescovo di Caserta, duramente criticato da rappresentanti del Governo per le parole pronunciate nell'omelia di domenica scorsa. Mons. Nogaro, nella stessa linea tracciata da Giovanni Paolo II ha affermato che: "Fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi. Bisogna fare attenzione a non esaltare il culto dei martiri e degli eroi della patria strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre ingiuste".



"Esiste ancora la democrazia dove ognuno può esprimere liberamente le sue
idee - dichiarano Massimo Paolicelli ed Enrico Maria Borrelli, rispettivamente presidente e portavoce nazionale dell'Associazione Obiettori Nonviolenti - o siamo già in un regime di guerra dove viene messo alla berlina chiunque osi esprimere qualsiasi forma di dissenso?



Quello che non porta rispetto alle vittime non è Mons. Nogaro, ma è il Governo con la squallida operazione che ha messa in piedi in questi giorni. Infatti si è tentato di confondere il lutto ed il dolore che ha colpito l'intera nazione per la morte di 19 italiani con un consenso alla guerra in Iraq che non c'era, non c'è e non ci sarà mai. Contare le persone recatesi a rendere omaggio ai giovani morti e lanciare l'esposizione del tricolore, è sembrata una risposta a distanza alla manifestazione del 15 febbraio scorso ed alla esposizione delle bandiere della pace. Ci dispiace ma è un terreno sul quale non scendiamo.



Siamo vicini alle famiglie dei morti italiani, ed in particolare a quella di Marco Beci, che era un obiettore di coscienza, anche se nessuno in questi giorni lo ha ricordato, come siamo vicini a tutte le vittime delle guerre e del terrorismo. Ma non ci stancheremo mai di affermare, come Mons. Nogaro, che - concludono Paolicelli e Borrelli - fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi, strumenti, che
non fanno altro che alimentarlo, come i fatti di questi ultimi giorni stanno
tristemente a testimoniarlo".


Roma, 19 novembre 2003

DOTTOR GRATTERI, PERCHE' NON SI DIMETTE? 


COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA


Il dottor Francesco Gratteri, secondo quanto riportato oggi dai quotidiani,
si è detto estraneo a tutti i reati che la procura di Genova gli contesta
per la mattanza eseguita alla scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001.
"Cosa c'entra Gratteri con tutto ciò? - ha detto il suo avvocato, secondo
quanto riportato dall'Ansa - Se egli fosse rimasto a casa a seguire il
programma in tv, avrebbe certamente evitato di assumere il ruolo di
parafulmine". Il dottor Gratteri ha certamente tutto il diritto di
difendersi e di respingere le accuse proclamandosi innocente: saranno i
giudici, quando ci sarà il processo (sempre che il dottor Gratteri sia
rinviato a giudizio), a stabilire se gli vadano addebitate delle
responsabilità.
Vorremmo però ricordare che il dottor Gratteri, quella notte, non era
davanti alla tv, ma per l'appunto nel cortile della scuola Diaz. E' il
dirigente di grado più alto fra i trenta indagati. Perciò vorremmo fargli
qualche domanda, sperando in una risposta pubblica, rivolta non tanto a noi
ma all'intera cittadinanza, che ha il diritto di avere spiegazioni sui
gravissimi abusi commessi la notte del 21 luglio 2001.
Dottor Gratteri, anche ammesso che lei non c'entri niente con le accuse di
falso, calunnia e abuso di ufficio, non ha per caso notato nulla di strano
quella notte? Non ha per caso visto qualche decina di barelle sfilare
davanti ai suoi occhi al termine di una perquisizione? Ha saputo che le due
molotov, principale elemento d'accusa per l'arresto dei 93 occupanti della
scuola, sono state portate da agenti della polizia di Stato? E che una
perizia dei carabinieri ha messo in forte dubbio l'accoltellamento
denunciato da un agente?
Vorremmo sapere che cosa ha fatto lei dal suo alto incarico, oltre a negare
ogni sua responsabilità personale e a chiedere lo spostamento
dell'inchiesta a Torino (forse per guadagnare tempo?), per identificare gli
esecutori del brutale pestaggio eseguito dentro la scuola (80 persone
ferite, alcune in modo molto grave); che cosa ha fatto per sapere chi,
perché e su ordine di chi ha costruito prove false per arrestare 93 persone
appena umiliate nel più completo dispregio dei diritti umani. Non crede che
questo sarebbe il compito di un alto funzionario dello Stato, al servizio
dei cittadini?
Vorremmo sapere perché lei, come gli altri dirigenti della polizia di Stato
presenti quella notte, non ha mai pensato di chiedere scusa ai 93 arrestati
e a tutti i cittadini italiani e stranieri scioccati per quanto accaduto
dentro la scuola Diaz, una delle pagine più nere nella storia della polizia
italiana. Vorremmo anche chiedere a lei e ai suoi colleghi indagati dalla
procura di Genova, se non ritenete opportuno fare un passo indietro e
lasciare i vostri prestigiosi incarichi, in modo da difendervi in piena
libertà senza compromettere la credibilità dell'istituzione che
rappresentate: in altri paesi, dove il rispetto delle istituzioni e dei
cittadini sono al primo posto, un alto funzionario si dimetterebbe, in
attesa della fine delle inchieste e degli eventuali processi, per fatti
molto meno gravi di quanto accaduto alla scuola Diaz.

Genova, 19 novembre 2003

GIROTONDI: NO ALLA CENSURA SOLIDARIETA' A SABINA GUZZANTI 


PREPARIAMOCI ALLA MOBILITAZIONE


Il CDA della RAI ha chiesto al Direttore Generale di RAITRE di valutare l'eventuale sospensione del programma RAIOT di Sabina Guzzanti.

Crediamo che, come nel caso di Santoro, Luttazzi e Biagi, questo sia un grave caso di censura televisiva. Proprio per questo riteniamo sia utile firmare la nostra solidarietà a Sabina Guzzanti con il seguente appello indirizzato a Raitre:

"Esprimiamo la nostra solidarietà a Sabina Guzzanti per il tentativo di censura che il CDA della Rai sta perpetrando nei suoi confronti.

Non accetteremo questo ennesimo colpo di mano antidemocratico e pertanto la invitiamo a non sospendere la regolare programmazione della trasmissione Raiot.
Restiamo in attesa di una saggia decisione ma siamo pronti ad una mobilitazione immediata nel caso di una clamorosa censura televisiva. "

Per firmare online www.igirotondi.it

Gianfranco Mascia

ROMA: ASSEMBLEA NAZIONALE LILLIPUT ALL'ASTRA OCCUPATO 


ROMA, 19 NOV 2003 - "A piccoli passi per costruire un'alternativa". Si apre venerdi' 21 novembre all'Astra occupato di Roma la seconda assemblea nazionale programmatica della Rete Lilliput con una tavola rotonda (ore 21:00) alla quale parteciperanno:


Alex Zanotelli (Missionario Comboniano)
Sabina Siniscalchi (Fondazione Banca Etica),
P. Angelo Cavagna (Pres. GAVCI, Gruppo Aut. di Volont. Civ. in Italia)
Gabriele Bollini (Ref.te Gruppo di Lav. Tem. "Impronta Ecologica e Sociale")
Tonio Dell'Olio (Coordinatore nazionale di Pax Christi).

Il convegno è aperto e tutti sono invitati a partecipare.
Saremo ospiti di ACTIon e degli occupanti dell'Astra di Viale Ionio, 221 - Roma.
Saranno presenti mostre, prodotti del mercato equo, libri e associazionismo.

Di seguito:
1. PERCHE' CI RIUNIAMO ALL'ASTRA OCCUPATO
2. IL PROGRAMMA DELL'ASSEMBLEA


1. PERCHE' CI RIUNIAMO ALL'ASTRA OCCUPATO
La Rete di Lilliput si incontra per la II assemblea programmatica a Roma, presso l'occupazione di viale Ionio 221, ospiti degli occupanti del cinema Astra e di ACTIon, associazione delegata dal sindaco di Roma Walter Veltroni per le questioni riguardanti il bilancio partecipativo. Per affermare il diritto alla casa come elemento importante dell'Economia di Giustizia che, insieme alla Nonviolenza, e' il fondamento del manifesto costitutivo della Rete di Lilliput. Nell'assemblea programmatica, lillipuziane e lillipuziani provenienti da tutta Italia, definiscono le campagne da seguire e promuovere per il 2004, individuando dove concentrare forze e risorse. I lillipuziani, con gradualità e radicalità, cercano di attuare su loro stessi e nel quotidiano, quei cambiamenti che vorrebbero vedere svilupparsi nel vivere comune. Nella logistica di questa assemblea, i lillipuziani hanno cercato praticare i principi dell'Economia Solidale, quel costruire un "nuovo mondo possibile" insieme a chi persegue gli stessi obiettivi di fondo praticandoli nelle scelte di ogni giorno. Stessi obiettivi con innumerevoli pratiche e sperimentazioni differenti, felici di contaminarsi. E' per questo che abbiamo chiesto ospitalità all'associazione ACTIon, l'Agenzia Comunitaria dei Diritti, in una delle occupazioni che ha intrapreso negli ultimi mesi insieme alle innumerevoli famiglie sotto sfratto, agli immigrati clandestini e non, ai precari del lavoro, agli studenti.
Abbiamo voluto ribadire la casa come elemento importante dell'Economia di Giustizia. Lo vogliamo ribadire ad una settimana dal vertice informale dei ministri della casa del 22 novembre a Padova. Abbiamo voluto riconoscere agli innumerevoli occupanti e ad ACTIon, l'importante ruolo che stanno avendo nel praticare un nuovo mondo possibile e partecipato nel tessuto di una metropoli come Roma. Pratiche di partecipazione riconosciute anche dall'amministrazione capitolina con la delega comunale alla partecipazione. Abbiamo voluto che le pulizie dei luoghi dell'assemblea fossero affidate e retribuite agli occupanti stessi, tra i numerosi disoccupati che abitano gli appartamenti del cinema Astra. Abbiamo voluto che il cibo dei lillipuziani fosse biologico proveniente da Gruppi di Acquisto Solidali perché fosse rispettoso dell'ambiente, di chi lo produce e di chi lo cucina. Che dimostrasse, ancora una volta, che un consumo solidale non è necessariamente più costoso se praticato all'interno di un circuito di economia solidale. Abbiamo voluto che i lillipuziani alloggiassero ospiti delle case private degli amici romani per privilegiare l'ospitalità e la convivialità, elementi importanti per nutrire il desiderio del bene comune. Pensiamo che queste pratiche per un bene collettivo siano il principale strumento di pace in possesso di ciascuno di noi, da attuare con la pratica attiva della Nonviolenza ovunque ci troviamo e con chiunque parliamo.

2. IL PROGRAMMA DELL'ASSEMBLEA:
A PICCOLI PASSI PER COSTRUIRE UN'ALTERNATIVA

2a assemblea programmatica della Rete di Lilliput Roma, 21-23 Novembre 2003
Presso il cinema Astra - viale Jonio 221

VENERDI' 21 Novembre
CAMPAGNE: IL MOTORE DEI MOVIMENTI
Come le campagne possono impattare su economia ambiente, nonviolenza
Venerdi' 21 - ore 21:00; ospiti di ACTIon e degli occupanti dell'Astra di Viale Ionio, 221 - Roma
Apertura:
Alex Zanotelli - Missionario Comboniano
Intervengono:
Sabina Siniscalchi (Fondazione Banca Etica). P. Angelo Cavagna (Pres. GAVCI, Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia)
Gabriele Bollini (Referente Gruppo di Lavoro Tematic "Impronta ecologica e Sociale")
Modera: Tonio Dell'Olio (Coordinatore nazionale di Pax Christi)

SABATO 22 Novembre ore 9,30 *
Introduzione ai lavori dell'assemblea e delineamento degli obbiettivi generali (a cura del subnodo) - Presentazione dell'Agenda (a cura dei facilitatori)
ore 9,45 * 2003: un anno di campagne lillillipuziane (a cura del subnodo)
ore 10.15 * Assemblea plenaria per la definizione dei criteri per la scelta delle nuove campagne
ore 11,30 * Presentazione delle campagne proposte per il 2004
ore14,30 * Rete Lilliput sceglie le campagne per il 2004 (discussione, confronto e presa di decisione mediante lavori di gruppo e plenarie, si veda www.retelilliput.net per le modalità di lavoro)
ore 22,00 Festa con danze...

DOMENICA 23 Novembre ore 9,30 *
Come organizzare i glt in relazione alle campagne scelte - A seguire: questione del finanziamento della rete (a cura del glo-finanziamenti)
ore 11,30 * Inizio del percorso per l'organizzazione del Seminario Politico
ore 13,00 * Pranzo e saluti finali

FIAT ARESE 


L' Assemblea Generale dei Lavoratori in CIGS riunita per fare il punto
della situazione ribadisce che :



1. Occorre intensificare la lotta in vista della scadenza della CIGS e la richiesta di FIAT di procedere alla mobiÌità. Per questo l'assemblea conferma lo sciopero di venerdì 21 novembre con manifestazione

2. Nei prossimi giorni occorre riprendere il presidio alle portinerie
nelle modalità che decideremo.

3. Agli incontri ed alle trattative su Arese occorre la presenza unitaria di tutti i sindacati e nessun accordo ha valore senza l'approvazione di
tutti i lavoratori. Tale consultazione deve avvenire prima della fine della CIGS.

Arese 19/11/2003

AMNESTY: GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DELL’INFANZIA 


GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DELL’INFANZIA: I GRUPPI ITALIANI DI AMNESTY IMPEGNATI PER I BAMBINI CON DISABILITA’ INTELLETTIVA IN RUSSIA E I BAMBINI SOLDATO NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO


In occasione del 20 novembre, Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia, la Sezione Italiana di Amnesty International promuove l’Azione Minori 2003, una speciale mobilitazione che nelle prossime settimane vedrà impegnati tutti i Gruppi locali del movimento per i diritti umani nell’organizzazione di raccolte firme, conferenze, spettacoli e ulteriori iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Due i temi dell’Azione Minori di quest’anno: le inumane condizioni dei bambini affetti da disabilità intellettiva nella Federazione Russa e il dramma dei bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo.

Nella Federazione Russa quasi 30.000 bambini e bambine con disabilità intellettiva languono in 155 internat, istituti le cui condizioni sono crudeli e umilianti e che offrono pochissimi stimoli educativi e contatti umani. In alcuni casi si tratta di orfani o figli provenienti da famiglie disgregate, ma più spesso i ricoverati sono stati sottratti ai genitori in quanto dichiarati “inidonei a essere educati”. Sono considerati “senza speranza” e condannati a vivere e a morire all’interno degli internat.

Amnesty International chiede alle autorità russe di adottare urgentemente una legislazione basata sui diritti e le speciali necessità dei bambini affetti da disabilità intellettiva: in particolare, essa dovrebbe stabilire procedure rigorose per sottrarre i bambini alle famiglie e ricoverarli negli internat, prevedere meccanismi di revisione delle diagnosi effettuate e garantire condizioni degne e adeguate alla cura e al benessere dei bambini.

La Repubblica Democratica del Congo registra un numero di bambini soldato tra i più elevati al mondo. I bambini e le bambine soldato vengono rapiti in strada o a scuola, nei campi profughi e nelle stesse loro abitazioni. In altri casi l’arruolamento può rappresentare una scelta compiuta da bambini separati dalle famiglie e in condizioni di povertà assoluta. L’addestramento è duro e le condizioni di vita nei campi militari spesso causano la morte dei bambini. I bambini soldato vengono costretti a uccidere i propri familiari o a compiere atti sessuali e di cannibalismo sui corpi dei nemici uccisi. Per forzarli a controllare le loro naturali emozioni nonché la riluttanza a uccidere, i “signori della guerra” li imbottiscono di droghe e alcol.

A volte gli ex bambini soldato smobilitati si sono reintegrati nelle proprie comunità. Ma spesso la mancanza di alternative ha fatto sì che i bambini, alla ricerca di un minimo di cibo e protezione, venissero di nuovo rapidamente coinvolti in conflitti, prostituzione, criminalità minorile, alcolismo o droga. Finché la guerra continuerà, le prospettive di successo della smobilitazione dei bambini soldato rimarranno estremamente scarse. Amnesty International ritiene che vi sia più che mai bisogno di un’azione coordinata, a livello nazionale e internazionale, per porre fine al reclutamento e all’uso dei bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo e assicurare che i capi militari e i dirigenti politici colpevoli del loro coinvolgimento nella guerra siano portati di fronte alla giustizia. Roma, 19 novembre 2003

Amnesty International

CHI IMBRACCIA LE ARMI NON E' MISSIONARIO DI PACE 


Siamo in un momento in cui la lotta al terrorismo, quello dei cattivi, è l'unica parola d'ordine. Si ha la netta sensazione di ritrovarsi dinanzi ad una e propria campagna di propaganda di guerra avvallata da molte testate di tiratura nazionale e la reazione di esponenti della maggioranza governativa e del ministro degli interni Pisanu all'omelia del vescovo di Caserta mons. Raffaele Nogaro sembra dirci che si vuol mettere il bavaglio ai fuori coro. Tutto questo ci inquieta profondamente. Non hanno forse i vescovi, piena autonomia e libertà  nell'esercizio del loro ministero pastorale e nel loro magistero?


Il vescovo Nogaro ha affermato che quei ragazzi caduti in Iraq sono "martiri della Patria e sono vittime di guerra," chi imbraccia un'arma non è certo un missionario di pace o di nonviolenza. Le responsabilità , non solo politiche, della loro morte sono da attribuire a coloro che avrebbero dovuto evitare ogni forma di violenza e nel rispetto della Costituzione non avrebbero dovuto portare l'Italia in guerra perché di questa si tratta.

Agli occhi di coloro che hanno il coraggio intellettuale dell'onestà  molti terroristi diventano eroi della resistenza purtroppo violenta e gli invasori armati restano oppressori dei poveri, colpevoli solo di essere stati assoggettati da altri clowns, già  a corte dell'imperatore di turno, prima che degli attuali.. è strano vedere come la propaganda stia montando il sentimento popolare per nascondere la propria debolezza e la vergogna dell'esserci messi in guai seri solo per delirio di briciole che sarebbero cadute dalla tavola dei padroni che gestiscono la ricostruzione.

Almeno la Chiesa, in un momento oscuro come questo dove la verità  è stravolta da chi ha la voce più grossa o i mezzi economici e politici per imporre la sua visione, ha il dovere di mantenere alta la fedeltà  agli insegnamenti evangelici in piena comunione con Giovanni Paolo II che ha detto il suo MAI! a questa guerra all'Iraq. Anche il presidente di Giustizia e Pace del Vaticano, l'Arcivescovo Martino ha dichiarato criminale questa guerra preventiva.

Le parole del vescovo Nogaro, ci spingono a pensieri di ammirazione e stima di lui come pastore che richiama la sacralità  della vita delle nostre e di tutte le vittime di ogni guerra. Un senso di vergogna collettiva avrebbe dovuto scuotere gli Italiani, e i saggi politici e amministratori avrebbero dovuto evitare di strumentalizzare la morte dei nostri ragazzi.colpevoli di essere impoveriti da un sistema di sviluppo economico militare e spendibili sul mercato della guerra, pronti a far guerra ad altri impoveriti.

Molti di questi nostri ragazzi, se avessero avuto la possibilità  di un lavoro dignitoso, se avessero visto l'impegno dei diversi governi a promuovere il diritto al lavoro e a custodirne il valore costituzionale sacro, non avrebbero certamente accettato di separarsi dai propri affetti.

Cosa pensare di espressioni tipo: "Il vantaggio del ricorso ai volontari, da un punto di vista non tanto tecnico quanto politico, è rappresentato dal fatto che il volontario essendo reclutato negli strati più bassi della popolazione, è expendable: se per esempio, muore il figlio di un pastore calabrese, non ci saranno movimenti di piazza: è sufficiente dare alla famiglia 100 milioni per chiudere l'incidente" (gen. C. Jean , 23 gennaio 1977 ascoltato dalla Commissione Difesa della Camera)

Cosa pensare delle nostre ultime finanziarie: l'investimento in armi è una pazzia, è una scelta contro l'uomo e contro Dio, un investimento in morte anzichè in vita.

Grazie mons. Nogaro, il tuo grido profetico ci porti ad effettuare scelte sempre più autentiche. Se la guerra all'Iraq è un crimine, è concepibile la presenza dei cappellani militari, pagati dal potere militare, negli eserciti? Quali benedizioni e assoluzioni possono impartire?

I cattolici, che volontariamente si arruolano e partono per questa guerra criminale e immorale, possono fare la comunione? Se la neghiamo ai divorziati, a coloro che praticano l'aborto, come possiamo amministrarla a coloro imbracciando un'arma sono pronti ad uccidere?

Piuttosto che minacciare "i passi opportuni", allora, i politici cattolici dovrebbero chiedersi se è morale dare il proprio assenso ad una guerra criminale. Bari, 18 novembre 2003.

Missionari Comboniani, Bari
Via G. Petroni 101
70124 Bari

L'impero è invincibile? 


Casa delle culture


Martedì 25 novembre 2003, ore 18

Dibattito in occasione dell'uscita del libro
di
Fabio Giovannini

"L'imperialismo democratico
Uomini e teorie della dottrina Bush"

per il dominio del mondo
(Datanews)

Partecipano
Enrico Euli
Rete Lilliput

Maurizio Musolino
giornalista di "Rinascita"

Giovanna Ricoveri
direttore di "CNS. Ecologia Politica"

Coordina Mauro Belardi

Sarà presente l'autore
_______________________________________________
Casa delle culture, via San Crisogono 45 (Piazza Sonnino)

GIORNATA MONDIALE DELL’INFANZIA : SAVE THE CHILDREN PRESENTA UNA GUIDA PRATICA SUI DIRITTI DEI BAMBINI DISABILI 


In occasione della giornata mondiale dell’infanzia, Save the Children presenta, in collaborazione con l’organizzazione “Ovci – La Nostra Famiglia un rapporto intitolato I diritti dei bambini disabili – Una guida pratica. In tutto il mondo i bambini disabili sono penalizzati nei loro diritti fondamentali alla vita, allo studio e al gioco. Spesso sono ignorati persino dai provvedimenti che i governi adottano in favore dell’infanzia. La guida di Save the Children vuole essere uno strumento utilizzabile da organizzazioni, enti e associazioni per far conoscere la situazione dei bambini disabili e promuovere i loro diritti.


In tutto il mondo i minori disabili sono 120 milioni. Sono bambini che presentano limitazioni nel movimento, nella parola, nella vista, nell’udito e nell’apprendimento. Rappresentano una parte consistente dell’infanzia mondiale, resa spesso invisibile dalle politiche dei governi e dai pregiudizi delle società. In Asia, ad esempio, si calcola che solo un bambino disabile su 50 abbia accesso all’istruzione. In Russia i neonati e i bambini abbandonati vengono relegati negli istituti statali in reparti chiamati “stanza del riposo” e finiscono spesso con l’essere classificati come ritardati mentali pur non presentando alcun disturbo. In Corea del Sud un bambino nato con difetti fisici o mentali è considerato la prova inconfutabile di concepimento tra consanguinei. Per allontanare un sospetto così pesante, molti genitori scelgono di abbandonare il bambino. I pregiudizi sui disabili sono diffusi ancora ovunque: un rapporto commissionato dall’Associazione della Sindrome di Down del Regno Unito cita il caso di un bambino di 6 mesi al quale non fu dato nessun antidolorifico dopo aver subito un intervento al cuore perché, secondo il dottore “i bambini Down non sentono alcun dolore”.

Un’indagine Unesco rivela che su 65 Paesi che forniscono informazioni, in 34 (oltre il 50%), i bambini disabili sono esclusi dall’istruzione. In 18 Paesi sono addirittura esclusi per legge dal sistema di istruzione pubblica. In altri 10 non esiste una legislazione sull’istruzione per bambini disabili. Di fatto, in moltissimi Paesi meno dell’1% di bambini disabili riceve un’istruzione. In molti casi i bambini disabili sono completamente ignorati dalle ricerche statistiche e persino dai rapporti delle Ong.

Segregati negli istituti o completamente ignorati dalla società a cui appartengono, i minori disabili possono spesso sperare soltanto in un atteggiamento caritatevole da parte delle istituzioni. Save the Children vuole ricordare come rispettare e promuovere i loro diritti (sanciti dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia del 1989) sia invece un preciso dovere dei governi nazionali e delle istituzioni internazionali.

Save the Children

LIBERTA’ PER LEYLA ZANA 


SIT IN
GIOVEDI’ 20 NOVEMBRE 2003 - DALLE 15 ALLE 16.30
DAVANTI AMBASCIATA TURCA, ROMA VIA PALESTRO 28




ANKARA 21 NOVEMBRE, NONA UDIENZA DEL SECONDO PROCESSO A LEYLA ZANA, EX PARLAMENTARE CURDA DETENUTA NELLE CARCERI TURCHE DAL 1994 CON L’ACCUSA DI SEPARATISMO DI STATO.

LA TURCHIA, CANDIDATA AD ENTRARE NELLA COMUNITA' EUROPEA CON LA FORTE SPONSORIZZAZIONE DEGLI USA E DEL GOVERNO BERLUSCONI, CONTINUA A PRATICARE IMPUNEMENTE LA TORTURA E VIENE RIPETUTAMENTE CONDANNATA DALLA CORTE SUPREMA EUROPEA PER VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI SOPRATTUTTO NEI CONFRONTI DELLA MINORANZA CURDA CHE RAPPRESENTA IL 23% DELLA POPOLAZIONE.

Istanbul 14 novembre 2003. Un ragazzo curdo diciasettenne ha denunciato all'associazione per i diritti umani le torture subite durante un fermo in gendarmeria tra cui il taglio delle sopracciglie. A seguito della denuncia resa pubblica il ragazzo è stato di nuovo arrestato.(fonte Associazione diritti umani di Istanbul).

LA CORTE EUROPEA CONDANNA MA I PAESI EUROPEI ATTUANO POLITICHE DI FIANCHEGGIAMENTO AL GOVERNO TURCO

esf Parigi. Il Consolato francese ad Istanbul ha negato il visto a quattro rappresentanti dell'associazione curda e turca "Madri della pace" che volevano partecipare ai lavori del Forum.(fonte associazione Madri della pace di Istanbul).


PER NON DIMENTICARE LEYLA ZANA PRIGIONIERA E PROTAGONISTA DI PACE


PER RICORDARE TUTTE LE VITTIME DELLE GUERRE E DEI TERRORISMI,
DELLA FAME E DELLA VIOLAZIONE DEL DIRITTO,
DEI MURI DELLA SEGREGAZIONE, DELLA MENZOGNA E DELLE INGIUSTIZIE.


“Cara Leyla, prigioniera insieme alla libertà”.

DONNE IN NERO ROMA
www.donneinnero.org


"UNA SETTIMANA PARTICOLARE " NELLE BIBLIOTECHE DI ROMA 


Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Assessorato per le pari opportunità, Tavolo di coordinamento GLBT.



Una settimana particolare
Incontri e proiezioni sul tema “omosessualità e transessualismo”
24 novembre - 20 dicembre 2003


Biblioteche: Appia, Corviale, Flaminia, Morante, Villa Leopardi

L’iniziativa, a cura delle Biblioteche di Roma, si svolge nell’ambito del progetto di informazione e sensibilizzazione promosso dal Comune di Roma, in collaborazione con il “tavolo di coordinamento permanente sull’identità di genere e l’orientamento sessuale”.

Programma

Biblioteca VILLA LEOPARDI
25 novembre ore 18.30 “L’omosessualità tra arte e letteratura”
incontro con Riccardo Reim (attore e regista) e Francesco Gnerre (Università Roma II Tor Vergata) coordina Fabio Croce (editore)
27 novembre ore 18.30 “Il transessualismo e la norma”
incontro con Sergio Benvenuto (psicologo), Marina del Buono (psicoterapeuta), Nicola Cocco (avvocato) e Luca Chianura (psicoterapeuta Saifip), coordina Anna Rita Ravenna (psicoterapeuta Saifip)

PROIEZIONI
25 novembre, ore 20.30 Women di Anne Heche (USA, 2000)
26 novembre ore 20.30 L’apparenza inganna di Francis Veber (Francia, 2000)
27 novembre ore 20.30 La moglie del soldato di Neil Jordan (Gran Bretagna, 1992)
28 novembre ore 20.30 Beautiful thing di Hettie McDonald (Gran Bretagna, 1996)

Biblioteca CORVIALE 2 dicembre ore 18.30
“Omosessualità, transessualismo e società”
incontro con Maria Grazia Cecchini (psicoterapeuta), Liliana Jimenez (scrittrice), Gigliola Toniollo (Cgil Nazionale Settore Nuovi Diritti), Guido Tallone (Gruppo Abele), Davide Cavazza (Amnesty International – Italia) coordina Marco Guidi (capo redattore cronaca di Roma de “Il Messaggero”)

PROIEZIONI
2 dicembre ore 20.30 La mia vita in rosa di Alain Berliner (Belgio, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, 1997)
3 dicembre ore 20.30 Boys dont’cry di Kimberly Peirce (USA, 1999)
4 dicembre ore 20.30 Nessuno Uguale di Claudio Cipelletti (Italia, 1998) documentario
5 dicembre, ore 20.30 Fucking amal – Il coraggio di amare di Lukas Moodyson (Svezia, 1998)

Biblioteca APPIA 10 dicembre ore 18.30
“Omosessualità, transessualismo e religioni”
incontro con Franco Barbero (comunità di base Viottoli di Pinerolo), Luca Baratto (pastore Chiesa Metodista), Silvia Rapisarda (pastora Chiesa Battista)
coordina Giuseppe Cerasa (capo redattore cronaca di Roma de “La Repubblica”)

12 dicembre ore 18.30
“Diritti e società tra convivenza e pregiudizio. Incontro con gli amministratori”
incontro con Mariella Gramaglia (assessore alle politiche per la semplificazione, la comunicazione e le pari opportunità), Gianni Borgna (assessore alle politiche culturali), Igino Poggiali (presidente delle Biblioteche di Roma).
coordina Andrea Garibaldi (capo redattore cronaca di Roma del “Corriere della sera”)

PROIEZIONI
10 dicembre ore 20.30
Stonewall di Nigel Finch (Gran Bretagna, 1995)
12 dicembre ore 20.30
L’oggetto del mio desiderio di Nicholas Hytner

Biblioteca FLAMINIA
16 dicembre ore 18.30
“Arte e omosessualità: una traccia per il futuro”
incontro con Helena Velena (scrittrice e gender hacker), Alberto Castelvecchi (editore)
coordina Anna Vinci (giornalista)

Biblioteca MORANTE
17 dicembre ore 18.30
“Il Tavolo di Coordinamento permanente sull’identità di genere e l’orientamento sessuale. Cultura e partecipazione democratica” incontro con Massimo Consoli (Archivio Massimo Consoli), Fabrizio Marrazzo (Arcigay di Roma), Maura Plicato (Arcilesbica di Roma), Leila Daianis (Arcitrans di Roma), Alessandro Cardente (Cgil Ufficio Nuovi Diritti di Roma e del Lazio), Rossana Praitano (Circolo di Cultura omosessuale “Mario Mieli”), Imma Battaglia (Dì Gay Project), Mauro Cioffari (GayRoma.it – movimento dei forum sociali), Fabio Perroni (Gruppo Gay credenti “Nuova proposta”), Giorgio Rainelli (Rete evangelica fede ed omosessualità)
coordina Guido Caldiron (giornalista)

In tutte le Biblioteche coinvolte nel progetto verrà allestito uno scaffale di libri e film dedicati al tema. Filmografia, bibliografia e sitografia sono consultabili nei siti dell’Istituzione Biblioteche di Roma www.bibliotechediroma.it
e www.mediatecaroma.it.

martedì, novembre 18, 2003

SI FARA' IL PROCESSO PER LA DIAZ? 


COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA


Genova, 18 novembre 2003


Alcuni legali, difensori dei poliziotti indagati per le violenze alla
scuola Diaz, hanno depositato oggi una memoria per la rimessione del
processo da Genova a Torino.


L'operazione in atto è estremamente chiara: fare in modo che il processo
per la Diaz non si faccia, né a Genova, né a Torino, perché uno spostamento
significherebbe ricominciare da capo, azzerare due anni e mezzo di
indagini, rimandare alle calende greche l'accertamento delle responsabilità
di tutti coloro che hanno agito in aperta violazione delle nostre leggi.


Chi ha paura di questo processo?



Non certo i 93 manifestanti, dei quali più di 80 feriti dalla violenza
della polizia durante la cosiddetta perquisizione, molti di loro vivono
ancora con le ferite aperte dalla notte "cilena" e non più richiuse, tutti
loro vivono ancora con l'accusa di "associazione a delinquere per
devastazione e saccheggio" dopo due anni e mezzo da quella notte.



Ma questo processo non riguarda solo loro, riguarda tutti gli italiani, gli
europei, tutti quelli che pensano che a Genova in quei giorni, quella
notte, si sia aperta la più grave ferita alla nostra democrazia degli
ultimi anni, ai diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e
dalle nostre leggi, come denunciato da Amnesty International, dalla
Commissione diritti umani dell'Onu, dal Parlamento Europeo.



Ribadiamo i fatti finora appurati dai magistrati che hanno concluso le
indagini sulla Diaz: alti funzionari presenti alla perquisizione hanno
attestato il falso, costruito prove false, per coprire le violenze
perpetrate dalla polizia ai danni dei manifestanti che dormivano nella
scuola, per giustificare le accuse nei loro confronti.



Alcuni di questi funzionari sono stati negli ultimi mesi promossi a più
alti incarichi, ci sembra che con questo gesto e con la presenza tra i
difensori dei poliziotti indagati, degli onorevoli Alfredo Biondi e
Ignazio La Russa, il governo ed i vertici della polizia abbiano già deciso
come si dovrà concludere il processo, sempre che un processo ci sia.



Noi chiediamo che vengano individuate tutte le responsabilità fino ai più
alti livelli, senza impunità o protezioni per alcuno; la magistratura deve
poter procedere con il massimo di serenità e di rigore, in piena autonomia.



Noi chiediamo a nome dei feriti della Diaz la trasparenza e la correttezza
dei mezzi di informazione, l'attenzione della società civile; perché i
processi per la Diaz e Bolzaneto si facciano presto e a Genova, perché
quello che è successo a Luglio del 2001 non succeda più.



Enrica Bartesaghi


Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova


domenica, novembre 16, 2003

Attentato Alla Costituzione: La Denuncia Al Ministro Martino 


di Loredana Morandi
STUDIOCELENTANO.IT - 27/03/2003 15:22:29




http://www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=1629
http://it.news.yahoo.com/030327/195/283rn.html



Roma - La denuncia e' stata depositata in data 22 marzo 2003 alla presenza del Vice Procuratore Aggiunto Dr Ettore Torri della Procura della Repubblica di Roma e reca numero di ricezione primi atti 58745, nei prossimi giorni le sara' attribuito il numero di registro generale notizie di reato. Tale denuncia redatta da un pool di giuristi capitanato dall'Avv. Giorgio Bonamassa, reca oltre alla dettagliata narrazione dei fatti, che supportano l'ipotesi di reato sugli articoli 241 e 283 del codice penale, anche adeguata menzione alla dottrina giuridica nazionale ed internazionale, oltre ai precedenti registrati dal massimario dell'Alta Corte di Cassazione.



Ne sono primi firmatari il Senatore Luigi Malabarba ed altri rappresentanti di Associazioni Pacifiste del Social Forum Europeo. La denuncia si fonda su fatti noti pubblicati dagli stenografici della Camera: a meta' febbraio il Ministro Martino concedeva l'uso delle infrastrutture pubbliche dei 26 convogli carichi di armamenti, dietro richiesta verbale dell'Ambasciatore Statunitense, senza alcuna richiesta formale o scritta dall'amministrazione Usa. Tale concessione si troverebbe in contrasto con quanto previsto dal Trattato della Nato, con la Convenzione di Londra del 1951, con il Protocollo di Parigi del 1952 e con l'Accordo internazionale firmato a Parigi nel 1962. L'atto, depositato in Procura, ribadisce il clima di illiceita' dell'attacco unilaterale degli Stati Uniti contro l'Iraq, tale proprio sulla base giuridica della risoluzione Onu 1441 e della clausola, che esclude l'uso della forza.



Lo stesso Trattato Nato, che prevede una collaborazione fra Stati Membri per la reciproca sicurezza, all'art. 5 richiama l'art. 51 della Carta Onu. Il regime della trasparenza delle azioni e' sancito al paragrafo secondo dell'art.5; l'art. 7 del Trattato Nato sancisce una sostanziale prevalenza della Carta Onu mediante una clausola generale di compatibilita' rispetto agli obblighi stabiliti e il richiamo al Consiglio di Sicurezza quale principale responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza. Cadono infine in regime giuridico gli accordi "segreti" del Governo Italiano, di fronte alla sovranita' della Costituzione della Repubblica e di fronte alla sovranita' del Parlamento. L'atto reca ancora menzione dell'abuso compiuto nell'utilizzo delle basi Nato in Italia per scopi bellici. Tale utilizzo travalicando quanto espresso nel Trattato di Washington, viola l'art.11 della Costituzione Italiana, sostanziandosi l'atto della concessione nella violazione alla sovranita' dell'espressione del Parlamento sancita art. 64 comma 2 della Carta Costituzionale e in una gravissima violazione dell'art. 78 e le norme di attuazione sull'attribuzione della legislazione alle due Camere.



Risulterebbe inoltre disatteso il dettato della legge 185/1990 sul divieto di esportazione e transito, a tal fine, di armi ad uso bellico. Reca sostanza all'ipotesi di reato di pericolo (241 c.p.) la sentenza della Cassazione Penale Sez. Unite nr 1 del 18.3.1970, che evidenzia: "nelle sue condizioni necessarie e sufficienti, quando il fatto commesso dall'agente per la sua natura, le sue caratteristiche, la sua sintomaticita', sia espressione di un tale agire (non inidoneo) da potersi considerare, alla stregua dei canoni della logica valutativa delle azioni umane, come iniziazione d'opera ideata, messa in esecuzione di concepito progetto, passaggio dalla fase preparatoria alla fase esecutiva di efficiente programma avente per obiettivo ultimo il risultato della sottoposizione del territorio dello Stato o di una parte di esso alla sovranita' di uno Stato straniero". Cosi' come Cassazione (sent. 26.3.1986, in GI, 1988, II, 83) sancisce con i termini di "massima giuridica", che: "ogni attentato a organismi, enti o istituzioni, titolari dei rapporti civili, sociali ed economici che la Costituzione particolarmente riconosce e garantisce,finalizzato ad offenderne l'integrita', per ridurre o eliminarne la funzionalita' istituzionale e quindi a sovvertire il sistema di cui quelli sono elementi strutturali e' atto idoneo a ledere l'interesse all'ordinato svolgimento dei rapporti di cui quegli enti sono titolari e responsabili e di concerto ad attentare all'ordinamento costituzionale".



In conclusione l'atto depositato rileva, che un tale vulnus all'ordinamento costituzionale recherebbe gravissime conseguenze sul piano internazionale e sull'interno del Paese, chiede quindi il sequesto dei treni e dei materiali bellici trasportati, evidenziando, come gia' si e' appreso a mezzo stampa, l'utilizzo improprio della base di Camp Darby, dell'aeroporto di Fiumicino e dei porti di Napoli, La Spezia e Livorno. Roma 27/03/2003

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