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domenica, novembre 16, 2003

Attentato Alla Costituzione: La Denuncia Al Ministro Martino 


di Loredana Morandi
STUDIOCELENTANO.IT - 27/03/2003 15:22:29




http://www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=1629
http://it.news.yahoo.com/030327/195/283rn.html



Roma - La denuncia e' stata depositata in data 22 marzo 2003 alla presenza del Vice Procuratore Aggiunto Dr Ettore Torri della Procura della Repubblica di Roma e reca numero di ricezione primi atti 58745, nei prossimi giorni le sara' attribuito il numero di registro generale notizie di reato. Tale denuncia redatta da un pool di giuristi capitanato dall'Avv. Giorgio Bonamassa, reca oltre alla dettagliata narrazione dei fatti, che supportano l'ipotesi di reato sugli articoli 241 e 283 del codice penale, anche adeguata menzione alla dottrina giuridica nazionale ed internazionale, oltre ai precedenti registrati dal massimario dell'Alta Corte di Cassazione.



Ne sono primi firmatari il Senatore Luigi Malabarba ed altri rappresentanti di Associazioni Pacifiste del Social Forum Europeo. La denuncia si fonda su fatti noti pubblicati dagli stenografici della Camera: a meta' febbraio il Ministro Martino concedeva l'uso delle infrastrutture pubbliche dei 26 convogli carichi di armamenti, dietro richiesta verbale dell'Ambasciatore Statunitense, senza alcuna richiesta formale o scritta dall'amministrazione Usa. Tale concessione si troverebbe in contrasto con quanto previsto dal Trattato della Nato, con la Convenzione di Londra del 1951, con il Protocollo di Parigi del 1952 e con l'Accordo internazionale firmato a Parigi nel 1962. L'atto, depositato in Procura, ribadisce il clima di illiceita' dell'attacco unilaterale degli Stati Uniti contro l'Iraq, tale proprio sulla base giuridica della risoluzione Onu 1441 e della clausola, che esclude l'uso della forza.



Lo stesso Trattato Nato, che prevede una collaborazione fra Stati Membri per la reciproca sicurezza, all'art. 5 richiama l'art. 51 della Carta Onu. Il regime della trasparenza delle azioni e' sancito al paragrafo secondo dell'art.5; l'art. 7 del Trattato Nato sancisce una sostanziale prevalenza della Carta Onu mediante una clausola generale di compatibilita' rispetto agli obblighi stabiliti e il richiamo al Consiglio di Sicurezza quale principale responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza. Cadono infine in regime giuridico gli accordi "segreti" del Governo Italiano, di fronte alla sovranita' della Costituzione della Repubblica e di fronte alla sovranita' del Parlamento. L'atto reca ancora menzione dell'abuso compiuto nell'utilizzo delle basi Nato in Italia per scopi bellici. Tale utilizzo travalicando quanto espresso nel Trattato di Washington, viola l'art.11 della Costituzione Italiana, sostanziandosi l'atto della concessione nella violazione alla sovranita' dell'espressione del Parlamento sancita art. 64 comma 2 della Carta Costituzionale e in una gravissima violazione dell'art. 78 e le norme di attuazione sull'attribuzione della legislazione alle due Camere.



Risulterebbe inoltre disatteso il dettato della legge 185/1990 sul divieto di esportazione e transito, a tal fine, di armi ad uso bellico. Reca sostanza all'ipotesi di reato di pericolo (241 c.p.) la sentenza della Cassazione Penale Sez. Unite nr 1 del 18.3.1970, che evidenzia: "nelle sue condizioni necessarie e sufficienti, quando il fatto commesso dall'agente per la sua natura, le sue caratteristiche, la sua sintomaticita', sia espressione di un tale agire (non inidoneo) da potersi considerare, alla stregua dei canoni della logica valutativa delle azioni umane, come iniziazione d'opera ideata, messa in esecuzione di concepito progetto, passaggio dalla fase preparatoria alla fase esecutiva di efficiente programma avente per obiettivo ultimo il risultato della sottoposizione del territorio dello Stato o di una parte di esso alla sovranita' di uno Stato straniero". Cosi' come Cassazione (sent. 26.3.1986, in GI, 1988, II, 83) sancisce con i termini di "massima giuridica", che: "ogni attentato a organismi, enti o istituzioni, titolari dei rapporti civili, sociali ed economici che la Costituzione particolarmente riconosce e garantisce,finalizzato ad offenderne l'integrita', per ridurre o eliminarne la funzionalita' istituzionale e quindi a sovvertire il sistema di cui quelli sono elementi strutturali e' atto idoneo a ledere l'interesse all'ordinato svolgimento dei rapporti di cui quegli enti sono titolari e responsabili e di concerto ad attentare all'ordinamento costituzionale".



In conclusione l'atto depositato rileva, che un tale vulnus all'ordinamento costituzionale recherebbe gravissime conseguenze sul piano internazionale e sull'interno del Paese, chiede quindi il sequesto dei treni e dei materiali bellici trasportati, evidenziando, come gia' si e' appreso a mezzo stampa, l'utilizzo improprio della base di Camp Darby, dell'aeroporto di Fiumicino e dei porti di Napoli, La Spezia e Livorno. Roma 27/03/2003

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