mercoledì, novembre 19, 2003
AMNESTY: GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DELL’INFANZIA
GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DELL’INFANZIA: I GRUPPI ITALIANI DI AMNESTY IMPEGNATI PER I BAMBINI CON DISABILITA’ INTELLETTIVA IN RUSSIA E I BAMBINI SOLDATO NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
In occasione del 20 novembre, Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia, la Sezione Italiana di Amnesty International promuove l’Azione Minori 2003, una speciale mobilitazione che nelle prossime settimane vedrà impegnati tutti i Gruppi locali del movimento per i diritti umani nell’organizzazione di raccolte firme, conferenze, spettacoli e ulteriori iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Due i temi dell’Azione Minori di quest’anno: le inumane condizioni dei bambini affetti da disabilità intellettiva nella Federazione Russa e il dramma dei bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo.
Nella Federazione Russa quasi 30.000 bambini e bambine con disabilità intellettiva languono in 155 internat, istituti le cui condizioni sono crudeli e umilianti e che offrono pochissimi stimoli educativi e contatti umani. In alcuni casi si tratta di orfani o figli provenienti da famiglie disgregate, ma più spesso i ricoverati sono stati sottratti ai genitori in quanto dichiarati “inidonei a essere educati”. Sono considerati “senza speranza” e condannati a vivere e a morire all’interno degli internat.
Amnesty International chiede alle autorità russe di adottare urgentemente una legislazione basata sui diritti e le speciali necessità dei bambini affetti da disabilità intellettiva: in particolare, essa dovrebbe stabilire procedure rigorose per sottrarre i bambini alle famiglie e ricoverarli negli internat, prevedere meccanismi di revisione delle diagnosi effettuate e garantire condizioni degne e adeguate alla cura e al benessere dei bambini.
La Repubblica Democratica del Congo registra un numero di bambini soldato tra i più elevati al mondo. I bambini e le bambine soldato vengono rapiti in strada o a scuola, nei campi profughi e nelle stesse loro abitazioni. In altri casi l’arruolamento può rappresentare una scelta compiuta da bambini separati dalle famiglie e in condizioni di povertà assoluta. L’addestramento è duro e le condizioni di vita nei campi militari spesso causano la morte dei bambini. I bambini soldato vengono costretti a uccidere i propri familiari o a compiere atti sessuali e di cannibalismo sui corpi dei nemici uccisi. Per forzarli a controllare le loro naturali emozioni nonché la riluttanza a uccidere, i “signori della guerra” li imbottiscono di droghe e alcol.
A volte gli ex bambini soldato smobilitati si sono reintegrati nelle proprie comunità. Ma spesso la mancanza di alternative ha fatto sì che i bambini, alla ricerca di un minimo di cibo e protezione, venissero di nuovo rapidamente coinvolti in conflitti, prostituzione, criminalità minorile, alcolismo o droga. Finché la guerra continuerà, le prospettive di successo della smobilitazione dei bambini soldato rimarranno estremamente scarse. Amnesty International ritiene che vi sia più che mai bisogno di un’azione coordinata, a livello nazionale e internazionale, per porre fine al reclutamento e all’uso dei bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo e assicurare che i capi militari e i dirigenti politici colpevoli del loro coinvolgimento nella guerra siano portati di fronte alla giustizia. Roma, 19 novembre 2003
Amnesty International