mercoledì, novembre 19, 2003
IRAQ: ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI, SOLIDARIETA' A MONS NOGARO
L'Associazione Obiettori Nonviolenti esprime solidarietà a Mons. Raffaele Nogaro, Vescovo di Caserta, duramente criticato da rappresentanti del Governo per le parole pronunciate nell'omelia di domenica scorsa. Mons. Nogaro, nella stessa linea tracciata da Giovanni Paolo II ha affermato che: "Fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi. Bisogna fare attenzione a non esaltare il culto dei martiri e degli eroi della patria strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre ingiuste".
"Esiste ancora la democrazia dove ognuno può esprimere liberamente le sue
idee - dichiarano Massimo Paolicelli ed Enrico Maria Borrelli, rispettivamente presidente e portavoce nazionale dell'Associazione Obiettori Nonviolenti - o siamo già in un regime di guerra dove viene messo alla berlina chiunque osi esprimere qualsiasi forma di dissenso?
Quello che non porta rispetto alle vittime non è Mons. Nogaro, ma è il Governo con la squallida operazione che ha messa in piedi in questi giorni. Infatti si è tentato di confondere il lutto ed il dolore che ha colpito l'intera nazione per la morte di 19 italiani con un consenso alla guerra in Iraq che non c'era, non c'è e non ci sarà mai. Contare le persone recatesi a rendere omaggio ai giovani morti e lanciare l'esposizione del tricolore, è sembrata una risposta a distanza alla manifestazione del 15 febbraio scorso ed alla esposizione delle bandiere della pace. Ci dispiace ma è un terreno sul quale non scendiamo.
Siamo vicini alle famiglie dei morti italiani, ed in particolare a quella di Marco Beci, che era un obiettore di coscienza, anche se nessuno in questi giorni lo ha ricordato, come siamo vicini a tutte le vittime delle guerre e del terrorismo. Ma non ci stancheremo mai di affermare, come Mons. Nogaro, che - concludono Paolicelli e Borrelli - fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi, strumenti, che
non fanno altro che alimentarlo, come i fatti di questi ultimi giorni stanno
tristemente a testimoniarlo".
Roma, 19 novembre 2003