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giovedì, novembre 20, 2003

Nigrizia sul vescovo di Caserta: «Grazie Raffaele» 


«Fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi. Bisogna fare
attenzione a non esaltare il culto dei martiri e degli eroi della patria,
strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre
ingiuste».


Questa affermazione di mons. Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, è una
lezione di lucidità e un richiamo a temi gravi ed essenziali, in un momento
in cui si cerca di far dimenticare all'opinione pubblica che cos'è la
guerra contro l'Iraq (e le guerre in genere, come ci ha spesso ricordato
Giovanni Paolo II): un'azione immorale e illegale. Un'affermazione che il
vescovo di Caserta aveva tutto il diritto di esprimere (checché ne pensino
il ministro degli interni Pisanu e compagnia), come qualunque altro vescovo
e/o cittadino ha potuto fatto in questi giorni, e come un ampio movimento
di popolo ha fatto in questi mesi manifestando, discutendo, esponendo le
bandiere della pace.

Ma forse mons. Nogaro non aveva anche il dovere di dire ciò che ha detto?
Perché ci sono momenti in cui "cantare fuori dal coro" - fino al punto di
sembrare "contro" - può essere l'unico ministero che un cristiano
(soprattutto un uomo di chiesa) è chiamato ad esercitare. È, questo, un
ministero che ha percorso l'intera storia biblica ed ecclesiale. Il suo
nome: ministero profetico. E va esercitato sempre, a tempo e fuori tempo,
come un servizio evangelico.

Nigrizia dice solo una cosa: grazie Raffaele!

Verona, 19 novembre 2003

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