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martedì, marzo 23, 2004

CODICI: come vengono gestiti i posti di rianimazione al Policlinico Umberto I di Roma? 


Viaggio della speranza (per morire dignitosamente!)

Il signor D. E., di anni 46, affetto da una malattia terminale, da tempo era in cura dal dottor Mandelli del reparto oncologico del Policlinico Umberto I. In questi giorni era ricoverato al Policlinico, vivendo gli ultimi stadi della sua malattia, improvvisamente le sue condizioni si aggravano, quindi, è necessario un posto di rianimazione. Al Policlinico, tuttavia, non è disponibile un posto di rianimazione. Inizia, pertanto, l’affannosa ricerca, il paziente viene intubato, posto in ambulanza, ed infine portato all’ospedale di Velletri, dove muore.

È impensabile che un paziente, già gravato dalla sofferenza di una malattia terminale e privato da questa di una decorosa dignità, si trovi a vivere le ultime fasi della sua vita all’interno di un’ambulanza in una corsa disperata per trovare un ospedale con un posto di rianimazione disponibile. È impensabile che i familiari non possano vivere il loro dolore nella tranquillità ed intimità dell’ospedale, in cui già è ricoverato il proprio caro.

Il caso, evidenzia CODICI, richiama fortemente l’attenzione sulla gestione dei posti di rianimazione al Policlinico Umberto I, in modo da prevenire situazioni così gravi, che impongono una drammatica riflessione: il futuro del signor D. E. era segnato da una morte certa, ma è giusto rendere ancora più tribolati e poco dignitosi i suoi ultimi respiri? E, soprattutto, se al suo posto ci fosse stato un paziente non in fase terminale, forse il tempo speso per la ricerca di un posto di rianimazione non sarebbe stato prezioso per dare cure tempestive ed adeguate?

Roma, 23 marzo 2004

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