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mercoledì, novembre 26, 2003

Un ora in silenzio per la pace sui gradini del palazzo ducale di Genova. 


Mercoledì 26 novembre,
dalle 18 alle 19,



Il TG1 del 13 novembre ha aperto la propria edizione meridiana dichiarando che dopo la strage di Nassirya l'Italia si collocava al terzo posto per numero di vittime della guerra, dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.

Non è esatto: in questo tragico elenco l'Italia non è terza, bensì quarta.

I solerti redattori hanno dimenticato di conteggiare le vittime irachene, stimate in un numero che l'ONG medica londinese Medact colloca tra 21000 e 55000 persone. A che cosa è servita la guerra ? Non per reperire le armi di distruzione di massa, inesistenti per ammissione degli stessi vertici militari; non per condurre un paese dittatoriale alla democrazia, molto lontana dall'attuale situazione irachena; e, con tutta evidenza, non per combattere il terrorismo. E non è terminata, nonostante le trionfali dichiarazioni del "vincitore" Bush.

E' chiaro che certa retorica ha buon gioco nel dipingere il ritiro come un atto di vigliaccheria; ma il modo migliore per onorare la memoria dei morti è tentare di evitare che altre vite siano stroncate. Il contingente italiano deve rientrare non perchè è stato vittima di un attentato, me perchè non sarebbe mai dovuto partire. E l'indispensabile fase di transizione deve essere gestita da paesi non coinvolti nei bombardamenti, e non mimimamente sospettabili di interessi petroliferi, imprenditoriali o commerciali in Iraq.

E se davvero il nostro paese ha improvvisamente scoperto la propria vocazione alla solidarietà , può ripristinare i fondi che ha tagliato alla cooperazione per lo sviluppo internazionale , ed alla spesa sociale in Italia

Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

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