giovedì, marzo 11, 2004
MA DI CHI E' LA COLPA DELL'AUMENTO DEI PREZZI?
A PARTE LA STORIELLA DELL'EURO LA COLPA E' DI TUTTI, QUINDI DI NESSUNO? PER NOI CI SONO I NOMI E COGNOMI: STATO E COMMERCIANTI ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO
Firenze, 11 marzo 2004. Quotidianamente ci sono notizie e preoccupazioni per l'aumento dei prezzi e sono tutte contraddittorie: l'ultima e' che per l'ortofrutta i prezzi di queste settimane sarebbero inferiori di quelli dell'anno scorso.
Contemporaneamente non c'e' giornale o televisione o radio che non faccia la sua inchiesta con tanto di interviste al salariato medio, che denuncia l'impossibilita' di fare acquisti come qualche anno fa.
Contribuisce al coro questa o quell'altra associazione di categoria (incluse -e in prima fila- quelle dei commercianti) che denuncia la crisi del proprio settore e il lastrico per non si sa quante famiglie. Nel contempo non si contano piu' le iniziative del Governo e delle singole amministrazioni ai vali livelli regionale, provinciale e comunale, per cercare di contenere i prezzi: quasi tutte basate sull'informazione e sulla promozione di questo o quell'altro prodotto a prezzi scontati per un certo periodo.
E' evidente che c'e' qualcosa che non torna, e che piu' di qualcuno sta giocando a fare il furbo. Soprattutto lo Stato. Ad ogni livello. Che si guarda bene da modifiche legislative che liberalizzino il mercato (abolizione dei saldi, delle licenze commerciali e degli orari dei pubblici esercizi), e si limita ad incentivare informazione (ben venga) e carita' temporanea (no comment). Non solo.
Ma dov'e' che i prezzi sono maggiormente aumentati? Tutti i servizi della pubblica amministrazione (diretti o indiretti -societa' di diritto private ma controllate dal capitale pubblico), dalla Tarsu all'erogazione dell'acqua, dalle multe ad ogni livello alla concessione di qualunque certificato, dai biglietti dell'autobus ai bolli amministrativi ad ogni livello e tutte le forme di tassazione indiretta (l'esempio della componente fiscale della benzina -70%- e' solo uno dei piu' eclatanti).
Accanto allo Stato abbiamo gli esercenti il commercio all'ingrosso e al dettaglio, con alcune apparenti esclusioni nella grande distribuzione (alcuni prodotti "civetta" a prezzi invariati, affiancati da altri a prezzi astronomici). I prezzi alla produzione sono rimasti grossomodo fermi, cosi' come le retribuzioni salariali, ma questo non serve ai distributori e venditori a non far lievitare i loro prezzi.
Quindi, fintanto che lo Stato non sara' il primo a fare un passo indietro, dando il buon esempio, tutto quello che dice e fa e' solo fumo negli occhi. Ed e' questione si' di abbassare i prezzi e i vari balzelli (cosa che mai si e' vista finora), ma anche di liberalizzare e demonopolizzare.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc