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venerdì, marzo 05, 2004

CONSOB - BANCHE -CIRIO: TARALLUCCI E VINO? 


Firenze, 5 marzo 2004. Lo scoop che alcuni giornali hanno oggi fatto pubblicando i risultati della relazione Consob sul collocamento dei Bond Cirio, sembra sostanzialmente confermato da notizie di agenzia che riportano affermazioni di "ambienti vicini alla Consob".

Questi "ambienti" infatti dicono che si tratta di "elementi parziali, provvisori e non esaustivi", e che "la ricostruzione dei fatti apparsa su alcuni giornali e' incentrata sull'aspetto della sollecitazione all'investimento, preso diffusamente ma non unicamente in esame nella relazione di carattere generale trasmessa dalla Consob alle autorita' giudiziarie competenti".

Quindi c'e' piu' roba, ma cio' che e' stato scritto risponde a verita'. E questa roba in piu' non cambia la sostanza di quanto si conosce parzialmente, pur inserendolo in un contesto piu' ampio.

Per cui, per la Consob, i bond Cirio sarebbero stati venduti dalle banche dietro sollecitazioni dei clienti delle banche stesse, che non hanno spinto le loro agenzie ad effettuare vendite massicce di questi titoli. Con un solo appunto relativo alla lacuna di informazione (interna e verso i clienti), e ai conflitti di interesse (le banche erano collocatrici di bond Cirio e, nello stesso tempo, creditori del Gruppo Cirio).

Motivo per cui sembra che non ci sara' alcuna sanzione.

Sul fatto che le banche non abbiano sollecitato clienti e filiali, ognuno ha le sue versioni (noi crediamo che possa essere vero, ma solo in parte e comunque marginalmente) e, per quanto ci riguarda, sara' la magistratura a pronunciarsi, li' dove e' stata interpellata.

Il conflitto di interesse a noi ci sembra l'elemento piu' grave in assoluto: il fatto che a monte una banca commetta un illecito e su questo organizzi un suo sistema di vendita, anche se quest'ultimo non e' stato -per esempio- con spot televisivi di Sharon Stone (un esempio non a caso ....), non assolve queste vendite.

Il fatto stesso della disponibilita' di questi titoli in quel contesto di conflitto, ci e' piu' che sufficiente per pensare che il salvagente lanciato dalla Consob sia inopportuno e sbagliato. E' la tradizionale premessa per risolvere il tutto a tarallucci e vino.

Questo e' il contesto in cui alcune banche si accingono a transare per la restituzione parziale dei soldi ad una parte degli investitori di questi bond. La grossa dose di ricostituente che oggi la Consob fornisce alla politica di queste banche, ci sembra proprio la premessa per far si' che le operazioni di rimborso si trasformeranno solo in un imbellettamento degli istituti di credito e in sempre meno denaro per i risparmiatori.

La conferma -per noi- che questi tavoli di conciliazione non servono ai risparmiatori, ma solo alle banche, e quel loro sistema di cui la Consob e' organica, per rinnovarsi non cambiando nulla.

Allo stato, quindi, non resta che la via giudiziaria.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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