lunedì, aprile 05, 2004
TOSSICODIPENDENZA E RAPPORTO EMCDDA SUGLI EFFETTI POSITIVI DELLE NARCOSALAS.
LETTERA A GIANFRANCO FINI, COORDINATORE PER IL GOVERNO DELLE POLITICHE IN MATERIA
Firenze, 5 Aprile 2004. Il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, ha inviato la seguente lettera a Gianfranco Fini, neo-coordinatore per il Governo delle politiche di prevenzione, monitoraggio e contrasto della diffusione delle tossicodipendenze.
Gentile on. Fini,
che lei in materia di prevenzione e repressione del fenomeno droghe e tossicodipendenza, abbia delle idee precise, e' scritto nero su bianco sulla proposta di legge licenziata dal Governo, e che porta non a caso il suo nome. E che il Governo abbia incaricato proprio lei come coordinatore delle politiche in materia, ci dice altrettanto chiaramente quali siano le intenzioni dell'Esecutivo.
Ma come lei sa, il fenomeno va governato in modo politico, mettendo al centro l'interesse del singolo essere umano come appartenente al nostro consesso civico, che nel suo complesso dovrebbe trarne vantaggio. A nostro avviso dei risultati si possono ottenere non sacrificando ad alcuna ideologia quello che si potrebbe tentare per prevenire il fenomeno e curarlo: il classico buon senso comune applicato alla cosa pubblica.
E' quanto ci e' venuto in mente leggendo il responso dell'Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze (Emcdda, www.emcdda.org), sulle "stanze per il consumo di droghe", conosciute come narcosalas: giudicate positivamente dopo le esperienze in corso in Paesi come Germania, Olanda, Spagna, Svizzera, Australia e Canada. Nell'Ue e in Svizzera ne esistono al momento 62, sparse in 36 citta'.
Si tratta di luoghi per il consumo igienico di sostanze stupefacenti sotto la supervisione di uno staff appositamente formato, che offre accesso a siringhe sterili e altro materiale sanitario, assicurando l'intervento del personale nei casi di emergenza. Lo studio dell'Emcdda sottolinea come le strutture pubbliche siano di grande utilita' per la riduzione delle morti e della diffusione di infezioni trasmissibili tra consumatori di sostanze stupefacenti ad alto rischio. E aggiunge che "non ci sono prove che le stanze di consumo incoraggino un maggior uso di droghe o contribuiscano ad avviare al consumo di stupefacenti".
"Non ci sono neanche prove che offrendo migliori condizioni per il consumo di droghe, esse prolunghino il consumo di persone che altrimenti smetterebbero, ne' che mettano a rischio i trattamenti di riabilitazione". Al contrario, i dati indicano che le narcosalas permettono di raggiungere i consumatori cronici problematici e di inserirli in programmi sanitari e di trattamento, riducendo il livello di presa di rischio dei tossicodipendenti piu' esposti ai pericoli. Questa esperienza -continua il rapporto- fa registrare "diminuzioni della mortalita' e delle infezioni trasmissibili tra coloro che fanno uso di droghe ad alto rischio", consente loro "un piu' ampio accesso a sistemi sanitari e di assistenza sociale, inclusi i trattamenti di riabilitazione" e "riduce i problemi di ordine pubblico nelle zone circostanti".
Perche' le narcosalas siano efficaci -conclude lo studio- e' indispensabile che garantiscano una sufficiente copertura geografica e di orari. Come avra' constatato, on.le Fini, non e' questione di essere pro o contro la legalizzazione delle droghe oggi proibite: diversi di questi Paesi in cui gli esperimenti sono in corso hanno leggi non permissive quanto quella italiana o quanto la sua proposta di riforma.
E' solo questione di politica sanitaria. Che lascia ognuno della sua opinione, ma consente quei vantaggi di cui sopra, per chi ne e' coinvolto direttamente e per chi, in prima persona o meno, ne subisce i riflessi e i costi negativi. Per questo le abbiamo scritto. Perche' da politico con responsabilita' esecutive valuti questi risultati e queste conclusioni dell'Emcdda e ne tragga le dovute conseguenze. La ringraziamo di averci letto.
Vincenzo Donvito
Il rapporto completo dell'Emcdda