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lunedì, aprile 05, 2004

IN CALABRIA I PASTORI SI VENDONO I FIGLI...E IL CODACONS DENUNCIA LA REGIONE CALABRIA PER OMISSIONE DI ATTI DI UFFICIO 


GRAVISSIME CONDIZIONI DI INDIGENZA NELL'ENTROTERRA CALABRESE

Una clamorosa denuncia alle Procure della Repubblica di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valenzia, Rossano, Lamezia Terme, Palmi, Paola, Castrovillari, e Locri è stata presentata oggi dal Codacons contro la Regione Calabria.

Dopo il gravissimo episodio della presunta vendita di un figlio da parte di un pastore calabrese, il Codacons vuole accertare cosa ha fatto e cosa fa la Regione, che per legge e in base ai principi della Costituzione avrebbe il compito di assistere le situazioni di difficoltà economiche e sociali e rimuovere le sacche di povertà eliminando situazioni a rischio come quelle evidenziate dal raccapricciante episodio di questi giorni.

"E’ vergognoso che in Calabria, come pure in altre situazioni del sud Italia, ci siano ancora certe situazioni di grande disagio per i cittadini – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi - Si pensi ai tanti paesi dell’entroterra dove mancano non solo i treni, ma anche le strade e le infrastrutture essenziali, o all’elevato tasso di povertà e disoccupazione degli abitanti, alla carenza di assistenza per quei cittadini che vivono situazioni di estremo disagio che sfociano poi in gesti gravi come quello dei giorni scorsi”.

“Sono le istituzioni che hanno la responsabilità di certe situazioni – conclude Rienzi – e anche loro devono essere chiamate in causa quando si verificano episodi tristi come quello della presunta vendita del bambino”.

CODACONS

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