venerdì, maggio 28, 2004
Il XXV Congresso della Federazione Internazionale dei Giornalisti ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalla Fnsi
“Il congresso della Federazione Internazionale dei Giornalisti, riunita ad Atene, ribadisce con forza l’impegno a difendere, in tutti i Paesi del mondo, il pluralismo dell’informazione e la libertà di informazione e di opinione che rappresentano aspetti fondamentali di ogni vera democrazia.
I giornalisti sono preoccupati per le degenerazioni della globalizzazione dei media e per un mercato della comunicazione del quale il nord del mondo ha il controllo economico, ma anche politico e culturale.
La Ifj respinge quindi l’affermarsi di posizioni dominanti sia nelle televisioni e nelle radio, sia nelle telecomunicazioni, sia nei giornali, sia nell’informazione di base, e sottolinea il pericolo che l’espansione dei media determini un aumento degli spazi di mercato, ma rafforzi pochi potenti gruppi internazionali e nazionali.
Per questo sarebbe opportuno che le organizzazioni mondiali, come l’Onu, riconoscano il principio della libertà di informazione e che attivassero politiche rigorose verso i grandi trust nel settore dei media.
I giornalisti sono per la libertà nel mercato editoriale ma ritengono che regole precise debbano fissare limiti antitrust, impedire monopoli e oligopoli tentacolari e stabilire criteri e linee essenziali per i processi di internazionalizzazione e incroci societari delle imprese, perché siano rispettate vocazioni e specificità e carte nazionali dei diritti sociali, culturali e professionali dei dipendenti. Ciò al fine di assicurare reali condizioni di pluralismo nelle diverse realtà nazionali, regionali e linguistiche.
In Europa, il tentativo di eliminare le norme antitrust, attraverso nuove leggi e norme nazionali (come accade in Italia), rischia di ridurre le libertà ed il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati e di impedire la stessa sopravvivenza dei media indipendenti.
In questo quadro l’attacco che alcuni Governi e grandi imprenditori privati portano ai servizi pubblici radiotelevisivi va contrastato con forza dai giornalisti e dai lavoratori di tutti i media. La difesa della Tv e radio pubbliche è direttamente collegata alle esigenze democratiche, sociali e culturali di ogni società, nonché alla esigenza di preservare il pluralismo dei mezzi di comunicazione.
Per queste ragioni la Federazione Internazionale dei Giornalisti esprime la convinzione che vadano contrastate leggi o normative che tendano a rafforzare le concentrazioni, a cancellare le norme antitrust esistenti, a penalizzare i servizi pubblici di broadcasting, a subordinare gli interessi dell’informazione a quelli della pubblicità e del mercato.
L’azione della IFJ e dei suoi organismi regionali ha consentito di ribadire le ragioni di una informazione indipendente contro quelle della concentrazione dei media. Iniziative come la “Missione in Italia”, per verificare il grado di pluralismo nel Paese governato da Silvio Berlusconi (proprietario di un grande network televisivo, di giornali ed altre imprese e premier del suo Paese), possono essere attuate in molti altri Paesi. Naturalmente ciò può essere realizzato d’intesa tra IFJ ed i sindacati delle singole nazioni per stilare rapporti ed indagini dal grande significato politico.
Il congresso Ifj ritiene che l’indipendenza ed il pluralismo dei media debbano essere garantiti da precise norme che difendano la libertà di stampa ed impediscano a personaggi politici che si candidano al Governo dei singoli Paesi, di detenere la proprietà di quote consistenti del sistema dell’informazione. Il conflitto di interessi, specie nel sistema della comunicazione, finisce con il contrastare ogni equilibrato sviluppo delle libertà democratiche”.
Federazione Nazionale Stampa Italiana
Prot. n. 100/c
Roma, 28 maggio 2004