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sabato, febbraio 28, 2004

SCATTA IL DIVIETO DI FUMO SU EUROSTAR E INTERCITY 


VERSO L'ULTERIORE INTASAMENTO DI UN TRASPORTO SU GOMMA GIA' AL COLLASSO

Firenze 28 febbraio 2004. Dal 1 marzo su tutti treni Eurostar e sui nuovi Intercity sara' vietato fumare, e se qualcuno avesse qualche dubbio o tentennamento, potra' essere convinto dalla voce -suadente?- del ministro della Salute che, in una registrazione che sara' diffusa attraverso gli altoparlanti delle vetture, ricordera' la bonta' del suo provvedimento a tutela della salute dei non fumatori e del personale delle ferrovie (...roba da "grande fratello"..).

Ecco quindi messo in pratica un provvedimento che, per l'incapacita' delle Fs di gestire il rispetto delle regole sulle sue vetture, colpisce indiscriminatamente tutti i passeggeri. Infatti, quale problema c'era se fosse continuata ad esistere una vettura o una mezza vettura per fumatori, facendo si' che le regole fossero rispettate, per esempio non consentendo di fumare (e multando chi lo faceva) nei corridoi e nelle piattaforme?

La stessa efferata logica del divieto sui treni regionali, che' siccome devono trasportare i passeggeri come sardine in ogni piccolo anfratto dei vagoni, dedicare anche mezza vettura ai fumatori sarebbe stato troppo penalizzante per i bilanci delle Fs. Ma se per questi ultimi i percorsi sono brevi e sono stati penalizzati solo i fumatori piu' incalliti e frequenti, con il divieto su Eurostar e Intercity si penalizzano tutti i fumatori: ci sono percorsi anche di cinque ore e tratte ferroviarie dove ci sono praticamente solo questo tipo di treni (per esempio la trafficatissima Firenze/Bologna).

L'intento salutista quindi diventa solo di facciata. Perche' i danni ambientali -e quindi anche sull'uomo e sui suoi tempi- saranno la conseguenza dell'obbligo che i fumatori avranno di usare l'automobile privata, contribuendo (valga sempre l'esempio del percorso Firenze/Bologna, questa volta autostradale) ad ulteriormente intasare situazioni che sono gia' al collasso.

Certamente i fumatori potrebbero diventare non-fumatori e quindi usare questi treni. Ma questo convincimento sulla bonta' del metodo coercitivo per convincere qualcuno a non farsi male da solo, lo lasciamo a chi detiene il monopolio sui tabacchi, che e' lo stesso che detiene il monopolio sulle ferrovie (anche se ha cambiato qualche nome ed ha aggiunto un "spa" da qualche parte): cioe' ai campioni dell'incoerenza.

Che non convincono piu' alcuno e, attraverso gli altoparlanti dei vagoni, non potranno che essere ridicolmente fastidiosi.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

IRAQ: ONG, MILITARI ITALIANI PER GARANTIRE AFFARI AZIENDE  


(ANSA) - ROMA, 27 FEB - Il vero obiettivo della presenza militare italiana in Iraq e' garantire alle aziende italiane una ''lucrosa opportunita' di affari'' nella ''spartizione del bottino di guerra''. La denuncia arriva da alcune organizzazioni non governative che hanno organizzato oggi una conferenza stampa in occasione del seminario all'Ice sulle opportunita' commerciali e di investimento in Iraq tenutasi a Roma.

Secondo 'Un ponte per...', 'Rete Lilluput' e il Comitato romano 'Fermiamo la Guerra' non c'e' dunque un ''reale intento democratico'' dietro la liberazione dell'Iraq bensi' un ''interesse specifico ad accaparrarsi le risorse economiche del paese e una volonta' di conquistare ogni possibile spazio economico futuro''.

''Il seminario all'Ici rivela il reale motivo per il quale sono state inviate truppe italiane in Iraq: quello di garantire alle aziende italiane lucrose opportunita' di affari'' spiega il presidente di 'Un ponte per...' Fabio Alberti secondo il quale e' evidente anche il perche' le truppe italiane siano a Nassiriya.

''In quel territorio - afferma - c'e' un giacimento petrolifero dell'Eni (la societa' aveva negoziato con il precedente governo un accordo di 1,9 miliardi di dollari ed e' in attesa di riconferma)''. Critiche anche alla politica dell'Autorita' provvisoria della Coalizione (Cpa).

''La sua politica economica - spiega ancora Alberti - e' una chiara depredazione delle ricchezze irachene e una palese violazione delle convenzioni di Le Hauge e di Ginevra, che impediscono alle coalizioni occupanti di ridisegnare il sistema economico dei paesi occupati.

Con l'abolizione dei dazi doganali, l'esenzione dalle imposte, l'autorizzazione all'esportazione del 100% dei proventi degli investimenti, la privatizzazione delle imprese pubbliche e l'esclusione di fatto delle imprese irachene dagli appalti, si sta instaurando un paradiso iperliberista che non e' presente nemmeno negli Usa.

E il risultato sara' una depressione dello sviluppo e la sottrazione di ingenti risorse economiche del paese''. Allarmanti anche i dati sul debito pubblico iracheno: secondo Alberto Castagnola, della Rete Lilliput l'Iraq sara' costretto a pagare 200 miliardi di dollari piu' del Brasile.

Nel corso della conferenza stampa le Ong hanno distribuito un dossier sul coinvolgimento delle imprese italiane in Iraq. Secondo i dati in loro possesso alcune ditte italiane si sarebbero gia' aggiudicate subappalti da parte di multinazionali statunitensi.

E' il caso della Gtt (Gas Turbine Technologier, ex Fiat Avio), Officine Magrini Galileo, Officine Meccaniche Galileo, Chimic, Trevi-Soilmec. A queste, sostengono sempre le Ong, va ad aggiungersi l'istituto di credito San Paolo-Imi chiamato a far parte di un consorzio di 13 banche internazionali che gestira' la Banca Commerciale irachena.
(ANSA). GUI 27-FEB-04 17:32

PREZZI: CARO GOVERNO, CARA OPPOSIZIONE, NON ABBIAMO L'ANELLO AL NASO! 


Roma, 28 Febbraio 2004. Caro Governo, Cara Opposizione, sull'aumento dei prezzi non menate il can per l'aria, non abbiamo ancora l'anello al naso.

Con l'introduzione dell'euro non se ne sono approfittati solo i commercianti, ma anche le istituzioni, a livello nazionale e locale.

Il gioco del lotto e aumentato del 94%, le sigarette sono aumentate del 6,4% nel 2003 e di ulteriore 6,3% nel 2004.

Se gioco e fumo sono "vizi" altrettanto non si puo' dire dei trasporti cittadini, a Milano (centro-destra) e a Roma (centro-sinistra) il prezzo del biglietto e' aumentato del 29%.

Lo scatto di partenza dei taxi di Milano e' aumentato del 16% e quello orario a Roma del 14,5%.

Il bollettino del conto corrente postale e' aumentato del 29%, il prelievo bancomat negli istituti di credito del 17%.

Alcune tipologie di ricariche di telefonini della Vodafone sono aumentate del 25% mentre quelli della Wind arrivano al 20%.

Anche la Chiesa si e' adeguata aumentando il prezzo dei biglietti del Museo vaticano del 29%.

La discussione sull'inflazione calcolata dall'Istat lascia il tempo che trova, serve a coprire quella vera sulle responsabilita' degli aumenti.

Noi pero' l'anello al naso e la sveglia al collo ancora non li abbiamo e continuiamo a puntare il dito sui veri responsabili degli aumenti.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

venerdì, febbraio 27, 2004

DIRITTI ECONOMICI E SOCIALI: CICLO DI CONFERENZE DI AMNESTY INTERNATIONAL CON DAVID WEISSBRODT 


AUTORE DELLE NORME ONU SULLA RESPONSABILITÀ DELLE IMPRESE IN MATERIA DI DIRITTI UMANI

Dal 5 al 10 marzo sarà in Italia David Weissbrodt, docente alla University of Minnesota, già presidente della Sottocommissione delle Nazioni Unite per la promozione e la protezione dei diritti umani e coordinatore del Gruppo di lavoro che ha redatto le Norme dell'Onu sui diritti umani per le imprese, approvate il 13 agosto 2003.

Nel corso del ciclo di conferenze, organizzate dalla Sezione Italiana di Amnesty International, il prof. Weissbrodt presenterà la recente normativa adottata dalle Nazioni Unite, che rappresenta una dichiarazione autorevole e completa sulla responsabilità delle imprese in materia di diritti umani. Amnesty International intende in questo modo proporre un'occasione concreta di confronto e di scambio di esperienze ad alto livello fra gli stakeholder interessati, al fine di far decollare una elaborazione meno legata a visioni particolari, deboli o non più attuali del concetto di responsabilità sociale d'impresa.

Le Norme dell'Onu sui diritti umani per le imprese delineano, all'interno di un unico e sintetico documento, una esauriente lista di obblighi in materia di diritti umani e mettono in evidenza buone prassi e diverse modalità di monitoraggio e attuazione. Oltre a fissare uno standard con il quale le imprese possono misurarsi, le Norme rappresentano un riferimento rispetto al quale è possibile valutare le legislazioni nazionali, per verificare se i governi stiano rispettando gli obblighi di protezione dei diritti umani e stiano assicurando la messa in atto di appropriati meccanismi di regolamentazione. Le Norme costituiscono anche un importante strumento di riferimento e di azione per le organizzazioni non governative e gli attivisti di base.

Le conferenze del prof. Weissbrodt ? organizzate in collaborazione con enti e istituzioni private o pubbliche di alto livello - si svolgeranno a Firenze (5 marzo), Padova e Bologna (8 marzo), Milano e Torino (9 marzo), Roma (10 marzo) e vedranno la partecipazione di esponenti del mondo delle imprese, degli enti pubblici, delle università, delle associazioni e dei sindacati.

Durante le conferenze, la Sezione Italiana di Amnesty International presenterà i seguenti documenti:

* una introduzione alle Norme dell'Onu sui diritti umani per le imprese, comprensive del testo integrale delle Norme e del Commentario;
* la brochure "I diritti umani sono affari di tutti" ;
* il rapporto "Un altro mondo è possibile? con i diritti umani", sulle attività di Amnesty International nel settore dei diritti economici e sociali.

Roma, 27 febbraio 2004

Ulteriori informazioni

Il prof. David Weissbrodt è iscritto dal 1972 ad Amnesty International, all'interno della quale ha ricoperto numerosi incarichi. Dal 1975 è docente di diritto internazionale dei diritti umani alla University of Minnesota Law School. È autore di 15 pubblicazioni ed oltre 150 articoli. Collabora attivamente con numerose organizzazioni, tra cui il Centro per le vittime della tortura, il Progetto di internship sul diritto internazionale dei diritti umani, Avvocati del Minnesota per i diritti umani e il Centro per i diritti umani della University of Minnesota. Nell'agosto 2000 è stato nominato Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei non-cittadini. È stato membro della Sottocommissione delle Nazioni Unite sulla promozione e protezione dei diritti umani, presiedendola dal 2001 al 2002.

BANCA121/MPS E GOVERNATORE FAZIO 


UN GESTO DI UMILTA' PER DISTENDERE GLI ANIMI E COMINCIARE A RIMEDIARE LI' DOVE OGGI SI STA SOLO VENDENDO FUMO

Firenze, 27 Febbraio 2004. A parte alcuni casi isolati, quasi tutti gli esponenti economici, finanziari e politici stanno cercando di buttare acqua sul fuoco dell'iscrizione nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Trani del governatore di Bankitalia.

E' comprensibile perche', dopo l'esperienza di "mani pulite" in politica (con relative tragiche conseguenze per gli esseri umani, per la politica e per l'economia), il timore di un giustizialismo nel settore bancario e finanziario non appare come una delle soluzioni piu' auspicabili.

Ma se questo vuol dire cercare di affossare, e' meglio esser chiari: il giustificato timore di un sistema che vada a rotoli portandosi dietro anche cio' che c'e' di buono, non puo' significare continuare a mantenere in vita cio' che di marcio c'e'. O peggio: fare un polverone per dire di modificare tutto quanto, quando poi si razionalizza solo meglio esistente, e' quanto di peggio ci possa essere.

Il risparmiatore (nuova figura che sta entrando di peso in tutte le campagne elettorali che stanno in questi giorni prendendo il via), sara' anche stato parzialmente un allocco nel suo rapporto col mondo della finanza, ma proprio ora sta cominciando a prendere consapevolezza di questa sua ingenuita' ed estrema fiducia, e quindi e' in grado di discernere cosa gli serve o meno.

Quindi il principale personaggio oggi nell'occhio del ciclone e' percepito per quello che e': uno dei massimi responsabili dei presunti inganni sul proprio portafogli.

Noi non lo sappiamo e dubitiamo che sia cosi' perche' la situazione e' molto piu' complessa rispetto a credere che ci sia una sorta di "grande vecchio" su cui scaricare le colpe. Ma come abbiamo preso atto dell'iniziativa della Procura di Trani come fatto significativo per le denunce che a centinaia abbiamo depositato proprio contro quei prodotti finanziari incriminati, nello stesso tempo auspichiamo soluzioni di chiarezza e non colpi di spugna.

Per questo auspichiamo che il governatore Antonio Fazio faccia un gesto di umilta' e chieda spontaneamente al magistrato di Trani, nell'ambito della reciproca autorevolezza, di essere ascoltato subito sui fatti per cui lo si e' iscritto sul registro degli indagati.

Cioe' non si prosegua con quello che oggi ci sembra un deleterio braccio di forza tra Procura di Trani, Mps e Bankitalia, perche' alla fine, qualunque sia la vittoria (ammessa che ci sia) non sara' utile per conquistare e rafforzare la fiducia dei cittadini e dei risparmiatori nei confronti delle istituzioni ("mani pulite" docet).

Chiediamo che tutto avvenga alla luce del sole, anche se fosse la cosa piu' tremenda o piu' banale. Perche' e' solo cosi' che si potranno aprire meccanismi di disponibilita' da parte di chi ha sbagliato nel considerare i risparmiatori solo come oggetti di dubbio guadagno (per esempio: gli ormai mitici tavoli di conciliazione del Mps che -alcune associazioni di consumatori incluse- continuano ad essere glorificati come l'esempio da seguire, quando invece sono il peggio del peggio, per quantita' di risparmiatori coinvolti, qualita' delle offerte di rimborso, e tentativo di affossamento e mistificazione della gravita' del danno esercitato).

Vincitori e vinti non hanno senso, anche perche' -ne siamo perfettamente consapevoli- gli sconfitti saranno solo i risparmiatori e, sul lungo periodo, il generale sistema economico e finanziario.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

PREZZI: IL CASO LATTE 


Roma, 27 Febbraio 2004. Latte, ma quanto mi costi? Il doppio! E' la scoperta che abbiamo fatto con una indagine sul prezzo del latte al consumo. Siamo andati e verificare i prezzi del latte fresco intero pastorizzato, in due
supermercati romani, di proprieta' tedesca e francese, i cui prezzi possono essere assunti come media nazionale. La sorpresa non manca perche' il latte nei supermercati "tedeschi", probabilmente proveniente dalla Germania costa
esattamente la meta', 63 centesimi, di quello "francese", 1.25 euro, proveniente dall'Italia.

Come puo' questo alimento, proveniente da lontano, gravato quindi da ulteriori spese di trasporto in aggiunta a quelle di produzione, avere un prezzo piu' basso del latte munto e lavorato in stalle e stabilimenti vicini alle nostre citta'? La risposta e' semplice e l'abbiamo data altre volte: e' il mondo del commercio, dal grossista al dettagliante, che scarica le sue diseconomie sul consumatore.

In questo caso occorre aggiungere anche quelle relative alla produzione, legata ad alevamenti poco razionali ed efficienti. Manco a dirlo le incapacita' del sistema produttivo e commerciale si scaricano sul consumatore.
Insomma il latte prodotto in Germania e venduto in Italia, costa la meta' circa di quello prodotto e messo in vendita nel nostro Bel Paese.

Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc

CODACONS AD ALLEANZA NAZIONALE: E' UNA MANIFESTAZIONE IPOCRITA! 


I RISPARMIATORI NON SI SENTONO FORMICHE E NON VERRANNO SCHIACCIATI DAI “FORMICHIERI” !!!


LA PROPOSTA DI DARE LA CLASS ACTION AL GARANTE DEL RISPARMIATORE E' SBAGLIATA

AN DEVE AVERE CORAGGIO NELLA DIFESA DEI CITTADINI SE VUOLE RENDERE CREDIBILE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE ALTRIMENTI I SUOI ISCRITTI VOTERANNO ALLE EUROPEE PER IL NUOVO PARTITO DFEI CONSUMATORI

Domani a Parma ci sarà una manifestazione tematica di An relativa al risparmio e alla tutela dei risparmiatori, che parte con lo slogan “Dalla parte delle formiche”. Una manifestazione alla quale presenzierà anche l’Intesaconsumatori.

Ma non mancano le critiche.

“L’evento – afferma il Presidente del Codacons, Avv. Carlo Rienzi – non doveva essere organizzato a favore delle “formiche”, ma contro i “formichieri” che hanno svuotato le tasche dei risparmiatori italiani”

“E’ una manifestazione ipocrita – prosegue Rienzi – che si riferisce ai risparmiatori solo in occasione dell’avvio della campagna elettorale, dimenticando che lo stesso Governo ha fatto numerose leggi contro i consumatori, a partire dal decreto salva-compagnie fino a quello salva-reti”

“Se AN vuole davvero difendere i risparmiatori italiani – afferma ancora Rienzi – e rendere credibile la sua campagna elettorale, allora deve attivarsi concretamente facendo ottenere la class action alle associazioni dei consumatori, e non solo al Garante del Risparmiatore”.

Di qui la sfida del Codacons ai partiti politici: dimostrate coerenza e con la stessa velocità con cui avete varato la legge Cirami concedete ai consumatori una legge sulla class action!

L’associazione, infine, in risposta alla manifestazione di An di domani “dalla parte delle formiche” lancia la sua iniziativa contro i “formichieri”, ossia contro i vari Cragnotti, Tanzi, Sella, Cardia, Tremonti, Fazio, Billè, Venturi, Cerchiai, Galli, Giannini, ecc., che hanno contribuito a rendere più povere le famiglie italiane, e che non riusciranno a schiacciare le “formiche”!

CODACONS

giovedì, febbraio 26, 2004

IL CODACONS CHIEDE CHE IL DIFENSORE CIVICO MAROTTA SI METTA A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI DI CENTROSINISTRA 


DOPO LA PRESA DI SERVIZIO PER FORZA ITALIA DI MANNUCCI OCCORRE ALMENO RICOSTITUIRE LA PAR CONDICIO


COME SI DISTRUGGE UNA FIGURA DI GARANZIA SUPER PARTES


Non più difensore dei cittadini ma al servizio dei partiti...questa la fine del difensore civico.

Si legge oggi infatti che il Vicedifensore civico di Roma sarebbe stato “prenotato” un giorno a settimana da Forza Italia, che gli metterebbe a disposizione una stanza nella sede in Via Donatello. Cosa che ha fatto imbufalire il capogruppo dei Ds in Campidoglio.

“Non si capisce di cosa si lamentino i Ds – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi - visto che la modifica del regolamento del difensore civico (con relativa spartizione politica) dopo 8 anni di candidatura del sottoscritto è stata fatta proprio da Rutelli e Veltroni!”

“A questo punto – prosegue provocatoriamente Rienzi – mettete il Difensore civico in carica a disposizione del centro-sinistra, così da ripristinare la par condicio!!!”.
“Si è verificato quel che si sapeva già in anticipo – conclude Rienzi - Roma non ha il difensore civico!!!”.

CODACONS

METRO A STRACOLMA ALL’ORA DI PUNTA: IL CODACONS CHIEDE IL RADDOPPIO DELLE CORSE E MINACCIA DI CHIEDERE LA CHIUSURA DELLE STAZIONI ALLA ASL 


Tra i problemi maggiormente sentiti dai cittadini romani c’è quello del sovraffollamento dei vagoni della Metro A.

Un monitoraggio del Codacons nelle ore di punta dei giorni feriali ha accertato un numero di passeggeri eccessivo, che rende il viaggio non solo scomodo agli utenti, ma addirittura pericoloso se si considera anche l’affollamento sulle banchine.

Per questo l’associazione chiede oggi ai responsabili del trasporto capitolino di raddoppiare le corse della Metro A negli orari “caldi”, al fine di agevolare i cittadini, che tra l’altro pagano il biglietto, ed evitare rischi per i passeggeri.

Se ciò non avverrà, il Codacons chiederà l’intervento delle Asl romane, con la chiusura della linea A della metropolitana.

CODACONS

CALCIO, BILANCI: IL CODACONS CHIEDE DI ASSEGNARE 6 PUNTI ALLE SQUADRE DAI BILANCI REGOLARI 


IN CASO DI IRREGOLARITA’ GRAVI A RISCHIO L’INTERO CAMPIONATO


Il Codacons interviene nella vicenda dei bilanci delle società di calcio sotto inchiesta da parte della Procura di Roma. E lo fa con una diffida alla Lega Calcio. Il Codacons chiede in sostanza di assegnare 6 punti in campionato a quelle squadre che, non senza fatica, sono riuscite a presentare bilanci regolari, le quali devono essere avvantaggiate rispetto a quelle che dalle indagini emergeranno per aver presentato bilanci “gonfiati” o non veritieri.

La situazione dei bilanci “gonfiati”, qualora i magistrati dovessero accertare irregolarità gravi, potrebbe addirittura mettere a repentaglio l’intero campionato di calcio.

“Suggeriamo alle squadre di calcio – commenta il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi – di inserire in campo due punte, composte da un attaccante e…un ragioniere onesto!”

CODACONS

CRISI COMMERCIO A FIRENZE. LE SOLITE SIRENE .... UN CASO TIPICO DEL BELPAESE CHE NON NE VUOLE SENTIRE DI LIBERALIZZAZIONE E "GUERRA" DEI PREZZI 


Firenze, 26 febbraio 2004. L'allarme dei commercianti fiorentini per la paventata enorme crisi del settore, e' quanto di peggio ci potrebbe essere per affrontare con cognizione di causa ed effetti una crisi che potrebbe anche esserci e che -volendo far bene a tutti- si potrebbe risolvere.

A vedere queste lacrime di coccodrillo ed a sentire queste urla inconsulte che vengono dalle botteghe, verrebbe quasi da sorridere: primo perche' non ci si crede, secondo perche' -quand'anche un minimo di verita' ci fosse- se meno acquisti ci sono .... di chi sara' la colpa? Dell'euro? Del Governo?

Dell'opposizione? Dei turisti americani che -causa dollaro leggero- visitano meno la nostra citta'? Della influenza aviaria? Dell'Aids che continua ad imperversare? Potremmo continuare con questo elenco, ma crediamo di aver fatto capire il concetto: tutte scuse, proprio a partire da quell'euro che, se ha una responsabilita', e' pari a quella dell'influenza aviaria e dell'Aids.

Perche' il motivo e' solo uno, e i commercianti lo sanno benissimo, ma giocano a fare confusione e polverone per farlo dimenticare e travestirsi da carnefici in vittime: l'aumento sconsiderato dei prezzi che loro con tutte le scuse che gli capitavano hanno applicato.

Cosa potevano aspettarsi ristoratori che, per esempio, oggi chiedono anche il doppio di due anni fa per lo stesso tipo di cibo? Che il consumatore continuasse ad essere un allocco come nei primi tempi che applicavano questi rincari? Il tempo gioca molto, ed ha convinto il consumatore che e' molto meglio andare a farsi la spesa ad un supermercato (magari del tipo discount) e con fantasia e allegria cucinare e invitare gli amici a casa, cosi' come prima si faceva andando al ristorante o in pizzeria.

Lo stesso dicasi per un vestito o un paio di scarpe (tenerseli meglio, piu' curati si' che durino di piu'), o per un tramezzino al bar durante il "coffee break" (farne a meno se ne guadagna anche in salute, perche' sono tutte calorie in piu' che solo di rado era necessario assumere).

Quindi chi semina vento raccoglie tempesta. E pretendere poi che sia l'autorita' ad intervenire per trovare una soluzione ai danni della propria ingordigia, non solo e' poco carino, ma anche incivile.

Certamente l'amministrazione ha una sua buona responsabilita': la fiscalita' in materia e' a dir poco vessatoria. Ma a questa amministrazione sarebbe giusto chiedere solo meno tasse e piu' liberalizzazione, e anche in maniera pesante, continua e non solo a presunto latte versato.

Chiedere altro e' solo velleitario. Ma il problema di questi commercianti/coccodrilli e' che quando, per esempio, parli loro di negozi aperti 24 ore su 24, i primi ad opporsi sono loro; quando parli di licenze liberalizzate, i primi ad opporsi sono loro: sanno solo guardare dentro la loro bottega.

Come uscire dalla crisi? Ammesso che ci sia (quante case, quante automobili, quali vacanze sono nel bilancio di ogni commerciante?), la soluzione e' solo una: interrompere il tremendo meccanismo che gli stessi commercianti hanno messo in movimento, cioe' far crollare i prezzi di tutto, giocare su quantita'/qualita' e concorrenza financo alla guerra, e quindi riaprire le porte alla fiducia dei consumatori, perche' siano sempre piu' tali con le opportunita' e la convenienza di esserlo.

Se questa semplice formuletta non viene presa in considerazione, almeno stando alle urla di dolore di questi commercianti, tutti chiuderanno, altrimenti qualcuno cadra' comunque, ma almeno i migliori si salveranno.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

FU UCCISO DALLE SIGARETTE: DOMANI LA CORTE D'APPELLO DECIDE SULLA RICHIESTA DI RISARCIMENTO MILIARDARIA 


CLAMOROSI I RISULTATI DELLA PERIZIA COLLEGIALE MEDICA: IL TUMORE AL POLMONE, CHE HA UCCISO CORNELIO SCHIARATURA E' STATO PROVOCATO DAL FUMO DEL TABACCO

L'ETI POTREBBE ESSERE CONDANNATO A PAGARE APRENDO ANCHE IN ITALIA LA STRADA DEI RISARCIMENTI MILIARDARI IN USO IN AMERICA

LA NICOTINA RENDENDO DIPENDENTE DAL FUMO COME UNA DROGA LO SCHIARATURA HA FATTO IL RESTO SECONDO I TRE PROFESSORI DEL COLLEGIO MEDICO

Domani la Corte d'Appello di Roma, relatore il giudice Pignatelli, esaminerà il caso, il primo in Italia, di una persona deceduta per tumore al polmone a causa del fumo delle sigarette. Sul banco degli imputati l'ETI, Ente Tabacchi Italiano, cui gli eredi dello Schiaratura chiedono un risarcimento di.....

A difendere i parenti della vittima il CODACONS con gli Avv.ti Marco Ramadori, Vincenzo Fasullo e Carlo Rienzi, e i periti Prof. Giulio Bigotti e Emilio De Lipsis.

Il collegio medico, composto dai professori Rocco Sacco, Luigi Temperilli, Giusto Giusti e nominato dalla Corte d'appello di Roma ha accertato che "il fumo di sigaretta rappresenti la causa dell’insorgenza del tumore polmonare per cui lo Schiaratura risulta essere deceduto…Dall’analisi del caso non sono emerse altra cause cui il cancro di polmone che colpì lo Schiaratura potrebbe attribuirsi”.

La perizia è davvero impressionante per le affermazioni terribili che contiene sugli effetti del tabacco sul povero Schiaratura. Si legge ad esempio: “da una valutazione relativa alle dichiarazioni dei familiari, dai certificati dei due medici curanti del Sig. Schiaratura Cornelio…risulta che il sig. Schiaratura sarebbe stato un forte fumatore fin dall’età di 17 anni, consumando regolarmente due pacchetti, due pacchetti e mezzo di sigarette al giorno fino ad un anno prima del decesso….questi dati permettono di rilevare una consistente esposizione sia per quanto riguarda la durata nel tempo che per l’intensità a sostanze cancerogene certe (idrocarburi aromatici policiclici, le N-nitrosoamine e le amine aromatiche, contenute nel fumo di sigaretta), con specifico effetto cancerogeno sul polmone.[…] Nel caso del tumore al polmone si pensa che le variazioni di alcuni geni coinvolti nel metabolismo e nella escrezione dei composti cancerogeni (detossicazione) e nella riparazione di danni dovuti ad addotti del DNA, potrebbero spiegare per quale motivo solo una parte dei fumatori sviluppi un carcinoma broncogeno.”

"Si apre ora la strada a migliaia di vittime del tabacco - ha dichiarato l'Avv. Carlo Rienzi – che potranno intentare cause analoghe a quelle avviate, con successo, negli Stati Uniti e che hanno portato a risarcimenti milionari in favore delle vittime”.

CODACONS

"HAI VINTO UN VIAGGIO". IL TRIBUNALE SI PRONUNCIA CONTRO CHI VENDE FISCHI PER FIASCHI 


Firenze, 26 febbraio 2004. Dopo il Tribunale di Siena (23/12/03), stavolta e' il Tribunale di Firenze, sezione distaccata di Empoli, Giudice Sebastiano Puliga, che ha accolto un ricorso cautelare ex art. 700 c.p.c., sospendendo l'efficacia di un contratto sottoscritto con la societa' Anthea s.r.l. e del relativo finanziamento con Finemiro leasing s.p.a e disponendo sequestro giudiziario dell'assegno emesso in favore della prima a titolo di acconto.

I Sig.ri T. si erano rivolti all'Aduc a seguito di una vera e propria "truffa contrattuale", perche' si erano resi conto dell'accaduto grazie alla precedente iniziativa giudiziaria dell'associazione verso la stessa societa'.

"Hai vinto un viaggio" gli aveva assicurato una centralinista incaricata dall'Anthea. Recatisi all'invito per la "formalizzazione" del "regalo" in un albergo di Poggibonsi (Siena), avevano firmato per un "appuntamento" di ulteriori chiarimenti sull'eventuale acquisto di una quota partecipativa ad una multiproprieta'. La stessa sera, a casa, leggendo con calma quanto sottoscritto, si erano accorti che non si trattava di un "appuntamento", bensi' di una sorta di preliminare di acquisto di quota di multiproprieta' stessa! Risoluti al recesso (come per legge GRATUITO e SENZA PENALITA' ) lo comunicavano il giorno successivo all'incaricato dell'Anthea con il quale avevano preso appuntamento il giorno precedente, ma questi diceva loro che il recesso gli sarebbe costato 3350 euro!!!

Li invitava pertanto a sottoscrivere per almeno un anno l'intero contratto con finanziamento convenzionato. Il giudice ha ieri 25 febbraio accolto l'istanza del legale dell'Aduc, avv. Claudia Moretti, riconoscendo - in via cautelare per adesso-:

1) che il consenso e' stato estorto con l'inganno e quindi il contratto e' annullabile per dolo;

2) che il contratto difetta dei requisiti essenziali in merito all'oggetto (genericita' della "settimana fluttuante", non indicazione certa della data a partire dalla quale l'acquirente ha facolta' di esercitare i propri diritti contrattuali);

3) che il contratto sottoscritto con Anthea e con Finemiro, difetta persino della forma scritta, in quanto le sue clausole sono scritte con un corpo minuscolo e mirano ad una scarsa comprensione di chi le sottoscrive!

4) che il Sig.ri T. avrebbero potuto, nei dieci giorni successivi alla consapevolezza del presunto inganno, esercitare il diritto di recesso, affermando cosi' il principio secondo il quale il termine per il recesso decorre, anziche' dalla sottoscrizione del contratto, dal successivo momento della scoperta del presunto dolo;

5) che sono illegittime le somme richieste a titolo di anticipo, in quanto violano il disposto di cui all'art. 6 D.lsv. 482/98;

6) che il tasso degli interessi applicato dalla Finemiro (15%) e' superiore al tasso "soglia" previsto dalla attuale normativa;

Ma soprattutto, cio' che piu' rileva nella pronuncia del tribunale e' il riconoscimento (almeno sotto un primo profilo cautelare) del collegamento negoziale fra i due contratti (di acquisto quote di multiproprieta' e di finanziamento) secondo cui le vicende del primo (come annullamento per dolo) si ripercuotono inevitabilmente sul secondo!

Questo ci fa sperare in una interpretazione normativa in linea con una compiuta tutela del consumatore! Siamo ora in attesa della pronuncia di merito che si presume positiva per i ricorrenti.

RISPARMI: OCCORRE TUTELARE I RISPARMIATORI 


Roma, 26 Febbraio 2004. "Non si curano i mali delle banche distruggendo la credibilita' dei banchieri", cosi' Mario Deaglio ieri su La Stampa. Bene, anzi, male perche' le banche sono dirette da persone ed enucleare la responsabilita' dei singoli da quella dell'istituto bancario e' operazione ben difficile, soprattutto perche' le maggiori banche italiane sono state coinvolte, per un verso o l'altro, in operazioni nelle quali a rimetterci le penne, pardon, i soldi, sono stati i risparmiatori.

Attualmente ci sono in circolazione 172 emissioni obbligazionarie di societa' italiane, per un importo di 81 miliardi di euro, 11 miliardi dei quali senza rating (per quanto possano valere i rating, vedi Parmalat). Nel 2004 scadranno obbligazioni per 11.5 miliardi, dei quali 1,6 senza rating.

Cosa accadra?

Come recuperare la fiducia e dare credibilita' al sistema finanziario? Le banche tentano di salvare "l'onore" istituendo commissioni conciliative con alcune associazioni di consumatori. Il risultato di quella del Monte dei Paschi di Siena, per i prodotti Myway e 4You, ha prodotto un risultato eclatante: solo allo 0,5% dei casi esaminati sono stati restituiti i soldi.

Nel frattempo altre banche hanno avviato tavoli di conciliazione con alcune associazioni di consumatori. Staremo a vedere. Tre giorni fa il ministero dell'Economia ha dettato nuove regole, il cosiddetto decalogo della trasparenza. Sta di fatto che in precedenza, per la custodia dei Bot (non si capisce che cosa si deve custodire, visto che i titoli sono da tempo dematerializzati), le banche applicavano una commissione di 10.33 euro all'anno, con il nuovo decreto saranno 10 euro a semestre, cioe' 20 euro all'anno, praticamente il doppio.

Il Ddl sul risparmio, che deve essere ancora assegnato alle competenti commissioni parlamentari, prevede la cogestione tra Banca d'Italia e Antitrust per le questioni attinenti la concorrenza tra le banche, cosi' scatteranno le reciproche interdizioni. Non e' prevista invece l'azione collettiva (class action) dei cittadini ne' il patto quota-lite (soldi agli avvocati solo in caso di vittoria e in percentuale al rimborso).

Non ci pare che banche e rappresentanti istituzionali hanno nella loro testa la protezione degli interessi dei cittadini. Se il Governo e il Parlamento vogliono evitare una nuova tangentopoli bancaria devono muoversi, e rapidamente, nella direzione che porta a tutelare il risparmiatore. Altrimenti ne vedremo delle belle (brutte)!

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

mercoledì, febbraio 25, 2004

Occupata questa mattina l'ACEA per chiedere chiarezza sui rapporti economici con Israele 


Gli attivisti del Forum Palestina e del Comitato di solidarietà con l'Intifada, nel quadro della Campagna internazionale contro il Muro dell'Apartheid, hanno occupato questa mattina la sede dell'ACEA, la holding romana il cui azionista di riferimento rimane ancora il Consiglio Comunale di Roma.

Le associazioni denunciano da tempo le ambiguità dell'ACEA nei rapporti con le autorità israeliane nello sfruttamento delle risorse idriche, tema questo oggetto di forti tensioni e conflitto tra la popolazione palestinese e il governo israeliano. Gli attivisti chiedono che l'ACEA smentisca pubblicamente questi accordi - più volte annunciati dai quotidiani
economici e dal Ministero delle Attività Produttive ma smentiti dall'azienda e dal Comune di Roma- ritenendoli lesivi della legalità internazionale. Nella settimana in cui alla Corte Internazionale dell'Aja sono iniziate le udienze sulla legittimità del Muro dell'Apartheid costruito dagli israeliani sui territori palestinesi occupati, gli attivisti chiedono alle aziende italiane di disinvestire dal mercato israeliano come forma di pressione sul governo Sharon teso a farlo recedere dalla costruzione del Muro.

L'occupazione proseguirà fino all'ottenimento di un incontro chiarificatore.

La protesta ha visto la presenza dei deputati dei Verdi Paolo Cento e Mauro Bulgarelli che hanno chiesto un incontro urgente con la direzione dell'ACEA e con il Sindaco di Roma Valter Veltroni. Richiesta analoga viene anche dal
vice-presidente del Comitato Italiano per il diritto all'acqua Emilio Molinari.

Mail: forumpalestina@libero.it
Sito: http://www.forumpalestina.org

BANCA 121: INTESACONSUMATORI SI COSTITUIRA’ PARTE OFFESA A TRANI  


ADESSO VENGA ACCERTATA LA VERITA’!

“Ci auguriamo che la magistratura accerti finalmente la verità”. Così Carlo Rienzi, per conto dell’Intesaconsumatori, commenta la notizia delle indagini della Procura di Trani che vedono coinvolta anche Banca d’Italia.

“Le 4 associazioni - fa sapere Rienzi - si costituiranno parte offesa dinanzi la Procura di Trani in rappresentanza dei tanti risparmiatori che in queste settimane hanno chiesto l’aiuto dell’Intesa”.

Intanto l’ufficio legale di Intesaconsumatori sta esaminando lo scambio di corrispondenza, relativo al risparmio, tra Fazio e Tremonti, per verificare la correttezza del comportamento tenuto dai responsabili ed eventuali violazioni od omissioni.

INTESA CONSUMATORI

IL CODACONS DENUNCIA PER TRUFFA TREMONTI, GIOVANARDI E ARMOSINO PER IL DECRETO LEGGE SULLE CASE DEGLI ENTI 


MIGLIAIA DI INQUILINI DEGLI IMMOBILI PUBBLICI HANNO COMPRATO A PREZZI ALTISSIMI INGANNATI DALLA PROMESSA DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE DEL 2001 MA IL DECRETO LEGGE APPROVATO L’ALTRO IERI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI ESCLUDE L’80% DEGLI AVENTI DIRITTO

ORA GLI INQUILINI CHE NON HANNO NEMMENO IMPUGNATO AL TAR I PREZZI ALTI SONO RIMASTI FREGATI. SUL SITO DEL CODACONS LA LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI

Mentre i manifesti di ambedue gli schieramenti politici sostenevano che la legge finanziaria 2004 aveva risolto il problema dell’effettiva determinazione del prezzo d’acquisto degli immobili degli enti pubblici coinvolti nell’operazione di cartolarizzazione c.d. “Scip 2”, riportando tale valutazione a quella di mercato corrente nell’anno 2001, con il decreto legge presentato e approvato il 20 febbraio 2004 dal Consiglio dei Ministri si decideva all’articolo unico, comma 1, testualmente che: "Il prezzo di vendita delle unità immobiliari ad uso residenziale, ai conduttori che abbiano manifestato, con le modalità previste dal secondo periodo del comma 20 dell’articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n. 410 e successivamente modificato, la volontà di acquisto nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del citato decreto legge 25 settembre 2001 n. 351 e la data del 31 ottobre 2001, è determinato, al momento dell’offerta in opzione e con le modalità di cui al comma successivo, sulla base dei valori di mercato del mese di ottobre 2001”

Con tale testo, sostiene il Codacons, praticamente sono stati ingannati l’80% degli inquilini che avevano prestato già dal 1999 la loro risposta all’opzione di offerta proposta dagli enti all’epoca proprietari degli immobili.

Non solo vi sono conduttori esclusi tra coloro i quali già nel 1999 avevano manifestato l’opzione all’acquisto, ma anche tra coloro che avevano manifestato l’opzione nel 2001: infatti, la legge n. 410 del 23 novembre 2001 avente ad oggetto la conversione del d.l. 351/2001 che ha previsto – solo in sede di conversione - all’art.3, comma 20 che: “ Le unità immobiliari definitivamente offerte in opzione entro il 26 settembre 2001 sono vendute, anche successivamente al 31 ottobre 2001, al prezzo e alle altre condizioni indicati nell'offerta”, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.274 del 24 Novembre 2001 e, dunque, risulta entrata in vigore successivamente al periodo di tempo previsto per l’esercizio del diritto, con ciò escludendo –ingiustamente- chi aveva manifestato tale volontà precedentemente. E nemmeno potevano presentare la domanda dopo la legge visto che la legge prevedeva un periodo per la domanda….già trascorso!!!

Tale comportamento induce a pensare che gli annunci in Parlamento ( nonché quelli in altre sedi, come ad esempio su tutta la stampa nazionale) sia del Ministro per i rapporti con il Parlamento on. Carlo Giovanardi, in occasione della discussione alla seduta del 14 gennaio 2004 in risposta all’interrogazione n. 3-02932, sia di altri autorevoli rappresentanti del Governo, ad esempio il Ministro dell’economia e finanze on. Giulio Tremonti, il sottosegretario al Ministero dell’Economia con delega alle dismissioni degli immobili degli ex-enti pubblici, on Maria Teresa Armosino (con cui si affermava che: “ Il Parlamento si è interessato della materia ed ha introdotto nella legge finanziaria una norma molto chiara, che dispone, sostanzialmente, che debbano essere applicati i prezzi del 31 ottobre 2001 per chi ha presentato domanda entro quella data. ‘Chi ha espresso la volontà di acquisto entro il 31 ottobre 2001, a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, avrà il prezzo e le condizioni determinate in base alla normativa vigente alla data della predetta manifestazione di volontà di acquisto…’”), siano stati ingannevoli e abbiano anche indotto molti a stipulare i contratti in queste settimane ai prezzi di mercato attualmente correnti, ossia altissimi e superiori del 30-40% rispetto al prezzo del 2001 nella certezza che sarebbe stato decisa la restituzione di quanto pagato in più. Tuttavia, ciò non è avvenuto e moltissimi inquilini, ingannati dai deputati e ministri, non hanno nemmeno proposto ricorso agli organi giurisdizionali competenti avverso la errata ed ingiusta determinazione del prezzo offerto ed ora sono impossibilitati a agire in giudizio a causa dell’inganno subito.

Per questo il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si chiede di accertare i fatti e le responsabilità a carico di chi ha ingannato gli inquilini inducendoli a fare i contratti nella certezza di avere restituiti i soldi e così ha danneggiato migliaia di cittadini.

L’associazione inoltre invita tutti gli inquilini ingannati a scaricare sul sito internet www.codacons.it una lettera-tipo attraverso la quale i cittadini possono chiedere a deputati e senatori di correggere il D.L. sulle case degli enti pubblici nella fase della conversione in legge.

CODACONS

SANREMO: SFILATA DI VIP ALLA PROCURA DI ROMA PER L’INCHIESTA SULLE SELEZIONI...PURCHE' NON SIA FUMO NEGLI OCCHI... 


IL CODACONS PRESENTA ISTANZA DI SEQUESTRO DI ALTRI ATTI AL PM D'IPPOLITO E CHIEDE DI SENTIRE NON I VIP CHE COME AL BANO DALL’ESCLUSIONE HANNO GUADAGNADO MIGLIAIA DI EURO CON SPOT TIM , MA I "POVERACCI", VERE VITTIME DELLE SELEZIOINI AL FULMICOTONE

Prosegue la vicenda giudiziaria del Festival di Sanremo. Dopo la sfilata di vip di pochi giorni fa alla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle selezioni, il Codacons ha presentato oggi nuova istanza istruttoria al pm Adelchi D’Ippolito.

Per l’associazione, infatti, non è corretto ascoltare soltanto i vip nell’ambito di questa inchiesta, soprattutto se questi vip dall’esclusione alla gara hanno guadagnato un sostanzioso contratto con una società telefonica, ma occorre dare voce anche ai perfetti sconosciuti, cantanti anonimi che hanno presentato il proprio pezzo per le selezioni, e che magari avrebbero qualcosa da dire.

Con questa nuova istanza il Codacons ha chiesto ai magistrati sostanzialmente due cose:

1) di disporre l’acquisizione del registro di protocollo delle domande di ammissione al Festival relativamente alle posizioni da 261 a 269, per appurare come sia stato possibile che nove plichi, con le relative ricevute, risultino essere inesistenti, come si evince dai verbali della commissione di controllo;

2) di ascoltare, come persone informate dei fatti, un’altra vip, Tiziana Rivale (che si è rivolta al Codacons), e cantanti sconosciuti al pubblico che hanno presentato i loro brani alle selezioni, affinchè riferiscano quanto a loro conoscenza in merito alle selezioni per il Festival.

CODACONS

TV: IL CODACONS DENUNCIA LA TRASMISSIONE “BISTURI” ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA 


DANNO PSICHICO E VILOLENZA OSCENA NELLE IMMAGINI IN DIRETTA DELL'OPERAZIONE AL SENO

CHIESTO IL BLOCCO DELLA TRASMISSIONE


La trasmissione di Italia1 “Bisturi, nessuno è perfetto” finisce alla Procura della Repubblica di Roma. Il Codacons ha infatti presentato un esposto in Procura per la puntata di ieri, nella quale è stata effettuata in diretta un’operazione chirurgica al seno. Immagini crude sono state mostrare al pubblico, con il chirurgo che lavorava ai seni della donna sottoposta a intervento.

Immagini che hanno suscitato le proteste di molti telespettatori che si sono rivolti all’Osservatorio per la qualità dei programmi tv del Codacons.

“Mostrare in diretta un’operazione di plastica al seno in prima serata – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi – risulta osceno e diseducativo per i tanti giovani davanti la tv. Inoltre la violenza di queste immagini - continua Rienzi – trasmesse all’interno della fascia protetta, potrebbe arrecare un danno psichico ai soggetti più sensibili, proprio per la crudezza delle scene mostrate”.

Per questi motivi l’associazione si è rivolta alla Procura della Repubblica, chiedendo di sequestrare la puntata di ieri di Bisturi e accertare eventuali violazioni.

L’associazione torna poi a chiedere la cancellazione della trasmissione del palinsesto perché amorale e inadatta ad un pubblico di giovani.

CODACONS

MPS E BANCA 121: 5 COSE CHE I RISPARMIATORI DEVONO SAPERE SUI PRODOTTI OGGETTO DI INDAGINE PER TRUFFA 


Firenze 25 febbraio 2004 - L'iscrizione del Governatore di Bankitalia nel registro degli indagati della procura di Trani ha finalmente riacceso la luce dei riflettori su dei prodotti finanziari ingannevoli progettati da Banca 121 e MPS Finance.

Sono ancora centinaia di migliaia i clienti del Gruppo MPS (Banca 121, Banca Agricola Mantovana, Banca Toscana e Banca Monte dei Paschi di Siena) che non sanno di averli acquistati e/o che non conoscono l'entita' del danno economico che hanno ricevuto. Facciamo il punto sulle cose essenziali da conoscere:

1. Quali sono i prodotti ingannevoli di Banca 121 e MPS? Deve informarsi meglio chi ha acquistato i seguenti prodotti: MyWay, 4You, Dolce Vita, 121 Performance, 121 Soluzione Futuro, Visione Europa, BTP Index, BTP Option, BTP Tel, BTP On Line, CTZ Reverse 2002, CTZ Equity 2002, CTZ Action 2002, BOT Strike 2002, BOT Strike 2001, BOT Equity, BOT Reverse, BOT Barrier.

2. Cosa ci sarebbe di illegittimo in questi prodotti? Questi prodotti, secondo noi, violano varie norme del Testo Unico della Finanza, ma l'elemento che creerebbe l'ipotesi di truffa contrattuale, sul quale la procura di Trani sta indagando, e' il fatto che con i prodotti MyWay-4You e simili la banca rivendeva ai clienti un'obbligazione del proprio gruppo bancario (quindi in conflitto di interessi) con un ingiustificato sovrapprezzo oscillante fra il 10 ed il 30%. In questo modo la banca ha lucrato enormi guadagni a danno dei clienti. Con le obbligazioni strutturate (BTP Tel, BTP Option e simili) la truffa contrattuale si sarebbe perpetrata grazie alla vendita di un opzione PUT fatta inconsapevolmente dai clienti ad un prezzo di circa il 30% inferiore a quello del mercato. Banca 121 rivendendo l'opzione acquistata dai clienti avrebbe, ancora una volta, lucrato enormi guadagni sulla pelle dei clienti ai quali veniva trasferito il rischio dei mercati azionari quanto pensavano di aver acquistato un "BTP della banca con una buona cedola".

3. Perche' i tavoli di conciliazione fatti da alcune associazioni di consumatori sono stati un ulteriore inganno per i risparmiatori traditi? Un prodotto illegittimo e' illegittimo per tutti, indipendentemente da come ed a chi e' venduto. La commissione di conciliazione e' servita esclusivamente a legittimare dei prodotti che presentano evidenti profili di illegittimita' e illiceita' (evidentissimi in sede civile e sotto oggetto di indagine in sede penale): l'Aduc ha testimonianze di centinaia di risparmiatori traditi anche da questa commissione di conciliazione.

4. Cosa devono fare i risparmiatori ingannati da Banca 121 e MPS? L'unica strada che fino ad oggi ha dato i suoi frutti, indipendentemente da come ed a chi sono stati venduti questi prodotti, e' quella dell'azione legale. La banca sa benissimo che i contratti sono legalmente attaccabili e non si puo' permettere di arrivare a giudizio se gli atti di citazione sono ben strutturati. Da circa un anno l'Aduc ha creato un pool di legali specializzati.

5. Si deve continuare a pagare le rate dei prodotti MyWay-4You o simili? E' bene sapere che i mutui inclusi in questi prodotti comportano la segnalazione in centrale rischi (oltre certi importi) e la segnalazione certa, come cattivi debitori, in caso di mancato pagamento. Questo puo' comportare difficolta' nell'accesso al credito. Quindi coloro che pensano di dover chiedere prestiti e/o affidamenti alle banche (ad esempio gli imprenditori o chi pensa di comprare un immobile con un mutuo o un automobil e a rate) e' bene che continui i pagamenti.

Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio


MPS E BANCA 121: L'IPOTESI DI TRUFFA CONTRATTUALE 


Firenze 25 febbraio 2004. Il disegno criminoso che configurerebbe il reato di truffa contrattuale sul quale sta indagando la procura della repubblica di Trani e' il seguente:

Banca 121 aveva l'impellente necessita' di aumentare gli utili in previsione della vendita al gruppo MPS (al fine di aumentare il prezzo di vendita), ha progettato cosi' i prodotti ingannevoli come i mutui di scopo camuffati da prodotti previdenziali ("My Way", "4 You" e simili) e le obbligazioni strutturate di tipo reverse convertibile come BTP Tel, BTP Index e simili.

Attraverso questi prodotti la banca avrebbe realizzato un "illecito profitto" a causa dei prezzi di vendita delle obbligazioni contenute all'interno dei mutui di scopo e dell'opzione put venduta congiuntamente alle obbligazioni strutturate.

Nel caso dei mutui di scopo camuffati da prodotti previdenziali con il soldi del mutuo, il cliente acquistava una obbligazione emessa da una banca dello stesso gruppo bancario (quindi indirettamente finanziava a sua volta la stessa banca). L'ingordigia della banca, pero', non si e' limitata a questa operazione (che di per se' comporta un profitto legato alla forbice fra tassi attivi e tassi passivi) ma ha voluto lucrare un ingiustificabile profitto immediato (pari al 10/30%) legato al prezzo di vendita dell'obbligazione.

Ad esempio, il 15 Maggio 2001 Banca Agricola Mantovana ha emesso una obbligazione (codice ISIN IT0003120919) al prezzo di 16,57 centesimi. Il 30 Maggio, con i soldi del mutuo incluso nel 4You Banca Toscana (dello stesso gruppo MPS, come Banca 121) la rivendeva al prezzo di 22,47 centesimi! Il 35,61% in piu' del suo valore!

In questo modo, con un contratto "4You" da 77,47 euro mensili (le vecchie 150 mila lire) la banca incamerava immediatamente ? 2.561,53 di utile (circa 5 milioni del vecchio conio) derivante da questo sovrapprezzo! Questi cinque milioni di guadagno, secondo l'ipotesi di reato costituiscono un illecito profitto.

Il meccanismo delle obbligazioni strutturate e' per certi versi simile. Con questi contratti il cliente acquistava un titolo di Stato e, con un altro contratto stipulato simultaneamente, vendeva alla banca una opzione put (uno strumento finanziario speculativo). Il prezzo dell'opzione put era inferiore rispetto al suo valore di mercato di circa il 40%. Una volta acquistata l'opzione, la banca la rivendeva immediatamente sul mercato al suo valore effettivo e lucrava sulla differenza senza assumersi nessun rischio (che si assumeva il cliente).

E' utile ricordare il principio consolidato dalla Corte di Cassazione Penale, in ordine al quale "la conclusione di un negozio giuridico puo' integrare gli estremi della truffa anche se il comportamento contrattuale sia corretto, quando la condotta dell'autore del reato sia preordinata al fine di procurarsi un ingiusto profitto e la rappresentata correttezza sia strumentalizzata allo scopo di sorprendere la buona fede dell'altro contraente sotto la parvenza di una regolare attivita' negoziale" (Cass. pen., 14/01/1982 PARTI IN CAUSA Romano).

E' importante infine sottolineare che i metodi con i quali la Banca 121 ha abbellito i propri bilanci sono stati estesi a tutto il gruppo Monte dei Paschi di Siena dopo l'acquisizione avvenuta i primi mesi del 2000. Il gruppo MPS, quindi, non puo' dirsi -come sta tentando di fare- parte lesa poiche' non solo Banca 121 ha continuato ad vendere gli stessi prodotti anche dopo l'acquisizione da parte del gruppo, ma il prodotto "4 You" (quello con il quale si realizza il profitto immediato piu' elevato, grazie al meccanismo del finanziamento) e' stato esteso a tutte le banche del
gruppo: Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Toscana, Banca Agricola Mantovana, Cariprato, Banca Popolare di Spoleto.

Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DI MPS SU MYWAY E 4YOU: UNA PROPOSTA PUBBLICA DI COMPOSIZIONE BONARIA DELLA CONTROVERSIA 


Firenze, 25 febbraio 2004 - Spettabile professor Fabrizi, La vicenda dei prodotti MyWay e 4You sta distruggendo l'immagine del gruppo bancario che Lei presiede. I prodotti per come sono progettati, e non solo per come sono stati venduti, secondo i legali dell'Aduc violano tutta una serie di norme di settore (Testo Unico della Finanza). Attraverso questi contratti, infatti, la banca ha venduto con un incredibile sovrapprezzo in contropartita diretta obbligazioni emesse dal vostro gruppo bancario.

La vostra posizione attuale, invece, riafferma la legittimita' legale dei prodotti, ma si mostra disponibile a valutare i singoli casi. I danni derivanti da questo atteggiamento rischiano di essere molto superiori ai costi di una soluzione generale per tutti i sottoscrittori di questi prodotti che lo richiedessero.

Ci sono varie forme tecniche di soluzione generalizzata, che possono essere valutate e che non comportano costi eccessivi per l'istituto: e' necessario pero' partire dalla considerazione che il prodotto in se' presenta "punti di criticita'" che devono essere eliminati per tutti.

Vi proponiamo una composizione bonaria della controversia. L'Aduc ed il Monte dei Paschi di Siena richiederanno un parere pro veritate ciascuno ad un emerito giurista di propria scelta e provata conoscenza del diritto dell'intermediazione finanziaria. Il testo della richiesta di parere sara' redatto dall'Aduc; Banca MPS potra' fornire la documentazione e le precisazioni che riterra' necessarie al fine di permettere ai giuristi di formulare un parere indipendente e oggettivo.

I giuristi dovranno impegnarsi a fornire il parere entro 30 giorni dal ricevimento dei quesiti. Qualora i due pareri concordassero nel ritenere violate alcune norme del Testo Unico della Finanza, il gruppo MPS si impegnera' a concordare con l'Aduc una soluzione per la generalita' dei contraenti che desidereranno uscire dal prodotto.

Qualora i due pareri fossero concordi nel ritenere non violale le norme del Testo Unico della Finanza l'Aduc si impegnera' a non promuovere piu' azioni legali sullo specifico punto. Qualora i due pareri fossero discordi, ciascuno delle due parti sarebbe libera da impegni.

Evidentemente, se il gruppo Bancario che Lei presiede e' certo della propria posizione in merito alla validita' legale di questi prodotti, avra' tutto l'interesse ad accettare questa proposta; in caso contrario ciascuno sara' libero di trarne le proprie conseguenze.

Attendiamo una Sua gradita risposta entro 15 giorni, trascorsi i quali continueremo le nostre azioni giudiziarie in essere in sede civile, e promuoveremo anche una serie di azioni penali basate sull'ipotesi di truffa contrattuale.

Distinti saluti

Vincenzo Donvito, Presidente Aduc
Alessandro Pedone, Responsabile Aduc per la Tutela del Risparmio

BANCA D'ITALIA: OCCASIONE PER MODIFICARE LE NORME PROPOSTE SULLA TUTELA DEL RISPARMIO 


Roma, 25 Febbraio 2004. Modificare le norme proposte sulla tutela del risparmio, attribuendo al solo Antitrust la competenza sulla concorrenza. La ripartizione delle competenze tra Banca d'Italia e Antitrust, prevista dall'attuale Ddl, blocca di fatto qualsiasi iniziativa per il potere di veto che un istituto avrebbe nei confronti dell'altro.

E' un classico tentativo di compromesso che non risolve il problema di salvaguardare la concorrenza nel settore bancario. L'avviso di garanzia (che per noi rimane tale, in tutte le epoche e in tutti i luoghi) inviato al Governatore della Banca d'Italia, offre al Governo l'occasione per ripensare alla proposta fatta con le norme sulla tutela del risparmio, alle quali dovrebbe essere aggiunta quella relativa all'azione collettiva (class action).

In questo senso Governo e Parlamento devono dare una chiara indicazione: stare dalla parte dei cittadini o mediare tra i poteri costituiti.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

martedì, febbraio 24, 2004

USI AIT: comunicato 1 marzo sciopero generale  

COMUNICATO SINDACALE DI SCIOPERO (intera giornata)
Per affissione nei luoghi di lavoro ex art. 25 L.300/70 e L.146/90

1° MARZO 2004: GIORNATA DI LOTTA E DI SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO PER TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, DELLE AZIENDE PRIVATE E PUBBLICHE, DELLE COOPERATIVE E ASSOCIAZIONI, con manifestazioni regionali insieme ai Cobas.

L'UNIONE SINDACALE ITALIANA - USI AIT - estende lo sciopero della scuola alle altre categorie delle pubbliche amministrazioni, dei servizi esternalizzati e in appalto e dei settori privati sulla seguente piattaforma: contro l'attacco alla scuola ed ai servizi pubblici, contro la riforma Moratti per la Scuola e l'Università, per salari dignitosi ed il recupero dell'inflazione reale, per un salario/reddito sociale, contro la riforma peggiorativa del sistema pensionistico, per contrastare la legge 30 che introduce maggiore flessibilità e precarietà lavorativa e sociale, per l?assunzione dei precari nella P.A. (enti locali, ministeri, enti e istituti di ricerca, università, scuola) contro l'uso indiscriminato di appalti, esternalizzazione e privatizzazioni dei servizi sociali e pubblici, per la difesa delle libertà sindacali e di sciopero, per una cultura di pace e contro la logica della guerra sociale permanente.

A ROMA, MANIFESTAZIONE CORTEO ORE 10 PIAZZA ESEDRA

UNITI SI PUO? VINCERE, DIVISI SI FA IL GIOCO DI PADRONI E PADRONCINI.


Hanno già dato l'adesione alla giornata di lotta e di sciopero del 1° Marzo l'Associazione nazionale di difesa e tutela utenti e consumatori USICONS, l'Associazione Culturale 'Iside', Laboratori Sociali di Roma e coordinamenti di precari e intermittenti dei servizi.

Segreteria nazionale generale collegiale confederale
UNIONE SINDACALE ITALIANA USI AIT

FAZIO INDAGATO PER FAVOREGGIAMENTO. L'INIZIO DI UNA SVOLTA SUI FAMIGERATI PRODOTTI DI BANCA121/MPS? 


Firenze, 24 Febbraio 2004. Il governatore di Bankitalia Antonio Fazio e' indagato per favoreggiamento reale nel delitto di truffa aggravata e continua ai danni di migliaia di persone dalla Procura della Repubblica di Trani, che indaga sul collocamento nel mercato finanziario di tutta una serie di prodotti finanziari emessi dal Banca121 e poi ereditati dal nuovo proprietario di questa banca, il Monte dei Paschi di Siena.

Si tratta di quei prodotti come il MyWay-4You e quelli con nomi che li facevano sembrare sicure emissioni dello Stato (Btpel, Btpindex e Btponline). E' bene ricordare che il governatore Fazio, in sede di udienza parlamentare alcune settimane fa, rispetto a questi prodotti aveva serenamente dichiarato che i risparmiatori erano tutelati, in quanto le banche stavano procedendo con i tavoli di conciliazione a rimborsarli.

Quei tavoli di conciliazione che noi abbiamo piu' volte denunciato perche', dei quasi 4 mila casi affrontati, erano giunti a proposte risolutorie solo per lo 0,50%. E' bene ricordare che i risparmiatori coinvolti in questi prodotti sono alcune centinaia di migliaia (quasi centomila per i solo My Way-4You).

E per questo abbiamo continuato con le azioni giudiziarie, nonostante l'assordante silenzio di molta informazione finanziaria e non che, sulla materia, dava
tutto per risolto coi tavoli di conciliazione, in cui -fatto non secondario-c'e' la complicita' di alcune associazioni di consumatori desiderose solo di sedere ad un tavolo ed avere la medaglietta piuttosto che aiutare i risparmiatori a riavere il maltolto.

Con l'iscrizione del governatore Fazio nel registro degli indagati, sicuramente siamo ad una svolta in materia. Purtroppo eravamo stati profeti e avevamo da tempo sostenuto che si trattava di un pentolone pieno di tanti problemi pronti ad esplodere. Che sia questo l'inizio dell'esplosione?

Che cio' avvenga non giova ad alcuno. E basterebbe poco. Che le autorita' responsabili (tra cui c'e' ovviamente anche Consob) facciano un passo indietro riconoscendo la leggerezza dei loro controlli e, per esempio, cominciando a rispondere alle nostre sollecitazioni sulle legittimita' proprio di questi prodotti.

E che facciano un passo indietro anche le banche: i soldi che dovranno spendere per rimborsare sarebbero molto, ma proprio molto meno di quanto dovranno investire per riconquistare un minimo di credibilita' presso i risparmiatori e le autorita' nazionali e comunitarie.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

ps: e dopo tocca a Berlusconi. L.M.

AVVIO DIGITALE TERRESTRE: UNA STORIA TUTTA DA BELPAESE 


Firenze, 24 febbraio 2004. I contributi dello Stato per il passaggio al digitale terrestre, sono di 150 euro per ogni decoder che viene acquistato. Ma per usufruirne bisogna dimostrare, al momento dell'acquisto, di essere in regola con il pagamento della tassa di possesso di un apparecchio atto a ricevere un segnale televisivo.

Che e' come dire che il cittadino che si presenta ad un pronto soccorso, per usufruire dei servizi del sistema sanitario nazionale, deve portarsi dietro la denuncia dei redditi. Un concetto base del nostro sistema giuridico, la presunzione di innocenza fino a prova contraria dimostrata, viene capovolto, perche' il presupposto nell'approccio, in questo caso, e' che il contribuente sia sempre un evasore fiscale e lui deve sempre dimostrare di non esserlo.

E lo Stato, per verificare che non stia mentendo, non si avvale del suo personale preposto, ma del comune cittadino a mo' di spia: nel caso il commerciante che si deve collegare al sito Internet per verificare il regolare pagamento che, se cosi' non e', presupponiamo debba sporgere denuncia all'autorita' (quantomeno per falsa dichiarazione): non sappiamo quale nuova figura di polizia fiscale rappresentino questi neo-arruolati.

Ma la storia tutta italiana continua. Il canone/tassa per la Rai e' di euro 99,60, il contributo a chi e' in regola e' di euro 150. Cioe' lo Stato elargisce un premio per chi e' in regola con il fisco, e questo premio gli costa euro 50,40. E' evidente che questo calcolo e' pretestuoso, e che tante giustificazioni possono essere apportate (lancio di un nuovo sistema di comunicazione, incentivo del settore, etc.), ma sicuramente non giova alla semplificazione e alla chiarezza ... che e' quello a cui ognuno agognerebbe.

Ed e' la diretta conseguenza dell'esistenza della tassa/canone: che tutti, compreso il ministro Maurizio Gasparri (almeno nella sua vita precedente di non-ministro delle Comunicazioni), si rendono conto essere iniqua e odiosa e iper-evasa. Ma che proprio per questo, invece di modificare la situazione con la sua abolizione (che sarebbe il minimo per un sistema televisivo senza abuso di posizione dominante della Rai), ci si attorcigliano adattandosi a concepire e vivere in questi sistemi ridicoli e pericolosi come quello del contributo/decoder.

Risultati? Crediamo sempre il solito. Il deterioramento della fiducia dei cittadini verso le istituzioni e della speranza che qualcosa possa modificarsi. Qualcuno crede che non ci saranno mercati paralleli a quelli legali? Basta avere un po' di pazienza, quando sara' finito (per esaurimento dei fondi a disposizione) il giusto calcolo che ogni non-contribuente di canone si fara' (conviene pagarlo in virtu' dello sconto di 150 euro e il "guadagno" di 50,60 euro).

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

VENDITE AL DETTAGLIO 2003: I CONSUMATORI SONO RIMASTI “IN MUTANDE” 


CONFERMATE LE PREVISIONI DEL CODACONS

“Il Codacons lo aveva detto: i consumatori a fine 2003 resteranno “in mutande” a causa del carovita, e così è stato!”. Così Carlo Rienzi, Presidente Codacons, commenta i dati sulle vendite al dettaglio nell’anno passato diffusi oggi dall’Istat.

“Al di là delle battute – prosegue Rienzi – il dato che emerge non è confortante: i consumatori costretti a rinunciare agli acquisti non indispensabili come l’abbigliamento e le calzature, beni su cui i commercianti hanno scatenato l’aumento selvaggio dei prezzi, mentre reggono gli alimentari perché del cibo non si può fare a meno per sopravvivere. I consumatori, inoltre, hanno modificato le proprie abitudini in una lotta serrata al caroprezzi, scegliendo di acquistare laddove i prezzi sono più bassi, come hard discount o ipermercati.”

“Questi – conclude Rienzi – sono gli effetti del carovita che in 2 anni ha massacrato i consumatori italiani costringendoli a modificare le abitudini e a limitare i consumi”.

CODACONS

INTERNET: LE GARANZIE PER L'ACQUISTO 


Roma, 24 Febbraio 2004. Acquistare un prodotto su internet puo' essere conveniente perche' non si passa attraverso i tradizionali negozi e perche' si riceve l'oggetto a casa propria senza doversi scomodare e perdere tempo
in estenuanti "passeggiate" nelle vie commerciali.

Quali sono le garanzie per chi acquista attraverso lo strumento telematico?

La vendita via internet rientra in quelle definite "a distanza" per le quali e' previsto il diritto al ripensamento (recesso), da esercitarsi entro dieci giorni con raccomandata con avviso di ricevimento e, sempre entro 10 giorni, restituire la merce.

Il fornitore deve restituire la somma versata entro trenta giorni dal ricevimento della raccomandata del consumatore. Consigliamo di controllare i costi del prodotto, ai quali vanno aggiunte l'IVA, le spese di spedizione e quelle doganali. In caso di cattivo funzionamento del prodotto (es. un televisore) ci si deve rivolgere al venditore, cioe' alla societa'
che ci ha venduto il bene e non al produttore, analogamente a quanto avviene per l'acquisto nei negozi tradizionali.

E' sempre bene accertarsi che nel sito siano indicate la ragione commerciale (il nome dell'azienda), il numero di iscrizione alla Camera di commercio, l'indirizzo e i numeri telefonici e di fax. In caso di contestazione non risolta ci si puo' rivolgere al Giudice di Pace della propria citta' di residenza. Il ricorso e' gratuito per un valore sino a 516 euro e con assistenza legale fino a 2.582 euro.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

lunedì, febbraio 23, 2004

COOP SOCIALI: APPELLO A TUTTI GLI OPERATORI/TRICI, AI COLLETTIVI E COORDINAMENTI 


APPELLO A TUTTI GLI OPERATORI/TRICI, AI COLLETTIVI, AI COORDINAMENTI DI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE SOCIALI.

170.000 assistenti di base, educatori, operatori sociali da 25 mesi senza contratto di lavoro oltre 2000 euro di arretrati da ricevere un salario medio da 800 euro al mese l'aumento della precarietà e flessibilità per i part-time e non solo l'ulteriore taglio ai diritti per chi è socio-lavoratore.

Questo è il panorama catastrofico per il lavoratori e soci lavoratori delle cooperative sociali, nel quasi totale silenzio di massmedia e organizzazioni sindacali confederali. Ecco la vera risorsa del famoso no-profit, del terzo settore, della cooperazione sociale: lavoratori e lavoratrici mal pagati, supersfruttati, superflessibili, con contributi previdenziali ridicoli, sottoposti al ricatto dei cambi di appalto. La nostra è una battaglia per i diritti, la dignità, il reddito. La maggior parte dei dirigenti di cooperative, invece di tutelare i propri soci e la qualità dei servizi, sono diventate complici e strumenti dello smantellamento dello stato sociale, prestatori di manodopera motivata e qualificata offerta in saldi per le privatizzazioni dei servizi comunali e delle aziende USL. CGIL, CISL e UIL "trattano" questo ennesimo contratto bidone, al di là dei proclami per recuperare il malcontento. Questo rinnovo contrattuale, come negli altri settori, assomiglia ad un pessimo compito di ragioneria: recuperi fittizi dell'inflazione e zero aumenti reali in cambio di sempre più precarietà e flessibilità. Per una nuova stagione di lotta nel settore delle coop sociali. Facciamo appello a tutto il sindacalismo di base e ai collettivi di lavoratori per costituire un COORDINAMENTO NAZIONALE DI LOTTA

ASSEMBLEA NAZIONALE a Firenze sabato 28 febbraio ore 14.00 presso il DLF (Sala grande del Dopo Lavoro Ferroviario) in Via Alamanni 6 (lato stazione FS s.m.n.)

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Il Policlinico Umberto I necessita di urgenti ristrutturazioni  


CODICI dichiara: occorre una ristrutturazione dell’intero Pronto Soccorso e di molti altri reparti

CODICI da sempre denuncia la scarsa inefficienza e la disorganizzazione dei servizi erogati dal Policlinico Umberto I: dal caos in cui versa il Pronto Soccorso, alle attese di ore o giorni per i pazienti che in esso si trovano per avere una Tac, un tracciato, o un posto letto, allo scenario raccapricciante dell’accettazione.

Il Pronto Soccorso, afferma il CODICI, ha bisogno di medici competenti, non solo di specializzandi, che non hanno le sufficienti cognizioni mediche e a volte fanno la differenza tra la vita e la morte del paziente.

Anche i servizi della struttura sono scarsi. Sconcertante, infatti, è constatare che nel Pronto Soccorso vi è un solo bagno per le esigenze sia della gente in attesa, sia delle persone che sono dentro la piastra.

Altro aspetto da segnalare è la cattiva gestione del flusso dei parenti, che non riescono a ricevere informazioni sui loro cari.

Oltre alle carenze del Pronto soccorso, bisognerebbe bisognerebbe rivedere l anche e modalità di accesso a tutti i servizi erogati dal Policlinico.

Bisogna rivalutare il ruolo dei MEDICI DI BASE che devono offrire un’adeguata ed efficiente collaborazione, invece di demandare al Pronto Soccorso tutti i casi, senza alcuna azione di filtraggio.

Questo permetterebbe di venire incontro al problema dell’intasamento per accedere ai vari servizi, ed in particolare a quelli elettromedicali, e per effettuare un eco color doppler o una visita endocrinologia, per i quali le attese sono almeno di tre mesi.

Il CODICI chiede di prendere in seria considerazione queste inefficienze in modo che l’assistenza sanitaria non sia solo presente, ma anche e soprattutto ben funzionante e di qualità.

Roma, 19 febbraio 2004

FNSI: sulle esternazioni di Berlusconi a "La Domenica Sportiva" 


Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi, ha inviato la seguente lettera ai Presidenti della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla RAI, Claudio Petruccioli, e dell’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni, Professor Enzo Cheli:

“Sono costretto a sottoporVi la gravissima situazione dell’informazione nel momento in cui si apre la campagna elettorale per le elezioni europee e amministrative del 12 e 13 giugno.

L’intervento in diretta , ieri sera, del Capo del Governo, capolista del suo partito in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali per le europee, nel corso della seguita trasmissione “la Domenica Sportiva”, durante la quale per oltre venti minuti ha discettato della squadra di cui è Presidente e del calcio in generale, rappresenta solo l’ultimo episodio di una serie di diluviali esternazioni del Premier nei principali TG di RAI e Mediaset, e in alcuni dei più seguiti programmi di approfondimento informativo sia televisivo sia radiofonico. Una evidente conseguenza del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio.

“La Domenica Sportiva” è un programma giornalistico di RAI Sport, diretto da un giornalista e condotto da colleghi. Silvio Berlusconi ha imposto la propria presenza obbligando professionisti dell’informazione a dargli spazio e credito. E’ significativo che la stessa Presidente della RAI abbia invocato in diretta l’autonomia del servizio pubblico.

La Federazione della Stampa condivide le parole di Lucia Annunziata che però devono avere un senso in tutto il sistema dell’informazione in questo delicato momento. Se persino lo sport e l’informazione sportiva diventano terreni di esposizione mediatica del Capo del Governo, se un quotidiano sportivo diffuso a livello nazionale intitolava ieri a titoli di scatola “Berlusconi-Inter 3–2” commentando il risultato del derby milanese, se trasmissioni come “Porta a Porta” e “Radio anch’io” vedono la presenza costante del Premier, la campagna elettorale ne risulta distorta e in gran parte drogata.

Non basta chiedere ai direttori di testata senso di responsabilità e misura, l’esercizio del potere personale e mediatico senza limiti non consente la pari condizione nell’informazione tra le forze politiche che si confronteranno alle elezioni. Con un evidente vantaggio per quella che fa riferimento a Silvio Berlusconi.

In queste condizioni, in difesa della libertà di informazione, della pari condizione e dell’autonomia dei giornalisti, Vi chiedo di intervenire, nelle forme previste dalla legge, al fine di garantire ai cittadini una informazione equilibrata e corretta”. Prot. n. 24/C. Roma, 23 febbraio 2004

FNSI

TABACCHI: UNA NUOVA AVVERTENZA SUI PACCHETTI 


Roma, 23 Febbraio 2004. Una nuova avvertenza sui pacchetti di sigarette potrebbe suonare cosi': fumare porta al fallimento. Al posto del necrofilo "Il fumo uccide", la nuova dizione proposta forse avrebbe effetti maggiori, visti i costi che comporta l'antico "vizio".

Lo Stato, che impone le scritte salutiste esercita, pero' una fiscalita' da strozzino: il 75% del prezzo di vendita, tra Iva e accise, il che vuol dire 10 miliardi di euro (19.362 miliardi di lire), piu' del 2% del totale delle entrate fiscali. Nel 2003 il prezzo delle sigarette e' aumentato del 6,4% e, nonostante le vendite siano diminuite dell'1,4%, l'Erario ha incassato 340 milioni di euro in piu'.

Nella Finanziaria 2004 inoltre e' fissato un aumento del prezzo del pacchetto di sigarette di 20 centesimi di euro (387 lire), per un ulteriore introito di 850 milioni di euro da destinare alla sicurezza, si presume anche quella di controllo del contrabbando di tabacco.

E' noto che una delle cause del commercio illegale e' l'elevata tassazione, sicche' aumentando le tasse si aumenta il rischio contrabbando, per combattere il quale si e' aumentata la tassazione.

Un classico del cane che si morde la coda. Da aggiungere che l'Unione europea assegna ai produttori di tabacco aiuti complessivi annui per poco meno di un miliardo di euro (1.936 miliardi di lire) e l'Italia e' primo Paese in Europa per la coltivazione del tabacco, con una produzione annua di 130mila tonnellate, pari al 38% della produzione europea, e 125mila addetti.

Insomma un bell'affare coperto dalla foglia di fico de "il fumo uccide". Sarebbe meglio far leva sul costo: un pacchetto di Marlboro ormai viaggia su 3,35 euro (6.486 lire), un vero e proprio salasso, del quale dobbiamo ringraziare lo Stato, almeno per il 75%.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc.

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