mercoledì, febbraio 25, 2004
IL CODACONS DENUNCIA PER TRUFFA TREMONTI, GIOVANARDI E ARMOSINO PER IL DECRETO LEGGE SULLE CASE DEGLI ENTI
MIGLIAIA DI INQUILINI DEGLI IMMOBILI PUBBLICI HANNO COMPRATO A PREZZI ALTISSIMI INGANNATI DALLA PROMESSA DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE DEL 2001 MA IL DECRETO LEGGE APPROVATO L’ALTRO IERI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI ESCLUDE L’80% DEGLI AVENTI DIRITTO
ORA GLI INQUILINI CHE NON HANNO NEMMENO IMPUGNATO AL TAR I PREZZI ALTI SONO RIMASTI FREGATI. SUL SITO DEL CODACONS LA LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI
Mentre i manifesti di ambedue gli schieramenti politici sostenevano che la legge finanziaria 2004 aveva risolto il problema dell’effettiva determinazione del prezzo d’acquisto degli immobili degli enti pubblici coinvolti nell’operazione di cartolarizzazione c.d. “Scip 2”, riportando tale valutazione a quella di mercato corrente nell’anno 2001, con il decreto legge presentato e approvato il 20 febbraio 2004 dal Consiglio dei Ministri si decideva all’articolo unico, comma 1, testualmente che: "Il prezzo di vendita delle unità immobiliari ad uso residenziale, ai conduttori che abbiano manifestato, con le modalità previste dal secondo periodo del comma 20 dell’articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n. 410 e successivamente modificato, la volontà di acquisto nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del citato decreto legge 25 settembre 2001 n. 351 e la data del 31 ottobre 2001, è determinato, al momento dell’offerta in opzione e con le modalità di cui al comma successivo, sulla base dei valori di mercato del mese di ottobre 2001”
Con tale testo, sostiene il Codacons, praticamente sono stati ingannati l’80% degli inquilini che avevano prestato già dal 1999 la loro risposta all’opzione di offerta proposta dagli enti all’epoca proprietari degli immobili.
Non solo vi sono conduttori esclusi tra coloro i quali già nel 1999 avevano manifestato l’opzione all’acquisto, ma anche tra coloro che avevano manifestato l’opzione nel 2001: infatti, la legge n. 410 del 23 novembre 2001 avente ad oggetto la conversione del d.l. 351/2001 che ha previsto – solo in sede di conversione - all’art.3, comma 20 che: “ Le unità immobiliari definitivamente offerte in opzione entro il 26 settembre 2001 sono vendute, anche successivamente al 31 ottobre 2001, al prezzo e alle altre condizioni indicati nell'offerta”, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.274 del 24 Novembre 2001 e, dunque, risulta entrata in vigore successivamente al periodo di tempo previsto per l’esercizio del diritto, con ciò escludendo –ingiustamente- chi aveva manifestato tale volontà precedentemente. E nemmeno potevano presentare la domanda dopo la legge visto che la legge prevedeva un periodo per la domanda….già trascorso!!!
Tale comportamento induce a pensare che gli annunci in Parlamento ( nonché quelli in altre sedi, come ad esempio su tutta la stampa nazionale) sia del Ministro per i rapporti con il Parlamento on. Carlo Giovanardi, in occasione della discussione alla seduta del 14 gennaio 2004 in risposta all’interrogazione n. 3-02932, sia di altri autorevoli rappresentanti del Governo, ad esempio il Ministro dell’economia e finanze on. Giulio Tremonti, il sottosegretario al Ministero dell’Economia con delega alle dismissioni degli immobili degli ex-enti pubblici, on Maria Teresa Armosino (con cui si affermava che: “ Il Parlamento si è interessato della materia ed ha introdotto nella legge finanziaria una norma molto chiara, che dispone, sostanzialmente, che debbano essere applicati i prezzi del 31 ottobre 2001 per chi ha presentato domanda entro quella data. ‘Chi ha espresso la volontà di acquisto entro il 31 ottobre 2001, a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, avrà il prezzo e le condizioni determinate in base alla normativa vigente alla data della predetta manifestazione di volontà di acquisto…’”), siano stati ingannevoli e abbiano anche indotto molti a stipulare i contratti in queste settimane ai prezzi di mercato attualmente correnti, ossia altissimi e superiori del 30-40% rispetto al prezzo del 2001 nella certezza che sarebbe stato decisa la restituzione di quanto pagato in più. Tuttavia, ciò non è avvenuto e moltissimi inquilini, ingannati dai deputati e ministri, non hanno nemmeno proposto ricorso agli organi giurisdizionali competenti avverso la errata ed ingiusta determinazione del prezzo offerto ed ora sono impossibilitati a agire in giudizio a causa dell’inganno subito.
Per questo il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si chiede di accertare i fatti e le responsabilità a carico di chi ha ingannato gli inquilini inducendoli a fare i contratti nella certezza di avere restituiti i soldi e così ha danneggiato migliaia di cittadini.
L’associazione inoltre invita tutti gli inquilini ingannati a scaricare sul sito internet www.codacons.it una lettera-tipo attraverso la quale i cittadini possono chiedere a deputati e senatori di correggere il D.L. sulle case degli enti pubblici nella fase della conversione in legge.
CODACONS