giovedì, febbraio 26, 2004
RISPARMI: OCCORRE TUTELARE I RISPARMIATORI
Roma, 26 Febbraio 2004. "Non si curano i mali delle banche distruggendo la credibilita' dei banchieri", cosi' Mario Deaglio ieri su La Stampa. Bene, anzi, male perche' le banche sono dirette da persone ed enucleare la responsabilita' dei singoli da quella dell'istituto bancario e' operazione ben difficile, soprattutto perche' le maggiori banche italiane sono state coinvolte, per un verso o l'altro, in operazioni nelle quali a rimetterci le penne, pardon, i soldi, sono stati i risparmiatori.
Attualmente ci sono in circolazione 172 emissioni obbligazionarie di societa' italiane, per un importo di 81 miliardi di euro, 11 miliardi dei quali senza rating (per quanto possano valere i rating, vedi Parmalat). Nel 2004 scadranno obbligazioni per 11.5 miliardi, dei quali 1,6 senza rating.
Cosa accadra?
Come recuperare la fiducia e dare credibilita' al sistema finanziario? Le banche tentano di salvare "l'onore" istituendo commissioni conciliative con alcune associazioni di consumatori. Il risultato di quella del Monte dei Paschi di Siena, per i prodotti Myway e 4You, ha prodotto un risultato eclatante: solo allo 0,5% dei casi esaminati sono stati restituiti i soldi.
Nel frattempo altre banche hanno avviato tavoli di conciliazione con alcune associazioni di consumatori. Staremo a vedere. Tre giorni fa il ministero dell'Economia ha dettato nuove regole, il cosiddetto decalogo della trasparenza. Sta di fatto che in precedenza, per la custodia dei Bot (non si capisce che cosa si deve custodire, visto che i titoli sono da tempo dematerializzati), le banche applicavano una commissione di 10.33 euro all'anno, con il nuovo decreto saranno 10 euro a semestre, cioe' 20 euro all'anno, praticamente il doppio.
Il Ddl sul risparmio, che deve essere ancora assegnato alle competenti commissioni parlamentari, prevede la cogestione tra Banca d'Italia e Antitrust per le questioni attinenti la concorrenza tra le banche, cosi' scatteranno le reciproche interdizioni. Non e' prevista invece l'azione collettiva (class action) dei cittadini ne' il patto quota-lite (soldi agli avvocati solo in caso di vittoria e in percentuale al rimborso).
Non ci pare che banche e rappresentanti istituzionali hanno nella loro testa la protezione degli interessi dei cittadini. Se il Governo e il Parlamento vogliono evitare una nuova tangentopoli bancaria devono muoversi, e rapidamente, nella direzione che porta a tutelare il risparmiatore. Altrimenti ne vedremo delle belle (brutte)!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc