giovedì, aprile 15, 2004
OTTOPERMILLE. DOVE VANNO A FINIRE I.. MIEI SOLDINI?
I CENTO MILIONI A DIRETTA GESTIONE DELLO STATO VANNO AL 36,46% ALLA CHIESA CATTOLICA, CHE GIA' PERCEPISCE PER CONTO SUO OLTRE UN MILIARDO
Firenze, 15 Aprile 2004. E' stato pubblicata l'edizione del 15 aprile del quindicinale "La Pulce nell'Orecchio", curato sul portale dell'associazione da Annapaola Laldi. In questo numero si "fanno le bucce", con rielaborazioni e accorpamenti statistici, ai fondi dell'ottopermille (OPM) che alcuni contribuenti destinano allo Stato, nella fattispecie -per il 2003, come da Gazzetta Ufficiale n.52/2004- poco piu' di cento milioni di euro (101.458.441,64).
Su 1265 domande arrivate per usufruire di questi fondi, solo 203 sono state ammesse, e cosi' ripartite:
FAME NEL MONDO:2,52%;
CALAMITA' NATURALI: 25,7%;
ASSISTENZA RIFUGIATI: 8,6%;
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI: 63,18%, cosi' ripartiti:
a) a favore di proprieta' cattoliche 36,46%,
b) a favore di opere civili 26,61%,
c) a favore degli Ebrei 0,105%.
(N.B. All'interno di questa voce, l'incidenza delle spese per la chiesa cattolica e' del 57,71%, quella per le opere civili del 42,12% e quella per gli Ebrei dello 0,17%).
Comunque la si guardi, la spesa dell'OPM statale a favore di beni della chiesa cattolica (la quale, peraltro, quest'anno prevede di incassare direttamente oltre UN MILIARDO di EURO di OPM!) e' sempre superiore a ogni altra singola voce.
Per completare il quadro va detto che la chiesa cattolica, per la conservazione dei beni culturali, non spende mai piu' di
un 5-6% del "suo" OPM. Perche', allora, lo Stato ne deve spendere, come quest'anno, il 36,4%?
Questa vera e propria occupazione da parte della chiesa cattolica anche dell'OPM statale non e' una novita', ma negli ultimi tre anni si era assistito a un lieve ridimensionamento del fenomeno, che faceva ben sperare. Invece, quest'anno, la clericalizzazione dell'OPM statale e', si direbbe, la nota dominante.
Le assurdita' scaturite dalla revisione del Concordato (febbraio 1984), che obbligarono lo Stato a farsi elemosiniere di se stesso per poter garantire alla chiesa cattolica un finanziamento stabile e sicuro, al posto (e piu' vantaggioso) della vecchia congrua (cioe' lo stipendio statale ai parroci cattolici), si ripresentano piu' acute ed evidenti ogni volta che ci
soffermiamo sull'argomento. Una di esse -e forse e' la piu' grave perche', in sostanza, slitta facilmente nell'inganno- e' quella della presunta "libera scelta" da parte dei contribuenti.
E' bene ripetere che chi non sceglie alcun beneficiario dell'OPM, regala la propria quota, in realta', a tutti i beneficiari (ad eccezione di Valdesi e ADI-Assemblee di Dio in Italia), in proporzione delle scelte espresse dagli altri (art.47
L.222/1985); e siccome la chiesa cattolica e' la piu' gettonata nella minoranza di chi esprime la scelta, a essa viene attribuita la stragrande maggioranza dell'OPM. Due sole cifre a conferma: nel 2002 allo Stato furono attribuiti poco piu' di 99 milioni di Euro, mentre la chiesa cattolica beneficio' di 908 milioni di Euro, cioe' poco meno di 10 volte la quota
dello Stato. Di conseguenza, chi crede che, non firmando, dara' i soldi automaticamente allo Stato, ci ripensi, perche' cosi' non e'.
Cosi' come chi sceglie di devolverli allo Stato, e' bene che tenga a mente che il 36,46% di quegli specifici soldi andranno comunque alla chiesa cattolica.
Ufficio stampa Aduc
Nota del redattore del Blog: chissà se l'Aduc considera che per mantenere alcune strutture aperte al pubblico la Chiesa Cattolica spende come tutte le famiglie italiane: acqua, luce, telefono? Tutti servizi in mano a società privatizzate fra le più care d'europa. E' lecito qui aggiungere, che il redattore di questo blog declina ogni responsabilità o personale adesione ai comunicati stampa qui pubblicati, che restano pertanto sola espressione dell'autore sia esso privato o associazione.