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giovedì, aprile 15, 2004

IRAQ: I CIVILI IN OSTAGGIO DEVONO ESSERE RILASCIATI IMMEDIATAMENTE, DICHIARA AMNESTY INTERNATIONAL 


Amnesty International e' preoccupata della sorte di diversi cittadini stranieri tenuti in ostaggio in Iraq. 'organizzazione chiede ai gruppi armati di porre fine alla pratica della cattura degli ostaggi e di rilasciarli tutti immediatamente.

"Trattenendo ostaggi civili sotto minaccia di morte, i gruppi armati iracheni stanno violando un principio fondamentale del diritto internazionale umanitario" ha dichiarato Amnesty International.

La scorsa settimana, molti cittadini stranieri, fra cui giornalisti, operatori umanitari e civili sono stati rapiti da gruppi armati. Tre cittadini giapponesi, Noriaki Imai e Nahoko Takato, ambedue operatori umanitari rispettivamente di 18 e 34 anni, e il fotografo Soichiro Koriyama di 32 anni sono stati catturati giovedi' scorso e non si conosce ancora in
luogo in cui si trovino. Il gruppo armato che li tiene in ostaggio, "le Brigate Mujahedeen", ha minacciato di ucciderli se il Giappone non ritirera' le proprie truppe dall'Iraq. Inizialmente il gruppo aveva stabilito un ultimatum di tre giorni che e' stato poi esteso sino a ieri sera.

Ora l'ultimatum e' scaduto e Amnesty International teme per l'incolumita' di queste tre persone.

L'11 aprile tre giornalisti cechi, Petr Klima, Michal Kubal e Vit Pohanka, sono stati rapiti da uomini armati mentre erano a bordo di un taxi in viaggio da Baghdad a Amman e non si sa ancora dove si trovino. Almeno 24 persone, fra cui un arabo israeliano, un canadese di origini siriane, 5 ucraini, 3 russi e altre di varie nazionalita', sono state rapite e non si
sa ancora ne' dove si trovino ne' quali siano le loro condizioni. Diversi altri cittadini stranieri, fra cui cinesi e sudcoreani, sono stati rapiti e poi rilasciati.

"Nessuna motivazione puo' giustificare la cattura degli ostaggi o l'uccisione deliberata di civili" ha ammonito Amnesty International.

Gli ultimi avvenimenti

Negli ultimi 10 giorni l'aumento degli scontri tra le forze della Coalizione e i gruppi armati che si oppongono all'occupazione ha causato la morte di centinaia di persone in svariate citta' irachene. Sono stati uccisi oltre 60 soldati della Coalizione. Secondo informazioni ricevute da Amnesty, le vittime comprenderebbero almeno 600 civili rimasti uccisi a Falluja - molti dei quali donne e bambini.

A partire dal 4 aprile vi sono stati molti combattimenti, nei quartieri sciiti di Baghdad e in diversi centri dell'Iraq meridionale, tra le forze della Coalizione e uomini armati appartenenti all'Esercito del Mahdi, legati al leader radicale sciita Muqtada al-Sadr. Le forze armate statunitensi hanno bombardato una zona di Falluja nella quale si trovava
una moschea, sostenendo che dal suo interno uomini armati stessero facendo fuoco sui soldati Usa. Secondo alcune informazioni, gli iracheni uccisi sarebbero almeno quaranta, mentre fonti militari statunitensi hanno dichiarato che non vi sarebbe stata alcuna perdita tra i civili. I soldati della Coalizione hanno ucciso otto dimostranti ad al-Huwayia. Nella notte tra martedi' 6 e mercoledi' 7, venticinque persone sono rimaste uccise a Falluja quando un edificio e' stato colpito da un missile lanciato da un elicottero Usa.

Gli scontri in cui e' coinvolto l'Esercito del Mahdi fanno seguito alla chiusura del quotidiano al-Hawza al-Natiqa, organo d'informazione del gruppo di Muqtada al-Sadr, e all'arresto di uno dei suoi piu' stretti alleati, Mustafa al-Ya'qubi, accusato di essere coinvolto nell'assassinio del leader sciita 'Abd al-Majid al-Khoie, avvenuto nell'aprile 2003. Il
quotidiano e' stato chiuso per ordine dell'ambasciatore Paul Bremer, capo dell'Autorita' provvisoria della Coalizione, in quanto accusato di incitare alla violenza.

Le forze militari statunitensi hanno lanciato operazioni su vasta scala a Ramadi e Falluja a seguito dell'uccisione e del successivo scempio dei cadaveri di quattro guardie private di sicurezza ad opera di uomini armati, risalente alla scorsa settimana.

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