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martedì, marzo 30, 2004

FONDI BANCOPOSTA. ALL'AUMENTO DEI COSTI SI RISPONDA DISINVESTENDO IMMEDIATAMENTE, E NON CI SI CHIEDA DI PAGARE COMMISSIONI D'USCITA. 


Firenze 30 marzo 2004 - Le Poste Italiane dimostrano di volersi sempre piu' allineare all'andazzo, niente affatto positivo, di banche, sim ed assicurazioni: dopo aver riempito i clienti di prodotti strutturati pieni di costi invisibili (obbligazioni e polizze in primis, ora anche buoni postali indicizzati al mercato azionario) e molto difficilmente liquidabili senza incorrere in perdite, ecco l'allineamento (in peggio, ovviamente) sui fondi comuni: una vera e propria stangata entrata in vigore da lunedi' 29 marzo, e siamo certi che ben pochi sottoscrittori dei fondi BancoPosta ne sono a
conoscenza.

Oltre ad aumentare le commissioni di gestione, BancoPosta ha pensato bene di introdurre delle commissioni di uscita, che verrebbero applicate perfino sui fondi monetari (che hanno la funzione principale di parcheggiare la liquidita' e quindi dovrebbero avere come prima caratteristica quella di essere liquidabili in qualsiasi momento senza penalizzazioni di sorta).

Ricordiamo, a beneficio dei sottoscrittori dei fondi Banco Posta, il disposto del Regolamento di Banca d'Italia del 1 Luglio 1998. All'art. 12.1 "Modifiche di aspetti rilevanti del regolamento" al punto 2) si specifica quanto segue:
l'incremento degli oneri a carico dei singoli partecipanti (ad es. l' introduzione o la maggiorazione di commissioni di rimborso), risolvendosi in un aggravio delle condizioni inizialmente convenute con i singoli sottoscrittori, non puo' trovare applicazione per gli importi gia' sottoscritti al momento dell'entrata in vigore delle modifiche regolamentari
di cui si tratta.

Cio' significa che i sottoscrittori dei fondi BancoPosta possono uscire senza l'applicazione delle nuove commissioni di uscita.

Giuseppe D'Orta, consulente Aduc per la tutela del risparmio

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