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venerdì, febbraio 06, 2004

UNA SVOLTA NELL'INFEZIONE DELLA VARIANTE UMANA DELLA BSE: IL SANGUE UMANO! 


COMINCIAMO CON LA PREVENZIONE. INVITO DELL'ADUC AL MINISTERO DELLA SALUTE

Firenze, 6 Febbraio 2004. Alcune ricerche pubblicate oggi sulla rivista scientifica "The Lancet", danno piu' dettagli, di quanti gia' se ne avessero, sul primo caso di vCJD (la variante umana della mucca pazza) in cui l'infezione e' stata trasmessa da una trasfusione sanguigna e non solo mangiando carne o derivati di manzi infetti. E sono dettagli che fanno temere che stia per cominciare un nuovo filone della trasmissione di questa malattia mortale, quello da uomo a uomo, attraverso le abituali operazioni che vengono fatte in ospedale.

Da una parte abbiamo le analisi statistiche del dottor Robert Will e colleghi del National CJD Surveillance Unit (l'Unita' britannica di sorveglianza in materia) che parlano di una coincidenza estremamente difficile. Dall'altra abbiamo i ricercatori del dipartimento sanitario della Commissione francese sull'Energia Atomica che rilevano come, in seguito a esperimenti su scimmie, la trasmissione dei prioni (gli agenti che sono la causa della BSE e della CJD) per via sanguigna e' altamente efficiente.

Inoltre un articolo su due studi (di Adriano Aguzzi e Markus Glatzel, dell'Ospedale Universitario di Zurigo), rileva come questa trasmissione per via sanguigna non sia una sorpresa e che, benche' sia avvenuta in Gran Bretagna dove i casi di contagio sono piu' numerosi, rappresenta un nuovo filone di contagio, quello appunto da uomo a uomo.

Prevenire e' meglio che combattere? Tutti d'accordo e, senza allarmismi, ma anche senza arrivare a quanto verificatosi in Italia alcuni anni fa quando, alle ripetute rassicurazioni anche dell'allora presidente del Consiglio Giuliano Amato su una situazione sotto controllo per la Bse, corrispose un'esplosione del fenomeno che diceva che tutto non era sotto controllo e che anche i minimi dettami da rispettare erano ignorati da chi di dovere.

Quindi, prendiamola "alla larga" e cominciamo a porre dei quesiti a chi di dovere, cioe' al ministero della Salute. Perche' quando pensiamo che il sangue infetto possa facilmente circolare li' dove non dovrebbe, come negli
ospedali (memento Hiv/Aids), non ci sentiamo marziani. E chiediamo rassicurazioni che tra le abituali analisi che vengono fatte per l'assenza di pericoli nel sangue usato per le trasfusioni, sia compresa anche quella per l'individuazione della vCJD. Non crediamo che al ministero abbiano gia' provveduto in questo senso, percio' chiediamo che con una certa celerita' prendano in considerazione questi studi e articoli a cui abbiamo fatto
riferimento, e agiscano di conseguenza.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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