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giovedì, febbraio 19, 2004

FNSI replica al Sole 24ore sui cococo 


Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato al direttore del Sole 24 Ore, Guido Gentili, la seguente lettera:

“Nel numero odierno de “Il Sole 24 Ore”, giovedì 19 febbraio 2004 pagina 31, è stato pubblicato un articolo nel quale, in relazione alla recente entrata in vigore della normativa sulle collaborazioni coordinate e continuative prevista dalla così detta Legge Biagi, si fa propria la tesi sostenuta dall’Ordine Regionale della Lombardia, in contrasto peraltro, con quanto già sostenuto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa, che “l’esclusione prevista per gli albi non ha effetto sui pubblicisti”.

Si tratta di una affermazione del tutto infondata - dichiara il Segretario Generale della Fnsi - che rischia di ingenerare equivoci interpretativi che non hanno ragione d’essere. Come è noto il decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276 ha in particolare innovato la regolamentazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), prevedendo che tali contratti possano essere vincolati “ad uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso determinati dal committente e gestiti autonomamente dal collaboratore”. La legge, come ha precisato il Ministero del Lavoro con la sua circolare interpretativa, non ha inteso né sostituire né modificare l’articolo 409 del c.p.c. che ha introdotto la figura del co.co.co”.

Infatti, l’articolo 61 – continua la lettera del Segretario Generale della Fnsi - del decreto legislativo esclude dall’inquadramento tra le collaborazioni coordinate e continuative a progetto “le professioni intellettuali per le quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali”.

Poiché per l’esercizio dell’attività giornalistica, sia in regime di subordinazione che di autonomia, è necessaria l’iscrizione all’albo professionale dei giornalisti, a prescindere dalla sua suddivisone tra professionisti e pubblicisti, non esiste alcun dubbio di sorta che tutti i giornalisti, siano professionisti o pubblicisti, sono esclusi dall’ambito di applicazione delle collaborazioni coordinate e continuative a progetto. Interpretazioni difformi, come quelle diffuse oggi da “Il Sole 24 Ore” - conclude la lettera di Serventi Longhi - rischiano di ingenerare soltanto confusione”.

Prot. n. C/22. Roma, 19 febbraio 2004.

Paolo Serventi Longhi
Federazione Nazionale della Stampa Italiana

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