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lunedì, febbraio 02, 2004

AUMENTI DEI PREZZI. HA RAGIONE L'UIL, MA PER IL RIMEDIO PROPONE RICETTE SBAGLIATE 


Firenze, 2 Febbraio 2004. Finalmente qualcuno si e' svegliato ed ha raccolto cio' che andiamo denunciando dall'avvento dell'euro sullo sconsiderato aumento dei prezzi al dettaglio. E' il segretario generale dell'Uil, Luigi Angeletti, che individua i responsabili nei commercianti, nelle imprese di distribuzione, nei lavoratori autonomi e nei professionisti.

Praticamente tutti tranne i produttori. A testimoniarlo ci sono tabelle su tabelle, con prezzi alla produzione praticamente simili nel tempo se non in diminuzione, e prezzi al dettaglio sempre in aumento: dal bar al ristorante, dall'idraulico all'avvocato, fino al negozio di abbigliamento, con alcune eccezioni nella grande distribuzione, ma non piu' di tanto.

Secondo il segretario Uil il rimedio a questo dilagante costume sarebbe nell'intervento del Governo, che dovrebbe far fare controlli a tappeto sulle fatture da parte della Guardia di Finanza. E che rimedio sarebbe questo? Angeletti parte dal presupposto che chi fa un prezzo alto sia un evasore?

Oppure, una volta appurato che il ricarico sul cetriolo e' del 300%, cosa cambia? Mostrare i denti, da parte dello Stato, nella maggiorparte dei casi da' effetti contrari di quelli auspicati (questo, ovviamente, nulla cambia che i controlli, come ci sono oggi, devono continuare ad esserci, anche maggiori, ma non con uno spirito di vendetta). Perche' rendersi nemiche queste categorie? Si intende governare col bastone?

E poi, ci scusi segretario: e' facile scaricare sul Governo l'istanza da "manganello", ma lei come sindacalista, di fronte a quei suoi associati che fanno scioperi con danni terrificanti per gli utenti dei servizi pubblici, che fa, usa il manganello, e non piuttosto una politica che cerchi di considerare le loro istanze senza creare danni come nel caso degli scioperi dei trasporti pubblici?

A nostro avviso e' opportuno chiedere l'intervento del Governo, ma perche' rimuova le motivazioni che sono alla radice di certi comportamenti sconsiderati di queste categorie, cioe' l'eccessiva tassazione, burocratizzazione e difficolta' di creare situazione di mercato concorrenziale. In una societa' ad economia di mercato lo Stato deve essere come sempre inflessibile, ma deve creare opportunita' che facciano si' che il mercato sia tale, non solo fare il poliziotto a difesa dell'esistente.

E questo significa che lo Stato deve e puo' intervenire su quanto di sua competenza nella determinazione del prezzo e del costo finale. Dove sono, per esempio, i mercati dell'energia elettrica? Dov'e' il mercato del credito alle piccole e medie imprese? Perche' la componente fiscale del prezzo della benzina e' di circa il 70%? Potremmo continuare a fare domande nei piu' disparati settori, ma crediamo di aver reso il concetto.

Ed e' questo, a nostro avviso, l'obiettivo da perseguire, anche da parte del sindacato, perche' piu' mercato e piu' concorrenza significa migliore qualita' e migliori prezzi per i consumatori, ma anche piu' opportunita' di lavoro. I manganelli, invece, sono solo il simbolo di autarchia e odiosita' dello Stato.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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