sabato, febbraio 14, 2004
ASPIRINA. FA SEMPRE BENE?
Firenze 14 febbraio 2004. Un utilizzo prolungato e regolare di aspirina potrebbe essere associato a un incremento significativo della probabilita' di sviluppare un cancro. E' quanto asseriscono alcuni ricercatori Usa sulla rivista "J Natl Cancer Inst." (2004;96:4-5, 22-28).
L'aspirina e' abitualmente considerata come un FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo), per distinguerli dagli antinfiammatori steroidei, come il cortisone Bentelan. Negli ultimi anni, e' praticamente triplicato il numero di persone che ne fa largo uso, e non sono state sufficienti le diffuse notizie sulla necessita' di non eccedere che hanno fatto desistere i consumatori.
Nello scorso anno, alcuni Paesi europei avevano anche prontamente ritirato alcune specie di FANS, perche' riconosciuti causa di morti improvvise. E' stato il caso dell'Aulin, farmaco che vede tutt'oggi un numero di prescrizioni incredibilmente alto. L'Italia non lo ritiro'. Negli Usa, si possono trovare in drogheria e al supermercato una mole di FANS, sulla cui scelta ci si puo' sbizzarrire per prezzo (molto piu competitivo rispetto all'Italia) e caratteristiche di confezionamento.
L'uso dell'aspirina e' negli Usa sempre alto, e si possono trovare confezioni di 500 compresse da 333mg, a 5/6 dollari). Il sospetto che in questa ricerca qualcosa non torna, e' nell'incriminazione di un solo prodotto: l'aspirina, farmaco tra i piu' ingenui... potrebbe trattarsi di una operazione commerciale? Ancora oggi, su dieci confezioni di
FANS, l'aspirina viene scelta dal 70% dei consumatori, il restante consumo e' essenzialmente per prodotti con la molecola ibuprofen.
Lo studio dei ricercatori americani, e' iniziato nel lontanissimo 1980 e avrebbe dimostrato che l'aspirina, ottima nel diminuire il cancro al colon-retto, ha indotto un numero significativo di cancri al pancreas. La percentuale di rischio e' "dose dipendente", quindi aumenta con la dose. C'e' da ricordare che negli Usa, sono moltissime le persone che, al mattino, ingurgitano una mole di pillole, tra vitamine, fans, aspirine, anabolizzanti, ecc. Ricordo di aver letto su una rivista divulgativa, di un medico di Philadelphia che asseriva: "se vuoi vivere 100 anni, prendi 4 aspirine due volte alla settimana".
Per comprendere la diffusione dell'aspirina negli Usa, si consideri che e' abitudine, ad esempio, che le donne la prendano contro i dolori mestruali. Per valutare se un farmaco e' relativamente sicuro, la conferma si puo' avere solo dopo che e' stato usato 20 anni. Il metodo di sperimentazione e' creare molecole chimiche con una velocita' tale che ogni giorno esce un nuovo farmaco che rende inutile quello di prima.
Le nuove molecole chimiche scoperte, prima di essere immesse sul mercato devono essere registrate presso i vari ministeri della Salute. La registrazione impone la certezza di alcuni target di sicurezza del farmaco, che quindi deve essere testato per la sua tossicita' diretta. Test che viene totalmente effettuato sugli animali, in veri e propri centri di tortura, dove le cosiddette cavie non sono solo topi ma anche altre creature, specialmente i mammiferi, cani, gatti, maiali, cavalli, in quanto piu' vicini biologicamente alla razza umana.
Ci si puo' facilmente immaginare cosa avvenga in questi centri di ...ricerca, e il traffico di animali (anche clandestini) veicolati su questi laboratori. A nulla sono valse le proteste e le denuncie di qualche coraggioso animalista. Dopo averne testato la tossicita' diretta, si valutano altri parametri di sicurezza del prodotto chimico, lo stesso che diverra' farmaco. Prima si ricerca la molecola, poi si valuta la tossicita' a breve termine, ma rimane impossibile fare la stessa cosa a lungo termine.
Valutare l'azione di un farmaco a lunga distanza, e' davvero impossibile, la statistica e la memoria lo hanno dimostrato. La dificolta' maggiore e' nei costi di gestione della farmacovigilanza, che non ha molta copertura, ed i target di controllo effettuati, una volta superata la fase dedicata a i nostri poveri amici animali, e' lasciata nell'oblio, salvo poi scoprire le vite umane sacrificate.
Ricordate -ad esempio- il famoso Lipobay? E questi casi -il farmaco per il colesterolo e l'Aulin- sono fra quelli che si conoscono, perche' ve ne sono decine di altri non noti, su cui la salute di ognuno ne subisce le conseguenze. Non crediamo sia possibile valutare a lungo termine il reale effetto di un farmaco chimico, anche per le interrelazioni con gli altri farmaci, come avviene nelle terapie croniche. Rimane evidente come sia buona norma assumere farmaci soltanto in stretta necessita', e sotto controllo medico.
Giuseppe Parisi
(consulente Aduc, medico chirurgo, esperto in terapie non-convenzionali, presidente Fomeco)