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lunedì, gennaio 26, 2004

DIVIETI VENDITA ALCOLICI. LE NORME INUTILI E DEMAGOGICHE TROVANO PROSELITI 


Firenze, 26 Gennaio 2004. Il Sindaco di un Comune della provincia di Roma, Bellegra Subiaco, ha disposto il divieto di bevande alcoliche negli esercizi pubblici e degli spacci interni ai circoli privati oltre le ore 23. Le motivazioni addotte: "in considerazione che la somministrazione di bevande alcoliche nelle ore notturne pone a serio rischio la salute e l'incolumita' pubblica e privata".

A parte l'auspicio che qualcuno dell'amministrazione o dell'opposizione di questo Comune sollevi la questione in Giunta e/o Consiglio comunale, magari fino ad una impugnazione davanti al Tar, ci sentiamo molto preoccupati per due motivi. Uno pubblico e l'altro privato. Per quest'ultimo abbiamo sempre una certa repulsione verso quelle norme che tendono ad impedirci di fare su noi stessi cio' che altri giudicano negativo per loro.

Per il motivo pubblico di preoccupazione (che per il nostro Sindaco significa anche circoli privati -W il diritto!!), ne abbiamo piu' d'uno. Ma e' sufficiente uno: i paesi che confinano con Bellegra hanno stesse norme? Crediamo proprio di no, e quindi la bevuta e' fatta, potendo poi far subire le eventuali conseguenze dell'abuso anche sul territorio del nostro Comune. L'ispirazione del nostro Sindaco immaginiamo che abbia origine in quella legge che vieta la mescita dei superalcolici dopo le 22 e fino alle 6 di mattina nelle stazioni di servizio delle autostrade.

Norma quantomai stupida perche':

- comunque ci sono sempre in vendita le bottiglie e, soprattutto, le mignon di superalcolici;
- per dar fuori di testa puo' anche bastare una bordolese di vino piuttosto che un cicchetto;
- per un alcolizzato che fosse alla guida e avesse una crisi d'astinenza, sarebbe meno pericoloso per gli altri che bevesse un cicchetto che la paranoia dell'astinenza;
- ci si puo' sempre portare dietro da bere;
- non si capisce perche' si possa riprendere a bere dopo le 6 di mattina (i mitici grappini a colazione ...), quando il traffico e' piu' intenso e l'attenzione dovrebbe essere maggiore;
- stabilisce il divieto solo sulle autostrade (la maggiorparte degli incidenti non avviene in autostrada).

Una legge che, ammantandosi di buonismo salutista, non potendo risolverlo -per motivi evidenti a ognuno- col divieto totale e continuo di vendita e consumo di alcolici (incluso il vino e la birra), lo risolve facendovi finta, mettendolo in un angolo e non interessandosene piu'. E diventa foriera del Sindaco del paese in provincia di Roma.

Tutto questo mentre le tv degli autogrill come quelle dei bar e dei circoli privati di Bellegra continueranno a trasmettere pubblicita' di uomini e di donne che diventano di successo, interessanti e sexy dopo che hanno bevuto quel brandy o quella birra, o di tavolate di amici che sono belle solo se c'e' quel vino con quell'amaro alla fine.

Il risultato, alla fine, e' che il problema dell'alcool alla guida o dell'abuso dello stesso in qualunque momento, non viene considerato con l'unico metodo efficace: l'informazione. La coscienza del legislatore e dell'amministratore si sente a posto. Le stragi per guida sotto l'effetto di alcool continuano, cosi' come continuano i consumi di alcool nel Comune di Bellegra, con l'aggiunta dell'incentivazione a violare la norma per procurarselo.

A chi giova?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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