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lunedì, dicembre 08, 2003

PERCHE' IN ITALIA NON E' PREVISTO IL REATO DI TORTURA? 


Nei giorni scorsi abbiamo assistito all'arresto in commissione giustizia alla Camera delle norme per l'introduzione del reato di tortura in Italia.

Il nostro comitato si sta battendo per l'approvazione di questa legge, insieme ad altre associazioni tra le quali Antigone e Amnesty International. E' dal 1984 che l'Italia ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, impegnandosi a introdurre nel proprio ordinamento il divieto esplicito di torturare.

Noi siamo rimasti veramente sbalorditi dopo aver letto che i dubbi, che hanno portato alla mancata approvazione delle norme, sono stati sollevati da deputati della Quercia, insieme a quelli della Lega e di Alleanza Nazionale. Uno schieramento compatto che non riusciamo a spiegarci e del quale chiediamo conto.

Chi e perché non vuole che questo reato sia introdotto nella nostra legislazione?

E' vergognoso che questo accada in Italia, durante la Presidenza Italiana dell'Unione Europea proprio mentre l'Italia si fa promotrice di un "progetto pilota in tema di lotta alla tortura e ai trattamenti inumani e degradanti nel mondo": il progetto costituisce una priorità della Presidenza italiana e risponde all'esigenza - fortemente sentita anche nella società civile - di rendere più efficace l'azione dell'Europa per contrastare uno dei fenomeni più odiosi di violazione dei diritti e della dignità della persona. Grazie all'iniziativa italiana, infatti, si avvia l'applicazione della strategia europea di lotta alle pratiche di tortura con interventi mirati in singoli paesi terzi. Saranno così incoraggiate l'adozione di protocolli internazionali in questa materia e l'assistenza nel campo della prevenzione della tortura e della riabilitazione delle vittime.

E intanto in Italia? Le forze dell'ordine indagate per i gravissimi fatti accaduti a Genova nella Caserma di Genova Bolzaneto a Luglio del 2001, oppure a Marzo del 2001 nella caserma Rainiero di Napoli, non potranno essere giudicate per questo reato. E non solo a Napoli o a Genova ci sono stati casi di tortura in Italia, molte associazioni denunciano, da anni, quanto accade quotidianamente nelle caserme, nelle carceri, nei Centri di Permanenza Temporanea.

Le conclusioni della procura di Genova, sui fatti accaduti a Bolzaneto, parlano di violenze e torture, trattamenti inumani e degradanti, sospensione di diritti umani fondamentali, mancate cure mediche a persone già ferite, mancate telefonate a familiari, avvocati, consolato per gli stranieri, tutti i detenuti scomparsi nel nulla, "desaparecidos". Raccontano di mani spezzate, di suture senza anestesia, di ragazze trascinate per la collottola e coperte di sputi ed ingiurie da due ali di agenti, prese a calci durante il tragitto verso il bagno. Parlano di canzonette fasciste, di ragazze e ragazzi nudi, derisi ed umiliati, mancata somministrazione di cibo e acqua, giovani coperti di pugni e calci, costretti a rimanere per ore in piedi col volto verso il muro, gambe divaricate, braccia alzate, anche se feriti, spruzzati da gas urticante, minacciati di morte e di altre violenze. Questa non è tortura?

Dalle Nazioni Unite e dal Consiglio d'Europa sono arrivati più volte forti richiami all'Italia affinché introduca nel proprio ordinamento questo reato, per proteggere i cittadini e combattere l'impunità.

Noi chiediamo che questa legge venga approvata senza ulteriori modifiche e senza ulteriori ritardi, perché proibisca in modo chiaro ogni maltrattamento alle persone private della libertà, perché questo sia vietato e punito in ogni caso ed in ogni circostanza. Genova, 8 dicembre 2003

COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova


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