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giovedì, dicembre 11, 2003

“Per la libertà e il diritto all’informazione” 


Il caso RAIOT conferma che la sospensione dei programmi in RAI significa chiusura. Si taglia direttamente, oppure si creano condizioni inaccettabili per gli interpreti, per costringerli a fermarsi; si sfidano apertamente le regole parlamentari chiudendo un programma mentre la Commissione di Vigilanza non si è ancora espressa sui documenti presentati. Non è che l’ultimo dei tanti casi di censura verso l’informazione, cultura, satira, spettacolo, verso gli operatori e i programmi, contro cui ci battiamo fortemente.

E’ la diretta conseguenza del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio e della scelta di un controllo sempre più esteso dei mezzi di comunicazione. Niente può sfuggire e l’intolleranza verso le opinioni critiche, le censure, non sono incidenti di percorso ma strumento di questo processo. Non si deve raccontare la verità, ma una versione di parte come realtà dei fatti.

Niente è tollerabile, persino le TV di strada, fatte chiudere con la motivazione di “occupazione abusiva delle frequenze”. RAIOT è solo l’ultimo di questi casi a cui occorre dire basta, la deriva va fermata, nonostante la Gasparri, che certifica e peggiora tutto questo.

Ecco la spiegazione vera di una legge volutamente sbagliata e incostituzionale, che amplia e certifica il monopolio, che non fissa regole e scelte per orientare il sistema, che aggrava uno stato già drammatico del servizio pubblico, che non si occupa di lavoro e sviluppo.

Per questo non si fermerà l’iniziativa, forti di una protesta e mobilitazione crescente, come dimostrano le manifestazioni in tante città d’Italia il giorno dopo l’approvazione della legge, come con le manifestazioni del 14 dicembre alle quali il Comitato “Per la libertà e il diritto all’informazione” partecipa.

Per questo il 30 gennaio all’Auditorium della Città della Musica a Roma saranno convocati gli Stati generali della comunicazione e della cultura per chiedere una vera riforma del sistema della comunicazione. Quando si parla di libertà, di diritti costituzionali, non si può rinunciare, è in gioco la democrazia.Per questo, grazie anche ad una iniziativa e ad un consenso crescente, non abbiamo nessuna intenzione di smettere.

Continueremo.

Comitato per la libertà e il diritto all'informazione

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