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venerdì, dicembre 12, 2003

PENA DI MORTE IN GIAPPONE: BUON COMPLEANNO TOMIZO ISHIDA! 


Il 13 dicembre Tomizo Ishida, il più anziano detenuto dei bracci della morte giapponesi, compie 82 anni di cui 29 trascorsi in prigione.

Tomizo Ishida fu accusato degli omicidi di due donne, tra cui la sua compagna, commessi nel 1973. Si dichiarò colpevole solo dell’omicidio non premeditato della sua compagna, mentre del secondo continua a proclamarsi innocente. La “confessione” fu resa dopo 148 giorni di interrogatori in una stazione di polizia, durante i quali non venne informato del diritto di poter essere assistito da un avvocato. Dopo quasi tre decenni di carcere, le sue condizioni di salute non sono buone e sta perdendo l’uso dell’occhio destro. La sua presenza nel braccio della morte è in contrasto con le raccomandazioni del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc) che chiede agli Stati di stabilire un’età massima per l’applicazione della pena di morte.

Per ricordare il caso di Tomizo Ishida e denunciare nuovamente il dramma della pena di morte in Giappone, il Gruppo di Amnesty International di Napoli, che segue questo caso da dieci anni, ha lanciato un’azione che prevede l’invio di cartoline di buon compleanno ai principali quotidiani del paese e la spedizione di e-mail a diverse autorità del governo Koizumi. All’azione prenderanno parte anche i Gruppi di Amnesty International di Bologna, Castelli Romani (prov. di Roma), Empoli, Latina, Legnano (prov. di Varese), Milano, Paliano (prov. di Frosinone), Rieti, Roma, Tivoli (prov. di Roma), Torino e Viterbo.

La pena di morte continua ad essere applicata regolarmente in Giappone: l’ultima esecuzione è avvenuta il 12 settembre. Sono attualmente cinquanta i condannati a morte che rischiano l'impiccagione in qualsiasi momento. Le esecuzioni hanno luogo con modalità arbitrarie e si svolgono nella più totale segretezza: dopo anni o addirittura decenni trascorsi nel braccio della morte, i detenuti apprendono di dover essere messi a morte due ore prima dell’esecuzione, senza avere neanche la possibilità di salutare per l'ultima volta i propri cari e senza che i rispettivi avvocati ricevano la notifica del procedimento.

La Sezione Italiana di Amnesty International è impegnata da anni in una campagna per l’abolizione della pena di morte in Giappone. Nel giugno 2002, in concomitanza con i Mondiali di Calcio, l’associazione ha consegnato all’Ambasciata giapponese in Italia migliaia di cartoline recanti la scritta “Cartellino rosso alla pena di morte”.

Roma, 12 dicembre 2003

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