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mercoledì, dicembre 17, 2003

PEACELINK AL PRESIDENTE CIAMPI: ADESSO NON FERMIAMOCI! 


LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA:
PRESIDENTE CIAMPI, ADESSO NON FERMIAMOCI!



L'associazione PeaceLink invita il capo dello Stato a farsi garante della liberta' di informazione nel Paese.

Stimatissimo Presidente Carlo Azeglio Ciampi,

le scrivo a nome dell'associazione PeaceLink, un gruppo di volontari che dal 1991 produce gratuitamente informazioni sulla pace e i diritti umani, diffuse quotidianamente su internet.

La sua decisione di rinviare alle camere il disegno di legge sul riassetto del sistema radiotelevisivo ha ridato speranza a molti cittadini che ormai consideravano perduta la battaglia civile per una informazione libera da condizionamenti partitici, economici, affaristici, lobbistici e mafiosi.

Sappiamo che il suo gesto ha un valore puramente simbolico, perche' con ogni probabilita' la legge che lei ha giudicato incostituzionale in alcuni passaggi verra' approvata dopo gli opportuni ritocchi e aggiustamenti, perche' questo e' quello che prevedono le regole delle istituzioni.

Tuttavia la forza di questo simbolo e il valore del suo "no" ci aiutano a ritrovare la speranza di consegnare ai nostri figli un ambiente culturale, mediatico e cognitivo libero da tutte quelle forme di inquinamento mentale che sua moglie Franca ha efficacemente sintetizzato col nome di "televisione deficiente".

Dalle notizie di agenzia apprendiamo che nel messaggio inviato alle Camere per motivare il rinvio del ddl Gasparri lei ha espresso preoccupazione sul fenomeno della concentrazione del mercato pubblicitario a favore delle concessionarie televisive Sipra e Publitalia, comunicando il timore che "la radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una liberta' che la Costituzione fa oggetto di energica tutela".

Purtroppo i problemi dell'appiattimento culturale del piccolo schermo e della concentrazione pubblicitaria non sono le uniche piaghe che affliggono la nostra informazione.

Negli ultimi anni abbiamo osservato impotenti l'aumento esponenziale delle tariffe postali che sta stroncando le piccole riviste distribuite solo su abbonamento, la progressiva estinzione delle librerie di quartiere, asfissiate dalle grandi catene come Feltrinelli e Mondadori, la concorrenza sleale delle riviste e dei libri che raggiungono i supermercati e gli autogrill danneggiando i piccoli editori che non possono permetterselo, l'impoverimento del panorama culturale dominato dai grandi gruppi editoriali Rcs, Caracciolo e Mondadori, le concentrazioni di poteri mediatici che non riguardano solo il presidente del Consiglio attualmente in carica, ma anche personaggi come Mario Ciancio, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Maurizio Costanzo, Bruno Vespa e molti altri,
le leggi sull'editoria che penalizzano la piccola informazione libera e decentrata e forniscono provvigioni spropositate alle riviste di partito, le azioni legali operate a danno delle piccole "Tv di quartiere", ormai presenti a centinaia nel Paese, che aumentano la biodiversita' televisiva con programmi autogestiti e privi di pubblicita', la dubbia costituzionalita' di organismi come la Siae che operano la criminalizzazione della condivisione di musica e opere dell'ingegno senza scopo di lucro, l'approvazione della direttiva europea sul copyright che tutela unicamente il diritto al profitto di grosse aziende calpestando i diritti degli utenti e dei consumatori, i monopoli dell'informatica e delle telecomunicazioni che danneggiano la libera iniziativa economica, la palese censura operata su chi viene allontanato dagli schermi televisivi, la piu' subdola autocensura alla quale sono costretti anche nella stampa piu' progressista migliaia di giornalisti precari, i progetti di legge per obbligare i siti internet di informazione indipendente a registrarsi come testate giornalistiche, la crescente ingerenza degli inserzionisti pubblicitari nell'attivita' delle redazioni, la subalternita' dell'Italia all'economia e alla cultura statunitense in ambito cinematografico, discografico e informatico, la trasformazione delle notizie in propaganda militare durante le recenti azioni di guerra che hanno coinvolto direttamente o indirettamente il nostro Paese, la scomparsa dagli schermi
televisivi delle informazioni sulle manifestazioni sindacali e pacifiste, la trasformazione del servizio pubblico televisivo in un'arena di scontro per la conquista del potere, dove la professionalita' dei giornalisti viene soffocata premiando il divismo e la piaggeria, mentre le legittime richieste dei cittadini e della societa' civile vengono sistematicamente ignorate.

Di fronte a tutto questo le chiediamo rispettosamente di non fermarsi e di spingere ancora piu' in la' la sua azione per garantire la liberta' di informazione e di espressione nel Paese, denunciando come ha gia' fatto in altre occasioni non solo le storture e le incostituzionalita' della legge Gasparri o di qualunque altra legge illiberale o incostituzionale, ma ogni limitazione del diritto a produrre e ricevere informazioni libere, un diritto che lei stesso ha definito "oggetto di energica tutela" da parte della nostra Costituzione Repubblicana.

La situazione eccezionale che le ho descritto le richiedera' una eccezionale dose di coraggio e di determinazione, ma nel cercare questo coraggio e questa determinazione deve sapere che avra' dalla sua parte quei milioni di cittadini italiani che vogliono continuare a pensare con la propria testa, liberi da condizionamenti di qualunque provenienza e colore politico.

Ringraziandola per l'attenzione che ci ha dedicato, le auguriamo buon lavoro.

Carlo Gubitosa
Associazione PeaceLink
Telematica per la Pace
Volontariato dell'informazione

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