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giovedì, novembre 13, 2003

Non si può entrare in un paese armi alla mano 

Comunicato del Tavolo contro la guerra di Bologna sull'attentato di Nassiriya contro i Carabinieri italiani in Iraq.

Il Tavolo contro la guerra di Bologna apprende con dolore la notizia della morte di più di 20 persone e del ferimento di molte altre nell'attacco di questa mattina alla base dei Carabinieri di Nassiriya, nell'Iraq meridionale.

Con dolore, ma come una notizia tragicamente prevedibile.

Il nostro primo pensiero è per le famiglie dei morti, per i militari italiani e i lavoratori irakeni coinvolti, ma il cordoglio non ci può esimere dall'indicare precise responsabilità.

Condanniamo in primo luogo i responsabili di questo sanguinoso attentato ma non possiamo ignorare le responsabilità che il governo Berlusconi si è assunto con la sua decisione di inviare un contingente militare in Iraq al fianco degli occupanti USA e GB, in spregio dell'art 11 della Costituzione e contro la posizione espressa dall'ONU.

Non si può entrare in un paese armi alla mano, al seguito di un esercito di invasione legittimato da null'altro che dalla forza brutalmente impiegata, e sperare di essere "fuori dalla mischia". Né si può stanziare per gli aiuti umanitari una cifra pari a un decimo di quella destinata all'intervento militare e pretendere poi che i militari servano solo a proteggere l'intervento di solidarietà.

Le "guerre preventive" non sono che guerre di aggressione, il massimo crimine internazionale per la Carta dell'ONU.

In Iraq, dove decine di Irakeni ogni giorno muoiono sotto i colpi dei soldati stranieri che hanno invaso il paese e sono ormai quotidiani gli attacchi contro le forze di occupazione, sono state colpite anche la Croce Rossa Internazionale e le Nazioni Unite. Il paese si trova in un caos che resterà sanguinoso e inestricabile finché il popolo irakeno non potrà scegliere la propria strada e riprendere il proprio destino nelle sue mani. In questa situazione come pensare che i militari Italiani in armi non sarebbero stati attaccati?

La fine dell'occupazione, il ritorno dell'Iraq al suo popolo sono oggi le sole opzioni possibili.

Ribadendo il nostro cordoglio per le famiglie colpite e la condanna per tutti gli attacchi terroristici, in particolare contro le agenzie internazionali e gli operatori umanitari,
chiediamo:

- l'immediato ritiro del contingente militare italiano e di tutte le forze di occupazione dall'Iraq;

- il taglio dei fondi stanziati per questa ed altre missioni militari all'estero da destinare ad altri capitoli di spesa secondo le indicazioni della campagna "Sbilanciamoci!" per una finanziaria di pace

- l'intervento dell'ONU nella crisi per sostituire l'autorità militare statunitense e preparare, nel più breve tempo possibile, le elezioni e la convocazione di un'Assemblea Costituente nel paese.

- a tutti i Parlamentari che hanno partecipato alla Perugia-Assisi e alle mobilitazioni contro la guerra dello scorso inverno, di adoperarsi concretamente e coerentemente, ora più che mai, nello spirito del ripudio alla guerra sancito dalla Costituzione e sostenuto "senza se e senza ma" da milioni di persone e di bandiere nelle piazze d'Italia e D'Europa nei mesi scorsi.

Invitiamo tutti, e in primo luogo coloro che si sono impegnati contro la guerra, a partecipare al presidio indetto da CGIL, CISL, UIL Bologna per la Pace subito! che si svolgerà nella giornata di giovedì 13 novembre, alle ore 17.30, in Piazza del Nettuno, e a sostenere al termine della manifestazione la delegazione che porterà in prefettura le richieste del movimento per la pace.

Bologna, 12.11.2003
Tavolo contro la Guerra di Bologna

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