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martedì, ottobre 14, 2003

Colombia: violazioni ai diritti umani - una proposta di legge. 

Roma 14.10.03. Ieri sera alla riunione periodica del Coordinamento Romano dei Giuristi Democratici ha partecipato anche il giurista Pablo Cruz dalla Colombia, avvocato e docente di diritto costituzionale è membro della Giunta direttiva del Comitato Permanente per la difesa dei diritti umani. Il giurista colombiano parteciperà anche all'Assemblea pubblica del 5 novembre, indetta dalla Associazione Nazionale Magistrati. Un racconto terribile il suo. Indicibili le violazioni ai diritti umani perpetrate dall'esercito contro ogni forma di associazionismo civile, dal sindacato al volontariato, che non risparmia neppure la Chiesa incarcerando due religiosi e un Vescovo. La violenta repressione governativa ha instaurato un principio nuovo: l'incarcerazione di massa. In un solo quartiere possono essere arrestate senza alcun capo di imputazione anche 200 persone, trattenute in carcere per periodi da sei mesi ad un anno, o finchè gli elementi del potere non possono individuare nel gruppo quei due o tre capri espiatori. L'esercito, per volere governativo, ha acquisito poteri di polizia straordinari, ed ognuno vi capiti a tiro, sia egli prete o sindacalista, viene seduta stante tacciato di "terrorismo" e brutalmente incarcerato, anche solo per aver partecipato ad una manifestazione di piazza. Ma c'è dell'altro. Qui in Europa le informazioni giungono scarse, ma l'orrore delle violazioni ai diritti umani sta finalmente penetrando la "cortina". L'illustre giurista ci spiegava i risvolti delle politiche giudiziarie colombiane. Sembrerebbe essere in iter parlamentare una proposta di legge per la "depenalizzazione" dell'omicidio dei cittadini ad opera di militari dell'esercito. "Ammesso e non concesso", che si possa incriminare per omicidio un militare, questi, una volta approvata la nuova legge, subirebbe una pena alternativa: una multa a carattere pecuniario, il divieto dell'uso delle armi e l'interdizione ai pubblici uffici per quattro anni. Davvero troppo poco contro chi spezza una vita umana. Segno e ferita profonda nei diritti umani del popolo colombiano.

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